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In attesa del foliage…

Fra una o massimo due settimane “esploderà” lo spettacolo del “foliage” nelle aree appenniniche del Lazio: qui siamo lungo il sentiero per il Monte Autore (nel Parco Regionale dei Monti Simbruini), escursione facile e adatta anche alle famiglie (partendo da Campo dell’Osso), che permette di ammirare al meglio questo fenomeno naturale. Per le zone di mezza montagna e soprattutto per quelle collinari invece occorrerà aspettare la fine del mese o – se le temperature continueranno ad essere elevate – novembre per avere dei colori interessanti.


Rovine de La Prugna

Sulle solitarie alture in località Prataglia, sui Monti Simbruini, si trovano i pochi resti di una rocca medievale, detta de La Prugna, circondati dalla vegetazione. Posto a controllo di antiche strade commerciali fra Lazio e Abruzzo, il fortilizio è avvolto da un alone di mistero. Nei dintorni si apre uno straordinario panorama sulla Valle dell’Aniene.


In inverno, nelle faggete dei Simbruini

Foreste di grandiosi foliage autunnali, quelle dei Simbruini, non perdono tuttavia il proprio fascino in inverno quando vengono avvolte dalle nevi, che vi rimarranno almeno fino ad aprile, creando un’atmosfera magica quanto severa, talvolta lugubre nei momenti in cui è nuvoloso e nel bosco si insinua la nebbia… Una zona di grande suggestione, l’Alta Valle dell’Aniene, ove unire perfettamente storia, arte e natura: cfr. “Lazio. I luoghi del mistero e dell’insolito – vol. 2”.


Sacro Speco di Subiaco: fra “sacro” e “profano”

Un particolare degli affreschi trecenteschi del Sacro Speco di Subiaco, noti per essere uno degli episodi più significativi della pittura medievale nel Lazio. In quest’immagine notiamo una rara scena profana – ancorché perfettamente inserita in un tema religioso – che descrive attività legate all’agricoltura e al ciclo delle stagioni.


In autunno, sulle “highlands” del Lazio

I Monti Simbruini sono stati definiti da alcuni come le “highlands” del Lazio, per via del loro peculiare paesaggio, caratterizzato da vasti orizzonti più orizzontali che verticali. In questo massiccio – che presenta comunque vette relativamente importanti per l’Appennino, come il Monte Viglio (2156 metri s. l. m.) – si trovano infatti numerosi altopiani carsici, che donano la sensazione di “grandi spazi”: essi interrompono qua e là l’imponente copertura forestale, costituita soprattutto da faggete, fra le più vaste d’Europa. Ecco “uno” degli splendidi panorami dal Monte Autore, facile cima adatta anche alle famiglie, il miglior “belvedere” raggiungibile dalla zona di Livata-Campo dell’Osso. Al centro dell’immagine notiamo la suggestiva Piana di Camposecco, set cinematografico di film “western all’italiana” e non solo.


Cavallo al tramonto sui crinali di Livata

Uno scorcio di semplice, sublime poesia sui crinali di Livata, in un tramonto autunnale, con lo sfondo sfumato dei monti laziali.


Foliage sui Simbruini

Metà ottobre è il momento perfetto per il “foliage” in montagna. Come da noi espresso in numerosi altri post, i Simbruini – montagne a cui siamo particolarmente legati – rappresentano forse la zona del Lazio che offre l’approccio più facile ed immediato a tale spettacolo, divenuto negli ultimi anni “di moda”. E’ stato interessante vedere in questo fine settimana numerose persone, “armate” di fotocamera, intente ad immortalare questa magnificenza, passeggiando sui facili sentieri di Livata-Campo dell’Osso. I Simbruini colpiscono in questo periodo per la bellezza dei verdi prati e per gli accecanti colori delle faggete, le cui chiome, a seconda dell’altitudine e delle piante, sfumano dal verde al giallo, dal bronzo al marrone. Ma occorre sbrigarsi: alle quote più alte la vegetazione è già quasi invernale!


Il pastore e il foliage a Campo Minio

Negli ultimi anni è esplosa la moda del foliage, ossia l’osservazione e la fotografia dei boschi in autunno allorquando essi si colorano di magnifiche sfumature. Oggi sulla rete c’è un profluvio di articoli che invitano ad ammirare questo spettacolo della natura nel Lazio ma spesso si tratta di consigli imprecisi nella tempistica, che producono veri e propri buchi nell’acqua per chi viene dalla grande città ed è poco esperto dei ritmi della natura. Evidentemente chi li scrive non sa che il momento del foliage varia fortemente da zona a zona, a seconda dell’altitudine, della vegetazione e delle annate più o meno fredde. Allora, sempre nell’ambito di questo tema, capita di leggere di luoghi come la Valle del Treja indicati per fine settembre o per i primi di ottobre laddove il momento culminante per i boschi collinari e delle forre della Tuscia è novembre inoltrato: non siamo sulle Alpi e dunque da noi a settembre, tranne annate eccezionali e luoghi particolari, si può trovare qualche “colore” soltanto a quote molto alte. Ad ottobre man mano le cose iniziano a farsi interessanti in montagna e verso metà del mese si raggiunge rapidamente il clou soprattutto oltre i 1000 metri. I Simbruini sono una delle zone più gettonate a tal riguardo, sia per la bellezza dei boschi, che alle quote più elevate presentano magnifiche faggete inframezzate da qualche acero, e nell’area simbruina la zona di Livata-Campo dell’Osso è la più adatta a facili passeggiate in famiglia con i bambini. Qui nella foto siamo a Campo Minio, bellissima località facilmente raggiungibile sia a piedi che in auto da Campo dell’Osso e caratterizzata – oltre che dalla presenza di un osservatorio astronomico – dall’antica attività pastorale, il che la rende ancora più interessante e affascinante. Attenzione però: sui Simbruini a quote alte il foliage può essere effimero e basta un autunno particolarmente fresco per far volgere in poco tempo il manto arboreo alla veste invernale. Se siete dunque interessati al foliage, preparate una gita per metà ottobre sui Simbruini: non ve ne pentirete!


