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Il Moai di Vitorchiano

Il Moai è una presenza insolita che sorprende i visitatori di Vitorchiano: la leggenda dei Maori dice che porti fortuna toccare il suo ombelico!


Vitorchiano medievale

Uno scorcio dallo schietto sapore medievale di Vitorchiano, dal panoramico – ma poco conosciuto – sentiero ad anello che gira attorno al paese.


Marzio e la “fidelitas” di Vitorchiano

A pochi passi della Porta d’ingresso al borgo medievale di Vitorchiano, e al cospetto delle sue mura merlate, si erge una bella quanto curiosa statua di un ragazzo “che si guarda un piede”. Realizzata da Luigi Fondi nel 1979 con il peperino locale, essa ritrae il leggendario personaggio noto come Marzio, in cui affondano le radici dell’antico legame fra Roma e Vitorchiano, sintetizzato dal motto “fidelitas” che si legge più volte inciso sugli edifici del paese. Si narra infatti che nel periodo repubblicano – all’epoca in cui Roma aveva invaso l’Etruria – un giorno un giovane pastore di nome Marzio corse a piedi nudi verso l’Urbe per avvisarla che un esercito etrusco-gallico marciava minaccioso da nord. Nel tragitto si trafisse un piede con una grossa spina ma, nonostante il dolore, continuò la sua missione portando il messaggio ai senatori, i quali avrebbero poi organizzato efficacemente la difesa: appena proferitolo – racconta la leggenda – egli cadde esanime ai loro piedi e così il governo romano gli dedicò una statua bronzea nel Campidoglio (in effetti una statua simile esiste davvero ed è custodita nei Musei Vaticani). Se in ogni caso il mito di Marzio può legittimamente essere relegato nel campo del mito (e della propaganda politico-culturale da entrambe le parti, che parimenti favorirono dell’alleanza), questo connubio fra le due città è ben documentato nel Medioevo, a partire dal quale non s’interruppe mai. Durante la guerra fra Viterbo e Vitorchiano, avvenuta nell’XII secolo, quest’ultima era assediata dall’attuale capoluogo, allora città potentissima e pronta a sfidare la stessa (decadente) Roma, la quale sarebbe corsa più volte in difesa della cittadina che stava lottando per la propria autonomia civica, a patto che essa gli pagasse delle tasse e mantenesse la propria fedeltà. Nel tempo il patto divenne amicizia e Vitorchiano ebbe l’onore di avere alcuni suoi cittadini nella guardia del Senato di Roma, e tutt’oggi alcuni vitorchianesi partecipano ad eventi solenni del Comune capitolino.


La Cascata del Mulino a Corviano

Ai piedi dell’insediamento preistorico, etrusco e medievale di Corviano (nei pressi di Vitorchiano), scroscia la pittoresca Cascata del Mulino, sul Torrente Martelluzzo, affluente del Vezza. Per la sua valenza storico-naturalistica questa zona è oggi ricompresa in un “monumento naturale”. Luoghi colmi di fascino e mistero ove l’uomo nelle epoche passate seppe creare un equilibrio (oggi impensabile) fra le risorse ambientali e le proprie attività indispensabili. Del resto, a quel tempo non esistevano né capitalismo né consumismo e il “liberismo” era del tutto sconosciuto…


Archeologia nel Bosco del Pietreto

Cuore misterioso della Valle del Vezza, il cosiddetto “Bosco del Pietreto” è caratterizzato da numerosi massi erratici di roccia ignea, prodotto eruttivo dell’antico Vulcano Cimino. Alcuni di essi mostrano i segni dell’opera dell’Uomo, che li ha modellati a scopi sepolcrali e sacrali o meramente abitativi. Aggirarsi fra codeste enormi pietre, sovente dalle forme alquanto bizzarre, permette di scoprire enigmatici resti, risalenti per lo più all’epoca etrusca e romana. Per delineare itinerari in questa zona straordinaria e oltre modo suggestiva, si consiglia la nostra guida “Lazio. I luoghi del mistero e dell’insolito – vol. 1”.


Ara cubica romana nella Selva di Malano

Nella misteriosa Valle dei predicatori (o dei megaliti) innumerevoli manufatti di varie epoche compaiono improvvisamente nei boschi e nei noccioleti: come quest’ara cubica di epoca repubblicana, situata a pochi passi dal cosiddetto “Primo Sasso del Predicatore”, la cui funzione non è tuttora chiara.


Ai piedi delle mura di Vitorchiano

Le affascinanti ed intatte mura di Vitorchiano, bellissimo borgo alle porte di Viterbo, immerso in una natura lussureggiante.


Panorama tardo-autunnale da Vitorchiano

Vitorchiano-Panorama 2 RCRLB.JPG

L’incantevole panorama tardo-autunnale sulla Valle del Vezza dallo splendido borgo medievale di Vitorchiano, situato fra i Monti Cimini e la Teverina Viterbese.


La Valle del Vezza dal megalite

Valle del Vezza-Panorama presso il Secondo Sasso del Predicatore RCRLB

Il profilo della verdissima e selvaggia Valle del Vezza, cuore della Teverina Viterbese, da uno degli innumerevoli megaliti vulcanici lungo il percorso per i “Sassi dei Predicatori”. Qui per la precisione siamo nei pressi del cosiddetto “Secondo Sasso del Predicatore”: angoli di pura magia fra storia, mistero e natura.


Pictures of Teverina Viterbese: from Viterbo to Orvieto

Some images of Teverina Viterbese, along the way from Viterbo to Orvieto.

VITERBO

Viterbo-Piazza S. Pellegrino 2 RCRLB

Viterbo-Palazzo dei Papi 1 RCRLB

Viterbo-Piazza del Gesù, scorcio con fontana RCRLB

Viterbo-Vicolo con torre 1 RCRLB

Viterbo-Scorcio dalla salita per Piano Scarano RCRLB

Viterbo-Scorcio con torri

VITORCHIANO

Vitorchiano-Veduta 2 RCRLB (2)

Vitorchiano-Fontana a fuso

Vitorchiano-Piazza 1 RCRLB

Vitorchiano-Mura medievali 2 RCRLB

Vitorchiano-Casa con profferlo 1 RCRLB

Vitorchiano-Panorama 7 RCRLB

Vitorchiano-Veduta 3 RCRLB

Vitorchiano-Moai 1 RCRLB

Vitorchiano-Centro Moutan 2 RCRLB

Centro Moutan-Peonie 5 RCRLB

Centro Moutan-Pergolato di glicini RCRLB

BOMARZO

Bomarzo-Veduta 6 RCRLB

Bomarzo-Palazzo Orsini, panorama 1 RCRLB

Bomarzo-Casa con loggetta 1 RCRLB

Valle del Fosso Castello-Piramide RCRLB

Bomarzo-Scorcio con rupi RCRLB

Bomarzo-Veduta 6 RCRLB (2)

