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Crepuscolo da Grand Tour a Gallese

Le colline che circondano Gallese offrono scorci assai romantici, soprattutto nell’autunno inoltrato. In più punti emerge il piccolo e compatto borgo medievale, culminante nel Palazzo-Castello Altemps, d’origine medievale ma ristrutturato nel Rinascimento. Certe viste sembrano uscire dai dipinti sette-ottocenteschi e ci rimandano a celebri letterati come Stendhal, il quale fu affascinato da queste terre.


Rocca Respampani: visione d’epoca

Situata nel Comune di Monte Romana ma raggiungibile più facilmente da Tuscania, la seicentesca Rocca Respampani domina un paesaggio solitario e solenne, apparentemente fuori dal tempo e dal mondo. Il fortilizio, che ha più l’aspetto del palazzo rurale che del castello, venne costruito in una zona di antichi insediamenti, ove passava l’etrusco-romana Via Clodia e appartenne a lungo all’Ospedale del Santo Spirito in Sassia. E’ uno dei nostri soggetti preferiti a livello fotografico e ci affascina il suo riproporre praticamente inalterata l’atmosfera poetica del Lazio papalino di un tempo, quello immortalato da innumerevoli dipinti del Grand Tour e in tempi recenti dal cinema, come nell’indimenticabile “Marchese del Grillo” con Alberto Sordi. Nei pressi della fattoria fortificata di Respampani si trova un borgo medievale abbandonato, conosciuto come la “Rocca Vecchia” che si consiglia vivamente di raggiungere. Per saperne di più su questo e sugli altri luoghi circostanti cfr. “Lazio. I luoghi del mistero e dell’insolito – vol. 1”.


Tramonto romantico da Nemi

Intrisi di miti e leggende, amatissimi dai viaggiatori del Grand Tour, Nemi e il suo lago vulcanico sono fra i luoghi più romantici dei Colli Albani e di tutto il Lazio. Per saperne di più: “Lazio. I luoghi del mistero e dell’insolito – vol. 2”.


Visioni da “Grand Tour” a Gallese

Il territorio di Gallese costituisce un patrimonio paesaggistico straordinario e ancora scarsamente conosciuto. Accanto alle numerose vestigia antiche, romane ed etrusche, sparse un po’ ovunque nei boschi, stupisce la bellezza della campagna che circonda l’abitato, di immenso valore “identitario” per il Lazio. Affascinante risulta infatti il contrasto fra gli ambienti selvaggi delle forre (in particolare il pittoresco Fosso dei Frati) e la placida tranquillità dei prati solcati da greggi e punteggiati da casali e conventi. Uno dei modi più semplici ed immediati per godere questa zona a piedi o in bicicletta è il cosiddetto “Giro del Pappagallo”, un sentiero ad anello che parte dal borgo medievale e ritorna direttamente ad esso: ad un certo punto si ammira uno scorcio davvero incantevole sul Palazzo Ducale che richiama i dipinti dei vedutisti del Grand Tour sette-ottocentesco. Per avere itinerari d’autore in questa zona, consigliamo la nostra guida – che sta riscuotendo un notevole successo e si avvia a diventare un “classico” – “Lazio. I luoghi del mistero e dell’insolito”.


Il Soratte da Civita Castellana

Il magnifico panorama da Civita Castellana, antichissima capitale dell’Agro Falisco e località amata dai viaggiatori, artisti ed intellettuali del Grand Tour. Domina la scena l'”oraziano” Monte Soratte, con la sua sagoma iconica a dominare un vasto e fertile altopiano. Nonostante le profonde ferite inferte dalla speculazione energetica del fotovoltaico a terra, questo paesaggio – che meriterebbe ferrei vincoli – ancora riesce ad ammaliare col suo potere enigmatico.


