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Luoghi della classicità sulla Tolfa

Un rudere d’epoca romana ai piedi del Monte Tolfaccia, nei pressi della località Fontanaccia (Allumiere): su queste magnifiche colline natura selvaggia, scorci bucolici e antichi ruderi formano il quadro di una bellezza classica e senza tempo.


Rocchettine nel verde

Le rovine di Rocchettine contestualizzate in un incontaminato paesaggio sabino, formato dalla Valle dell’Aia, e dominate da una fortezza ormai perduta. In alto a sinistra invece si intravede un piccolo eremo. Sono viste, queste, che fanno davvero sognare e ci riportano indietro ad un tempo lontano.


La prigione di Amalasunta

Secondo la storia – che si confonde con la leggenda – la regina degli Ostrogoti Amalasunta, figlia del re Teodorico, venne rinchiusa in questa lugubre rocca dal cugino Teodato (con cui era stata costretta a sposarsi) e quivi poi uccisa dai sicari dello stesso (sempre secondo la tradizione) il 30 aprile del 535. Oggi appare assai suggestivo il contrasto fra la serenità emanata dalla bellezza naturalistica dell’Isola Martana e le sue oscure memorie. Per saperne di più sui misteri del Lago di Bolsena cfr. “Lazio. I luoghi del mistero e dell’insolito – vol. 1”.


Rovine de La Prugna

Sulle solitarie alture in località Prataglia, sui Monti Simbruini, si trovano i pochi resti di una rocca medievale, detta de La Prugna, circondati dalla vegetazione. Posto a controllo di antiche strade commerciali fra Lazio e Abruzzo, il fortilizio è avvolto da un alone di mistero. Nei dintorni si apre uno straordinario panorama sulla Valle dell’Aniene.


Il Castello di Rocchettine

Avvolta da una fredda luce invernale, la suggestiva Rocca Guidonesca è l’elemento di gran lunga prominente del “borgo-fantasma” di Rocchettine. Per saperne di più: “I castelli perduti del Lazio… e i loro segreti”.


Pian Fasciano: Tuscia “senza tempo né confini”

Il panorama “senza tempo” e dai “grandi spazi” che si apre nel cuore dell’ancora sconosciuta Valle del Marta, a metà strada fra Tuscania e Tarquinia, sulle rovine del Castello di Pian Fasciano. Sullo sfondo, a guardare bene, si notano i pochi resti del dirimpettaio Castello dell’Ancarano mentre sono le prossime colline di Monte Romano e i più lontani Cimini a chiudere l’orizzonte. Un “quadro” paesaggistico strepitoso e segreto, che meriterebbe di essere studiato e apprezzato da fotografi vedutisti e pittori en plein air. Per saperne di più sugli itinerari possibili nella zona: “Lazio. I luoghi del mistero e dell’insolito – vol. 1”.


Fredda atmosfera al Castello dei Conti d’Aquino

La severa atmosfera autunnale avvolge le rovine del Castello dei Conti d’Aquino a Roccasecca: per saperne di più di questo affascinante monumento si faccia riferimento alla nostra guida “I castelli perduti del Lazio… e i loro segreti”.


La “Grande muraglia volsca”

La “Grande muraglia volsca”: così potremmo definire la monumentale opera di fortificazione che dal pianoro dell’antichissima città di Circeii scende arditamente lungo un declivio della mitica “Isola Eea” – così come veniva definito in tempi remoti il Promontorio del Circeo. In realtà la fondazione di Circeii – così come l’edificazione delle sue poderose mura ciclopiche – rimane avvolta nell’incertezza di fonti storiche contrastanti. Di certo fu contesa da Romani e Volsci, prima di finire stabilmente sotto l’influenza e poi il dominio dell’Urbe. Questo straordinario colpo d’occhio è visibile dalla strada che conduce alle “Batterie”, località ben nota ai bagnanti per le sue splendide calette rocciose. Un luogo, il Circeo, che non smette di stupire ed affascinare, con il suo mix irresistibile di natura, archeologia, miti e leggende (cfr. “Lazio. I luoghi del mistero e dell’insolito – vol. 2”).


Tra le rovine di Piantangeli

I pochi ma romantici resti della chiesa abbaziale di Piantangeli, nel cuore dei Monti della Tolfa. Si tratta di uno dei luoghi più solitari e suggestivi del Lazio, su cui aleggia una fosca leggenda legata ai Cavalieri Templari (cfr. “Lazio. I luoghi del mistero e dell’insolito – vol. 1”). Si raccomanda la sua visita in questo periodo – oltre che ovviamente in primavera – per via della straordinaria bellezza del paesaggio in cui si trova il sito, esaltata dai colori dell’autunno inoltrato: di sicuro, il panorama “a volo d’uccello” sulla Valle del Mignone vi lascerà senza fiato.


