La massiccia Rocca Farnese a Cellere, recentemente sottoposta a restauro. Venne edificata nel Rinascimento dalla nobile famiglia laziale a mo’ di palazzo intorno ad una preesistente torre medievale, la quale a sua volta era stata innalzata su un sito protostorico.
La classica vista di Soriano nel Cimino dall’ostello posto sulla strada per la Faggeta monumentale, patrimonio dell’Umanità dell’Unesco. La compatta spirale del borgo, coronato dalla Rocca degli Orsini, si staglia su un paesaggio ubertoso e lavorato dall’uomo. Luoghi di straordinario fascino: per saperne di più si consiglia la nostra guida “Lazio. I luoghi del mistero e dell’insolito”.
Uno scorcio dalla Rocca Monaldeschi della Cervara a Bolsena con la neoromanica Chiesa di San Salvatore, costruita nei primi del Novecento dall’architetto Luigi Codini, autore, fra le altre cose, della splendida Villa Aliotti a Roma.
La straordinaria struttura “a spigolo” del Castello Theodoli a San Vito Romano (di origine medievale ma ristrutturato nel Seicento), vista dal basso, ai piedi del cosiddetto “scoglio”. Domina uno dei borghi più spettacolari e meno conosciuti del Lazio, che meriterebbe una seria politica di valorizzazione e promozione.
Fra le romantiche rovine del Castello Longobardo di Vicalvi, che le leggende popolari del posto raccontano sede di oscure presenze: per maggiori informazioni sulla storia e i misteri di questo maniero si faccia riferimento alla nostra guida “I castelli perduti del Lazio”.
Il poderoso Castello dei D’Alviano – d’epoca rinascimentale – nell’omonimo borgo della Teverina Umbra, appena fuori dai confini laziali: da qui si può ammirare uno splendido panorama sulla Teverina Viterbese e i Monti Cimini.
Sorto nei pressi dei resti di una villa attribuita a Cicerone e memore di innumerevoli vicende storiche, il quattrocentesco Castello di Torre Astura con il suo ponte rappresenta una delle “cartoline” più celebri del litorale laziale.
Simbolo del paese, la Rocca Colonna domina Serrone, all’estremo nord della Ciociaria. Il fortilizio, di cui rimane poco oltre alla torre, si sviluppa alle pendici del Monte Scalambra e offre un bellissimo panorama sull’Alta Valle del Sacco.
Labro, vista sulla Valle del Fuscello sotto un cielo drammatico. Siamo sulla Via Romantica della Sabina, che da Labro a Collalto Sabino tocca numerosi castelli e incantevoli borghi, attraversando alcuni fra i più bei paesaggi del Lazio.
Vicalvi in lontananza, visto dalla Piana del Fibreno. E’ dominato dall’imperiosa mole del Castello detto “Longobardo” (cfr. “I castelli perduti del Lazio… e i loro segreti”), su cui aleggiano fosche leggende, come quella della cortigiana Aleandra Maddaloni – vissuta nel Settecento – il cui spettro si aggirerebbe nel maniero…
Uno scorcio notturno del fiabesco Castello di Torre Alfina, che domina uno dei borghi più incantevoli del Lazio, perso in un severo altopiano dell’Alta Tuscia.
Uno scorcio del pittoresco castello di San Vittorino Romano: risalente al X secolo e costruito in blocchi di tufo, sorveglia un malandato borgo da troppo tempo in attesa di un giusto recupero. Siamo nell’estrema propaggine orientale del Comune di Roma, il cui centro dista una trentina di chilometri. Malgrado la vicinanza ad una delle aree più degradate della Capitale – la periferia est -, qui a San Vittorino si ormai in piena campagna, quasi isolati, in un paesaggio rurale che si sviluppa improvviso ed inaspettato appena oltrepassata la borgata di Giardini di Corcolle, procedendo sulla via di Poli. Davvero una chicca non soltanto storica ma anche ambientale e sociologica di Roma, che conferma la complessità e le contraddizioni della realtà romana, i suoi vizi e le sue virtù. San Vittorino fra l’altro è la “porta” del cuore del cosiddetto “Agro Romano Antico”, secondo una bella definizione di Italia Nostra, ed è nota agli escursionisti per la magnifica forra del Fosso di Ponte Terra, che si apre ai bordi del paese, caratterizzata da cascate e una vegetazione addirittura selvaggia.
Uno degli scorci “proverbiali” del Lazio: l’Abbazia di Vulci e il Ponte del Diavolo dominano la selvaggia Valle del Fiora creando uno scenario dai toni “fantastici”.
Una romantica veduta invernale della Torre (o Castello) di Chia, presso l’omonima frazione di Soriano nel Cimino ma a poca distanza da Bomarzo. Il fortilizio appare immerso in uno scenario boscoso, dando forma ad un vero e proprio “paesaggio medievale”.
Una veduta romantica della torre del Castello di Chia, conosciuto anche come “Castello di Pasolini” in quanto il famoso regista lo abitò nell’ultimo periodo della propria vita. Sorge ai margini della Piana Cimina, nella Teverina, a balcone sulla splendida Valle del Fosso Castello, tra i borghi di Chia e Bomarzo ma nel Comune di Soriano nel Cimino.
Uno dei gioielli architettonici del Lazio, il Castello Orsini-Odescalchi a Bracciano, affacciato sull’omonimo lago e visibile sin da lontano con la sua mole imponente. A metà fra una dimora fortificata ed un palazzo signorile, questo monumento fu edificato nel XV secolo per volere degli Orsini (ristrutturando un preesistente maniero) su iniziale progetto dell’architetto senese Francesco Di Giorgio Martini; in seguito vi lavorarono a più riprese grandi artisti, come ad esempio Antoniazzo Romano e i Fratelli Zuccari per quanto riguarda le decorazioni pittoriche. L’elegante castello, considerato fra i più belli al mondo, racconta non solo l’epopea del Rinascimento nel Lazio ma anche delle leggende e degli intrighi dell’aristocrazia romana. Per saperne di più. “Lazio. I luoghi del Mistero e dell’insolito”.
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