Panorama da Anticoli Corrado

Anticoli Corrado è un borgo delizioso e appartato alle pendici dei Monti Ruffi. Fu amato dai viaggiatori europei del tardo Grand Tour, soprattutto dai pittori per via del paesaggio nonché dei “volti” del luogo, che ritrassero in numerosi dipinti, tant’è che le “muse di Anticoli” divennero talvolta vere e proprie modelle o persino artiste esse stesse. Ricco di scorci pittoreschi e sede di un interessante museo dedicato agli artisti che vi furono attivi, Anticoli ancora oggi ammalia per i suoi panorami dove lo sguardo spazia indisturbato sull’integra Media Valle dell’Aniene, vero “polmone verde” ai margini dell’area metropolitana di Roma. Un paese dunque che sintetizza il “gusto per il bello” a 360° (natura, arte, architettura, corpo, sensualità) che caratterizzava le nostre terre fino a non molto tempo fa, e che andrebbe valorizzato in un’ottica di turismo culturale di alto livello.


La Valle Aricina dalla strada per Albano

Malgrado lo “sprawl urbano” che ha colpito questa zona come il resto dei Colli Albani, la Conca di Ariccia (nota come “Valle Aricina” e anticamente occupata da un lago) mantiene una sua particolare suggestione per una miriade di motivi: per la marcata morfologia vulcanica, per la completa visione del borgo di Ariccia – uno dei più pittoreschi fra i “Castelli Romani” – nonché per i miti antichi, i ricordi popolari e non ultime le memorie legate al periodo d’oro del Grand Tour quando questo paesaggio veniva immortalato nelle tele dei più grandi “vedutisti” europei del tempo. La foto è scattata dalla strada che – provenendo da Genzano – percorre il bordo del cratere conducendo ad Albano Laziale: uno scorcio “sfuggente” poiché semi occultato da recinzioni, siepi, arbusti spontanei e costruzioni di ogni tipo e che viceversa meriterebbe uno spazio attrezzato per permettere ai turisti di ammirare il panorama con tranquillità non fosse altro per la sua grande importanza storica.


La Valle dell’Aniene da Anticoli Corrado

Se dovessimo designare i paesaggi che più rappresentano l’identità del Lazio senza alcun dubbio la Valle dell’Aniene sarebbe sul podio, alla stregua del Lago di Bracciano e Martignano o della Valle del Tevere. Una valle che nel suo tratto medio e alto si mostra tutt’oggi di grande bellezza, eppure poco celebrata malgrado i fasti dei tempi del Grand Tour quando i più grandi artisti e intellettuali europei visitarono e descrissero questo paesaggio. I problemi che attualmente vive il Lazio sono del resto anche figli di questa sua decennale “sottovalutazione”, come se dal Dopoguerra in poi questa terra meravigliosa fosse divenuta “politicamente scorretta”, da mandare forzatamente nel dimenticatoio. Il paradosso è che proprio in questi anni molti stanno riscoprendo il Lazio e tuttavia al contempo il governo regionale fa di tutto per distruggere il territorio, fra speculazione energetica senza limiti e mega insediamenti industriali (tipo Amazon), invece di dedicarsi alla ricostruzione dei paesi colpiti dal sisma del 2016 che dovrebbe essere la vera priorità. Tragicomico no? Tornando alla Valle dell’Aniene, essa è simbolo della bellezza che ancora resiste tenacemente nella nostra regione: qui siamo ad Anticoli Corrado, il “paese delle modelle” dei pittori dell’Ottocento, e dalle sue mura si apre un panorama che lascia stupiti: il verde e l’integrità del paesaggio, fra boschi, coltivi, chiese rurali, casali e ville storiche, riempiono gli occhi del visitatore. La zona è attraversata dal Cammino di San Benedetto, sempre più frequentato dai pellegrini.


