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Un vicolo a Castel San Pietro Romano

Dominato dai ruderi della Rocca Colonna e affacciato sulla Valle Latina e sulla Capitale, Castel San Pietro Romano è un grazioso paesino dei Monti Prenestini, noto per alcuni film che ebbero come protagonisti attori del calibro di Totò e Vittorio De Sica. Fa parte del club de “I Borghi più belli d’Italia” e si fa apprezzare per la cura del suo centro storico. E’ il primo paese che si incontra salendo da Palestrina, e introduce alla sequela di incantevoli borghi che si susseguono lungo il tortuoso crinale prenestino, come Rocca di Cave, Capranica Prenestina e Guadagnolo, in un itinerario fra i più rappresentativi del Lazio.


Ronciglione, Via Borgo di Sopra

Il bell’allestimento di Via Borgo di Sopra a Ronciglione – uno dei “borghi più belli d’Italia – per il presepe vivente 2023-24. In realtà si tratta già della via più suggestiva e curata del borgo medievale e a nostro parere andrebbe lasciata libera da queste installazioni, in modo da renderla ammirabile dai turisti nella sua piena integrità: allestimenti che andrebbero viceversa concentrati in Via Borgo di Sotto – che appare invece piuttosto trasandata – o ancora meglio lungo un itinerario inedito fra i vicoli meno visitati del paese, allo scopo di valorizzarli.


Paesaggio romantico dai Giardini Cahen

Uno scorcio di quella romantica landa al confine fra Lazio e Umbria, da cui si erge solitario il fiabesco borgo di Torre Alfina: un contesto ambientale assai bucolico – caratterizzato dall’alternanza di prati, coltivi e boschi misti (soprattutto querceti) -, ove si stagliano ville, casali, torri e castelli. Eccone un saggio dai bei giardini del Castello Cahen, una delle dimore storiche più singolari del Lazio. Sullo sfondo lontano a sinistra si vede il massiccio del Monte Vettore – cima principale dei Sibillini – ricoperto dalle prime abbondanti nevi tardo autunnali, stagione i cui intensi colori rosseggianti si notano invece nel paesaggio collinare in primo piano.


Civita: come un masso scolpito

Zoomando dal Belvedere di San Bonaventura sul borgo di Civita di Bagnoregio si ottiene questo “pattern” che mette in risalto l’omogeneità del tessuto architettonico-edilizio fondato sulla bruna pietra tufacea, qui nella foto illuminata e resa “dorata” dalla potente luce di un tramonto autunnale. Il borgo appare quasi come un vero e proprio masso scolpito, alla stregua dell’altrettanto celebre Matera. In realtà per lo più non si tratta di case rupestri bensì di abitazioni costruite con il materiale estratto dalla rupe stessa, che presenta infatti numerose cavità ipogee risalenti sino all’epoca etrusca (cfr. “Lazio. I luoghi del mistero e dell’insolito – vol. 1”).


Vitorchiano medievale

Uno scorcio dallo schietto sapore medievale di Vitorchiano, dal panoramico – ma poco conosciuto – sentiero ad anello che gira attorno al paese.


Capodimonte al tramonto

Una sfumata veduta al tramonto di Capodimonte, pittoresco borgo farnesiano intriso di leggende e curiosità.


La porta del borgo di Gallese

La principale porta d’accesso al piccolo ma suggestivo borgo medievale-rinascimentale di Gallese, noto per il suo palazzo Ducale degli Altemps e come località citata nel celebre racconto “La Duchessa di Paliano” di Stendhal.


Un affaccio da Castelnuovo di Porto

Verso il tramonto la valle di Castelnuovo di Porto appare caratterizzata da forti contrasti luci-ombre….


