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Torre di Santa Maria Nova sull’Appia Antica

Storico successo della gloriosa associazione Italia Nostra (l’ultima rimasta, fra le più grandi associazioni ambientaliste – o presunte tali -, a difendere il paesaggio e i beni culturali), il Parco dell’Appia Antica è uno dei nostri “luoghi del cuore” e custodisce monumenti di svariate epoche. L’Agro Romano, com’è noto, è una zona fortemente connotata dalla presenza di torri medievali, alcune delle quali purtroppo inglobate nelle periferie, altre invece ancora immerse nel verde. Ma se la maggior parte di queste costruzioni così iconiche versano in un stato di abbandono, non è il medesimo caso della splendida Torre di Santa Maria Nova, che svetta sull’omonimo casale, ottimo esempio di recupero e valorizzazione di un bene storico. L’edificio è posto nel cuore dell’area protetta, proprio lungo l’antica “regina viarum“, ed ospita un museo visitabile a pagamento. La torre risale al XII-XIII secolo, allorquando venne innalzata sui resti di una cisterna d’età imperiale. Forse originariamente sede di una curtis (come lascia presagire il circuito murario) o ancor più probabilmente facente parte di un complesso religioso, il casale turrito appartenne a lungo ai monaci olivetani di Santa Maria Nova, congregazione dell’ordine benedettino.


La Valle dell’Aniene da Anticoli Corrado

Se dovessimo designare i paesaggi che più rappresentano l’identità del Lazio senza alcun dubbio la Valle dell’Aniene sarebbe sul podio, alla stregua del Lago di Bracciano e Martignano o della Valle del Tevere. Una valle che nel suo tratto medio e alto si mostra tutt’oggi di grande bellezza, eppure poco celebrata malgrado i fasti dei tempi del Grand Tour quando i più grandi artisti e intellettuali europei visitarono e descrissero questo paesaggio. I problemi che attualmente vive il Lazio sono del resto anche figli di questa sua decennale “sottovalutazione”, come se dal Dopoguerra in poi questa terra meravigliosa fosse divenuta “politicamente scorretta”, da mandare forzatamente nel dimenticatoio. Il paradosso è che proprio in questi anni molti stanno riscoprendo il Lazio e tuttavia al contempo il governo regionale fa di tutto per distruggere il territorio, fra speculazione energetica senza limiti e mega insediamenti industriali (tipo Amazon), invece di dedicarsi alla ricostruzione dei paesi colpiti dal sisma del 2016 che dovrebbe essere la vera priorità. Tragicomico no? Tornando alla Valle dell’Aniene, essa è simbolo della bellezza che ancora resiste tenacemente nella nostra regione: qui siamo ad Anticoli Corrado, il “paese delle modelle” dei pittori dell’Ottocento, e dalle sue mura si apre un panorama che lascia stupiti: il verde e l’integrità del paesaggio, fra boschi, coltivi, chiese rurali, casali e ville storiche, riempiono gli occhi del visitatore. La zona è attraversata dal Cammino di San Benedetto, sempre più frequentato dai pellegrini.


Da qualche parte nel centro di Roma

Un arco dà accesso al cortile di un antico palazzo a Roma. Piante, fiori e rampicanti ornano i vecchi intonaci dai colori al contempo vivaci e smunti mentre un gatto viene a salutarci. Una loggia o una balaustra o un comignolo ci regala una chicca architettonica che non conoscevamo. E’ una situazione che si ripete spesso nel centro storico della Capitale, dov’è bellissimo “vagabondare” senza una meta precisa, soprattutto nei quartieri più caratteristici come Trastevere.


Orizzonti laziali da Norchia

Orizzonti vuoti, “popolati” soltanto da un vecchio casale in rovina e da cavalli al pascolo brado: qui siamo a Norchia, in uno dei luoghi ove il paesaggio malinconico e romantico del “Lazio etrusco” raggiunge una delle sue espressioni migliori. Con quest’affascinante immagine auguriamo a tutti i nostri lettori una Buona Pasquetta!


Sulle colline etrusche della Valle del Marta in primavera, fra Tuscania e Tarquinia

Il Fiume Marta, emissario del Lago di Bolsena, inizia il suo corso nell’omonimo borgo lacustre e, dopo alcune decine di chilometri nel cuore dell’Etruria Laziale, sfocia nel Tirreno. Forma una vallata di straordinaria bellezza che rappresenta uno dei paesaggi rurali storici più importanti della regione nonché una delle zone più caratteristiche della Maremma Viterbese. 