Valle del Vezza-Paesaggio

Bomarzo-Panorama al tramonto sul Parco dei Mostri RCRLB

Bomarzo-Mte Casoli, insediamento rupestre RCRLB

Castelvecchio di Bomarzo-Veduta 2 RCRLB

Valle del Vezza-Primo Sasso del Predicatore

Teverina-Paesaggio fra Bomarzo e Vitorchiano RCRLB

MUGNANO IN TEVERINA

Mugnano-Veduta con gregge 2 RCRLB

Mugnano-Veduta al tramonto 1 RCRLB

Mugnano in Teverina-Piazzetta RCRLB

CHIA

Castello di Chia 1 RCRLB

Castello di Chia-Scorcio dal basso RCRLB

Chia-Veduta RCRLB

BASSANO IN TEVERINA

Bassano in Teverina-Veduta 1 RCRLB

Bassano in Teverina-Scorcio 1 RCRLB

Bassano in Teverina-Campanili RCRLB

Bassano in Teverina-Chiesa della Madonna della Quercia RCRLB

Bassano in Teverina-Scorcio del borgo 1 RCRLB.JPG

Bassano in Teverina-Scorcio di case RCRLB

Bassano in Teverina-Vicolo 1 RCRLB

Bassano in Teverina-Casa 1 RCRLB

Bassano in Teverina-Torre semicircolare RCRLB

ORTE

Orte-Ponte rinascimentale RCRLB

Orte-Via Garibaldi 2 RCRLB

Orte-Vicolo con bandiere 3 RCRLB

Orte-Vicolo presso S. Biagio b RCRLB

Orte-Corso principale 1 RCRLB

Orte-Chiesa di S. Silvestro, particolare 1 RCRLB

Teverina-Paesaggio fra Orte e Penna 1a RCRLB

Orte-Panorama 5 RCRLB

GROTTE SANTO STEFANO

Teverina-Panorama presso Piantorena con S. Angelo 2 RCRLB

Teverina-Pietra dell'Anello RCRLB

Valle dell'Infernaccio-Cascata 1 RCRLB

Teverina-Campagna fra Roccalvecce e Grotte S. Stefano 1 RCRLB

FERENTO

Ferento-Campagna panorama presso le rovine RCRLB

Ferento-Panorama 3 RCRLB

Ferento-Panorama 1 RCRLB

Ferento-Campagna 1 RCRLB

Ferento-Paesaggio 1 5 RCRLB

Ferento-Rudere 1 RCRLB

Ferento-Scorcio 2 RCRLB

Ferento-Teatro romano 2 RCRLB

Ferento-Teatro romano 3 RCRLB

MONTECALVELLO

Montecalvello-Ingresso al borgo RCRLB

Montecalvello-Veduta da lontano al tramonto

Montecalvello-Veduta da Vallebona RCRLB

ROCCALVECCE

Roccalvecce-Veduta 3 RCRLB

Roccalvecce-Veduta 1 RCRLB

Roccalvecce-Palazzo Costaguti RCRLB

Roccalvecce-Fontana del Lavatoio RCRLB

Roccalvecce-Scorcio 1 RCRLB

Roccalvecce-Panorama 4 RCRLB

Roccalvecce-Veduta da lontano da Celleno RCRLB

CELLENO

Celleno-Convento di S. Giovanni RCRLB

Celleno-Panorama 1 RCRLB

Celleno-Scorcio del borgo RCRLB

Celleno-Salita al borgo 1 RCRLB

Celleno-Paesaggio ai piedi del borgo RCRLB

Teverina-Ciliegi in fiore presso Roccalvecce 3 RCRLB.JPG

CASTEL CELLESI

Teverina-Paesaggio con lo sfondo di Castel Cellesi RCRLB

Teverina-Panorama in loc. La Fossa (Celleno) verso Castel Cellesi RCRLB

Castel Cellesi-Orologio RCRLB.JPG

Castel Cellesi-Scorcio RCRLB

GRAFFIGNANO

Graffignano-Castello Baglioni 3 RCRLB

Graffignano-Veduta RCRLB

Teverina-Campagna presso Graffinano 1 RCRLB

CIVITELLA D’AGLIANO

Civitella d'Agliano-Vigneto 1 RCRLB

Mti Volsini-Vigneto presso Civitella d'Agliano 2 RCRLB

Civitella d'Agliano-Porta del borgo 1 RCRLB

Civitella d'Agliano-Scorcio di case RCRLB

Civitella d'Agliano-Gatto 3b RCRLB.JPG

Civitella d'Agliano-Lampione e campanile 1 RCRLB.JPG

Civitella d'Agliano-Piazza, scorcio RCRLB

Civitella d'Agliano-Veduta 3 RCRLB

Civitella d'Agliano-Panorama 1 RCRLB

Civitella d'Agliano-Campagna ai piedi del borgo RCRLB

Valle del Tevere-Campagna presso Civitella d'Agliano RCRLB

SAN MICHELE IN TEVERINA

S. Michele in Teverina-Scorcio 1 RCRLB

VAIANO

Vaiano-Palazzetto RCRLB

Vaiano-Vigneto 2 RCRLB

Vaiano-Vigneto 1 RCRLB

Vaiano-Chiesa della SS Annunziata ARLB

Vaiano-Veduta da lontano 2 RCRLB

Valle dei Calanchi-Paesaggio con lo sfondo di Civitella RCRLB

CIVITA DI BAGNOREGIO

Civita di Bagnoregio-Veduta 7 RCRLB

Civita di Bagnoregio-Veduta 18 RCRLB

Civita di Bagnoregio-Veduta 10 RCRLB

Civita di Bagnoregio-Porta S. Maria 1 RCRLB

Civita di Bagnoregio-Piazza S. Donato 1 RCRLB

Civita di Bagnoregio-Panorama 6 RCRLB.JPG

VALLEY OF “CALANCHI”

Valle dei Calanchi-Paesaggio 6 RCRLB

Valle dei Calanchi-Castello di Seppie da lontano RCRLB

Valle dei Calanchi-Paesaggio del fondovalle 3 RCRLB

Valle dei Calanchi-Scorcio con Cattedrale 5 RCRLB

Valle dei Calanchi-Pianale, panorama verso Civita 1 RCRLB

Valle dei Calanchi-Pianale, pinnacolo 1 RCRLB

Valle dei Calanchi-Cattedrale da lontano 1 RCRLB

Valle dei Calanchi-Paesaggio 1 RCRLB

Valle dei Calanchi-Paesaggio presso Sociano RCRLB

Valle dei Calanchi-Gregge 1 RCRLB

LUBRIANO

Lubriano-Veduta da Civita 1 RCRLB.JPG

Lubriano-Scorcio sulla Valle dei Calanchi 1 RCRLB

Lubriano-Scorcio 1 RCRLB

Castello di Seppie-Veduta da lontano RCRLB

Castello di Seppie-Veduta 4 RCRLB

Valle dei Calanchi-Castello di S. Caterina, veduta 3 RCRLB

Valle dei Calanchi-Chiesa di S. Caterina RCRLB

Valle dei Calanchi-Campagna con torre del Castello di Seppie RCRLB

SERMUGNANO

Valle dei Calanchi-Paesaggio ai piedi di Sermugnano

Castiglione in Teverina-Strada della Lega, paesaggio 1 RCRLB

Sermugnano-Scorcio fra le vigne RCRLB

Valle dei Calanchi-Paesaggio ai piedi di Sermugnano 2 RCRLB

Castiglione in Teverina-Strada della Lega, vigneto 1 RCRLB

Sermugnano-Campagna ai piedi del borgo 5 RCRLB

Sermugnano-Fontanile RCRLB

Sermugnano-Veduta 1 RCRLB

CASTIGLIONE IN TEVERINA

Valle dei Calanchi-Casale con chiesa presso Case Nuove RCRLB

Castiglione in Teverina-Campagna sulla Strada del Vino

Castiglione in Teverina-Chiesa della Madonna delle Macchie

Castiglione in Teverina-Strada della Lega, cartello RCRLB

Castiglione in Teverina-Strada della Lega, filare di cipressi RCRLB

Castiglione in Teverina-Centro visite RCRLB

Castiglione in Teverina-Museo del Vino RCRLB

Castiglione in Teverina-Vicolo 1 RCRLB

Castiglione in Teverina-Rocca Monaldeschi RCRLB.JPG

Castiglione in Teverina-Vigneto verso Sermugnano 1 RCRLB

Valle dei Calanchi-Paesaggio umbro-laziale da Sermugnano RCRLB

Valle dei Calanchi-Castello presso Sociano 2 RCRLB

TORDIMONTE

Castello di Tordimonte-Torre d'accesso 2 RCRLB

Castello di Tordimonte 6 RCRLB

Castello di Tordimonte-Vivaio 1 RCRLB

ORVIETO

Orvieto-Duomo, facciata RCRLB

Orvieto-Facciate e finestre nel centro storico RCRLB

Orvieto-Torre del Moro RCRLB

Orvieto-Scorcio della rupe 1 RCRLB

Orvieto-Chiesa di S. Domenico, facciata 1 RCRLB

Orvieto-Scorcio sui tetti 1 RCRLB.JPG

Orvieto-Abbazia dei SS Severo e Martirio RCRLB

Orvieto-Scorcio 1 RCRLB

Orvieto-Veduta 1 RCRLB


Hamlets and landscapes of Tuscia: from Viterbo to Orvieto

This itinerary moves through in the area known as “Teverina” (wetted by river Tiber – click here for the gallery) and it starts from Viterbo. It is the “capital” of Tuscia, the “City of the Popes”, where the word “Conclave” was born: the town is stunning because of its perfectly preserved medieval squares. 

Viterbo-Piazza S. Pellegrino 6 RCRLB

In few minutes, thanks to a comfortable highway, we can reac the little medieval town of Vitorchiano, The centre preserves all the 1200s architectural elements of Viterbo’s S. Pellegrino and Piano Scarano hamlets and gives wonderful sights of the medieval life.

Vitorchiano-Veduta 2 RCRLB (2)

From Vitorchiano on the way to Grotte Santo Stefano (on the Belvedere square) the tourist can find a Moai, the typical statue from the Easter Island.

Vitorchiano-Moai 1 RCRLB

From here we can follow two different paths: the first leads to Grotte Santo Stefano and the other one (shorter but not less intense) takes us to the highway Viterbo-Orte, direction Orte. 