Respampani, come nell’Ottocento

Un’immagine che lascia senza fiato per la perfezione paesaggistica: siamo a Respampani, nel cuore della Maremma Laziale, a metà strada fra Vetralla e Tuscania (ma in territorio di Monte Romano). Qui ancora ammiriamo il “Lazio papalino” del grande latifondo, che tanto entusiasmava i viaggiatori del passato per il suo fascino solitario, selvaggio e a tratti inquietante. Oggi ne apprezziamo istintivamente la bellezza romantica, data dall’integrità di un luogo che fonde natura, storia e architettura. Ringraziamo Matteo Bordini di Vagabondo per averci fatto scoprire questo particolare punto di osservazione. Per maggiori informazioni su questi luoghi e per organizzare itinerari nella zona si consiglia la nostra guida “Lazio. I luoghi del mistero e dell’insolito . vol. 1”.


Torre del Fiscale dal Parco degli Acquedotti

La Torre del Fiscale emerge fra i ruderi degli acquedotti romani nell’omonimo parco della Capitale, formando un “quadretto” di quelli amati dal vedutismo del Grand Tour.


Scorcio “da Grand Tour” ai piedi di Civita Castellana

Un vero e proprio “dipinto vivente” ai piedi di Civita Castellana, a poca distanza dalla Via Flaminia.


Il Casale di Malborghetto

Posto al diciannovesimo chilometro della Via Flaminia, sulle dolci colline alla destra orografica della Valle del Tevere, lo stupendo Casale di Malborghetto è il risultato di svariate sovrapposizioni storiche e architettoniche. Edificato nel Medioevo sui ruderi di un arco quadrifronte d’epoca tardo-romana, suggella un angolo incantato della campagna a nord di Roma. Passeggiando lungo i resti dell’antico basolato e ammirando il prezioso contesto paesaggistico, ci si può immergere in un’atmosfera che rievoca con decisione la memoria del passaggio di illustri personaggi come di più modesti pellegrini e viaggiatori. Si rivive così uno di quei deliziosi “quadretti” del Grand Tour che dipingevano un Lazio bucolico e allo stesso tempo romantico.


Veduta da Rocca Santo Stefano

Una delle zone più affascinanti ancorché meno frequentate del Lazio è quella dei Monti Prenestini-Ruffi, soprattutto nel loro versante orientale. Qui, fra scorci che ricordano i dipinti del Grand Tour sette-ottocentesco, troviamo l’appartato borgo di Rocca Santo Stefano, che offre panorami incontaminati su un verde che abbraccia ovunque lo sguardo.


Paesaggio dei Monti Prenestini presso San Vito Romano

Mti Prenestini-Panorama presso S. Vito Romano 1 RCRLB.jpg

Fra Sette e Ottocento la zona di Olevano Romano e i Monti Prenestini fu presa “d’assalto” da pittori e letterati di tutta Europa, ammaliati da un paesaggio dal largo respiro, variato e pittoresco, punteggiato da borghi dall’aspetto arcano; in tempi molto più recenti anche Pasolini e Piovene ne decantarono le suggestioni. Oggi il territorio ha subito importanti alterazioni – soprattutto con l’espansione moderna dei paesi – ma nel complesso, in una veduta d’insieme, non appare così diverso da quello visibile nei dipinti del Grand Tour. Il panorama magnifico della foto si ammira dalla stupenda strada che collega Olevano a San Vito Romano e ci sorprende per la bellezza dell’Alta Valle del Sacco corrugata dalle colline capricciose di Olevano, Serrone e Paliano, con lo sfondo azzurrino dei Monti Affilani ed Ernici.


Tivoli-Tempio della Sibilla

Tivoli-Tempio della Sibilla 1 RCRLB.JPG

Tivoli è uno dei luoghi “mitici” del Lazio. Nel periodo del Grand Tour, fra Settecento ed Ottocento, la cittadina ospitò alcuni fra i più grandi artisti, scrittori ed intellettuali del mondo, affascinati dall’incomparabile paesaggio tiburtino: Tivoli divenne addirittura una delle icone del vedutismo e uno dei soggetti più ritratti in assoluto. Oggi purtroppo le cose sono molto cambiate da allora: Tivoli continua ad attrarre per le sue magnifiche ville (Adriana, d’Este e Gregoriana) ma il suo paesaggio e lo stesso abitato storico hanno subito più che altrove le ingiurie della speculazione edilizia feroce e spietata della seconda metà del Novecento. Si conservano tuttavia scorci di somma bellezza, che tutt’oggi incantano il visitatore, come quello nella foto in cui i ruderi della classicità convivono armoniosamente con le case medievali e rinascimentali e con una natura aspra e selvaggia.