Qui proponiamo una galleria fotografica della porzione centrale e più spettacolare della valle, quella compresa cioè fra Tuscania e Tarquinia e che ha il suo fulcro nel borgo rurale di Montebello (Tuscania): ritratto dal Cesetti e decantato nelle poesie del Cardarelli, si tratta di un paesaggio solenne e spesso antico, soprattutto laddove, verso sud, i grandi campi coltivati a cereali o lasciati al pascolo sfumano negli immensi e tuttora disabitati latifondi storici (oggi ricadenti nel Poligono militare di Monte Romano). Al gioiello “nascosto” dell’Abbazia di San Giusto (Tuscania) e ai ruderi etruschi e medievali si sommano le più recenti testimonianze insediative date dai casali sette-ottocenteschi e da quelli relativi alla bonifica e alla Riforma agraria. La campagna intorno alle località di Montebello, Carcarella e Lascocanale, dolce, solare e coltivata con cura, preannuncia quella della Bassa Toscana.

Le fotografie (d’archivio) che seguono sono state scattate nel periodo di massimo splendore della zona, che va da metà aprile a metà maggio quando il verde domina su tutto e regala sensazioni di grande serenità mentre il clima risulta praticamente perfetto. Più avanti inizierà il “miracolo” della rapida trasformazione del tenero grano verde in quello maturo che inonderà di color oro le ondulate colline della Media Valle del Marta.

Valle del Marta-Paesaggio presso Montebello 5 RCRLB

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Valle del Marta-Castello di Pian Fasciano, veduta 5 RCRAO

Valle del Marta-Acquedotto presso Tarquinia 1 RCRLB
Tarquinia-Veduta dalla Valle del Marta 2 RCRAO

Visione sublime del Lago di Bolsena

Vedendo un’immagine come questa è facile capire perché molti intellettuali ed artisti nel corso del tempo hanno definito la Tuscia “uno dei luoghi più belli del mondo”…

Tardo autunno sulle colline di Trevinano

Dopo l’incursione fotografica sulle splendide colline di Proceno, torniamo nel cosiddetto “Lazio toscano”, magico lembo di terra di confine che per secoli segnò l’accesso allo Stato Pontificio per chi proveniva da nord sulla Via Francigena. Stavolta ci dirigiamo però dal lato opposto della valle e della Cassia, più a est, lungo i crinali cioè, altrettanto magnifici, che risalgono i fianchi della Valle del Tirolle con vasti panorami sulla Valle del Paglia, sull’Amiata e sulle altre alture toscane e soprattutto sul vicino Monte Rufeno con i suoi fitti querceti, ora rosseggianti. La strada d’accesso, che si stacca dalla Via Cassia, è la SP 51 in direzione di Trevinano, frazione di Acquapendente, unico centro abitato della zona, il più settentrionale di tutto il Lazio. Interessanti le chiesette rurali intorno al paese, dominato dall’elegante Castello Boncompagni-Ludovisi. Dalla provinciale si consiglia di piegare a sinistra prima di giungere a Trevinano seguendo le indicazioni per vari agriturismi: come a Proceno si può lasciare l’auto e passeggiare su tranquille sterrate in una campagna bella e curata, forse un pizzico più selvatica per la maggiore presenza di boschi: i suddetti panorami e i deliziosi scorci dei casali ornati da cipressi vi riempiranno gli occhi.
Chiaramente anche in questo caso l’itinerario è piacevolissimo in bici e le strade bianche sono generalmente in buone condizioni. Ma attenzione: rispetto alla zona di Proceno qui le pendenze e i dislivelli sono assai più impegnativi.


All’estremo nord del Lazio…

Nell’estrema punta settentrionale del Lazio, sulle colline a nord di Acquapendente, il paesaggio si fa improvvisamente “toscano”, offrendo “quadri” incantevoli, del tutto simili agli scorci del contiguo Senese: qui siamo nelle magnifiche colline a valle di Trevinano, frazione di Acquapendente, dove lo sguardo spazia sulla Valle del Paglia, il Monte Rufeno e le alture toscane.