Teverina-Paesaggio fra Bomarzo e Vitorchiano RCRLB

We leave the highway at the exit to Bomarzo which we reach and cross (whose ancient and medieval hamlet appears – inviting and intriguing – on the left).

Bomarzo-Veduta 6 RCRLB

Bomarzo – really worth a short visit – is well known and famous thanks to its Monsters’ Park (worth itself a trip) and many archaeological remains (the sites of Montecasoli and Santa Cecilia and the appreciable “Etruscan Pyramid”). Bomarzo is surrounded by misterious valleys that the tourists love to discover in spring and in late autumn to admire the wonderful colours of the woods and of the countryside.

Bomarzo-Palazzo Orsini, panorama 1 RCRLB

Following the road down a steep hill we reach the Tiber Valley and we cannot help noticing the lovely and fascinating hamlet of Mugnano in Teverina emerging with its tower on the top of a tufa hill and surrounded by green and peaceful lawns.

Mugnano in Teverina-Piazzetta RCRLB

Once visited this graceful hamlet, we go back to Bomarzo and to the highway which we do notenter: at the crossing, we turn to left and drive for a few kilometres until we meet the post “Chia” on the left. It is a very small and ancient burgh – pertaining to the municipality of Soriano nel Cimino – half of which in remains and under restoration. 

Chia-Veduta RCRLB

Chia is famous for being on the banks of Fosso Castello (Castello Stream) where some of the scenes of “Il Vangelo secondo Matteo” have been shot in 1964. “Il Vangelo” is one of the masterpieces of Pier Paolo Pasolini – one of the most famous and discussed italian cinema directors who decided to spend the rest of his life in this small village: he bought the famous “tower”, now known as Pasolini’s tower. Pasolini was found – dead – on Ostia beach, near Rome and his death is still object of arguments and discussions.

Castello di Chia 1 RCRLB

The road to Chia has no exits: we must go back to the main road where we turn left. We reach Bassano in Teverina, a very small and scarcely inhabited village which has been completely restored during the past decades because heavily damaged by an explosion of a train containing ammunitions during the Second World War.

Bassano in Teverina-Vicolo 1 RCRLB

Once visited Bassano, we can visit Orte, an ancient etruscan town, with Renaissance palaces and medieval towers, rich of interest for the underground itinerary (“Orte sotterranea”).

Orte-Vicolo con bandiere 3 RCRLB

Then we go back to Vitorchiano (via the highway to Viterbo) and continue our trip toward Grotte Santo Stefano. This area – known as “Teverina” because it develops on the banks of the Tiber – is dotted with ancient castles, fortresses and extensions of olive trees and vineyards producing excellent wine and oil. 

Castiglione in Teverina-Strada della Lega, paesaggio 1 RCRLB

From Grotte di Santo Stefano, a modern village, many archaeological and naturalistic hiking trails start (Ferento ruins, Infernaccio falls, The Ring Stone, Piantorena, etc.) in a very beautiful, almost wild, countryside. 

Ferento-Scorcio 2 RCRLB

Then the road leads to Montecalvello – a castle-hamlet completely uninhabited but still in perfect conditions, last dwelling of Balthus – and to Graffignano with its Baglioni-Santacroce castle (XIth century).

Montecalvello-Veduta da Vallebona RCRLB

From Graffignano we drive back to the Teverina main road and turn left – aiming to the North – and after some kilometres we find the ancient hamlet of Roccalvecce – under the municipality of Viterbo – with its magnificent Costaguti Palace-Castle.

Roccalvecce-Scorcio 1 RCRLB

The castle, the perfect place for weddings and social occasions, is also a good and appreciated solutions for holidays immersed in a silent and peaceful nature.

Roccalvecce-Veduta da lontano da Celleno RCRLB

In front of Roccalvecce – on the other side of the valley – there is a wonderful sight of Celleno Vecchio, an abandoned and a “ghost” village now being recovered and re-inhabited.

Celleno-Scorcio del borgo RCRLB

The area of Celleno is famous for the cultivation of cherries and houses one of the most interesting Sagre (Festivals) in April when the colorful branches make the village a real explosion of whites and pinks.

Celleno-Paesaggio ai piedi del borgo RCRLB

Castel Cellesi (a sort of colourful village-farm) is within easy reach and really worth a visit thanks to the nice area and the tall bell-tower (similar to those present in the North of Italy).

Castel Cellesi-Scorcio RCRLB

A little further we meet San Michele in Teverina, surrounded by peaceful sights and with the palace connected to the rest of the hamlet via a nice bridge.

S. Michele in Teverina-Scorcio 1 RCRLB

We are not far from Civitella d’Agliano. This is the area of wine and wheat thanks to the immense fields surrounded by woods of oaks, cypresses and pines trees. The landscape remembers the tuscan countryside.

Civitella d'Agliano-Panorama 1 RCRLB

Civitella d’Agliano is not the “usual” hamlet like all the other small villages we have met so far. It is a real Commune with its Mayor in spite of the fact that the inhabitants are no more than 1000 in total. The village is all gathered around a steep tufa block and grants a bird’s eye view on the Tiber Valley, the Calanchi of Bagnoregio and the mountains of Umbria.

Civitella d'Agliano-Veduta 3 RCRLB

Vaiano is a far and away burgh surrounded by “Calanchi” (starting point for most of the adventurous trekking paths) not far from Bagnoregio and its hamlet Civita, worldwide famous as “the dying town”.

Vaiano-Chiesa della SS Annunziata ARLB

“Heart” of the Calanchi Valley, Civita of Bagnoregio is visited by many thousands of tourists from all over the world…

Civita di Bagnoregio-Veduta 7 RCRLB

Once reached Lubriano (with its magnificent view of the Calanchi Valley) we continue to Sermugnano, near the border of the province of Viterbo and Orvieto.

Lubriano-Scorcio 1 RCRLB

Sermugnano is one of the many small villages with very few inhabitants (less than 100) and still in good conditions, immersed in the silence of nature, far from noise and confusion.

Valle dei Calanchi-Paesaggio ai piedi di Sermugnano

The next destination of this itinerary is Castiglione in Teverina, well known for its wines and offering superb sights of agricultural economy and of the Calanchi Valley.

Castiglione in Teverina-Vigneto verso Sermugnano 1 RCRLB

Now we are near Orvieto, with its wonderful monuments, as like as Saint’s Patrick’s Well and the gothic Cathedral, and also with its good wines: so we can finish the itinerary tasting a glass of Orvieto docg wine…

Orvieto-Veduta 1 RCRLB

Translation by Osvaldo Velo (http://flyfishingtuscia.com/) in collaboration with Luca Bellincioni and Arianna Federici.

Recommended accommodations

Roccalvecce – “Castello Costaguti”

Vitorchiano “Villa Lavinia”

Lubriano“Locanda Settimo Cielo”


Veduta di Vitorchiano

Vitorchiano-Veduta 3 RCRLB

Il borgo di Vitorchiano sembra emergere in modo del tutto naturale dalla rupe di peperino su cui poggia. Tale straordinaria armonia fra ambiente naturale ed urbanistica, tipico della Tuscia Viterbese, è frutto di continui adattamenti del blocco roccioso sin da epoca etrusca (per saperne di più: “Lazio, i luoghi del mistero e dell’insolito”).


Fontana a fuso di Vitorchiano

Vitorchiano-Fontana a fuso

L’elegante fontana “a fuso” di Vitorchiano, che introduce al bellissimo borgo medievale. Di fattura duecentesca, deve il suo nome alla particolare forma a fiore della cuspide, secondo alcuni studiosi di derivazione etrusca. Vitorchiano e il suo territorio serbano numerose sorprese al visitatore: per saperne di più si faccia riferimento alla nostra guida “Lazio. I luoghi del mistero e dell’insolito”. Per inserire invece il borgo in un itinerario più ampio si veda il nostro articolo “Borghi e paesaggi segreti della Tuscia (parte 2: da Viterbo a Sermugnano”).


Il Centro Moutan: un paradiso di peonie alle porte di Vitorchiano

Ai piedi dei verdi Monti Cimini sorge uno dei giardini più sorprendenti del Lazio. Si tratta del Centro Moutan, situato nell’immediata periferia di Vitorchiano, in località Pallone, un po’ nascosto dall’anonima edilizia moderna. La particolarità del luogo è l’essere la più vasta collezione al mondo di peonie cinesi (15 ettari), qui coltivate con estrema dedizione per il bello. Non un semplice vivaio monotematico, quindi, ma una vera e propria “scenografia floreale” che dialoga in modo raffinato con la natura circostante.

