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La Torre di Chia (o “di Pasolini”)

La Torre di Chia è il simbolo del Castello di Colle Casale, maniero nascosto nelle selve tra Bomarzo e Chia (frazione di Soriano nel Cimino). Connessa ad una rete di torri medievali sparse nella zona (che ricordano le epoche, longobarda-bizantina, feudale e comunale), è nota anche come “Torre di Pasolini”, per essere appartenuta al celebre regista e scrittore, quale sua ultima dimora. Luogo fino a pochi anni fa amatissimo dagli escursionisti – che oggi lo possono raggiungere dal parco delle cascatelle (a pagamento) – emana un’atmosfera di fascino e mistero: si auspica vivamente la possibilità per i camminatori di raggiungere le cascatelle e la torre, come avveniva un tempo, dal campo sportivo di Bomarzo, riaprendo il sentiero tuttora (scandalosamente) chiuso.


Grotta nel Fosso del Mandrione

Nel Fosso del Mandrione, fra Bassano in Teverina e la frazione Sant’Eutizio di Soriano nel Cimino, si snoda uno splendido sentiero che tocca le tracce di varie epoche storiche, da quelle più remote e misteriose (Preistoria) al più “vicino” Medioevo, di cui è simbolo l’omonima svettante Torre di Santa Maria di Luco: il tutto come sempre immerso nelle magiche selve della Tuscia Cimina.


Tra i castagneti di Soriano nel Cimino

Famosa per la sua “Faggeta monumentale”, Soriano nel Cimino sorprende pure per i suoi castagneti, con svariati esemplari secolari, che si estendono a quote più basse. In questo periodo il foliage dei castagni giunge al proprio culmine, per lasciare presto la scena alla lunga veste invernale.


Sprazzi di foliage della Faggeta del Cimino

Sprazzi di foliage nella faggeta monumentale del Cimino, in questo periodo presa d’assalto dai fotografi, anche se il 2023 non verrà ricordato come l’anno migliore per i colori a causa del ritardo provocato dall’anomalo e persistente caldo di ottobre.


I faggi del Cimino

La Faggeta monumentale del Cimino – patrimonio dell’Umanità UNESCO – è uno dei boschi più amati ed apprezzati (anche se non il migliore in assoluto) per fotografare il foliage autunnale nel Lazio. Quest’anno tuttavia, a causa del caldo di settembre-ottobre, tale ricercato fenomeno tarda ad arrivare: occorrerà attendere almeno a fine mese, se non i primi di novembre per ammirare gli splendidi colori del Cimino in autunno e probabilmente stavolta non dureranno molto. Qui nell’immagine ne ammiriamo uno scatto di qualche anno fa.


La Cascata del Mulino a Corviano

Ai piedi dell’insediamento preistorico, etrusco e medievale di Corviano (nei pressi di Vitorchiano), scroscia la pittoresca Cascata del Mulino, sul Torrente Martelluzzo, affluente del Vezza. Per la sua valenza storico-naturalistica questa zona è oggi ricompresa in un “monumento naturale”. Luoghi colmi di fascino e mistero ove l’uomo nelle epoche passate seppe creare un equilibrio (oggi impensabile) fra le risorse ambientali e le proprie attività indispensabili. Del resto, a quel tempo non esistevano né capitalismo né consumismo e il “liberismo” era del tutto sconosciuto…


Archeologia nel Bosco del Pietreto

Cuore misterioso della Valle del Vezza, il cosiddetto “Bosco del Pietreto” è caratterizzato da numerosi massi erratici di roccia ignea, prodotto eruttivo dell’antico Vulcano Cimino. Alcuni di essi mostrano i segni dell’opera dell’Uomo, che li ha modellati a scopi sepolcrali e sacrali o meramente abitativi. Aggirarsi fra codeste enormi pietre, sovente dalle forme alquanto bizzarre, permette di scoprire enigmatici resti, risalenti per lo più all’epoca etrusca e romana. Per delineare itinerari in questa zona straordinaria e oltre modo suggestiva, si consiglia la nostra guida “Lazio. I luoghi del mistero e dell’insolito – vol. 1”.


