Archivi tag: parco regionale dei monti lucretili

Tramonto medievale

Non si può non rimanere colpiti dagli indimenticabili tramonti della splendida Sabina, che marcano i profili dei castelli spesso in cima ai tanti borghi sui poggi e sui monticelli: in questo caso Nerola, nella Sabina Romana, ai margini del Parco Regionale dei Monti Lucretili, vista dal vicino paese di Scandriglia.


Come una “coperta” di ulivi…

Com’è noto, l’olio è definito l'”oro” della Sabina: gli uliveti, che caratterizzano fortemente il paesaggio, appaiono in più punti quasi come delle “coperte”, rendendo morbidi i profili di aspre colline e ruvide montagne.


Chiostro del Santuario di Santa Maria delle Grazie a Ponticelli

Il lindo chiostro del Santuario francescano di Santa Maria delle Grazie a Ponticelli, frazione di Scandriglia, costruito nel 1478 dagli Orsini, signori allora di grandi possedimenti nell’Alto Lazio. Voci popolari parlano di riti esorcistici che si sarebbero compiuti al suo interno negli anni passati…


“Quadretto” sabino presso Scandriglia

Fra gli innumerevoli “paesaggi segreti” del Lazio, le colline di Scandriglia in direzione di Orvinio meritano una menzione speciale. Difficile trovare oggi in Italia, soprattutto nelle regioni più ricche e popolose, territori così belli e al contempo tuttavia del tutto sconosciuti. Eppure questi colli calcarei, che si alzano man mano alle falde del Monte Serrapopolo, compongono un quadro di straordinaria armonia, tra uliveti, boschi misti, cipressi, vecchi casali in pietra. L’autunno – anzi, precisamente questi giorni in cui scriviamo – è il momento clou per visitare e fotografare la zona, lasciandosi andare a magnifiche passeggiate lungo tranquille stradine bianche, persi in una campagna sognante dagli infiniti colori.


Dal Sentiero delle aquile, subito dopo il tramonto…

Una romantica veduta crepuscolare del piccolo borgo di Civitella di Licenza dal Sentiero delle aquile, nel Parco Regionale dei Monti Lucretili. Questi sono i luoghi del poeta Ovidio, che tutt’oggi hanno conservato un aspetto bucolico ed appartato, a poche decine di chilometri da Roma.


Castello Savelli a Moricone

Moricone-Castello Savelli 2 RCRLB

Il Castello Savelli nel borgo di Moricone, che con le case intorno crea una deliziosa piazzetta, alle falde dei Monti Lucretili.


Rovine di Santa Maria del Piano ad Orvinio

La Sabina è terra di “luoghi dello spirito”: vi si susseguono eremi e monasteri, conventi, pievi e abbazie che puntellano il paesaggio donandogli un’aurea sacrale. La cornice naturale, sempre splendida ed integra, contribuisce a tale atmosfera sospesa. Qui siamo fra le romantiche rovine dell’Abbazia di Santa Maria del Piano, ai piedi di Orvinio, in un’area interna ed isolata dei Monti Lucretili. Spiccano la facciata romanica, l’interno senza copertura della chiesa e il magnifico campanile: il monumento risale al XI secolo (ma una leggenda lo vuole fondato da Carlo Magno nel IX) ed è attualmente oggetto di un attento restauro che si auspica venga completato a breve. Ci troviamo in uno dei punti più suggestivi del Cammino di San Benedetto, il cui ideatore, Simone Frignani, ha definito Santa Maria del Piano la “piccola San Galgano della Sabina”.

Panorama da Scandriglia

Scandriglia-Panorama 4 RCRLB.JPG

Un altro bellissimo panorama da Scandriglia, ai piedi del Parco Regionale dei Monti Lucretili, cerniera fra la Sabina Romana e quella Reatina.


Campagna sabina presso Scandriglia

Scandriglia-Paesaggio presso il paese 1 RCRLB.JPG

La magnifica campagna sabina nei pressi del borgo di Scandriglia, ad ottobre. Siamo ai margini del Parco Regionale dei Monti Lucretili, luogo ricolmo di storia, in cui l’ambiente naturale si sposa perfettamente con un paesaggio rurale intatto e dal sapore antico.


Panorama da San Polo dei Cavalieri

S. Polo dei Cavalieri-Panorama 1 RCRLB.jpg

Il borgo medievale di San Polo dei Cavalieri, sulle pendici dei Monti Lucretili, si affaccia  sulla Valle dell’Aniene verso Tivoli e Roma con un panorama di sorprendente bellezza.


Scalette ad Orvinio

 

Orvinio-Vicolo con scalette 2 RCRLB

Uno degli angoli più caratteristici di Orvinio, solitario villaggio medievale sabino, nel cuore del Parco Regionale dei Monti Lucretili. Inserito nel club dei “Borghi più belli d’Italia”, è oggi punto-tappa del sempre più frequentato Cammino di San Benedetto e sta godendo di una sorta di rinascita, favorita anche dal paesaggio incontaminato che avvolge il paese.