Vitorchiano-Centro Moutan 1 RCRLB

Vitorchiano-Centro Moutan, scorcio con Mti Cimini RCRLB

Centro Moutan-Peona 4 RCRLB

Centro Moutan-Peonia 1 RCRLB

Centro Moutan-Peonia 2 RCRLB

Centro Moutan-Peonia 3 RCRLB

Centro Moutan-Peonia 5 RCRLB

Centro Moutan-Peonia 6 RCRLB

Centro Moutan-Peonia 7 RCRLB

Centro Moutan-Peonia 8 RCRLB

Centro Moutan-Peonia 9 RCRLB

Alle peonie si aggiungono le siepi di iris e i pergolati di glicine, fra cui si snoda il sentiero di visita, estremamente piacevole e curato in ogni dettaglio. Ci si trova così a passeggiare in un ambiente “paradisiaco”, dove profumi inebrianti e colori struggenti si addensano e si compenetrano in modo straordinario per la felicità dei sensi e dell’anima.

Centro Moutan-Pergolato di glicini RCRLB

Centro Moutan-Peonie 1 RCRLB

Centro Moutan-Peonie 2 RCRLB

Centro Moutan-Peonie 4 RCRLB

Centro Moutan-Peonie 5 RCRLB

Centro Moutan-Peonie 6 RCRLB

Alcuni deliziosi casali ricoperti da rampicanti offrono riposo e ristoro: il tutto in quello stile vagamente “british” che unisce eleganza e rusticità e che dopo aver attecchito in Toscana si sta diffondendo anche nella Tuscia.

Vitorchiano-Centro Moutan 2 RCRLB

Centro Moutan-Finestra con rampicante RCRLB

Il Centro Moutan è raggiungibile con dieci minuti d’automobile da Viterbo. Il periodo migliore per godere questo spettacolo è quello a cavallo fra aprile e maggio, quando le fioriture raggiungono la massima intensità. Si può completare ovviamente la gita con una capatina al suggestivo borgo medievale di Vitorchiano, inserito fra l’altro nel nostro itinerario “Borghi e paesaggi segreti della Tuscia, parte 2: da Viterbo a Sermugnano”.

Vitorchiano-Piazza 1 RCRLB

Vitorchiano-Panorama 3 RCRLB

D’altronde la primavera è il momento perfetto per un soggiorno più o meno lungo nella Teverina Viterbese: costituiscono motivi di forte richiamo i colori della campagna, il clima mite, le giornate più lunghe, i numerosi eventi nei paesi e nella vicina Viterbo (in primis “San Pellegrino in fiore”), le escursioni guidate organizzate ogni fine settimana fra siti archeologici e splendori paesaggistici.


Paesaggio nella Valle del Vezza

Valle del Vezza-Paesaggio

Appartenente al bacino idrografico del Tevere e situata grosso modo fra Bomarzo e Vitorchiano, la Valle del Vezza appare come una lunga frattura, formatasi in seguito all’erosione della piana creata dalle eruzioni del vulcano cimino. Enormi massi di peperino punteggiano il paesaggio, che per il resto alterna prati, noccioleti e querceti. Straordinarie le valenze archeologiche, con i misteriosi “sassi del predicatore“.


Sasso del Predicatore

Valle del Vezza-Primo Sasso del Predicatore

Uno dei “Sassi del Predicatore” che giacciono solitari nella misteriosa Valle del Vezza, ribattezzata la “valle dei megaliti”. Siamo fra Bomarzo e Vitorchiano, ove in un territorio ancora intatto si mescolano in modo straordinario natura selvaggia e testimonianze archeologiche d’epoca antica e medievale. Rilevante la presenza di sepolcreti romani con iscrizioni latine nonché di are etrusche probabilmente adibite all’osservazione degli astri, come quella ritratta nella foto. Una zona unica nel suo genere (collegata idealmente sia alla Piramide di Bomarzo sia al Sacro Bosco) che meriterebbe di essere conosciuta e valorizzata di più.


Borghi e paesaggi “segreti” della Tuscia (parte 2: da Viterbo a Sermugnano)

Siamo giunti alla seconda parte del nostro viaggio alla scoperta dei borghi più sconosciuti dell’Etruria laziale (come sempre, per distinguerli da quelli già “turistici”, li evidenzieremo in grassetto). Dopo l’esplorazione della Maremma tolfetana e della Valle del Mignone (vedi “Parte 1: da Roma alla Farnesiana”) eravamo arrivati al capoluogo della Tuscia, Viterbo. Il nostro itinerario si svolgerà stavolta nella sub-regione denominata “Teverina”: prima di partire, però, un passo indietro nelle foreste dei Monti Cimini ci consente di visitare un’autentica perla: San Martino al Cimino, borgo d’impianto prettamente cinquecentesco, con caratteristiche case a schiera, dominato da un’imponente abbazia gotico-cistercense: fu feudo di Donna Olimpia Maidalchini, controverso personaggio di spicco della Roma papalina del XVII secolo.

Abbazia di S. Martino al Cimino

Ridiscesi a Viterbo ci dirigiamo in direzione di Vitorchiano, nel cui centro storico medievale possono essere rintracciati, seppure in scala minore, tutti gli elementi propri del severo stile architettonico dei duecenteschi quartieri viterbesi di San Pellegrino e Piano Scarano. Segnaliamo Vitorchiano fra i nostri “borghi segreti” sebbene negli ultimi anni stia accrescendo il numero di visitatori, anche grazie al vicino Centro Moutan, con il suo famoso giardino di peonie.

Vitorchiano-Palazzo rinascimentale 14 MINLB

A Vitorchiano sorprende inoltre la presenza di un Moai in peperino (situato sullo slargo-belvedere in direzione di Grotte di Santo Stefano, dove peraltro è splendido il colpo d’occhio sulla cittadina), l’unica di queste mitiche sculture al di fuori dell’Isola di Pasqua (per saperne di più, si faccia riferimento alla nostra guida “Lazio. I luoghi del mistero e dell’insolito”).

Vitorchiano-Veduta

Da qui l’itinerario si suddivide in due percorsi divergenti: uno prosegue a nord per Grotte di Santo Stefano ed è quello che seguiremo dopo; ora invece percorriamo l’altro, breve ma intenso, che ci svelerà diverse sorprese. Da Vitorchiano, imbocchiamo la superstrada Viterbo-Orte in direzione di quest’ultima: il paesaggio è contrassegnato dalla tormentata silhouette dei Monti Cimini, di cui si scorgono perfettamente le forme vulcaniche, che troneggiano su praterie lievemente ondulate.

Teverina-Campagna fra Bomarzo e Vitorchiano MINLB

Si esce a Bomarzo e, dopo un querceto, si attraversa in tutta la sua lunghezza l’abitato, la cui suggestiva parte antica (il medievale “borgo di dentro”) sovrasta la strada col suo aspetto pittoresco.

Bomarzo-Querceto 1 MINLB

Bomarzo-Veduta 8 MINLB

Il nome del paese è noto per lo straordinario Parco dei Mostri, o “Sacro Bosco”, che merita da solo il viaggio, ma anche le testimonianze archeologiche nei diretti dintorni (il sito rupestre di Montecasoli e i “sassi dei predicatori”, l’incredibile “piramide etrusca” e i ruderi di Santa Cecilia, ecc..) sono di grande rilievo e ricche di fascino e mistero.

Bomarzo-Sacro Bosco, Tempietto 1 MINLB

Si scende poi nella Valle del Tevere, ove sulla destra compare il grazioso paese di Mugnano, disteso su una rupe tufacea e circondato da fertili campi, e che ospita il bel Palazzo Orsini. Di fronte è Attigliano che fa da porta d’ingresso all’Umbria.

Mugnano-Scorcio al tramonto MINLB

Mugnano in Teverina-Veduta

Tornati sulla superstrada, si continua per Orte uscendo presto a Chia, minuscolo borgo semidiruto e in via di restauro, affacciato sulla selvaggia Valle del Fosso Castello con lo sfondo del Tevere e dei variopinti colli umbri.

Chia-Veduta RIDLB

Valle del Fosso Castello-Cascate 4 MINLB

A metà strada con Bomarzo si erge l’alta torre in peperino del solitario Castello di Pasolini (o di Colle Casale), che il celebre regista comprò negli ultimi tempi della sua vita per rifugiarsi in quello ch’egli definì “il paesaggio più bello del mondo” e dove nel 1964 girò alcune scene del film “Il Vangelo secondo Matteo”.

