Fra i tanti laghetti sparsi nel Lazio quello di Mezzano – di origine vulcanica come il vicinissimo e ben più grande Lago di Bolsena – è sicuramente uno dei più suggestivi. Compreso nel Comune di Valentano e circondato da un paesaggio rurale intatto – sempre più raro purtroppo nella Tuscia dopo gli scempi “energetici” degli ultimi anni – emana un’atmosfera sospesa e incantata. Sorgono sulle sue colline una manciata di casali – di cui un paio adibiti ad accoglienti agriturismi – e alcune fattorie dedite all’allevamento ovino. Si tratta insomma di uno degli scenari di maggiore importanza “identitaria” per il Lazio, che un recente vincolo della Soprintendenza (il lago era già un sito d’importanza comunitaria) permetterà di preservare alle future generazioni. Al di là di ciò, il laghetto presenta una flora molto varia sulle sue sponde, e sul versante occidentale un bel bosco di querce con esemplari secolari (Monte Rosso); ricca anche la fauna ittica nonché quella intorno al bacino, che annovera ungulati, cinghiali, scoiattoli e altri piccoli mammiferi. Negli anni Settanta del Novecento sul fondo del lago - che raggiunge la profondità di oltre 30 metri (una sorta di “imbuto”, come spesso accade per i laghi vulcanici) – vennero ritrovati copiosi resti (fra cui spade e altri utensili) di un villaggio palafitticolo dell’Età del Bronzo, che qui sorgeva allorquando le acque erano molto più ritirate (forse in seguito ad interventi di bonifica). Nei pressi del bacino si trovano anche le sorgenti del Fiume Olpeta, suo emissario e affluente del Fiora, che dopo pochi chilometri, lungo il suo corso, forma forre spettacolari e in cui si addensano numerosi insediamenti storici. Tutti questi elementi fanno del Lago di Mezzano un luogo unico, da esplorare, conoscere ed amare e in cui perdersi in un “mondo” che pare di fantasia e magia eppure così reale e a portata di mano…
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Il “lago di Ercole”
La classica, magnifica vista del Lago di Vico dal belvedere di Poggio Trincera, con la conca sottostante fitta di noccioleti e l’azzurro delle acque a spezzare cromaticamente d’incanto il manto della vegetazione. La leggenda vuole che questo splendido lago sia scaturito da un colpo di clava di Ercole su di un terreno. Luoghi intrisi di mito, arte e natura e per saperne di più vi consigliamo la nostra guida “Lazio. I luoghi del mistero e dell’insolito – vol. 1”.
Tramonto romantico da Nemi
Intrisi di miti e leggende, amatissimi dai viaggiatori del Grand Tour, Nemi e il suo lago vulcanico sono fra i luoghi più romantici dei Colli Albani e di tutto il Lazio. Per saperne di più: “Lazio. I luoghi del mistero e dell’insolito – vol. 2”.
Isola Bisentina: la Porta di Agarthi
Un’antica leggenda narra dell’Isola Bisentina come la “porta” del misterioso mondo sotterraneo di Agarthi. Al di là di queste storie, con le sue numerose chiese la Bisentina resta un luogo “sacro”, enigmatico. Oggi i monumenti dell’isola sono in via di restauro (a cura di una fondazione lombarda) ed essa è stata già aperta al pubblico.
Alba sul Lago di Bolsena
Il versante di Gradoli è uno dei più belli e tuttavia meno conosciuti del Lago di Bolsena. Non offre i tramonti di Bolsena o Montefiascone ma in compenso regala delle albe commoventi.
La Spiaggia dell’Acetosa
Poco conosciuta dal turismo ma cara ai locali, la Spiaggia dell’Acetosa è una delle più belle del Lago di Bolsena. Ben curata dal Comune di Gradoli, sorprende per i suoi particolari scorci paesaggistici, per la purezza dell’acqua e per la ricchezza avifaunistica.
Buon Natale!
In una società ormai malata di tecno-scientismo, parlare di Natale potrebbe sembrare ridicolo. Ci rivolgiamo infatti a chi ancora non si è piegato ai nuovi “dogmi” del meccanicismo e del materialismo esasperato e viceversa conserva la propria “parte spirituale” ovvero le proprie radici culturali. A tutti voi, Buon Natale.