Nella Val di Canneto ad ottobre

Mti della Meta-Val di Canneto, paesaggio 1 RCRLB.JPG

Compresa nel Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise, e nota per un venerato santuario di origini antichissime, la Val di Canneto, nel Comune di Settefrati, offre un paesaggio alpestre ed è stata recentemente sottoposta ad un riuscito intervento di valorizzazione ambientale. Assai frequentato è il sentiero che sale alla magnifica località di Tre Confini, ove in questo periodo si può ascoltare il bramito dei cervi in ​​amore ed avvistare interni branchi di questi animali selvatici. Altro motivo di interesse è il foliage delle faggete che sta per raggiungere il suo massimo.


La Rocca di Radicofani

Radicofani-Veduta 1a RCRLB.JPG

Per secoli la Rocca di Radicofani rappresentò per i viaggiatori e i pellegrini europei sulla Via Francigena l’approssimarsi del confine fra il Granducato di Toscana e lo Stato della Chiesa, e quindi l’inizio del cosiddetto “Deserto Apostolico”. Ancora oggi, questa spettacolare zona ha l’aspetto di una solitaria marca di frontiera e pochi km dopo il bivio per Radicofani, venendo da nord, si entra nel Lazio all’altezza dell’antica dogana pontificia di Centeno.


Fiume Tevere fra Baschi e Castiglione in Teverina

Il Fiume Tevere fra Baschi e Castiglione in Teverina, antico confine storico-naturale fra Umbria ed Etruria e nei secoli dell’Alto Medioevo “autostrada d’acqua” di collegamento del “Corridoio Bizantino”, e successivamente cuore dello Stato Pontificio.


Veduta del Castello dei Conti d’Aquino e di Roccasecca Vecchia

Roccasecca-Castello dei Conti d'Aquino, veduta 1 RCRLB

Una suggestiva veduta del Castello dei Conti d’Aquino e di Roccasecca Vecchia dalla strada per Colle San Magno. Qui siamo davvero in uno dei “paesaggi segreti” del Lazio, ancora pressoché sconosciuto “al grande pubblico” malgrado la vicinanza con l’A1. Situati nei pressi dell’antico confine fra Stato della Chiesa e Regno di Napoli, questi affascinanti ruderi dominano la bassa Valle del Melfa e quella del Liri e sono legati alla figura di San Tommaso d’Aquino che qui, secondo una leggenda, ebbe i natali. Per approfondimenti: “I Castelli perduti del Lazio e i loro segreti”.


Appena fuori dal Lazio-Itinerari bioregionali

Con la nuova rubrica “Appena fuori da Lazio” confermiamo e anzi rafforziamo l’approccio “bio-regionalistico” del nostro blog. Come sappiamo, i confini amministrativi “separano” spesso aree omogenee dal punto di vista culturale, ambientale e a volte addirittura turistico. E nel Lazio, regione “artificiale”, ciò è ancor più evidente, con territori uniti insieme o separati soltanto da un vincolo burocratico: pensiamo infatti alla Sabina Reatina, fortemente legata sì a Roma ma anche alla contigua Umbria; oppure al caso inverso di Orvieto e del Basso Orvietano, rivolti al Viterbese, o ancora al Sud Pontino, che da Terracina a Scauri costituisce un pezzo di Campania trapiantato nel Lazio; o infine al Cicolano, “terra di mezzo” fra Abruzzo e Reatino.

Uno sguardo sciolto dai confini amministrativi ci consente dunque di tracciare itinerari bio-regionali per zone omogenee, cosa che avviene già nei taccuini dei viaggiatori più colti e consapevoli (soprattutto stranieri) ma che stenta ad attuarsi a livello politico sempre per questioni puramente burocratiche che implicano difficoltà nel creare reti interregionali che possano offrire servizi appunto omogenei nei confronti del turista (ad esempio riguardo alla questione dei trasporti). Lascia ben sperare a tal proposito il recente accordo fra i Comuni di Orvieto, Bolsena e Bagnoregio che a quanto pare hanno deciso di fare squadra con un patto di collaborazione che è stato ribattezzato l’”Alleanza della Bellezza”.

L’obiettivo della nuova rubrica è duplice: da un lato, come già detto, proporre itinerari per aree omogenee valorizzando le zone “di confine” che sono spesso nel Lazio le più belle e a più alto potenziale nell’ambito del turismo di qualità; dall’altro catalizzare il bacino d’utenza di Roma, immenso e non pienamente sfruttato, segnalando itinerari in tutte le direzioni che possano prevedere non già il consueto “mordi e fuggi” dell’uscita domenicale bensì che suggeriscano soggiorni più lunghi.