Castello di Chia-Veduta 1 MINLB

Castello di Colle Casale 1 MINLB

Infine, proseguendo sulla superstrada, si esce a Bassano in Teverina, ultima meta della deviazione intrapresa da Vitorchiano: si tratta di un borgo completamente ristrutturato nei decenni passati dopo che una terrificante esplosione di un convoglio di munizioni, durante la Seconda Guerra Mondiale, lo aveva gravemente danneggiato.

Bassano in Teverina-Archetto

I lavori di recupero di Bassano sono stati intrapresi in modo molto accurato: forse fin troppo, tant’è che nella sua artefatta “perfezione” il paese ha acquisito un’atmosfera un po’ “fredda”, anche perché gli abitanti sono pochissimi; purtroppo, nonostante il pregio architettonico e ambientale del complesso urbano e l’installazione dei servizi essenziali, il paese stenta a ripopolarsi per la mancanza di un reale progetto di valorizzazione e promozione da parte delle istituzioni preposte.

Bassano in Teverina-Vicolo

Bassano in Teverina-Torre con orologio

Torniamo ora a Vitorchiano per poi proseguire verso Grotte Santo Stefano: siamo già in piena Teverina, un territorio in cui il forte frazionamento di radice già medievale ha plasmato uno dei “paesaggi dell’incastellamento” più interessanti della regione, sul quale si sovrappone la posteriore strutturazione mezzadrile, coi numerosi casali, spesso di fattura pregiata, che punteggiano il contado. 

Roccalvecce-Castello Costaguti, panorama dalla terrazza 5 MINLB

Numerosi borghi, oggi in via di deciso spopolamento, si alternano in uno scenario eminentemente rurale, ove le tipiche macchie di caducifogli del Lazio etrusco lasciano spesso spazio a pascoli, seminativi, frutteti, oliveti e, nell’area più settentrionale del comprensorio, a pregiati vigneti (prevale la produzione della doc “Orvieto”).

Mti Volsini-Vigneto presso Civitella d'Agliano 2 MINLB

Peculiare è il contrasto fra la dolcezza e la solarità della tipica campagna del Centro-Italia e le improvvise asperità morfologiche create da balze e falesie improvvise e, più avanti, da veri e propri calanchi: il tutto coronato da una miriade di piccoli centri che per lo più conservano intatta la fisionomia urbanistica medievale. Natura e storia qui convivono in un rapporto stretto ed indissolubile: ricordiamo che, provenendo da Viterbo, uno degli “accessi” più solenni alla Teverina dalla SP5 è uno straordinario gioiello archeologico-paesaggistico, ossia le rovine di Ferento, con lo scenografico teatro romano (mentre a poca distanza sono i resti dell’abitato etrusco di Acquarossa).

Ferento-Teatro romano 1 MINLB

Una zona insomma di grande potenziale turistico, ma rimasta incredibilmente negletta al turismo odierno e che tuttavia si spera potrà, quanto prima, beneficiare di adeguate politiche di tutela-valorizzazione-promozione (magari tramite l’istituzione di un Parco Agricolo, Archeologico e Paesaggistico della Teverina Viterbese) prima che aggressioni indiscriminate come quella del fotovoltaico a terra e l’abbandono definitivo di molti paesi possano far “decadere” un patrimonio culturale e ambientale inestimabile per il Lazio.

Valle dei Calanchi-Paesaggio presso Bagnoregio MINLB

Ad ogni modo, da Grotte di Santo Stefano l’itinerario prosegue con una deviazione (sulla SP18) che permette di raggiungere Montecalvello, sorta di borgo-castello perfettamente conservatosi nel tempo ma quasi del tutto disabitato, situato a strapiombo sulla Forra di Piantorena: al di sopra di quest’ultima è il Parco archeologico del Santissimo Salvatore (con l’omonima chiesetta e grotte etrusche), da cui si ha un ottimo colpo d’occhio su Montecalvello, che fu dimora del pittore Balthus.

Montecalvello-Accesso 1 MINLB

Montecalvello-Panorama MINLB

Da Montecalvello si risale a Grotte Santo Stefano e si torna sulla SP5 Teverina, proseguendo verso nord (Bagnoregio) in una campagna sempre più bella. Dopo alcuni chilometri si svolta a destra per Celleno, superando la lunga parte moderna e raggiungendo Celleno Vecchio, “paese fantasma” attualmente in via di recupero, che vale senza dubbio una passeggiata.

Mti Volsini-Paesaggio lungo la SP Teverina MINLB

Celleno-Salita al borgo 1 MINLB

Celleno Vecchio-Scorcio

Il territorio è noto per la produzione di ciliegie, i cui alberi, al momento della fioritura nei primi giorni di aprile, rendono incantevoli gli scenari agresti.

Celleno-Campagna ai piedi del borgo 2 MINLB

Teverina-Ciliegi in fiore presso Roccalvecce 1 MINLB

Si torna poi sulla SP5, che dopo qualche centinaio di metri devia in discesa a destra. Se si prosegue sulla SP6 si può invece raggiungere Castel Cellesi, una specie di borgo-fattoria dalle case coloratissime e da qualche anno adibito ad “albergo diffuso”. Frazione di Bagnoregio, è riconoscibile per l’alto campanile cuspidato in cotto molto simile curiosamente a quelli dell’Italia del Nord.  

Castel Cellesi-Scorcio MINLB

Continuiamo quindi sulla SP5 che si fa improvvisamente sinuosa e panoramica: notevole il colpo d’occhio sul borgo di Celleno Vecchio e sull’Appennino. Più avanti, sulla sinistra in alto, si intravede Castel Cellesi.

Celleno-Veduta 1 MINLB

Incontriamo quindi la svolta per Roccalvecce, solitaria frazione di Viterbo, che offre vedute da cartolina sulla romantica campagna dell’Alto Lazio, e – se lo si trova aperto – uno sguardo al possente Palazzo-Castello Costaguti (adibito a raffinato b&b). Da Roccalvecce è ben visibile, dirimpetto, Celleno Vecchio, su una verde collina. Un punto di osservazione eccezionale di Roccalvecce e delle vallate circostanti è dal piazzale del cimitero di Sant’Angelo, altro villaggio che merita una menzione, chiamato il “paese delle fiabe” per via dei murales che lo rendono unico.

Roccalvecce-Scorcio della piazzetta

Celleno Vecchia da Roccalvecce

Paesaggio della Teverina da Roccalvecce

Roccalvecce-Veduta

Da Roccalvecce si prende per Castiglione in Teverina-Civitella d’Agliano: siamo sulla “Strada dei vini della Teverina” e la campagna si fa sempre più splendida, con le vigne e i campi di grano che si alternano ai boschi di querce laddove cipressi e pini ornano poggi e stradine bianche, mentre inaspettati burroni danno un aspetto fantastico al territorio. In breve si arriva alla svolta (a destra) per Graffignano, borgo un po’ malmesso che ospita il Castello Baglioni-Santacroce (chiuso per un interminabile restauro): nei dintorni sono il Santuario della Madonna del Castellonchio, in amena posizione, e il borgo di Sipicciano con l’interessante Cappella Baglioni (affreschi del XIII secolo).

Graffignano-Castello Baglioni 3 MINLB

Oltre il bivio per Graffignano, la SP5 scende in una valletta (si nota purtroppo una collina ricoperta di pannelli fotovoltaici): a sinistra si scorge, disteso su un crinale, San Michele in Teverina, piccolo mondo a sé stante; insolita la situazione urbanistica, con il palazzo nobiliare collegato al resto del borgo da un bel ponte.

S. Michele in Teverina-Scorcio 1 MINLB

Si giunge finalmente a Civitella d’Agliano, non una frazione come quasi tutti i paesi finora visitati, bensì Comune vero e proprio, sebbene la popolazione superi di poco i 1000 abitanti appena. Il borgo, tutto arroccato su uno sprone di tufo, conserva il fascino d’un tempo e colpisce per il panorama mozzafiato verso i calanchi di Bagnoregio, la Valle del Tevere e le montagne umbre.

Civitella d'Agliano-Veduta 3 MINLB

Domina il tutto un castello in rovina con un poderoso mastio, in tempi recenti sottoposto a lavori di restauro e fruibilità (anche se difficile da trovare aperto). Il paese è stato interessato negli anni scorsi dall’arrivo di artisti e artigiani attratti dall’indiscutibile bellezza del luogo, ma pare che il trend si sia fermato e attualmente in esso prevalgono le seconde case (la popolazione originaria si è spostata nella piccola parte moderna) che, ben ristrutturate, affiancano le ancora troppe abitazioni rimaste abbandonate.