Villa Falconieri a Frascati

Frascati-Villa Falconieri, facciata 1 RCRLB.JPG

Villa Falconieri è una delle più belle residenze aristocratiche di Frascati. Di origine cinquecentesca, al suo progetto lavorarono diversi architetti fra cui Antonio da Sangallo il Giovane e successivamente Francesco Borromini. La villa, situata su una collina a poca distanza dal centro abitato, offre una straordinaria vista su Roma e sul territorio circostante e custodisce magnifiche sale affrescate. Fu cara a numerosi viaggiatori illustri del Grand Tour ed è oggi sede dell’Accademia Vivarium Novum a cui va il nostro ringraziamento per averci offerto una splendida visita guidata.


Il Triangolo Barberini

Triangolo di Palestrina ARPC

Una stupenda foto del nostro collaboratore esterno Paolo Cilia che ritrae il cosiddetto “Triangolo Barberini”, il misterioso edificio alle porte di Palestrina. Si tratta del casino di caccia che i Barberini vollero nel feudo prenestino, con diversi corpi di fabbrica per assolvere i molteplici usi – residenziale, agricolo – con anche una piccola chiesetta dedicata a San Filippo Neri e, nel centro, fulcro del giardino esagonale, il famoso Triangolo: un unicum architettonico.


The lost castles of Tuscia

The way starts from Rome and it leads to Tolfa, following a solitary road crossing a breath-taking landscape through the savage Tolfa Mountains filled with medieval and Etruscan remains concealed and submerged by bushes and trees, forgotten by everybody. Here, time seems suspended  and the landscape is crossed by strong horses and long bowed horns cows, browsing the meadows disseminated by numberless stones thus giving movement to and almost immobile scene. While visiting Tolfa, don’t forget to reach the Rocca Frangipane, probably of Longobardian origins, from where you have a wonderful view of the surrounding landscape.

Tolfa-Rocca Frangipane 1 RCRLB

Tolfa-Scorcio sui tetti 1 RCRLB

From Tolfa, two are the possible deviations, both leading to Tuscania, which we’ll meet on the way. The first road takes the tourists to the sea driving along a wonderful landscape through Allumiere, the rural hamlet of Farnesiana and the remains of Cencelle, fortress-town abandoned in the middle of a wide plain and identified by ruined towers, easily visible from far.

Cencelle-Rovine 10 RCRLB

The road enters the Via Aurelia which leads to Tarquinia, rich in medieval monuments and with a Unesco patronage Etruscan necropolis. After a careful visit to this interesting area – a real must  – the tour continues along the Via Tarquiniense, direction Tuscania, crossing green meadows and wheat spaces and reaches the ancient farm of Montebello (on the right), the castles of Ancarano and Pian Fasciano (one in front of the other) dominating river Marta flowing through a savage and sometimes concealed valley. As an alternative, from Tuscania it is possible to reach the Roccaccia di Respampani driving along Via Cassia. The Roccaccia di Respampani is worth a short stop for its interesting structure and landscape (flyfishing addicts may have a try in the attactive –and not so easy – water of Biedano River, flowing deep in the valley, in the “middle of nowhere”…). The alternative trip from Tolfa leads to Canale Monterano and to the deviation to Manziana, on Via Claudia-Braccianese. Very suggestive is the Ghost town of Monterano Vecchia, with the ruins of Ruspoli Palace, that reminds of the pictures of Grand Tour.