In questa rubrica troverete insomma articoli o semplici foto che descrivono luoghi che si trovano nelle regioni circostanti il Lazio, comunque a poca distanza dal confine regionale, od itinerari che partendo dal Lazio includono tuttavia queste località.

La speranza è sempre quella di offrire contenuti utili e sempre più ricchi ai nostri lettori. Continuate a seguirci!


Solidarietà agli sfollati del sisma di ottobre 2016

Dopo la tragedia che ha colpito Amatrice e la Valle del Tronto ad agosto, torniamo a manifestare tutta la nostra solidarietà alle vittime di questa nuova catastrofe che ha colpito altri luoghi splendidi come Norcia, Castelluccio, Visso ed Ussita, oltre alle innumerevoli loro frazioni e agli altri centri. L’auspicio è che si ricostruisca dov’era e com’era e in tempi non troppo lontani, sperando innanzi tutto che l’incubo delle scosse finisca quanto prima.


Masso erratico nella faggeta del Cimino

Mti Cimini-Mte Cimino, masso erratico 1 RCRLB

Uno degli innumerevoli massi erratici che punteggiano la magnifica faggeta secolare del Monte Cimino: si tratta di enormi pietre laviche, dalle forme più strane e bizzarre, che spesso raggiungono altezze e dimensioni considerevoli come nella foto. Si formarono a seguito delle terribili eruzioni del Vulcano Cimino, ormai estinto da millenni: curiosità e leggende di questo luogo straordinario sono descritte nella nostra guida “Lazio: i luoghi del mistero e dell’insolito”.


Ronciglione-Scorcio con il campanile della Provvidenza

Ronciglione-Chiesa di S. Maria della Provvidenza RCRLB

La suggestiva salita a Via Borgo di Sopra con lo slanciato campanile romanico della Chiesa di Santa Maria della Provvidenza a Ronciglione. Si tratta di uno degli scorci più caratteristici di questa pittoresca cittadina dei Monti Cimini, assai composita nella sua forma urbanistica per l’alternarsi di zone medievali e altre rinascimentali o barocche.


Campanile di San Silvestro a Orte

Orte-Chiesa di S. Silvestro, particolare 1 RCRLB

Un particolare dello splendido campanile romanico di San Silvestro ad Orte, che ha la peculiarità di essere inclinato. La chiesa, risalente al XII secolo e situata in una pittoresca piazzetta, ospita il Museo Diocesano d’arte sacra. 


The lost castles of Tuscia

The way starts from Rome and it leads to Tolfa, following a solitary road crossing a breath-taking landscape through the savage Tolfa Mountains filled with medieval and Etruscan remains concealed and submerged by bushes and trees, forgotten by everybody. Here, time seems suspended  and the landscape is crossed by strong horses and long bowed horns cows, browsing the meadows disseminated by numberless stones thus giving movement to and almost immobile scene. While visiting Tolfa, don’t forget to reach the Rocca Frangipane, probably of Longobardian origins, from where you have a wonderful view of the surrounding landscape.

Tolfa-Rocca Frangipane 1 RCRLB

Tolfa-Scorcio sui tetti 1 RCRLB

From Tolfa, two are the possible deviations, both leading to Tuscania, which we’ll meet on the way. The first road takes the tourists to the sea driving along a wonderful landscape through Allumiere, the rural hamlet of Farnesiana and the remains of Cencelle, fortress-town abandoned in the middle of a wide plain and identified by ruined towers, easily visible from far.

Cencelle-Rovine 10 RCRLB

The road enters the Via Aurelia which leads to Tarquinia, rich in medieval monuments and with a Unesco patronage Etruscan necropolis. After a careful visit to this interesting area – a real must  – the tour continues along the Via Tarquiniense, direction Tuscania, crossing green meadows and wheat spaces and reaches the ancient farm of Montebello (on the right), the castles of Ancarano and Pian Fasciano (one in front of the other) dominating river Marta flowing through a savage and sometimes concealed valley. As an alternative, from Tuscania it is possible to reach the Roccaccia di Respampani driving along Via Cassia. The Roccaccia di Respampani is worth a short stop for its interesting structure and landscape (flyfishing addicts may have a try in the attactive –and not so easy – water of Biedano River, flowing deep in the valley, in the “middle of nowhere”…). The alternative trip from Tolfa leads to Canale Monterano and to the deviation to Manziana, on Via Claudia-Braccianese. Very suggestive is the Ghost town of Monterano Vecchia, with the ruins of Ruspoli Palace, that reminds of the pictures of Grand Tour.

