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“Volando” da Monte Riccio

Sempre alla ricerca di “paesaggi segreti” del Lazio, stavolta in compagnia dell’amico Adrian Moss di Explore Tuscia, eccoci a svelavi un inedito panorama “a volo d’uccello”, quello cioè dall’iconica collina di Montericcio (o Monte Riccio, a 130 m. s.l.m.), che – con i suoi piccoli ma suggestivi calanchi – spicca nel verde primaverile della magnifica Valle del Mignone, cuore d’Etruria.


Le Saline di Tarquinia

Le Saline di Tarquinia – inattive dagli anni Novanta e oggi Riserva Naturale Statale – costituiscono un importante ambiente umido sul Litorale Viterbese, ecosistema prezioso per una ricca avifauna, stanziale e migratoria. Situate a due passi dal mare, formano anche un suggestivo paesaggio, incorniciato dai non lontani Monti della Tolfa (sullo sfondo).


La ceramica della Tuscia

Ospitato nello storico Palazzo Brugiotti (XVI sec.), sede della Fondazione Carivit, il Museo della ceramica della Tuscia è una delle “perle segrete” di Viterbo. Vi sono custoditi reperti dal Medioevo al Rinascimento, sapientemente restaurati e conservati in una collezione davvero bellissima. Colpiscono soprattutto il “bestiario medievale” e i volti delle dame quattro-cinquecentesche raffigurati su vasi, piatti, ecc… Da sottolineare che si è accolti con gentilezza e professionalità e che l’ingresso è libero: un valore aggiunto per un museo (fondato nel 1996) da assolutamente da visitare e da promuovere meglio, che permette di conoscere un aspetto poco conosciuto eppure assai importante, quello dell’arte della ceramica, che ha interessato la “capitale” della Tuscia ed il suo territorio con un notevole livello qualitativo.


Tuscania dal Sentiero del Sasso Pinzuto

Dal Sentiero del Sasso Pinzuto, nei pressi di Tuscania e del Fiume Marta, si apre un bellissimo panorama su questa cittadina d’arte medievale e rinascimentale. Nonostante lo sfondo sia stato rovinato in modo scellerato da decine di pale eoliche, la veduta (che prima di ciò era davvero magnifica) rimane del massimo interesse per apprezzare la perfetta armonia fra l’edificato storico e il paesaggio agreste e naturale – in attesa di un futuro smantellamento di questa vergogna nazionale.


La Torre civica di Viterbo

La Torre civica di Viterbo spicca dal porticato del Palazzo dei Priori donando un “quadro” tipico delle cittadine d’arte italiane.


Grotta nel Fosso del Mandrione

Nel Fosso del Mandrione, fra Bassano in Teverina e la frazione Sant’Eutizio di Soriano nel Cimino, si snoda uno splendido sentiero che tocca le tracce di varie epoche storiche, da quelle più remote e misteriose (Preistoria) al più “vicino” Medioevo, di cui è simbolo l’omonima svettante Torre di Santa Maria di Luco: il tutto come sempre immerso nelle magiche selve della Tuscia Cimina.


Particolare in Piazza del Gesù

Un particolare crepuscolare della fontana duecentesca di Piazza del Gesù, uno degli angoli più belli e vissuti della “Viterbo medievale”.


“Paesaggi fantasma” d’Etruria: viaggio nella “zona sacrificata” per non dimenticare – parte 3

Ed eccoci giunti alla terza ed ultima puntata di questo nostro anomalo viaggio indietro nel tempo. Con la seconda parte ci eravamo spostati verso sud-ovest (nelle località di Pian di Vico e San Giuliano) ed ora continueremo in quella stessa direzione sfiorando suggestive località come Formicone, Castel Ghezzo, Pian dell’Arcione. Ci troviamo nella porzione più solenne e panoramica della “zona sacrificabile” (e ormai “sacrificata”): un paesaggio dai “grandi spazi” che poco aveva da invidiare ai più celebrati panorami agresti della contigua Toscana, e che custodiva l’anima più vera della civiltà rurale della Tuscia e un potenziale tutto da sviluppare per l’economia locale. Viaggiare sulla sp4 da Tuscania a Montalto equivaleva infatti ad immergersi in una vera e propria “galleria” di scorci mozzafiato in una campagna pressoché incontaminata. Oggi, tuttavia, questa è proprio la direttrice lungo cui la speculazione energetica e la conseguente distruzione hanno raggiunto livelli parossistici. Un paesaggio che da verde (qual era) si sta trasformando in “green”, o più precisamente in “orange”, visti attualmente i numerosi cantieri aperti con relative reti arancioni dei lavori in corso: molti dei terreni che vedrete in foto non esistono più. Un territorio letteralmente fatto a pezzi, un disastro ambientale senza precedenti per la Tuscia Viterbese, le cui responsabilità hanno innominabili nomi e cognomi e coinvolgono una buona parte della politica locale e regionale. Percorrere la stessa strada a distanza di qualche anno, soprattutto da Montalto verso Tuscania, per via delle particolari prospettive visive, significa potersi rendere conto di come un patrimonio collettivo inestimabile (fatto di paesaggio e cultura, economia e turismo e soprattutto di TERRA) sia stato spazzato via e sostituito da un qualcosa che non somiglia più a nulla se non a un incubo distopico. Ricordiamoci insomma con le seguenti immagini di quanto era bella la Tuscia e di quale bene prezioso è stato sottratto al popolo italiano.