Il Dio Pan della Fontana Papacqua

Il Dio Pan: un volto rievocatore di quel mondo fiabesco e pregno di mitologia classica che ispirò l’arte manierista nella Tuscia. Siamo a Soriano nel Cimino, un luogo ricco di storia e leggende avvolto dalla magia dei Monti Cimini (cfr. “Lazio. I luoghi del mistero e dell’insolito – vol. 1”), e questo dettaglio appartiene alla famosa Fontana Papacqua del Palazzo Chigi-Albani (XVI sec.).


Soriano, come un “presepe”

Soriano nel Cimino offre una delle “vedute di borghi” più suggestive del Lazio sia di giorno sia di notte. Al calar del buio le finestre e le porte sono marcate dall’illuminazione pubblica e creano un effetto quasi rupestre che ha un qualcosa di misterioso. Ci troviamo del resto in una zona che da questo punto di vista ha moltissimo da dire e che proprio in autunno si offre in un’atmosfera particolarmente magica. Per maggiori informazioni: “Lazio. I luoghi del mistero e dell’insolito – vol. 1”.


Salita autunnale alla “cattedrale di faggi”

Entrare nell’ultrasecolare Faggeta del Cimino è come varcare la porta di un’antica cattedrale affrescata con colori sfavillanti: da non perdere, in tutto questo periodo a cavallo fra ottobre e novembre, lo spettacolo del foliage in questo bosco “patrimonio dell’Umanità” dal 2017. Un luogo, oltretutto, non solo di grande bellezza naturalistica ma ricco anche di un fascino misterioso (cfr. “Lazio. I luoghi del mistero e dell’insolito – vol. 1”).


Il Castello “spettrale” di Soriano nel Cimino

Il poderoso Castello Orsini a Soriano nel Cimino è custode di oscure memorie. Già antico maniero medievale, venne ristrutturato nel Rinascimento allorquando fu teatro di importanti fatti storici ma anche di vicende orribili. A lungo, in epoche più recenti, fu adibito a carcere ma oggi è tornato visitabile, facendo parlare molto di sé per via di presunte “apparizioni” o “presenze” spettrali, idealmente legate appunto ai tragici episodi del passato: per saperne di più consigliamo la nostra guida “Lazio. I luoghi del mistero e dell’insolito – vol. 1”. Da questa foto traspare la grande suggestione della fortezza, accentuata – a livello vedutistico – dalla perfetta fusione tra il monumento e l’abitato nonché dal suo integro dialogo con il paesaggio agreste della piana cimina.


La Madonnina della Chiesa della Misericordia a Soriano nel Cimino

Di origini medievali e sede dell’omonima confraternita, la piccola Chiesa della Misericordia si incontra nel nucleo più antico di Soriano nel Cimino, salendo verso la Rocca degli Orsini. Aperta nei fine settimana da volontari del posto, racchiude numerose opere d’arte – frutto delle varie stratificazioni storiche (come i rimaneggiamenti rinascimentali e barocchi) – che costituiscono vere e proprie “chicche”. Spesso si tratta di manufatti inquietanti, così come risulta l’atmosfera della chiesa stessa. Uno di essi è una rara Madonnina posta in una teca sull’altare principale, la quale sembra fissare gli astanti con uno sguardo vago ma intenso: di incerta attribuzione, ritrae la Vergine Maria da bambina. Colpisce anche la presenza – sopra un altro altare – di una Vergine Nera di Loreto. Lasciamo la sorpresa al visitatore di scoprire gli altri dettagli curiosi di questo sconosciuto gioiello architettonico.