Monterano Vecchia-Palazzo Ruspoli, scorcio RCRLB

Monterano Vecchia-Palazzo Ruspoli, panorama 1 RCRLB

Once crossed Oriolo Romano (“ideal hamlet” of XVII century) with its beautiful Altieri Palace the tourist enters the province of Viterbo and reaches Blera after some chilometers. Blera is of Etruscan origins and is rich in remains of Villanova, Etruscan, Roman and Medieval eras. The Regional Marturanum Park is one of the best examples of cohabitation of nature and remains of the ancient times. It belongs to the municipality of Barbarano (another wonderful fortified hamlet really worth a visit). The park offers the nature lovers all the best they desire to spend peaceful days in full contact with the environment. From Blera, the tourist will follow the way to the small village of Civitella Cesi and, short before reaching it, the San Giovenale Castle and its archeological area, delimited by a steep overhanging the Valley of river Vesca.

S. Giovenale-Castello, scorcio 2 RCRLB

From Blera, the Via Cassia takes to Viterbo crossing the interesting area of Castel d’Asso, a medieval hamlet built on an Etruscan previous village with tombs and inscriptions of this ancient people.

Castel d'Asso-Porta e Torre del Rivellino 1 RID

Castel d'Asso-Torre del rivellino 3 RID

From Viterbo, the Via Tuscanese takes to Tuscania but before reaching this town there is small road on the left driving to a red farm. After the farm, there is Castel Cardinale, of private property. This is one of the most interesting stops of this trip. The castle, with many curious local histories, is on the top of a small hill on the bottom of a tufa valley not far from a stream.

Castel Cardinale-Veduta della collina 2 RID

Castel Cardinale-Veduta 2 RID

Tuscania is worth a longer visit with its fortified Rivellino Palace, the wonderful Romanesque churches of Santa Maria Maggiore and San Pietro, the lovely Marta Valley, the Belvedere of Torre di Lavello and much much more.

Tuscania-Panorama dal Belvedere 1 RCRLB

Tuscania-Rivellino, rovine 1 RCRLB

From Tuscania the road takes to Marta and Lake Bolsena. A short distance before Marta, there is Castell’Araldo (built by the Templars) and not far from here, the Castle of Monte Leano, with its broken tower known as Forchetta del Diavolo (Devil’s Fork).

Mti Volsini-Torre di Monte Leano RCRLB

Following the Via Verentana and the road leading to Montalto, it is possible to move toward the sea and visit two other interesting areas, Castellardo – near Canino – and Castelvecchio, not far from Arlena di Castro. It must be noted that these two spots are really very hard to be found and such a trip is only for those who like adventure. Much easier is the way to Lake Volsino (another name by which Lake Bolsena is known). The road runs along the lake and reaches Montefiascone, famous for its wine “Est! Est! Est!”, and dominated by the remains of the Rocca dei Papi, worth a visit not only for its archeological presence but also for the relaxing sight it offers on the whole lake. Once left Montefiascone the trip continues to Bolsena, still running around the lake. Bolsena, famous for the Miracles of Santa Cristina, has a wonderful medieval hamlet – for sure, one of the most beautiful of Latium – and the Rocca dei Monaldeschi (Monaldeschis’ Fortress) now hosting an interesting museum.

Bolsena-Rocca Monaldeschi 2 RCRLB

Bolsena-Scorcio 4 RCRLB

Once visited Bolsena, it is time to go back to Montefiascone (don’t miss the small but very nice Church of San Flaviano) and take the road leading to Celleno and Bagnoregio. At the end of this road, a sign indicates the way to reach Ferento, with its open air theatre (worth a visit). Civita di Bagnoregio – known as “The Dying Town” due to the erosion which is destroying the hamlet – almost suspended on a unique valley – known as “Valle dei Calanchi” which no equal in the world. After the visit to Civita di Bagnoregio – it takes a few hours but should not be missed – the tourist goes back to Lake Bolsena and again to Montefiascone, to Viterbo and to Orte via SP Ortana (SP 151). A few chilometers before the deviation (to the right) for Soriano nel Cimino, there is a road sign indicating Castello di Corviano, with a lovely archeological site, worth a visit (leave the car in the nearby and go by foot). Another road sign (Chia) on the left suggests a visit to the Tower of Chia, the manor where Pier Paolo Pasolini spent his last years.

