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Veduta del Monte Tancia

La dorsale del Monte Tancia – massima elevazione dei Monti Sabini, con i suoi 1292 metri s. l. m. – vista dal sentiero per l’Osteria del Fatucchio (o Faducchio). La zona è tristemente nota per una sanguinosa battaglia avvenuta nel marzo 1944 fra una piccola brigata partigiana e le truppe nazi-fasciste.


Sentieri fiabeschi

L’aspetto “fiabesco” del sentiero che conduce alle Pozze del Diavolo, sui Monti Sabini.


Le Pozze del Diavolo

Ormai frequentate ed amate dagli escursionisti romani, le cosiddette “Pozze del Diavolo” sono un insieme di splendide vasche calcaree dall’acqua color smeraldo – formate nel corso del tempo dal Torrente Galantina, che nasce nei pressi del sovrastante Passo del Tancia, nel cuore dei Monti Sabini. Vi si ammirano diverse cascatelle, di cui una – alta una decina di metri circa – particolarmente pittoresca (nota come la “Cascata del Diavolo”, appunto). L’unico neo è l’estrema variabilità della portata del torrente, che spesso d’estate va completamente in secca mentre anche in alcuni momenti delle altre stagioni non assicura un afflusso idrico sufficiente. Si consiglia quindi di informarsi bene prima di partire! Da sottolineare la bellezza del bosco che si attraversa – con molti alberi “muschiati” e in generale un’atmosfera fiabesca – e la purezza delle acque del Galantina, rifugio di salamandre e di altre specie rare di anfibi ed insetti. Un luogo di notevole valore naturalistico e paesaggistico, impregnato – come se non bastasse – dalle memorie e dalle tracce di eremiti e cavalieri che si affastellano in questa zona magica del Lazio.


Vicoli ed archetti nel borgo di Rocchette

Un vicolo del suggestivo borgo di Rocchette, nel cuore della Sabina Tiberina, luogo dal fascino antico che incanta il visitatore, in una zona ricchissima di itinerari densi di mistero e magia.


La Valle del Farfa dalla Via Mirtense

Una visione d’inizio-inverno della Valle del Farfa dalla Via Mirtense. Questa strada – a tratti assai panoramica – collega la zona dell’Abbazia di Farfa alla Statale Salaria attraverso un itinerario di estremo fascino, che tocca borghi medievali, antichi casali e siti archeologici. Da qui è possibile anche scendere alle Gole del Farfa, che uniscono testimonianze storiche e natura selvaggia.


Geometrie sulle colline della Sabina Romana

Interessanti geometrie si sviluppano nella splendida campagna di fine autunno della Sabina Romana, nei pressi di Poggio Moiano.


Tramonto medievale

Non si può non rimanere colpiti dagli indimenticabili tramonti della splendida Sabina, che marcano i profili dei castelli spesso in cima ai tanti borghi sui poggi e sui monticelli: in questo caso Nerola, nella Sabina Romana, ai margini del Parco Regionale dei Monti Lucretili, vista dal vicino paese di Scandriglia.


Paesaggio medievale in Sabina

La Sabina è l’area che più nel Lazio ha conservato “quadri paesaggistici” che sembrano “uscire” direttamente dal Medioevo, grazie alla scarsa industrializzazione, allo spopolamento e all’attaccamento alle radici rurali di chi è rimasto ad abitare in queste amabili terre. Particolarmente impressionante è il paesaggio che si apre a nord-est di Scandriglia, ove immensi uliveti segnano la trama del paesaggio, alternandosi a boschi, prati e frutteti, in un ambiente sano, ricco e variegato, in parte ricadente nel Parco Regionale dei Monti Lucretili. Ad impreziosire la scena, numerosi casali storici, alcuni dei quali di elevata fattura, e – nella foto – le forme severe del Monastero di San Salvatore minore. Una zona di straordinario pregio eppure tuttora sconosciuta, che invece meriterebbe di essere celebrata a livello fotografico, pittorico e non solo.


Come una “coperta” di ulivi…

Com’è noto, l’olio è definito l'”oro” della Sabina: gli uliveti, che caratterizzano fortemente il paesaggio, appaiono in più punti quasi come delle “coperte”, rendendo morbidi i profili di aspre colline e ruvide montagne.


Rocchettine nel verde

Le rovine di Rocchettine contestualizzate in un incontaminato paesaggio sabino, formato dalla Valle dell’Aia, e dominate da una fortezza ormai perduta. In alto a sinistra invece si intravede un piccolo eremo. Sono viste, queste, che fanno davvero sognare e ci riportano indietro ad un tempo lontano.


La “Terrazza della Sabina”

Il piccolo borgo di Vacone è definito la “Terrazza della Sabina” per il suo splendido e vasto panorama, che abbraccia non soltanto la Sabina Tiberina, appunto, ma anche l’Alta Campagna Romana sino – nelle giornate terse – ai primi quartieri della Capitale. Un quadro indimenticabile, che si offre incantevolmente in queste serene giornate di primo autunno.


Archetto nel borgo di Roccantica

Un delizioso archetto introduce nel cuore più antico del borgo medievale di Roccantica.


Panorama da Filacciano

Lo splendido panorama da Filacciano, piccolo borgo della Bassa Valle del Tevere, poco a nord di Roma, sul “Biondo Fiume” e sulle colline sabine: un gioiello urbanistico e paesaggistico da riscoprire. Stupisce ammirare ancora oggi scenari rurali così belli, a due passi da una metropoli, miracolosamente scampati alla furia totalitaria e devastatrice del “Green”…


Il Castello di Rocchettine

Avvolta da una fredda luce invernale, la suggestiva Rocca Guidonesca è l’elemento di gran lunga prominente del “borgo-fantasma” di Rocchettine. Per saperne di più: “I castelli perduti del Lazio… e i loro segreti”.