Civitella d’Agliano sotto un cielo plumbeo d’aprile

Il compatto borgo di Civitella d’Agliano, uno dei più suggestivi eppure meno conosciuti “balconi” panoramici sulla magnifica Valle dei Calanchi. Siamo nella nostra amata Teverina Viterbese, terra di “paesi fantasma” e “città morenti” che tuttavia si stanno riscoprendo all’insegna di un turismo curioso. Per chi volesse saperne di più: “Lazio. I luoghi del mistero e dell’insolito – vol. 1”.


Nel borgo di Castelnuovo di Porto

Posto lungo la Flaminia, Castelnuovo di Porto è il simbolo di come una cittadina possa rinascere riappropriandosi della propria identità e rendendosi consapevole delle proprie qualità. Dopo decenni di follie edilizie e di abbandono del centro storico, allorquando il suo destino di “Comune-dormitorio” di Roma sembrava segnato, come per “magia” esso negli ultimi anni ha ricevuto un’adeguata attenzione politica volta a recuperarlo e a farne un attrattore turistico. Recentemente Castelnuovo è stato persino inserito nel prestigioso club dei “Borghi più belli d’Italia”, suscitando l’attenzione di numerosi romani avveduti che hanno scelto di trasferirsi qui per godere di una maggiore qualità della vita. Passeggiare in questo dedalo di vicoli, archi e voltoni affascina per i numerosi scorci pittoreschi e stupisce per la cura che in più punti si vede nelle vie e nelle abitazioni – ornate da fiori, piante e rampicanti -, la quale esprime un amore per il luogo che è poi il sentimento senza il quale i nostri paesi rischiano di morire o di venire stravolti.


La rocca e la cupola

Uno scenario di grande fascino storico: la Rocca Monaldeschi della Cervara a Bolsena con lo sfondo della cupola di Santa Margherita di Montefiascone. In mezzo, un paesaggio ubertoso di boschi, vigne e uliveti attraversato dalla Via Francigena.


Veduta di Nazzano

Una veduta delle compatte case di Nazzano, uno dei borghi più belli dei dintorni di Roma, magnificamente affacciato sul Fiume Tevere, qui tutelato da una “storica” riserva naturale, e dominato dal suggestivo Castello Savelli.


Tramonto romantico da Nemi

Intrisi di miti e leggende, amatissimi dai viaggiatori del Grand Tour, Nemi e il suo lago vulcanico sono fra i luoghi più romantici dei Colli Albani e di tutto il Lazio. Per saperne di più: “Lazio. I luoghi del mistero e dell’insolito – vol. 2”.


Lungo le mura di Castro dei Volsci

Castro dei Volsci è un pittoresco paesino medievale arroccato alle pendici dei Monti Ausoni, nel cuore della Ciociaria. Inserito fra i “Borghi più belli d’Italia”, offre vie acciottolate, resti di mura turrite, case in pietra e ampi panorami, oltre che aria pulita e un’ottima enogastronomia. Ancora vive sono inoltre le tradizioni, esaltate dagli eventi che animano il centro nel corso dell’anno, fra cui spicca il Presepe Vivente, uno dei più coinvolgenti di tutto il Lazio per il suo carattere spontaneo ed autentico di “festa paesana di altri tempi”. La musica e i costumi ciociari sono protagonisti di queste goliardiche serate, assieme al simpatico dialetto e alla calorosa accoglienza della gente del posto.


Dettaglio nel borgo di Trevignano

Un dettaglio nel romantico borgo di Trevignano Romano (cfr. “I castelli perduti del Lazio… e i loro segreti”).


Il lago, la rocca e… lo spettro

La Rocca Monaldeschi della Cervara a Bolsena – vista dall’alto, dal belvedere della Via Orvietana – contrasta con lo sfondo azzurro del Lago Volsinio. Il fortilizio è sede di un ottimo museo archeologico e di un acquario e domina il borgo “alto”, quello più antico. Una leggenda popolare narra che vi si aggirerebbe lo “spirito” di un personaggio ucciso in modo violento durante le ribellioni e le repressioni che caratterizzarono la storia medievale di Bolsena. Sembra che diverse testimonianze riferiscano di episodi “paranormali” o di strane sensazioni provate all’interno dell’edificio. Per sapere di più delle curiosità e la storia di Bolsena: “Lazio. I luoghi del mistero e dell’insolito – vol. 1”.