Faggio secolare alle pendici del Monte Gennaro

Mti Lucretili-Mte Gennaro, Valle Cavallera 1 RCRLB.JPG

Un annoso faggio con i suoi rami contorti, quasi a formare una creatura uscita da una fiaba. E’ un’immagine ricorrente nell’ombrosa Valle Cavallera, alle pendici del Monte Gennaro, nel Parco Regionale dei Monti Lucretili: immagini di montagna e d’incanto “a balcone” su Roma e la sua Campagna.


Campagna ai piedi di Montelibretti

Mti Lucretili-Campagna ai piedi di Montelibretti RCRLB

Uno scorcio primaverile della bellissima campagna che circonda il borgo di Montelibretti, alle pendici dei Monti Lucretili. Leccete, uliveti terrazzati e alberi da frutto formano il tipico paesaggio bucolico della Sabina Romana. 


Mura del Castiglione di Palombara

Palombara Sabina-Castiglione 1 RCRLB

Le mura del Castiglione di Palombara Sabina, luogo di straordinario fascino, sulle pendici dei Monti Lucretili. Ci troviamo nella Sabina Romana, in una zona ricca di ruderi medievali (vedi Stazzano Vecchio). Per saperne di più riguardo al Castiglione: “I castelli perduti del Lazio e i loro segreti”.


Il “borgo perduto” di Stazzano Vecchio

Luogo segreto e dimenticato, il paese “fantasma” di Stazzano Vecchio sorge in una solitaria valletta della Sabina Romana, nelle vicinanze del borgo agricolo di Stazzano, frazione di Palombara. Immersi fra boschi, ulivi e ciliegi a perdita d’occhio che danno forma ad una campagna magnifica, i pittoreschi ruderi rimangono invisibili dalla Via Maremmana Inferiore.

Stazzano Vecchio-Panorama 1 RCRLB

Del resto, tutt’oggi Stazzano Vecchio non è citato né tanto meno descritto su nessuna guida turistica dedicata al Lazio, complice anche la condizione di “proprietà privata”che caratterizza il sito (malgrado l’accesso sia di fatto libero tranne che per il castello) e che non permette una sua fruibilità da parte del pubblico. Difficile peraltro arrivarci a causa della mancanza di indicazioni sulla strada: informazioni dettagliate a riguardo si trovano nel nostro libro “I castelli perduti del Lazio”.

Stazzano Vecchio-Veduta da lontano RCRLB

Scarse anche le fonti storiche sul sito: la sua antropizzazione dovrebbe risalire all’epoca costantiniana mentre le fortificazioni vennero realizzate nell’Alto Medioevo, forse per iniziativa della non lontana Abbazia di Farfa, e successivamente ristrutturate dai Savelli e dagli Orsini. Del castello rimangono l’antico mastio quadrato e quattro torri circolari con un fossato sul lato dell’abitato.

Stazzano Vecchio-Castello Orsini, scorcio fra gli alberi RCRLB

Stazzano Vecchio-Castello Orsini, maschio RCRLB

Stazzano Vecchio-Castello Orsini, torrione circolare RCRLB

Dopo un periodo di declino durato secoli, causato anche da una serie di epidemie malariche, Stazzano venne abbandonato definitivamente per via del terremoto del 24 aprile 1901, calcolato all’VIII grado della Scala Mercalli, l’ultimo di una fitta lista di scosse storicamente documentate dal XVIII al XX secolo.

Stazzano Vecchio-Ruderi 2 RCRLB

Stazzano Vecchio-Ruderi 1 RCRLB

La visita alle rovine di Stazzano Vecchio e al suo maniero risulta estremamente piacevole ed interessante in virtù della bellezza dell’ambiente naturale e della relativa integrità del tessuto urbano originario, in cui si riconoscono bene la zona absidale della diroccata Chiesa di Santa Maria e i due corsi principali, bordati da edifici in vario stato di degrado.

Stazzano Vecchio-Vicolo 2 RCRLB

Stazzano Vecchio-Vicolo 1 RCRLB

Un’escursione al Parco Naturale dei Monti Lucretili può completare degnamente una gita a Stazzano Vecchio, magari puntando proprio sulle emergenze storiche e architettoniche dell’area protetta: a tal proposito imperdibili sono le passeggiate che raggiungono le rovine di Montefalco presso Monteflavio e quelle, spettacolari, del Castiglione di Palombara Sabina, anche al fine di avere una visione d’insieme dell’intensa urbanizzazione che in epoca medievale ebbe questo territorio e di cui rimangono copiose vestigia.

APPUNTI DI VIAGGIO
Periodi consigliati:
aprile (per le fioriture di ciliegio) e maggio; l’autunno inoltrato per i colori della campagna.
Link utili:
Strada dell’olio della Sabina 
Parco dei Monti Lucretili


Rovine del Castiglione presso Palombara Sabina

Palombara Sabina-Castiglione, cinta muraria 1 RCRLB

I suggestivi ruderi del Castiglione, presso Palombara Sabina, alle falde del Monte Gennaro. Si tratta di uno dei “manieri perduti” più affascinanti del Lazio, notevole esempio di castrum alto-medievale (forse longobardo). Per saperne di più si faccia riferimento al nostro libro “I castelli perduti del Lazio”.