Auguri per un Natale di profonda spiritualità

Auguriamo ai nostri amici lettori Buon Natale con un’immagine suggestiva della Valle Santa di San Benedetto, ossia quella dei monasteri sublacensi. Qui si conserva la memoria dei nostri valori più antichi, profondi ed autentici. Un messaggio, quello dell’ora et labora, assai attuale in un momento storico in cui un tecno-scientismo frivolo e corrotto – “braccio armato” di tirannici poteri globalisti – pretende di avere la verità in mano, condizionando ogni dettaglio della nostra vita e cancellando – insieme alla democrazia e ai diritti fondamentali dell’uomo – ogni barlume di spiritualità, ogni spinta verso la trascendenza.


Nella Valle del Simbrivio

I colori festosi dell’autunno nella Valle del Simbrivio contrastano con l’atmosfera tetra di questi giorni, in cui ombre grigie sembrano allungarsi sulle nostre vite e sulle nostre libertà fondamentali…


Autunno pieno a Campominio

Ancora i colori dell’autunno nella Valle del Monte Autore…


Faggeta autunnale ai piedi di Monte Autore

Questo è il periodo di massimo splendore nelle faggete del Centro-Italia: uno spettacolo (gratuito) da non perdere! Qui siamo sui Monti Simbruini, alle falde del Monte Autore. La speranza è di poter godere della bellezza della natura e della vita all’aria aperta, cose ESSENZIALI per un’esistenza piena e sana, in un momento drammatico in cui qualcuno, senza alcun motivo valido ed inoppugnabile, vorrebbe privarcene.


La Valle del Simbrivio dalle Vedute del Monte Autore

Lungo il facile sentiero per la cima del Monte Autore, una delle maggiori dei Simbruini, la località delle Vedute offre un ampio panorama sul verde della Valle del Simbrivio.


Cippo di Confine presso il Passo Serra Sant’Antonio

Mti Simbruini-Cippo di confine presso Fonte Moscosa 1 RCRLB

Il crinale di Monte Viglio oggi funge da confine amministrativo tra Lazio ed Abruzzo mentre un tempo, fino al 1860, costituì quello rispettivamente tra Stato Pontificio e Regno delle Due Sicilie. Ancora oggi sono ben visibili i cippi di confine che da un lato volgono il Giglio dei Borbone mentre dall’altro le Chiavi di San Pietro (nella foto).


Sacro Speco-Panorama su Santa Scolastica e Subiaco

S. Speco-Panorama su S. Scolastica e Subiaco 3 RCRLB

Il suggestivo panorama dal Monastero del Sacro Speco su Santa Scolastica e Subiaco. Questa, assieme alla valle di Rieti, è l’altra “valle santa” del Lazio: se a Rieti è il messaggio di San Francesco ad aver lasciato il suo segno, qui a Subiaco e dintorni è stata l’opera infaticabile di San Benedetto e dei suoi monaci ad aver tracciato una delle pagine più gloriose della storia dell’Occidente e della cristianità.


Cavalli bradi sui Monti Simbruini

Mti Simbruini-Fondi di Jenne 5 RCRLB

Una tipica scena novembrina sui Monti Simbruini…


Proto-Surrealismo al Sacro Speco

Monastero del S. Speco-Affresco 1 RCRLB

Tutti conoscono il Sacro Speco di Subiaco per la figura di San Benedetto, per la sua architettura rupestre, per il suo suggestivo paesaggio. Ma questo monastero abbarbicato su una falesia a strapiombo sulla Valle dell’Aniene è anche uno straordinario “serbatorio” della pittura medievale del Lazio e del Centro Italia. Nella foto vediamo un singolare affresco in un angolo seminascosto, nei pressi della cappella che custodisce il rarissimo ritratto di San Francesco: vi si ammirano immagini macabre e quasi surreali, che fanno pensare ad uno stile vicino a quello di Bosch piuttosto che alla scuola umbro-laziale, che invece segna principali i cicli pittorici del sito.


Autunno inoltrato sui Fondi di Jenne

Mti Simbruini-Fondi di Jenne, paesaggio 7 RCRLB.JPG

Una tipica scena bucolica su uno degli altopiani dei Monti Simbruini, nella fattispecie i Fondi di Jenne.


Panorama invernale dal Monte Autore

Mti Simbruini-Mte Autore, panorama 1 RCRLB.JPG

Lo splendido panorama invernale dal Monte Autore, facile cima adatta a tutti nel cuore dei Monti Simbruini e buon punto panoramico sull’Appennino Centrale.


Wilderness dal Monte Tarino

Mti Simbruini-Mte Tarino, panorama 4 RCRLB.jpg

Il solenne paesaggio dell’Alta Valle dell’Aniene dalla vetta del Monte Tarino, una delle elevazioni principali  (1961 m.) – e forse la più suggestiva – dei Monti Simbruini. Una wilderness che assume eccezionale bellezza in questo periodo autunnale.