Il campanile di Bocchignano

Microcosmo medievale, perso nel verde della Valle del Farfa, il piccolo borgo di Bocchignano (un tempo conosciuto come Bucciniano) è qualificato dal campanile romanico-gotico di San Giovanni Battista. Ci troviamo in una delle zone più misteriose e suggestive del Lazio, fortemente segnata dalla storia dell’Alto-Medioevo, soprattutto da quell’oscuro passaggio fra Longobardi e Franchi, di cui seppe favorire la potente Abbazia di Farfa, che sarebbe divenuta – e poi rimasta a lungo – signora incontrastata di queste terre. Il toponimo dell’antica Buccinianum risalirebbe al termine buccina – una sorta di “olifante” o “corno da guerra” – oppure alla presenza di un tempio dedicato alla dea Vacuna, da cui Vacunianum, evidentemente – per “betacismo” – poi alterato dalla lingua volgare nel corso del tempo in Bacunianum. L’impianto originario del castrum longobardo è costituito da una triplice cinta, il cui simbolo curiosamente appare anche ai piedi della suddetta chiesa del paese, di origine duecentesca. Per saperne di più: “Lazio. I luoghi del mistero e dell’insolito – vol. 1”.


Soriano, come un “presepe”

Soriano nel Cimino offre una delle “vedute di borghi” più suggestive del Lazio sia di giorno sia di notte. Al calar del buio le finestre e le porte sono marcate dall’illuminazione pubblica e creano un effetto quasi rupestre che ha un qualcosa di misterioso. Ci troviamo del resto in una zona che da questo punto di vista ha moltissimo da dire e che proprio in autunno si offre in un’atmosfera particolarmente magica. Per maggiori informazioni: “Lazio. I luoghi del mistero e dell’insolito – vol. 1”.


Vicolo a Montasola

Uno dei caratteristici vicoli in pietra che si aprono appena varcata la seconda porta del borgo di Montasola, che ancora oggi appare come un vero e proprio castello cinto da mura, rivelando la forma del castrum originario, secondo uno schema che si ritrova in altri centri della Sabina e dell’Umbria. Una meta splendida per un weekend autunnale all’insegna della quiete assoluta nonché della bellezza dell’architettura e del paesaggio.


Nel cuore di Canterano, il “salotto” dei Monti Ruffi

Ubicato su un crinale dei selvaggi e solitari Monti Ruffi, ma a poca distanza da Subiaco, Canterano è una vera sorpresa per gli appassionati – come noi – di luoghi “segreti” eppure bellissimi. Il paesino fa parte del club dei “Borghi più belli d’Italia” ed è stato definito un “salotto all’aria aperta”: in effetti la sua piazza – da cui si dipanano pittoreschi vicoletti – dà proprio questa impressione. Di sicuro possiamo affermare che si tratta di uno dei tanti centri fin troppo sottovalutati dell’entroterra laziale. L’aria buona, i panorami incantevoli su distese di boschi e un pane delizioso (e non mancano funghi e tartufi) sono gli elementi più apprezzati di Canterano, che però non esauriscono le sue numerose valenze, date anche dal fatto di essere un borgo così intatto e accogliente, in fondo a due passi da Roma, oltre che una delle tappe storiche del Grand Tour sette-ottocentesco. Insomma Canterano conferma come il Lazio potrebbe essere una vera “potenza turistica” se la politica regionale – che raramente è stata all’altezza del valore del territorio – investisse risorse (e soprattutto volontà) nella tutela e nella valorizzazione dei valori paesaggistici e culturali.