L’azzurro del lago
In questi torridi giorni estivi, il Lago di Bolsena regala sempre immagini fresche e rilassanti in un clima dolce e ventilato. Un pescatore si scorge tra le onde azzurre del lago, con lo sfondo solenne dell’Isola Bisentina.
Lago di Mezzano
L’idilliaco Lago di Mezzano, posto in un’appartata conca vulcanica del versante occidentale dei Monti Volsini, a poca distanza dal Lago di Bolsena: è un “microcosmo” incontaminato, che in primavera si veste di mille fioriture che spuntano dal verde smeraldino dei pascoli e dei campi di grano, mentre candide greggi e vecchi casali completano il quadro di uno degli angoli più affascinanti del Lazio, toccato fra l’altro dal Cammino dei Briganti.
Lago di Bolsena sotto un cielo plumbeo di maggio
La bellezza del Lago di Bolsena e dell’omonimo borgo sotto un cielo plumbeo del piovoso maggio del 2019.
Sguardo romantico verso il Lago di Vico
Il classico, grandioso panorama dalla pedana per il parapendio sullo splendido Lago di Vico. Luogo pregno di classicità, questo ampio bacino vulcanico si apre nel cuore dei Monti Cimini, in un’antica caldera, e la leggenda vuole che venga creato da Ercole, adirato dall’arroganza degli abitanti della città che ivi sorgeva.
Scorcio temporalesco dell’Isola Bisentina
Un suggestivo scorcio temporalesco della misteriosa Isola Bisentina, con in evidenza una delle svariate cappelle rinascimentali farnesiane che vi sorgono.
Lago di Bolsena-Isola Bisentina al tramonto
La misteriosa Isola Bistentina, nel Lago di Bolsena, in un tramonto estivo. Sullo sfondo il profilo turrito del borgo di Valentano.
Tramonto dal lungolago di Bolsena
Un suggestivo tramonto dal lungolago di Bolsena in un pomeriggio invernale.
Il Lazio, la “terra dei laghi”
Il Lazio non è certo conosciuto come una “terra di laghi”. Ciò rappresenta un vero e proprio paradosso in quanto la grande varietà e quantità di specchi d’acqua presenti in questo territorio le fa tenere un primato nazionale: si spazia dai laghi costieri a quelli vulcanici, dai bacini artificiali ai laghi glaciali, da quelli sorgivi e carsici a quelli palustri e residuali. Ogni lago è circondato da un paesaggio a sé, dalle caratteristiche ben precise che meritano di essere preservate, conosciute ed apprezzate, in quanto, al di là del fattore-acqua in sé, si tratta di ambienti tanto belli quanto delicati, ricchi non solo dal punto di vista della flora e della fauna ma anche sotto l’aspetto storico, culturale, agricolo.
Nei pressi o direttamente sulle sponde di questi laghi si trovano infatti coltivazioni di tipo tradizionale nonché borghi e siti archeologici, a testimoniare naturalmente che gli insediamenti vicini alle risorse idriche si perdono nella memoria dei tempi. E non può essere un caso se la civiltà di Roma (ma anche quella etrusca) nacque proprio in una terra così colma di riserve d’acqua, sia fluviali che lacustri.
Anche intorno ai laghi artificiali – che oggi offrono scenari inediti e favolistici -, sorti da quelli che un tempo furono dei fiumi, troviamo i segni di una storia vetusta.
Iniziamo proprio dai bacini realizzati a scopo idroelettrico. Da ovunque si provenga, i laghi del Salto e del Turano, nel Reatino, offrono delle vedute inconsuete ed inaspettate che si lasciano scoprire man mano che le sinuose strade si fanno largo fra boschi fittissimi e scorci rocciosi. Abitati che ci raccontano degli incastellamenti alto-medievali per poi aprirsi in queste grandi distese d’acqua che con le loro continue ramificazioni rimandano ai fiordi del Nord-Europa, mentre i castelli e le rocche in rovina che ogni tanto fanno la loro comparsa ricordano certi paesaggi scozzesi.