Monterano Vecchia-Palazzo Ruspoli, scorcio RCRLB

Monterano Vecchia-Palazzo Ruspoli, panorama 1 RCRLB

Once crossed Oriolo Romano (“ideal hamlet” of XVII century) with its beautiful Altieri Palace the tourist enters the province of Viterbo and reaches Blera after some chilometers. Blera is of Etruscan origins and is rich in remains of Villanova, Etruscan, Roman and Medieval eras. The Regional Marturanum Park is one of the best examples of cohabitation of nature and remains of the ancient times. It belongs to the municipality of Barbarano (another wonderful fortified hamlet really worth a visit). The park offers the nature lovers all the best they desire to spend peaceful days in full contact with the environment. From Blera, the tourist will follow the way to the small village of Civitella Cesi and, short before reaching it, the San Giovenale Castle and its archeological area, delimited by a steep overhanging the Valley of river Vesca.

S. Giovenale-Castello, scorcio 2 RCRLB

From Blera, the Via Cassia takes to Viterbo crossing the interesting area of Castel d’Asso, a medieval hamlet built on an Etruscan previous village with tombs and inscriptions of this ancient people.

Castel d'Asso-Porta e Torre del Rivellino 1 RID

Castel d'Asso-Torre del rivellino 3 RID

From Viterbo, the Via Tuscanese takes to Tuscania but before reaching this town there is small road on the left driving to a red farm. After the farm, there is Castel Cardinale, of private property. This is one of the most interesting stops of this trip. The castle, with many curious local histories, is on the top of a small hill on the bottom of a tufa valley not far from a stream.

Castel Cardinale-Veduta della collina 2 RID

Castel Cardinale-Veduta 2 RID

Tuscania is worth a longer visit with its fortified Rivellino Palace, the wonderful Romanesque churches of Santa Maria Maggiore and San Pietro, the lovely Marta Valley, the Belvedere of Torre di Lavello and much much more.

Tuscania-Panorama dal Belvedere 1 RCRLB

Tuscania-Rivellino, rovine 1 RCRLB

From Tuscania the road takes to Marta and Lake Bolsena. A short distance before Marta, there is Castell’Araldo (built by the Templars) and not far from here, the Castle of Monte Leano, with its broken tower known as Forchetta del Diavolo (Devil’s Fork).

Mti Volsini-Torre di Monte Leano RCRLB

Following the Via Verentana and the road leading to Montalto, it is possible to move toward the sea and visit two other interesting areas, Castellardo – near Canino – and Castelvecchio, not far from Arlena di Castro. It must be noted that these two spots are really very hard to be found and such a trip is only for those who like adventure. Much easier is the way to Lake Volsino (another name by which Lake Bolsena is known). The road runs along the lake and reaches Montefiascone, famous for its wine “Est! Est! Est!”, and dominated by the remains of the Rocca dei Papi, worth a visit not only for its archeological presence but also for the relaxing sight it offers on the whole lake. Once left Montefiascone the trip continues to Bolsena, still running around the lake. Bolsena, famous for the Miracles of Santa Cristina, has a wonderful medieval hamlet – for sure, one of the most beautiful of Latium – and the Rocca dei Monaldeschi (Monaldeschis’ Fortress) now hosting an interesting museum.

Bolsena-Rocca Monaldeschi 2 RCRLB

Bolsena-Scorcio 4 RCRLB

Once visited Bolsena, it is time to go back to Montefiascone (don’t miss the small but very nice Church of San Flaviano) and take the road leading to Celleno and Bagnoregio. At the end of this road, a sign indicates the way to reach Ferento, with its open air theatre (worth a visit). Civita di Bagnoregio – known as “The Dying Town” due to the erosion which is destroying the hamlet – almost suspended on a unique valley – known as “Valle dei Calanchi” which no equal in the world. After the visit to Civita di Bagnoregio – it takes a few hours but should not be missed – the tourist goes back to Lake Bolsena and again to Montefiascone, to Viterbo and to Orte via SP Ortana (SP 151). A few chilometers before the deviation (to the right) for Soriano nel Cimino, there is a road sign indicating Castello di Corviano, with a lovely archeological site, worth a visit (leave the car in the nearby and go by foot). Another road sign (Chia) on the left suggests a visit to the Tower of Chia, the manor where Pier Paolo Pasolini spent his last years.