Civitella d'Agliano-Scorcio della piazza

Auspichiamo che un tale tesoro urbanistico e paesaggistico non vada perduto e che Provincia e Regione sappiano quanto prima attivarsi per creare le condizioni di un effettivo recupero di questo stupendo centro storico. Intanto ci godiamo uno dei più suggestivi paesaggi d’Italia, la Valle dei Calanchi: una strada spettacolare, talvolta disagevole, attraversa per intero questo magnifico nonché inquietante scenario naturale, in incessante e rapidissimo mutamento a causa della particolare conformazione geo-morfologica dei terreni, che – per la sovrapposizione di strati rocciosi ignei (più pesanti) a strati argillosi (instabili) su cui agiscono numerosi corsi d’acqua a carattere torrentizio – sono soggetti a continui crolli.

Valle dei Calanchi-Scorcio con Cattedrale 5 MINLB

Valle dei Calanchi-Paesaggio presso Bagnoregio 3 MINLB

Civitella d'Agliano-Campagna ai piedi del borgo

Valle dei Calanchi-Scorcio da Civita 1 MINLB

Si tocca la romita località di Vaiano, circondata dai calanchi (da qui partono alcuni fra i percorsi più avventurosi della zona), e quindi si risale a Bagnoregio, dove la celeberrima Civita, conosciuta in tutto il mondo come “la città che muore”, non ha bisogno certo di presentazioni (per saperne di più, si faccia riferimento alla nostra guida Lazio. I luoghi del mistero e dell’insolito).

Vaiano-Chiesa della SS Annunziata MINLB

Vaiano-Vigneto 1 MINLB

Si prosegue verso Lubriano (stupenda vista sulla Valle dei Calanchi) e poi si raggiunge, attraverso una solitaria campagna, Sermugnano, piccolo borgo situato al confine fra il Viterbese e l’Orvietano.

Castiglione in Teverina-Strada della Lega, paesaggio 6 MINLB

Valle dei Calanchi-Vigneto presso Sermugnano 1 MINLB

Valle dei Calanchi-Castello di S. Caterina, veduta 3 MINLB

Conteso prima fra diversi feudatari, quindi sottomesso alla città d’Orvieto e infine appartenuto all’Ospedale romano del Santo Spirito in Sassia (il cui stemma è posto sulla porta d’ingresso), Sermugnano è l’ennesimo paesino di poche anime (una novantina) rimasto intatto nei secoli ed oggi avvolto da una quiete assoluta: notevoli i panorami sulle bucoliche e radiose colline d’intorno, che spiccano per l’integrità del paesaggio agrario sia a livello colturale che edilizio, con diverse antiche case coloniche in pietra vulcanica.

Sermugnano-Stemma del S. Spirito

A questo punto si può continuare il percorso con Castiglione in Teverina, paese rinomato per i suoi pregiati vini (“Orvieto” in primis) e sede di un interessante Museo del Vino (il Muvis): tutt’intorno diverse stradine di campagna (fra cui la Strada del vino della Teverina Viterbese e la deviazione sulla “Strada della Lega”) conducono il turista alla scoperta di paesaggi agricoli e naturali di raro splendore. Non dimentichiamoci infine che Orvieto con i suoi monumenti è ormai ad un passo.

Castiglione in Teverina-Rocca Monaldeschi 1 MINLB

Da Castiglione per una strada incantevole si torna a Sermugnano, dove finisce la seconda parte ed inizierà la terza del nostro tour nella Tuscia più segreta (parte 3: da Bolsena a Respampani). Per vedere altre immagini del territorio compreso fra Viterbo ed Orvieto clicca qui.

APPUNTI DI VIAGGIO

Tempo stimato:

4-5 giorni, se ci si limita ai borghi e non si visitano le aree archeologiche e naturalistiche (altrimenti circa 10 giorni)

Periodo migliore:

ottobre-novembre-dicembre e aprile-maggio-giugno per i colori della campagna

Strutture consigliate:

Roccalvecce – Residenza d’epoca “Castello Costaguti”

Vitorchiano – Casa vacanze/b&b “Villa Lavinia”

Lubriano – Agriturismo “Locanda Settimo Cielo”


La Piramide di Bomarzo

A nord della Capitale, nella quiete della Valle del Tevere, il borgo medievale di Bomarzo si staglia severo sopra uno sperone di pietra vulcanica. Nota per il suo meraviglioso ed unico “Parco dei Mostri”, l’antica Polimartium cela nel suo ubertoso ed incantevole territorio non pochi siti archeologici di grande rilievo. Fra i Comuni di Bomarzo, Vitorchiano e Soriano nel Cimino, i fitti boschi che rivestono forre ed altopiani rivelano all’escursionista curioso vere e proprie sorprese, come ad esempio gli insediamenti rupestri di Monte Casoli e Corviano, e le rovine di Santa Cecilia e di San Nicolao.

Veduta di Bomarzo

Ma ciò di cui vogliamo parlare in questa sede è il percorso che culmina nella visita della cosiddetta “Piramide di Bomarzo”. Ebbene sì, nel Lazio e più precisamente nel cuore della Tuscia è stata recentemente ritrovata una vera e propria piramide, dalla forma tronca, le cui origini sono tuttora enigmatiche. Situato a poca distanza dal centro storico, il singolare monumento si adagia su un piccolo terrazzo a strapiombo sulla Valle del Fosso Castello dominata da alte falesie di prismi di peperino. Il sentiero più avventuroso per raggiungerlo (segnato bianco-rosso) inizia dal campo di calcio appena fuori dall’abitato nuovo, sulla strada per Viterbo: il tracciato, in discesa, offre quasi immediatamente un eccezionale colpo d’occhio sulla vallata, sul borghetto di Chia e, con una piccola deviazione, sul solitario castello che fu preso a dimora da Pier Paolo Pasolini, il quale tanto amava codesti luoghi che definì “il paesaggio più bello del mondo”.

La magnifica Valle del Fosso Castello

Si passa poi per Santa Cecilia e le sue tombe a sagoma umana, si toccano grossi massi in parte scolpiti ed infine, con camminata a tratti esposta, si arriva ad un bivio da cui – prendendo a sinistra – si sale brevemente al pianoro della piramide. Una vetusta quercia trova sostegno nell’enorme pietra, alta circa 16 metri, sulla quale sapienti scalpellini realizzarono diverse gradinate che culminano in un altare sacrificale sommitale. La piramide è conosciuta anche come “Masso del Predicatore”, nome in verità ricorrente anche per altri macigni simili che si affastellano in particolare nella zona di San Nicolao.

Scalette scolpite nella pietra lungo il sentiero

Alcuni studiosi fanno risalire l’opera al VII secolo a. C., e quindi al periodo etrusco, ma la capacità di scolpire massi era già propria di una civiltà preistorica che, si pensa, abitasse queste zone fin dal 4000 a. C., quella cioè dei Rinaldoniani: citata anche nel Vecchio Testamento, questa leggendaria popolazione – dalla straordinaria statura – ricavava le proprie abitazioni e i propri sepolcri nella nuda roccia delle rupi che sovrastano i corsi d’acqua di cui la Teverina Viterbese è ricchissima.

La Piramide di Bomarzo

La finalità di quest’arte rupestre era anche un’altra: quella di creare marcatori territoriali e punti d’osservazione astrale, come luoghi cioè sacri ed astrali. Non molto tempo fa il reperto era sommerso dalla terra e dalla vegetazione ma negli ultimi anni, grazie all’impegno benemerito di alcuni volontari e in particolare di Salvatore Fosci, esso ha recuperato tutta la sua suggestione, benché lo scavo in realtà non sia ancora completo e si possa ipotizzare una sua prosecuzione sotto il basamento attuale. La funzione sacrificale della “piramide” è deducibile dalla presenza di canali di scolo e vasche di raccoglimento di liquidi.

Vista su Mugnano nei pressi della Piramide

L’aspetto odierno del monumento è però il risultato di modifiche effettuate nel corso dei secoli, soprattutto nel Medioevo, al quale fra l’altro risalgono numerosi siti della zona come la già citata Santa Cecilia con i resti dell’omonima chiesa e il suo cimitero. Ciò è deducibile dalla differenza delle tecniche di lavorazione visibili sulla piramide, ognuna relativa appunto ad una determinata epoca (preistorica, etrusca, medievale), il che fa pensare ad un continuo riutilizzo dell’ara (intorno a cui sono peraltro visibili delle croci), secondo una sorta di sincretismo religioso fra le varie popolazioni succedutesi nel territorio.

Le rovine di Santa Cecilia

In quest’ottica ritorna alla mente il vicinissimo “Parco dei Mostri” (noto anche come “Sacro Bosco” – cfr. Lazio, i luoghi del mistero e dell’insolito), che potrebbe apparire quale tentativo di recupero della spiritualità pagana filtrata attraverso la cultura ermetica del Cinquecento, in una sorta di “manierismo primitivista” ben consapevole della lezione dell’arte rupestre caratteristica di queste splendide e misteriose vallate.