Castello di Chia 1 RCRLB

From Chia, the visitor should go back toward Soriano and take the highway to Orte, another small town worth a visit. From Orte, the next stops will be Gallese and Civita Castellana (from Orte, look for Orte Scalo – that’s Orte Railways Station). The road enter a major road (Via Flaminia) and a few chilometers from Civita Castellana the remains of Rocca di San Leonardo appear on the right. This almost destroyed Rocca rests in the area called “Borghetto”. Following the direction to Rome (turn to right) the road passes on the back of this castle (also known as “Andosilla Castle”) and takes us to Civita Castellana with its interesting Duomo and Forte Sangallo (both worth a visit). Not far from Civita Castellana, the shape of Monte Soratte (Soratte Mountain) carves the sky on the way to Rome. We are in the area known as Agro Falisco, whose landscape gave Goethe and other famous travellers of the past the clue for their masterpieces. Following the road to Rome, on the right we find the sign to Faleria, with its Castello di Paterno (Paterno Castle) unfortunately almost distinguishable from the brambles covering the structure. Once crossed Faleria, a small sign on the right shows the way to Castello di Foiano (Foiano Castle) where you make take a rest and appreciate the area. Calcata is not far and lays on the top of a rock hill, destroyed by an earthquake in the ancient years and now restored and inhabited – since the ‘70s – by families of artists offering their masterpieces to the thousands of tourists coming from all over the world.

Borghetto-Rocca di S. Leonardo RCRLB

From Calcata, a path crossing river Treja leads to the abandoned Castle of Santa Maria (Santa Maria Castle) of which only a short tower reminds the visitors the existence of some sort of civilisation. The whole Agro Falisco is dotted with remains of towers and castles, very often difficult to be located and found due to the thick vegetation . The most interesting spots are near Nepi and Castel Sant’Elia (Torre di Isola Conversina, Porciano Castle, Castel d’Ischia, Castel Filissano…). From Nepi, reaching the Via Cassia near Settevene is a matter of minutes, thus closing this long itinerary.

Translation by Osvaldo Velo (http://flyfishingtuscia.com/)
Recommended accommodations: 
Tolfa (RM)“Fontana del Papa”
Roccalvecce (VT) “Castello Costaguti”
Vitorchiano (VT) – “Villa Lavinia”


Villa Catena presso Poli

Villa Catena-Veduta 2 RCRLB

Uno scorcio dell’elegante, cinquecentesca Villa Catena, appena emergente dalla fitta vegetazione che ormai sta ricoprendo il sito. Si tratta di una delle ville abbandonate più misteriose del Lazio, risalente al Seicento e soggetto di alcuni dipinti all’epoca del Grand Tour che la resero celebre fra i vedutisti di tutta Europa. Siamo nell’Agro Polense, un territorio ricco di fascino storico, artistico e paesaggistico a pochi chilometri dalla Capitale.


Navigazione rapida

La lista è strutturata in ordine cronologico: in alto il post più recente, in basso quello più vecchio. Clicca sull’articolo che vuoi leggere!

ITINERARI LAZIALI:

Collevecchio e le sue eleganti architetture, fra le verdi colline sabine

Sulle “colline segrete” fra Celleno e Grotte Santo Stefano

Fra Celleno, Roccalvecce e Sant’Angelo: la “valle magica” della Teverina Viterbese

Bartolomeo d’Alviano, un “Capitano di ventura” della Teverina umbro-laziale fra XV e XVI secolo

Il miracolo di Sant’Angelo, il paese delle fiabe

Il Parco Regionale dei Monti Simbruini: nei paesaggi dello Spirito

Acuto, piccolo mondo agreste a due passi da Fiuggi

Roccalvecce, borgo segreto fra Viterbo ed Orvieto

La vecchia Toscanella, “tempio del vedutismo” nel cuore della Maremma Laziale

Dai vicoli medievali di Veroli all’Abbazia di Casamari sulle tracce di simboli magici

Celleno Vecchia, l’altra Civita

Civita di Bagnoregio, “la città che non muore più”