La Roccaguglielma ad Esperia

Situata alle pendici del Monte Cecubo, sul versante orientale dei Monti Aurunci, a circa 500 m. slm, l’arcigna Roccaguglielma domina il borgo di Esperia e un panorama vastissimo sulla Bassa Ciociaria. Per sapere di più di questo castello e degli itinerari della zona: “I castelli perduti del Lazio… e i loro segreti”.


La Forchetta del Diavolo: una finestra sulla storia

Nota come la “Forchetta del Diavolo”, una suggestiva torre campanaria in rovina svetta fra le colline a sud-ovest del Lago di Bolsena, a poca distanza da Marta. Assieme ad altri ruderi è quel che resta del Castello di Monte Leano, insediamento medievale assai importante ma tuttora poco conosciuto. Conteso fra Tuscania e Viterbo, si pensa che il sito venne abbandonato nel 1349 in seguito a un violento terremoto. Fino a pochi anni fa tale complesso era impreziosito da una cornice paesaggistica completamente integra che colpiva lo sguardo e scaldava il cuore degli animi sensibili. Oggi purtroppo lo sfondo è squarciato da impianti energetici di ogni tipo che hanno annichilito la poesia della zona, segno di una speculazione ingorda e senza freni: un attacco senza precedenti alla nostra terra e al Creato, di cui pagheremo presto il conto sotto tutti gli aspetti.


La porta di Castel d’Asso

Conosciuta per la sua monumentale necropoli etrusca, la località di Castel d’Asso – nei pressi di Viterbo – è qualificata anche dalla presenza delle pittoresche rovine di un castello medievale. Costruito su un pianoro circondato da burroni, nel più classico paesaggio etrusco, colmo di poesia, il fortilizio regala romantici panorami. Per saperne di più: “I castelli perduti del Lazio e i loro segreti”.


Salita alla Rocca Guidonesca

Al cospetto delle suggestive rovine della Rocca Guidonesca (XIII sec.), che domina il “borgo fantasma” di Rocchettine (Torri in Sabina). A poche centinaia di metri è il delizioso paese di Rocchette (già Rocca Bertalda), oggi in via di recupero e colmo di scorci pittoreschi. Sotto il diretto controllo del Vescovo, Rocchette e Rocchettine formarono un punto di controllo strategico sulla Valle dell’Aia, importante via di comunicazione della Sabina medievale, mentre oggi costituiscono un complesso paesaggistico di straordinario valore. Per saperne di più: “I castelli perduti del Lazio e i loro segreti”.


La Cascata del Molinaccio al Rio Chiaro

Via auguriamo Buon Santo Stefano con un’immagine della pittoresca Cascata del Rio Chiaro, perla sconosciuta situata nella selvaggia e misteriosa Valle del Ferriere, nei pressi di Castel Cellesi e a poca distanza dall’agriturismo – nostra “struttura amica” – del Molinaccio al Rio Chiaro.


Il cielo sulla Rocca dei Colonna

Il cielo sopra la poderosa fortezza dei Colonna a Castel San Pietro Romano.


Le rovine di Poggio Poponesco

Poste nel cuore del misterioso e solitario Cicolano, a poca distanza da Fiamignano, le rovine del Castello di Poggio Poponesco si affacciano, con fascino epico, sul verde intenso della Valle del Salto: per saperne di più “I castelli perduti del Lazio… e i loro segreti”.


Rocca dei Prefetti di Vico a Vetralla

Un’inedita visione della trecentesca Rocca dei Prefetti di Vico a Vetralla.


Torre del Fiscale dal Parco degli Acquedotti

La Torre del Fiscale emerge fra i ruderi degli acquedotti romani nell’omonimo parco della Capitale, formando un “quadretto” di quelli amati dal vedutismo del Grand Tour.


Fra le rovine della Rocca Vecchia di Respampani

Esplorando i resti di questo borgo fortificato, risalente al X o XI secolo, esso appare molto più vasto rispetto a quanto ci si possa aspettare. Nel susseguirsi di edifici in abbandono, talvolta monumentali, ad un certo punto capita di “perdersi” in quel che appare come un vero e proprio “intrico” di vicoli creato dalle abitazioni in rovina. Lo spazio è però sempre ben delimitato dal ciglio della collina, che scende ripido verso i fossi che chiudono a cuneo l’area dell’antico abitato. Davvero un luogo magico la Rocca Vecchia di Respampani!


La Torre dell’Isola Conversina

Le rovine della Torre dell’Isola Conversina (o Torre Stroppa), costruita nell’Alto Medioevo su un antico sito falisco, lungo un diverticolo della Via Amerina. Appartenne al Monastero dei Santi Cosma e Damiano in Mica Aurea, poi San Cosimato, a Trastevere.