L’ultimo della “famiglia”, fra quelli reatini, lo Scandarello, emerge nella più distesa conca di Amatrice e dona una vista assai suggestiva della catena della Laga. Pochi chilometri a nord di Roma, in una delle prime riserve naturali del Lazio, si allarga il bacino di Nazzano, considerato come un “lago”, ma che è in realtà un’ampia ansa del Tevere sbarrata da una diga. Scendendo poi verso sud, in Ciociaria, nella grande piana del Liri, troviamo il Lago di San Giovanni Incarico, circondato da fertili campi coltivati. Al confine col Molise inoltre il Lago di Cardito si apre fra montagne maestose.
Passando ai laghi carsici, essi si presentano nelle più diverse forme e dimensioni, a seconda dell’altitudine e della morfologia del territorio. Il più esteso è senza dubbio il Lago di Canterno, a poca distanza da Fiuggi, pittoresco per l’effetto dato dai Monti Ernici che, soprattutto al tramonto, vi si specchiano con le loro alte cime rosate e coperte di neve d’inverno.
Il Lago di Canterno è anche noto per il fatto di cambiare sensibilmente forma e grandezza nel corso degli anni, ciò che lo fa definire come un “lago fantasma”.
Più defilati ma ancor più affascinanti i laghetti che punteggiano i grandi altopiani del Cicolano, a monte del già citato Lago del Salto: ossia i laghi di Rascino, Petrella, Aquilente, Cornino che formano uno dei complessi ambientali più straordinari del Lazio. Non lontano, lo sperduto Lago della Duchessa, amatissimo dagli escursionisti, costituisce un unicum nella regione: forse residuo di un remoto ghiacciaio, sorge in una spettacolare conca rocciosa dall’aspetto ostico e selvaggio dove è facile avvistare grifoni in volo.
Ancora nel Reatino troviamo altri tesori naturalistici. La boscosa Val Velina è punteggiata da numerosi bacini di piccole dimensioni: i più importanti sono il Lago di Cotilia, caratterizzato da acque solfuree (c’è una stazione termale), e quello di Paterno, che occupa una dolina ed è impreziosito dai ruderi di una villa romana.
Più a nord, al confine con la Provincia di Perugia, fra i Sibillini e la Laga, troviamo infine i Pantani di Accumoli, piccoli specchi d’acqua che impreziosicono immense praterie. Fra i Monti Ausoni e il Mar Tirreno, in Provincia di Latina, solo di sfuggita dalla Via Flacca si nota il Lago di San Puoto, legato ad una leggenda di una città perduta sommersa. In un contesto completamente diverso, nel cuore dei verdi Monti Lucretili, i due graziosi Lagustelli di Percile (Fraturno e Marraone), sono meta di rilassanti gite. Camminando invece sulle cime carsiche dell’anti-Appennino e del pre-Appennino (in particolare sui Monti Lepini) è facile imbattersi nei tanti volubri che nonostante le modeste dimensioni costituiscono degli habitat ricchissimi per rettili, anfibi e insetti rari.
Quasi sempre di natura sostanzialmente carsica, i laghi sorgivi sono sicuramente una delle più belle sorprese del Lazio. Molto differenti fra loro, confermano la straordinaria ricchezza d’acqua della regione. Si passa dall’ameno Lago di Giulianello, risorgenza vulcanica ai piedi dei Colli Albani, alle magnifiche sorgenti di Ninfa e Posta Fibreno: sul primo si adagiano le famose rovine di una città medievale, formando un quadro di romantica bellezza; il secondo è celebre fin dall’antichità per un’isola galleggiante citata da Cicerone (la “rota”) ed oggi è particolarmente apprezzato per le acque incredibilmente limpide e per l’atmosfera di grande relax; è navigato da un tipo di semplice imbarcazione detta “naue”. Indimenticabile il panorama dall’omonimo paese di Posta Fibreno.