I castelli perduti della Tuscia

English version

L’itinerario percorre da sud a nord la Tuscia Romana e Viterbese, attraversando paesaggi unici nel loro genere, che custodiscono l’identità autentica del Lazio. L’Etruria meridionale è il territorio che ha lasciato i resti più cospicui della civiltà degli Etruschi, ma il nostro cammino si svolge alla ricerca del meno celebrato passato medievale, che qui tuttavia ha lasciato un’impronta indelebile, non raramente sovrapponendosi proprio a quello etrusco. Il patrimonio di “rovine storiche” della Tuscia è inestimabile: si parla di centinaia di siti, dall’epoca villanoviana ed etrusca a quella romana, medievale e rinascimentale, non tutti né conosciuti né tanto meno catalogati; ruderi quasi sempre immersi in ambienti agresti e naturali di rara e silenziosa bellezza, che riportano il visitatore indietro nel tempo. Noi ci limiteremo comunque ai monumenti più rilevanti e facilmente visitabili.

Gregge nella Campagna Romana presso Settevene

 L’itinerario parte come gli altri da Roma, puntando a Nord lungo la Via Cassia. Dopo una mezz’ora scarsa, si giunge al bivio di Settevene, ove si seguono le indicazioni per Trevignano Romano. Subito ci si immette in un’incantevole campagna, dove i ruderi di torri e casali punteggiano i campi, con le greggi che fanno capolino attorno a qualche quercia isolata: sembrerebbe di rivivere i vecchi dipinti della Campagna Romana del Settecento, ma le moderne fattorie ci  riportano al presente facendo capire come le attività agro-pastorali siano indispensabili alla conservazione di questo prezioso paesaggio, proprio alle porte della Capitale.

Scorcio panoramico dalla Rocca di Trevignano

Siamo ora nel Parco Regionale dei Laghi di Bracciano e Martignano e in breve scendiamo nella grande caldera vulcanica, che appare di colpo coll’azzurro del Lago Sabatino. Altri quindici minuti e si giunge a Trevignano Romano, ove ci attende la prima tappa del nostro viaggio. Dal piccolo e pittoresco borgo di pescatori si sale con una piacevole passeggiata alla duecentesca Rocca dei Prefetti di Vico, vero mosaico di pietre tufacee e basaltiche, che offre un panorama indimenticabile sul Lago di Bracciano cinto da verdi colline.

Rocca dei Prefetti di Vico

Si riparte prima in direzione di Bracciano (da non perdere la visita al Castello Orsini-Odescalchi), costeggiando ancora il bordo inferiore del bacino lacustre in uno scenario da cartolina, e poi, all’altezza di Manziana, si seguono le indicazioni per la Riserva Naturale di Monterano, che si raggiunge in un quarto d’ora circa.

Paesaggio di Monterano Vecchia

Monterano Vecchia è una delle “città fantasma” più suggestive d’Italia e uno dei “luoghi magici del Lazio”: il suo straordinario paesaggio, in cui sublime appare il connubio fra rovine storiche e ambiente naturale, è stato più volte utilizzato nei decenni passati come set cinematografico ed oggi rappresenta una delle mete predilette dagli escursionisti romani; anche qui si ammira un castello in rovina, anzi sarebbe meglio parlare di una dimora nobiliare, ossia il Palazzo Ruspoli, ingentilito ad opera del Bernini da un’elegante fontana sormontata da un leone.

Palazzo Ruspoli a Monterano Vecchia

Si prosegue per Tolfa, immettendosi in una strada solitaria che si insinua in un paesaggio oltre modo stupendo: stiamo attraversando i selvaggi Monti della Tolfa, ove le testimonianze etrusche e medievali si accavallano, giacendo nascoste nei boschi e dimenticate da tutto e tutti; qui il tempo sembra essersi fermato e soltanto rudi cavalli e vacche dalle grandi corna arcuate solcano i pascoli sassosi, movimentando uno scenario che altrimenti apparirebbe immobile.

Veduta di Rota, fra Tolfa e Monterano

A Tolfa ci attende l’austera Rocca Frangipane, edificata nella grigia pietra trachitica locale: il fortilizio, di origine probabilmente longobarda, offre un panorama spettacolare.

Panorama dalla Rocca Frangipane

Da Tolfa il nostro itinerario può seguire due direzioni, entrambe ricollegabili a Tuscania, che più avanti sarà un’altra tappa fondamentale: la prima deviazione ci porta verso mare, tramite una strada di eccezionale valore paesaggistico che oltrepassa Allumiere, scende al borgo rurale della Farnesiana e poi passa ai piedi delle vicine rovine di Cencelle, città-fortezza che giace abbandonata in una campagna immensa e appare sin da lontano coi suoi mozziconi di torri.

Rocca di Tolfa

Infine si sbuca sulla Via Aurelia raggiungendo Tarquinia, che con i suoi monumenti medievali e la sua necropoli etrusca patrimonio Unesco vale senz’altro una sosta attenta. Si riprende il cammino sulla Via Tarquiniense dirigendosi verso Tuscania fra verdi praterie e campi di grano (purtroppo oggi a rischio a causa di scellerati progetti di fotovoltaico a terra): più o meno a metà strada, presso l’antica fattoria di Montebello (indicazioni sulla destra), si trovano i castelli dell’Ancarano e di Pian Fasciano, proprio uno di fronte all’altro a dominio delFiume Marta, che scorre placido in una valle solitaria e dell’aspetto arcaico.

Valle del Marta-Castello di Pian Fasciano al tramonto 1 MINLB

Da Tuscania invece si può raggiungere, procedendo verso la Cassia lungo la Via Vetrallese, la Roccaccia di Respampani, posta nell’omonima, vastissima tenuta della Regione Lazio. Torniamo ora a Tolfa e seguiamo l’alternativa al tragitto appena descritto (che può comunque essere percorso in un secondo momento): si riscende in direzione di Canale Monterano e si ritorna al bivio per Manziana sulla Via Claudia-Braccianese, che si segue verso Nord (girare a sinistra). Si oltrepassa il “borgo ideale” di Oriolo Romano, qualificato dal bel Palazzo Altieri, e poi si entra in Provincia di Viterbo, arrivando dopo qualche decina di chilometri a Blera, paese di origine etrusca e di aspetto cinquecentesco, immerso in un territorio ricchissimo di testimonianze d’epoca villanoviana, etrusca, romana e medievale.

Sulle rive del Torrente Vesca, fra Civitella Cesi e San Giovenale

Pochi luoghi come questi sanno offrire la perfetta convivenza fra natura e vestigia del passato: il Parco Regionale Marturanum (nel Comune di Barbarano Romano, altro borgo fortificato tutto da gustare) è la più comoda porta d’accesso a codesto intrigante e romantico mondo fatto di larghi orizzonti e antiche rovine. Da Blera si prendono le indicazioni per il piccolo villaggio di Civitella Cesi, e poco prima di giungervi una stradina sulla destra porta al Castello di San Giovenale e all’omonima importante area archeologica, isolati su un pianoro che si interrompe a strapiombo sulla meravigliosa Valle del Vesca, alle pendici settentrionali dei Monti della Tolfa.

Castello di San Giovenale

Da Blera si torna sulla Cassia e si va a Viterbo, dove si seguono i cartelli per la zona termale: nelle vicinanze alcune indicazioni (fare attenzione!) conducono al sito di Castel d’Asso, insediamento medievale sorto su un abitato etrusco, di cui rimangono addirittura tombe a camera con iscrizioni nella misteriosa lingua dei Tirreni.

Porta e torre del rivellino a Castel d'Asso

Si ritorna verso il Capoluogo e poco dopo si prende la Via Tuscanese che conduce a Tuscania. A circa metà strada una sterrata sulla sinistra conduce ad una fattoria rossa e poi allo sperduto Castel Cardinale, situato in una proprietà privata.

Veduta di Castel Cardinale

Questa è una delle tappe più belle del nostro itinerario: il maniero, legato a curiose storie locali, si erge all’apice di una dolce collinetta posta inaspettatamente sul fondo di una valle tufacea, a poca distanza da un torrente. Il silenzio e la sobrietà della campagna donano un tocco in più al castello, che si distingue per un grosso torrione che ne affianca l’ingresso.