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“Paesaggi fantasma” d’Etruria: viaggio nella “zona sacrificata” per non dimenticare – parte 2

Dopo la prima parte di questo nostro drammatico itinerario, ecco che ora andiamo ad “esplorare” la zona - attraversata dall’antica Via Clodia – che forse offriva – e in parte offre ancora – le emozioni più intense e la campagna più pittoresca. Siamo nel Comune di Tuscania, dai grandi spazi pianeggianti di Pian di Vico – luogo del discusso (e scandaloso mega) impianto fotovoltaico, ora in costruzione – alla località di San Giuliano, con le sue magnifiche ondulate colline che preannunciano le più celebrate icone paesaggistiche della Toscana “ideale”. Casali, ville e fattorie completano il quadro di una porzione di territorio che, malgrado l’invadente presenza degli impianti energetici, ha conservato quasi intatto l’assetto insediativo storico e che negli ultimi anni aveva iniziato a farsi conoscere anche per alcune iniziative positive, come la coltivazione della lavanda. Buona visione!

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La magia della Valle del Biedano

La Valle del Biedano è una delle vallate più belle ed integre dell’Alto Lazio etrusco ma risulta ancora scarsamente considerata e studiata a livello fotografico, se non il tratto del Parco Regionale Marturanum a Barbarano (e di solito ci si limita al fondovalle nella splendida forra). Qui siamo nella sconosciuta zona, fra Blera e Vetralla, in cui il Fiume Biedano riceve le acque del Torrente Grignano. La foto è scattata dal Monte Panese – nei pressi di Vetralla – o meglio da una delle finestre che si aprono fra la vegetazione di questa boscosa e solitaria altura, di rado raggiunta da escursionisti o fotografi, e mostra la ricchezza e la varietà di questo prezioso paesaggio.


Persi nella Piana del Diavolo

Una vista dalle campagne dell’Arkansas? Nient’affatto! Siamo nel cuore dell’Etruria, precisamente nella cosiddetta “Piana del Diavolo”, vasta pianura che si estende grosso modo fra il Monte Canino e Vulci, nella Maremma Viterbese. Immensi pascoli o coltivi si aprono di fronte ai nostri occhi e sembrano voler tenere lontane da noi le fitte selve che li bordano sullo sfondo e che paiono racchiudere misteri, leggende e siti archeologici inesplorati. Una terra di rara suggestione che meriterebbe un parco nazionale.


Antico casale turrito fra Orte e Vasanello

Torri e antichi casali punteggiano le ubertose colline fra Orte e Vasanello, entrambi centri di grande rilievo nel passato: il primo nel Medioevo, il secondo soprattutto in epoca rinascimentale.


Tuscania crepuscolare

Toni crepuscolari accentuano la suggestione di Tuscania in una sera di dicembre.


Scorcio su Largo delle Sette Cannelle a Tuscania

Tuscania custodisce uno dei centri storici più belli e curati del Lazio, in una sintesi assai armoniosa fra architettura medievale e rinascimentale che ricorda Orvieto di cui peraltro ripete la predominanza assoluta della pietra tufacea, con inserti di peperino, nenfro e basalto, rocce che ricordano l’origine prettamente vulcanica dell’attuale geomorfologia della zona. Una delle vie più caratteristiche è il cosiddetto “Largo delle Sette Cannelle”, una stradina curvilinea che offre scorci particolarmente evocativi.


Tuscania-Basilica di San Pietro

Lo straordinario fascino medievale della Basilica di San Pietro, capolavoro romanico, vanto di Tuscania: monumento ricco di sovrapposizioni architettoniche e religiose nonché di simboli sacri, in un continuum di utilizzazioni che va dall’epoca etrusca a quella odierna.


Veduta di Bomarzo al tramonto

Una classica veduta del borgo di Bomarzo, per metà in ombra e per metà illuminato dalle ultime e calde luci di un languido tramonto di fine autunno.


Tra i castagneti di Soriano nel Cimino

Famosa per la sua “Faggeta monumentale”, Soriano nel Cimino sorprende pure per i suoi castagneti, con svariati esemplari secolari, che si estendono a quote più basse. In questo periodo il foliage dei castagni giunge al proprio culmine, per lasciare presto la scena alla lunga veste invernale.


Il tunnel di Ponte del Ponte

Fra Corchiano e Gallese si trova – seminascosto nella vegetazione – un interessante sito archeologico, ossia Ponte del Ponte, fiancheggiato da un antico tunnel.


Vallerano nei boschi

Il bel borgo di Vallerano, visto da Vignanello, appare immerso nei boschi di castagno dei Monti Cimini che in questo periodo si tingono delle magnifiche sfumature del foliage autunnale.


Casa rinascimentale a Vallerano

Il centro storico di Vallerano è uno dei più interessanti dell’area cimina e si presenta piuttosto articolato dal punto di vista sia urbanistico sia edilizio, con notevoli esempi di case ed elementi architettonici d’epoca medievale e rinascimentale. Noto per la “Notte delle candele”, che si svolge a fine agosto, questo paese merita di essere riscoperto da un turismo attento.