La Conca di Rieti, oltre ad offrire un paesaggio rurale fra i più intatti della regione, è sempre stata generosa d’acqua in quanto attraversata dal Fiume Velino, rifornito da imponenti sorgenti. Fino a non molti decenni fa la piana era soggetta ad alluvioni finché gli ultimi interventi in epoca fascista non conclusero una lunga serie di opere di bonifica iniziate peraltro con decisione sin dagli antichi Romani, che prosciugarono il Lacus Velinus, dando vita, com’è noto, alla celebre Cascata delle Marmore. Residui di questo antico bacino sono i tre laghi palustri di Ventina, Lungo e Ripasottile, che oggi è possibile visitare facilmente grazie ad una rete di sentieri naturalistici e piste ciclabili.
Tornando al Basso Lazio, possiamo ammirare una lunga serie di laghi costieri: più a nord troviamo quelli compresi nel Parco Nazionale del Circeo (di Fogliano, dei Monaci, di Caprolace, di Paola) che offrono vedute immagini senza tempo con paludi, bovini al pascolo e scorci mozzafiato sui Monti Lepini, sulle splendide dune e sul promontorio del Circeo. Nel loro entroterra numerosi altri specchi d’acqua potrebbero essere annoverati come i residui delle Paludi Pontine ma finora purtroppo quasi mai sono stati resi noti ed accessibili (Laghetto Granieri, Laghi del Vescovo, laghi di Mazzocchio e San Carlo, ecc…). Spostandoci nel Sud Pontino, il frastagliato Lago di Fondi è il fulcro di una vasta produzione ortofrutticola e da qualche anno è divenuto un’area protetta. Ancora più a mezzogiorno, verso Sperlonga (e dirimpetto al già citato Lago di San Puoto), è il semisconosciuto Lago Lungo da cui si ha una vista insolita e stupenda del Circeo che da qui appare come un’isola.
Infine i laghi vulcanici, la vera peculiarità del Lazio, che detiene in questo caso un primato addirittura europeo. Sono quattro i complessi vulcanici nella regione: Laziale, Sabatino, Cimino-Vicano, Volsino, ognuno dei quali ha dato luogo ad un certo numero di laghi.
Mentre i laghi dei Colli Albani, cioè quelli di Castel Gandolfo e Nemi, presentano un paesaggio per lo più boscoso e in alcuni punti aspro, la maggior parte dei laghi dell’Alto Lazio mostrano invece un territorio caratterizzato anche da ampie e dolci colline coltivate o lasciate al pascolo: è il caso dei laghi di Bolsena e Bracciano e dei più piccoli, ma incantevoli, bacini di Martignano, Monterosi, Mezzano. Costituisce una sorta di “via di mezzo” fra le due tipologie citate lo splendido Lago di Vico, nel cuore dei Monti Cimini, protagonista di vaste coltivazioni di nocciole.
I laghi vulcanici del Lazio sono quelli che più sono stati interessati da un’antica civilizzazione: resti latini, romani ed etruschi ne fanno un patrimonio archeologico immenso. Nel corso del Rinascimento, queste zone videro il proliferare di ville, giardini e residenze nobiliari.
Celebri sono le ville dei Castelli Romani, soprattutto intorno a Frascati; non meno fulgida, ed oggetto di rinnovato interesse, l’epoca delle signorie dei Farnese, degli Orsini e dei Lante-Della Rovere che hanno lasciato eccezionali testimonianze artistiche intorno ai laghi di Bracciano, Vico e Bolsena.
Un’ultima chicca sono i “laghi di confine”, vera curiosità per gli appassionati di geografia. Parliamo sostanzialmente di due laghi principali: il Lago di Alviano e Lago di San Casciano de’ Bagni, entrambi artificiali, “in condominio” rispettivamente con l’Umbria (Provincia di Terni) e con la Toscana (Provincia di Siena). Si tratta di luoghi meravigliosi per il dolcissimo paesaggio collinare: rientrano nella regione Lazio rispettivamente le loro rive occidentali e meridionali.
Concludiamo così questo viaggio attraverso i laghi del Lazio, con la speranza di aver fatto conoscere meglio quest’infinita ricchezza ambientale e culturale di cui si parla ancora poco. Per approfondimenti sui misteri, le tradizioni, le leggende che avvolgono i laghi del Lazio si rimanda alle nostre guide “Lazio. I luoghi del mistero e dell’insolito” e “I Castelli perduti del Lazio e i loro segreti”.
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