Palazzo dei Papi a Viterbo

Si giunge poi a Tuscania, che merita di certo una visita in virtù della notevole ricchezza monumentale e delle particolari atmosfere del centro storico. Qui una speciale menzione va al palazzo fortificato del Rivellino, ormai ridotto a rudere, che assieme alle magnifiche basiliche romaniche di Santa Maria Maggiore e di San Pietro, nonché alla silente vallata del Marta, forma il magnifico complesso paesistico che si ammira dal Belvedere di Torre di Lavello, una delle più amate “cartoline” della Tuscia.

Tuscania, panorama dalla Torre di Lavello con il Rivellino e le due basiliche romaniche

Da Tuscania si prende per Marta e il Lago di Bolsena e quasi giunti al paese sulla sinistra una stradina porta al poco visibile Castell’Araldo, di origini templari. Anche qui il paesaggio è bellissimo, anzi, per meglio dire, lo sarebbe se non si vedessero le enormi torri eoliche recentemente installate nelle vicinanze, che incombono spaventose e rumorose. Tali “mostri d’acciaio” purtroppo segnano gravemente questa parte del percorso, e incidono anche su un altro stupendo sito nei diretti pressi di Marta, vale a dire il Castello di Monte Leano, riconoscibile per una pittoresca torre spezzata, conosciuta come la “Forchetta del Diavolo”. E’ davvero scandaloso che il patrimonio paesaggistico inestimabile della Tuscia abbia dovuto subire uno scempio simile: le energie rinnovabili sono importanti e vanno promosse, ma non possono diffondersi in un modo indiscriminato e sproporzionato, ai danni delle zone più belle ed intatte con vocazioni ben diverse da quella industriale!

Campanile del Castello di Monte Leano

Da qui, seguendo prima la Verentana e poi la strada per Montalto, si potrebbe effettuare una lunga deviazione verso mare alla ricerca di altri due siti interessanti, ossia Castellardo presso Canino e Castelvecchio nei dintorni di Arlena di Castro: tuttavia, la difficoltà di trovare effettivamente le due località sconsiglia il tragitto a chi non abbia gusti avventurosi e a chi tema di fare un buco nell’acqua. Certo più comodo è procedere verso il meraviglioso Lago Volsino, sulle cui sponde si scende in pochi minuti, risalendo poi pian piano l’orlo dell’immensa caldera vulcanica fino ad entrare a Montefiascone, patria del celebre vino “Est! Est! Est!”. La cittadina è dominata dalle scure rovine della Rocca dei Papi, che a sua volta offre un panorama ineguagliabile sulle sottostanti colline, tutte coltivate a vite e ulivo, nonché ovviamente sul grande lago, oltre il quale appaiono all’orizzonte i profili del Monte Amiata e delle alture sul confine tosco-laziale (verso mare, invece, la “barriera” delle pale eoliche è desolante e mette malinconia in chi conosce com’era fino a poco tempo fa questo paesaggio…).

Lago di Bolsena con l'Isola Bisentina

Dopo Montefiascone  si consiglia di allungare la gita puntando a Bolsena, “città dei Miracoli di Santa Cristina”, ove all’apice dello scuro borgo medievale, fra i più splendidi del Lazio, si eleva la Rocca dei Monaldeschi, fino a pochi decenni fa in rovina ma oggi recuperata a scopi museali.

Rocca Monaldeschi a Bolsena

Da Bolsena si ridiscende la Via Cassia verso Sud e si torna nella parte bassa di Montefiascone, che si lascia non prima di aver visitato la romanica Chiesa di San Flaviano, formata da due corpi sovrapposti e adornata da pregevoli affreschi; più avanti sempre dalla statale si imbocca (cartelli per Celleno e Bagnoregio) la tranquilla strada campestre che porta al bivio di Ferento.

Particolare nella Valle dei Calanchi di Bagnoregio

Proseguendo verso Nord si entra nell’ampia sub-regione della Teverina, coi suoi vigneti, frutteti, prati e burroni, ma soprattutto con i suoi borghi medievali dall’indiscusso fascino, fra cui troneggia la famosa Civita di Bagnoregio, instabile isola di tufo sul mare argilloso della “fantastica” Valle dei Calanchi. Anche nella Teverina non mancano torri e fortilizi in rovina, fra cui citiamo almeno il Castello di Corviano, presso l’omonima area archeologica rupestre, e il Castello di Chia, che fu ultima dimora del regista Pier Paolo Pasolini.

Castello di Corviano

Da Vitorchiano o Bomarzo, ennesimi “borghi-gioiello” della Teverina, si prende la veloce superstrada per Orte e poi si procede verso Gallese e Civita Castellana, avvicinandosi al Fiume Tevere. Si sbuca sulla Via Flaminia all’altezza della località di Borghetto e della ferrovia, su cui troneggiano le enigmatiche rovine della Rocca di San Leonardo, dalla bruna pietra tufacea, su cui aleggiano leggende e misteri.

Castello di Borghetto

Da Borghetto si risale la Via Flaminia verso Roma, con immediata retrospettiva, grandiosa, del maniero detto anche “di Andosilla”. Giunti ai piedi di Civita Castellana, che merita certamente una visita per il Duomo cosmatesco e per il Forte San Gallo, si prosegue verso Sud sulla statale attraversando un paesaggio prima tutto forre e strapiombi e poi dolce ed ondulato, su cui si impone alla vista l’isolato Monte Soratte: campi di grano e casali turriti, prati con greggi al pascolo e querce isolate formano una sorta di “quadro vivente”.

Campagna sulla Via Amerina

Ci troviamo ormai nel cuore dell’ampia sub-regione dell’Agro Falisco, uno dei territori più singolari del Lazio, che ripropone quel paesaggio pittoresco della Campagna Romana settentrionale, caratterizzato appunto dall’alternanza fra placidi pascoli e profondi burroni, che già entusiasmò il Goethe e altri illustri viaggiatori del passato, ma che oggi inspiegabilmente è caduto nel dimenticatoio, causa probabilmente lo scadimento culturale in atto da decenni nel nostro Paese: anzi, il proliferare vergognoso del fotovoltaico a terra e progetti assurdi di centrali eoliche pongono attualmente a serio rischio anche questo irripetibile patrimonio ambientale e culturale! Dopo poco si gira a destra per Faleria, borgo semi-spopolato con castello, che si raggiunge non prima di aver gustato la verde campagna nella quale si nasconde, ormai interamente avvolto da rovi e rampicanti, il  Castello di Paterno.

Veduta di Calcata

Si attraversa quindi la parte nuova di Faleria e si prosegue per Calcata fino a un bivio con piccolo cartello turistico, ove si svolta a destra su una sterrata che porta al sito del Castello di Foiano, posto in posizione spettacolare al margine di un’esile altopiano stretto fra due canyon. Si ritorna sulla strada principale, si tocca Calcata Nuova e si scende subito al piccolo villaggio di Calcata Vecchia che appare improvvisamente tutto raccolto su uno sperone tufaceo, in uno scenario naturale magnifico ove alcune forre si intrecciano ammantate da boschi. Il rustico e affascinante paesino, compreso nel Parco Regionale della Valle del Treja, è abitato fin dagli anni Settanta da numerosi artisti internazionali, e da solo vale un viaggio, anche per goderne l’atmosfera surreale, un po’ fuori dal mondo. Anche da qui, con un sentierino segnato che attraversa il Fiume Treja, è possibile raggiungere un insediamento medievale abbandonato: è il Castello di Santa Maria, di cui rimane soltanto una tozza torre ma che offre un’ottima vista su Calcata Vecchia.

Torre dell'Isola Conversina

C’è da dire che l’intero Agro Falisco, solcato anticamente dalla romana Via Amerina, è ricco di resti di torri e manieri, spesso difficili da raggiungere per via dell’intricata vegetazione: un recente opuscolo in dotazione presso sede del parco, nella piazzetta di Calcata, ne fornisce una mappa piuttosto dettagliata. I siti più interessanti si addensano in particolare intorno a Nepi e Castel Sant’Elia (Torre di Isola Conversina, Castello di Porciano, Castel d’Ischi, Castel Filissano), le quali dal canto loro conservano monumenti e opere d’arte medievale e rinascimentale di grande valore. Da Nepi si può tornare in pochi minuti sulla Via Cassia all’altezza di Settevene, chiudendo ad anello questo nostro lungo itinerario. Per informazioni dettagliate sulla storia dei manieri in rovina della Tuscia e sul come raggiungerli si faccia riferimento alla nostra guida I Castelli perduti del Lazio e i loro segreti.

APPUNTI DI VIAGGIO

Tempo stimato:

2-3 giorni

Periodi migliori:

ottobre-novembre-dicembre e aprile-maggio-giugno per i colori della campagna

Dove dormire:

Tolfa-Agriturismo Fontana del Papa