Il Castello Orsini-Odescalchi di Bracciano e la Stanza di Isabella

Cineto Romano e il “Pozzo senza fondo”

Rocca di San Leonardo a Borghetto

La “città perduta” di Tusculum e le sue romantiche vedute

Castel Cardinale, un maniero segreto fra Viterbo e Tuscania

– Nella Valle dei Calanchi ad aprile, sulla “Via delle Creste”

– Attraverso l’Agro di Vejo lungo la “Strada dei Parchi”

– La Certosa di Trisulti: arte e sapienza tra le foreste dei Monti Ernici

Rocca Guidonesca di Rocchettine

– Fra Sant’Oreste e Ponzano: paesaggi bucolici e sorprendenti a mezzora da Roma

– Torre Alfina: dove il Lazio diventa fantasia

Casperia, la regina della Sabina Tiberina

Sermoneta: benvenuti nel Medioevo

Il Lazio, la “terra dei laghi”

I Monti Lepini e la riscoperta di un’antica civiltà rurale

Il Castello Longobardo di Vicalvi fra storia e mistero

Il Centro Moutan: un paradiso di peonie alle porte di Vitorchiano

Il mondo fantastico di Calcata

La “città fantasma” di Monterano Vecchia

Castiglione in Teverina, piccola “capitale del vino” del Lazio

Anagni, la città dello “Schiaffo”

La Sabina Tiberina: ritorno all’Arcadia

I miracoli di Santa Cristina a Bolsena

La nobiltà decadente di Montecalvello, dimora segreta di Balthus

Il “Sacro Bosco” di Bomarzo

Lungo il Cammino di Francesco, da Rieti ad Assisi

Rieti Sotterranea, la magia di una scoperta

Le Terre della Farnesiana

Borghi e paesaggi “segreti” della Ciociaria (parte 3: da Roccasecca a Terelle)

Il fascino della Viterbo medievale

Alatri: la “città dei Ciclopi” e dei simboli templari

Borghi e paesaggi “segreti” della Ciociaria (parte 2: da Frosinone ad Aquino)

Borghi e paesaggi “segreti” della Ciociaria (parte 1: da Serrone a Fumone)

Borghi e paesaggi “segreti” della Tuscia (parte 3: da Bolsena a Centeno, con ritorno in Maremma)

Campo Soriano e la Rava di San Domenico

Borghi e paesaggi “segreti” della Tuscia (parte 2: da Viterbo a Sermugnano)

Borghi e paesaggi “segreti” della Tuscia (parte 1: da Roma alla Farnesiana)

Il Castello di Fumone e la tragica storia del “Marchesino”

La Caldara di Manziana

La Piramide di Bomarzo

Le rovine dell’Abbazia di Piantangeli

Luni sul Mignone, cuore segreto d’Etruria

Il Revòtano di Roccantica

I castelli perduti della Tuscia

I castelli perduti della Ciociaria

I castelli perduti della Sabina

Alla scoperta delle città megalitiche del Lazio

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ALBUM FOTOGRAFICI MONOGRAFICI:

La Rocca Colonna a Castel San Pietro Romano

La sughereta di Pian dell’Arcione

Alba etrusca a Montebello

Sulle colline etrusche della Valle del Marta in primavera, fra Tuscania e Tarquinia

All’alba fra le colline di Proceno

Intorno al solstizio d’inverno, sulle colline di Montebello, fra paesaggi solenni e rovine medievali

Fianello: vedute d’autunno

Col buio fra i vicoli di Rocchette

Il campanile di Casalattico

Aprile nella Valle del Farfa

Sulla Strada dei Vini e dei Sapori della Teverina Viterbese all’inizio della primavera

Lungo la Santa Severa-Tolfa, nel selvaggio “West” del Lazio

– Paesaggio sabino a Colle Sala

Il presepe con le balle di fieno di Selci

Scorci di Orte, aspettando l’Ottava Medievale

I panorami dai Cappuccini di Albano

Le rovine di Cencelle ad aprile

– Nella Valle dei Calanchi ad aprile, sulla “Via delle Creste”

– Attraverso l’Agro di Vejo lungo la “Strada dei Parchi”

– Monte Piantangeli ad aprile

– Ferento: architettura e paesaggio

– Fra Sant’Oreste e Ponzano: paesaggi bucolici e sorprendenti a mezzora da Roma

– Autunno nei boschi del Monte Cimino