Castello di Chia 1 RCRLB

From Chia, the visitor should go back toward Soriano and take the highway to Orte, another small town worth a visit. From Orte, the next stops will be Gallese and Civita Castellana (from Orte, look for Orte Scalo – that’s Orte Railways Station). The road enter a major road (Via Flaminia) and a few chilometers from Civita Castellana the remains of Rocca di San Leonardo appear on the right. This almost destroyed Rocca rests in the area called “Borghetto”. Following the direction to Rome (turn to right) the road passes on the back of this castle (also known as “Andosilla Castle”) and takes us to Civita Castellana with its interesting Duomo and Forte Sangallo (both worth a visit). Not far from Civita Castellana, the shape of Monte Soratte (Soratte Mountain) carves the sky on the way to Rome. We are in the area known as Agro Falisco, whose landscape gave Goethe and other famous travellers of the past the clue for their masterpieces. Following the road to Rome, on the right we find the sign to Faleria, with its Castello di Paterno (Paterno Castle) unfortunately almost distinguishable from the brambles covering the structure. Once crossed Faleria, a small sign on the right shows the way to Castello di Foiano (Foiano Castle) where you make take a rest and appreciate the area. Calcata is not far and lays on the top of a rock hill, destroyed by an earthquake in the ancient years and now restored and inhabited – since the ‘70s – by families of artists offering their masterpieces to the thousands of tourists coming from all over the world.

Borghetto-Rocca di S. Leonardo RCRLB

From Calcata, a path crossing river Treja leads to the abandoned Castle of Santa Maria (Santa Maria Castle) of which only a short tower reminds the visitors the existence of some sort of civilisation. The whole Agro Falisco is dotted with remains of towers and castles, very often difficult to be located and found due to the thick vegetation . The most interesting spots are near Nepi and Castel Sant’Elia (Torre di Isola Conversina, Porciano Castle, Castel d’Ischia, Castel Filissano…). From Nepi, reaching the Via Cassia near Settevene is a matter of minutes, thus closing this long itinerary.

Translation by Osvaldo Velo (http://flyfishingtuscia.com/)
Recommended accommodations: 
Tolfa (RM)“Fontana del Papa”
Roccalvecce (VT) “Castello Costaguti”
Vitorchiano (VT) – “Villa Lavinia”


Panorama da Olevano Romano

Olevano Romano-Panorama dalla rocca RCRLB

Noto per il vino rosso “Cesanese”, un’eccellente doc che in questi ultimi anni sta vivendo una riscoperta, Olevano Romano fu una delle mete predilette del Grand Tour nei dintorni di Roma, come testimonia il Bosco della Serpentara, da duecento anni ritrovo di artisti ed intellettuali europei. Ancora oggi il borgo, pur ingranditosi in modo eccessivo, offre panorami splendidi su un territorio – l’Alta Valle del Sacco – rimasto piuttosto integro e, come detto, dedito all’agricoltura, soprattutto vitivinicola. Il paese è sfiorato dall’itinerario “Borghi e paesaggi segreti della Ciociaria: parte 1”.


Villa Catena presso Poli

Villa Catena-Veduta 2 RCRLB

Uno scorcio dell’elegante, cinquecentesca Villa Catena, appena emergente dalla fitta vegetazione che ormai sta ricoprendo il sito. Si tratta di una delle ville abbandonate più misteriose del Lazio, risalente al Seicento e soggetto di alcuni dipinti all’epoca del Grand Tour che la resero celebre fra i vedutisti di tutta Europa. Siamo nell’Agro Polense, un territorio ricco di fascino storico, artistico e paesaggistico a pochi chilometri dalla Capitale.