Una veduta crepuscolare di Carpineto Romano, borgo posto nel cuore dei Monti Lepini e ricco di testimonianze dell’antica presenza dei Cavalieri Templari.
La classica vista di Soriano nel Cimino dall’ostello posto sulla strada per la Faggeta monumentale, patrimonio dell’Umanità dell’Unesco. La compatta spirale del borgo, coronato dalla Rocca degli Orsini, si staglia su un paesaggio ubertoso e lavorato dall’uomo. Luoghi di straordinario fascino: per saperne di più si consiglia la nostra guida “Lazio. I luoghi del mistero e dell’insolito”.
Rocchette incorniciata dai colori autunnali novembrini: uno dei borghi più suggestivi ed appartati della Sabina Tiberina, cuore di un itinerario che va a toccare altri luoghi pregni di mistero e sempre con una forte impronta medievale. A dominio di questo ameno paesino immerso nel verde si staglia la mole poderosa del Castello di Rocchettine, uno degli innumerevoli “castelli perduti” sparsi fra i colli e i monti del Lazio.
Nel cuore della Teverina, il piccolo borgo di Roccalvecce si illumina al calar delle tenebre in una serata d’inizio novembre. Alle sue spalle si intravede Sant’Angelo, noto come il “paese delle fiabe” per via dei numerosi murales che lo rendono unico nel suo genere. Un’immagine metaforica del momento oscuro, appunto, che sta passando la nostra Italia, schiacciata da una politica che non è più minimamente rappresentativa della sovranità e degli interessi del popolo.
Le antiche case di Sermoneta spuntano dalla macchia mediterranea, viste dall’area della Fiera di San Michele. Spicca il maschio del Castello Caetani, simbolo del paese. Sermoneta sarà una delle protagoniste del vol. 2 della nuova edizione di “Lazio. I luoghi del mistero e dell’insolito”, che uscirà fra non molto, dopo il grande lavoro effettuato in quest’ultimo anno di studi, ricerche, perlustrazioni e reportage fotografici. Stay tuned!
Una veduta insolita di Bomarzo, dalla poco conosciuta Piana di Sipicciano, punto di partenza per avventurose passeggiate nella wilderness della Valle del Vezza. Da qui il borgo appare nella sua forma più elegante, perfettamente inserita in un contesto paesaggistico intatto.
La Civita Vecchia, con la sua magnifica fusione di elementi architettonici pre-romani e medievali, domina dall’alto la deliziosa cittadina di Arpino. Qui ne osserviamo uno scorcio crepuscolare: uno dei borghi più suggestivi del Lazio, un luogo che da solo vale un viaggio, magari lungo il “Cammino di San Benedetto”, che attraversa proprio questa zona.
Come in uno scenario fantastico, lo splendido borgo di Labro, incastonato nel verde, appare alla stregua di una “visione” dal placido Lago di Piediluco, al confine tra Umbria e Lazio.
Come in un “paesaggio metafisico” di De Chirico, la medievale Tarquinia si staglia con le sue nude e nette architetture in una campagna estiva altrettanto essenziale che fu celebrata dal poeta Cardarelli, mentre sullo sfondo appare il Tirreno. Quest’immagine è dunque un’esemplare sintesi fra paesaggio e richiami storici-pittorici-letterali, secondo “convivenze”, o meglio “simbiosi estetiche”, assai diffuse nella nostra regione e che andrebbero adeguatamente valorizzate e fatte conoscere al grande pubblico turistico tramite parchi culturali e letterari. Per sapere di più della Tarquinia misteriosa si faccia riferimento alla nuova edizione della nostra guida “Lazio. I luoghi del mistero e dell’insolito“.
Come avrete intuito, Leonessa è una delle nostre mete preferite: l’architettura raffinata, il paesaggio verdissimo e la stessa gente – così schietta, laboriosa, grintosa e attaccata al territorio – sono gli elementi fondamentali di questa nostra simpatia. Purtroppo i terremoti del 2016 hanno seriamente danneggiato questa splendida cittadina. Ancora dopo diversi anni molti monumenti leonessani, in primis la romanica Chiesa di San Francesco, si presentano avvolti da tiranti e impalcature. Come se non bastasse, la faccenda del Coronavirus – così come è stata gestita (e continua ad esserlo) dal governo – ha portato a dimenticare ulteriormente l’area del cratere sismico (pensiamo soprattutto alla drammatica situazione di Amatrice). Speriamo che le cose cambiare presto. Anzi, non dobbiamo “sperarlo”: dobbiamo esigerlo a gran voce!
Un’immagine eloquente della bellezza straordinaria di Labro, con la sua forma “a cascata” scaturita dallo sviluppo di un originario incastellamento longobardo. Posto ai confini con l’Umbria, ai margini settentrionali della Valle Santa di Rieti, si tratta di uno dei borghi più caratteristici e meglio conservati del Lazio, frutto di una completa ristrutturazione avvenuta già negli anni Settanta del Novecento, per volontà dell’architetto belga Ivan Van Mossevelde: vennero utilizzate tecniche assai lungimiranti per l’epoca, tese cioè al recupero di tutti i materiali originari. Oggi ospita pochi abitanti e si offre come “albergo diffuso” ad un turismo colto, attratto dal felice connubio tra storia e natura che danno vita ad un paesaggio meraviglioso.
Una veduta del bel borgo di Castel San Pietro Sabino (frazione di Poggio Mirteto), immerso nel paesaggio bucolico della Valle del Farfa: pochi sanno che questa veduta fu il soggetto dell’unico dipinto paesaggistico del Caravaggio!
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