Il campanile di Bocchignano

Microcosmo medievale, perso nel verde della Valle del Farfa, il piccolo borgo di Bocchignano (un tempo conosciuto come Bucciniano) è qualificato dal campanile romanico-gotico di San Giovanni Battista. Ci troviamo in una delle zone più misteriose e suggestive del Lazio, fortemente segnata dalla storia dell’Alto-Medioevo, soprattutto da quell’oscuro passaggio fra Longobardi e Franchi, di cui seppe favorire la potente Abbazia di Farfa, che sarebbe divenuta – e poi rimasta a lungo – signora incontrastata di queste terre. Il toponimo dell’antica Buccinianum risalirebbe al termine buccina – una sorta di “olifante” o “corno da guerra” – oppure alla presenza di un tempio dedicato alla dea Vacuna, da cui Vacunianum, evidentemente – per “betacismo” – poi alterato dalla lingua volgare nel corso del tempo in Bacunianum. L’impianto originario del castrum longobardo è costituito da una triplice cinta, il cui simbolo curiosamente appare anche ai piedi della suddetta chiesa del paese, di origine duecentesca. Per saperne di più: “Lazio. I luoghi del mistero e dell’insolito – vol. 1”.


Entrando nel borgo di Vacone

Noto agli “intenditori paesaggisti” per il suo magnifico panorama sulla Sabina Tiberina (e ai buongustai per un curioso ristorante con soltanto due coperti), Vacone offre anche un piccolo ma delizioso borgo in pietra, sormontato da un castello dell’XI secolo (o anche precedente) rimaneggiato più volte nei secoli. Tutt’intorno al paese – avvolto da profondi silenzi e memorie classiche – si trovano, persi nei boschi, ruderi antichi e medievali.


Vicolo a Montasola

Uno dei caratteristici vicoli in pietra che si aprono appena varcata la seconda porta del borgo di Montasola, che ancora oggi appare come un vero e proprio castello cinto da mura, rivelando la forma del castrum originario, secondo uno schema che si ritrova in altri centri della Sabina e dell’Umbria. Una meta splendida per un weekend autunnale all’insegna della quiete assoluta nonché della bellezza dell’architettura e del paesaggio.


Tramonto sabino da Montasola

Un “fiammeggiante” tramonto sabino, una delle peculiarità di questo splendido territorio. Se i residenti sono “abituati” a tale spettacolo quotidiano, i turisti che sempre più visitano la Sabina rimangono a bocca aperta nell’ammirarlo per la prima volta.


Nel cuore di Montasola

Nota per il suo magnifico panorama sulle verdi ed integre colline della Sabina Tiberina, Montasola ammalia anche per un centro storico ben tenuto e ricco di interesse: mentre alcune abitazioni sono state trasformate in “museo diffuso” di arti e mestieri tradizionali, in tutto il borgo sono presenti delle piccole e discrete tabelle che raccontano la storia degli edifici e degli angoli più interessanti. Recenti lavori di recupero del circuito murario hanno connesso quest’ultimo, in un unico percorso, allo splendido Parco “Il Monte”, impreziosito dalla Chiesa della Beata Vergine Maria: il luogo, estremamente curato e servito da uno chalet-bar, è perfetto per le famiglie e per il relax nonché per chi ama fotografare e ammirare i leggendari tramonti sabini. Quel che ci piace rimarcare è come Montasola si riveli una realtà in cui la sensibilità sia degli amministratori che dei residenti abbia creato solidi presupposti per lo sviluppo di quella “economia della bellezza” su cui crediamo si debba basare la rinascita del nostro Paese.


Finestra sul paesaggio sabino

La Sabina offre di continuo “quadri” paesaggistici incantevoli, in un’atmosfera che infonde serenità e un senso di profonda spiritualità. Una delle zone più piacevoli e facilmente raggiungibili è senz’altro la Sabina Tiberina, oggi in via di notevole rivalutazione, con un mercato immobiliare assai vivace. Gli argentei uliveti, i verdi pascoli e i coltivi, le scure chiome dei cipressi e dei lecci, i viali di querce, le ville e i casali in pietra caratterizzano in particolare la porzione settentrionale del comprensorio, in direzione del confine con l’Umbria, regione di cui ripetono molti stilemi (avendone del resto la Sabina fatto storicamente parte sino a tempi piuttosto recenti). Percorrendo con l’auto queste splendide e tortuose strade il fotoamatore dovrebbe fermare il mezzo di continuo, a causa della quantità (e della qualità) degli scorci che invitano ad uno scatto. In realtà queste colline baciate da Dio – e in cui risuona tuttora la parola di San Francesco – vanno esplorate possibilmente a piedi, ricalcando con la lentezza dei propri passi gli altrettanto lenti ritmi che contraddistinguono le silenziose campagne sabine. Qui, dove l’uomo ha saputo rispettare la “terra” così come le proprie radici rurali, in un’ottica tradizionalista e conservatrice di cui solo adesso riusciamo a capire il valore e la lungimiranza. Sta di fatto che ogni volta torniamo da questi territori “ricaricati” di una speciale energia positiva, che speriamo anche i nostri lettori vadano a godere di persona – magari approfittando proprio del suggestivo periodo autunnale.