L’arte della rilegatura medievale a Soriano nel Cimino

Un momento del “mercatino medievale” allestito per la Sagra delle castagne (edizione 2022) a Soriano nel Cimino, in cui valenti artigiani hanno riproposto antichi e preziosi mestieri ormai perduti. Uno dei questi è la rilegatura manuale, qui rievocata con una tecnica utilizzata dai monaci delle abbazie. Dopo due anni di chiusure e restrizioni, finalmente questi eventi tradizionali delle piccole comunità ricominciano a svolgersi con stabilità. E sono a nostro modo di vedere importantissimi sia quali collanti identitari locali sia come recupero di saperi ormai non più “al passo coi tempi” e che per questo rischiano di essere del tutto dimenticati. Eppure, in un’epoca come l’attuale in cui troppi hanno in bocca a sproposito parole come “green” o “sostenibilità”, le conoscenze di un passato che spesso – con tracotanza e ubriacati di tecnoscientismo – noi “moderni” giudichiamo “rozzo” e “primitivo” si impongono in tutto il loro valore ecologico e culturale ed “evolutivo”. A scoprire quante cose conoscevano gli artigiani del Medioevo, di quanta sapienza fossero depositari, ci sentiamo piccoli piccoli: noi che – grazie alla tecnologia contemporanea (informatica e robotica in primis) – tendiamo purtroppo sempre più a poter far di tutto senza saper fare quasi più niente. Nella fattispecie, l’immagine ci riporta a un tempo – che invero si è protratto sino ai giorni odierni – in cui tutti i documenti (e i libri) erano cartacei, dunque archiviabili da qualche parte materialmente (in sicurezza), mentre oggi anno dopo anno ogni documento è prodotto e archiviato in formato digitale. E se qualcuno un giorno premesse un bottone e ci privasse della corrente elettrica e della nostra tecnologia così “avanzata” nonché dei nostri documenti? Ci avevate mai pensato?


Il Sentiero del Nitracco a Chia

L’imbocco dello sconosciuto Sentiero del Nitracco a Chia, che conserva le tracce di svariate civiltà ed epoche sovrapposte: notevole un muraglione in opera megalitica (o poligonale), probabilmente romano, una tipologia architettonica piuttosto rara nell’Alto Lazio ma che abbiamo ammirato anche nel vicino Fosso del Mandrione, sempre nei pressi di Soriano nel Cimino.


Il “trono” del Cimino

La faggeta vetusta del Cimino – patrimonio Unesco dal luglio del 2017 – è uno dei boschi più suggestivi e misteriosi del Lazio. Fra i numerosi massi dalle forme più curiose che vi si scorgono, spicca ad un certo punto una grande roccia bucherellata avente la vaga forma di un trono con cinque protuberanze, quasi una sorta di stella o di mano: un luogo, come il resto dei Monti Cimini, da scoprire e assaporare con calma (per saperne di più “Lazio. I luoghi del mistero e dell’insolito – vol. 1”).


Ara cubica romana nella Selva di Malano

Nella misteriosa Valle dei predicatori (o dei megaliti) innumerevoli manufatti di varie epoche compaiono improvvisamente nei boschi e nei noccioleti: come quest’ara cubica di epoca repubblicana, situata a pochi passi dal cosiddetto “Primo Sasso del Predicatore”, la cui funzione non è tuttora chiara.


Soriano nel Cimino dall’alto

La classica vista di Soriano nel Cimino dall’ostello posto sulla strada per la Faggeta monumentale, patrimonio dell’Umanità dell’Unesco. La compatta spirale del borgo, coronato dalla Rocca degli Orsini, si staglia su un paesaggio ubertoso e lavorato dall’uomo. Luoghi di straordinario fascino: per saperne di più si consiglia la nostra guida “Lazio. I luoghi del mistero e dell’insolito”.


Chia-Casa nel borgo

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Una deliziosa, antica casa nel borgo medievale di Chia, “a balcone” sulla Valle del Tevere.


Soriano nel Cimino-Chiesa di San Giorgio

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La deliziosa Chiesa di San Giorgio, appena fuori dall’abitato di Soriano nel Cimino. Fu edificata in forme romaniche tra il X e il XII secolo e presenta nella facciata una ricca decorazione a bassorilievi di interesse iconologico. Per saperne di più di Soriano e delle sue bellezze si faccia riferimento alla nostra guida “Lazio. I luoghi del mistero e dell’insolito”.


Soriano nel Cimino-Chiesa della Madonna del Poggio

Affiancata da un ex- convento e dal cimitero del paese, la Chiesa della Madonna del Poggio (XVIII sec.) sorge su una sorta di terrazzo naturale alla periferia di Soriano nel Cimino, e dona un bel colpo d’occhio se vista dal centro storico, con lo sfondo della verde campagna sorianese.