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Il Castello di Bracciano in notturna

Celebre per le sue opere d’arte, gli arredi, le armi, i trabocchetti e le leggende, il magnifico Castello Orsini-Odescalchi di Bracciano domina l’omonimo lago. Di notte, reso assai suggestivo da un’ottima illuminazione, emana ancor più un fascino misterioso reso già forte dalle storie di presenze spettrali.


La Torre di Chia (o “di Pasolini”)

La Torre di Chia è il simbolo del Castello di Colle Casale, maniero nascosto nelle selve tra Bomarzo e Chia (frazione di Soriano nel Cimino). Connessa ad una rete di torri medievali sparse nella zona (che ricordano le epoche, longobarda-bizantina, feudale e comunale), è nota anche come “Torre di Pasolini”, per essere appartenuta al celebre regista e scrittore, quale sua ultima dimora. Luogo fino a pochi anni fa amatissimo dagli escursionisti – che oggi lo possono raggiungere dal parco delle cascatelle (a pagamento) – emana un’atmosfera di fascino e mistero: si auspica vivamente la possibilità per i camminatori di raggiungere le cascatelle e la torre, come avveniva un tempo, dal campo sportivo di Bomarzo, riaprendo il sentiero tuttora (scandalosamente) chiuso.


Rocca Farnese di Ischia di Castro: visione inedita

L’Alta Tuscia Viterbese offre spesso scorci e suggestioni che rimandano ai dipinti ottocenteschi, ovviamente spostandosi a nord del delirio “green” lungo l’asse Piansano-Arlena-Tessennano. In questo caso la Rocca Farnese – qualche anno fa restaurata in modo pregevole da un privato – emerge dai campi quasi fosse un casale mentre la collina nasconde in modo curioso il resto del borgo medievale di Ischia di Castro. Strano che per decenni queste poetiche terre non abbiano attirato i fotografi vedutisti (fatta eccezione per l’autore della foto e per l’amico grande paesaggista Adrian Moss)!


La Torre di Poggio Poponesco

La severa torre del Castello di Poggio Poponesco, affascinante rudere nei pressi di Fiamignano, affacciato su un epico paesaggio “medievale” nel cuore del Cicolano e della Valle del Salto: per saperne di più cfr. “I castelli perduti del Lazio… e i loro segreti”.


La prigione di Amalasunta

Secondo la storia – che si confonde con la leggenda – la regina degli Ostrogoti Amalasunta, figlia del re Teodorico, venne rinchiusa in questa lugubre rocca dal cugino Teodato (con cui era stata costretta a sposarsi) e quivi poi uccisa dai sicari dello stesso (sempre secondo la tradizione) il 30 aprile del 535. Oggi appare assai suggestivo il contrasto fra la serenità emanata dalla bellezza naturalistica dell’Isola Martana e le sue oscure memorie. Per saperne di più sui misteri del Lago di Bolsena cfr. “Lazio. I luoghi del mistero e dell’insolito – vol. 1”.


Contrasti di epoche

Sottoposta ad un ottimo restauro conservativo, la medievale Torre di Presciano svetta al centro di una pregiata tenuta vinicola, sulle prime dolcissime ondulazioni dei Colli Albani, nello sconosciuto triangolo agreste fra Aprilia, Lanuvio e Velletri, colmo di testimonianze storiche e archeologiche. Impressionante, nella foto, il contrasto fra la nobiltà della torre e lo sfondo del disordine edilizio apriliano.


Il Castello di Alvito

Il poderoso Castello Cantelmo ad Alvito domina la verde Val di Comino, offrendo uno scorcio di epica bellezza con lo sfondo dei Monti della Meta. Per saperne di più su questo e gli altri manieri della Ciociaria: “I castelli perduti del Lazio… e i loro segreti”. Per creare un itinerario nella zona alla ricerca di luoghi misteriosi si consiglia invece: “Lazio. I luoghi del mistero e dell’insolito – vol. 2”.


La torre di San Donato

La torre di San Donato Val di Comino si erge all’apice dell’abitato – antico castrum longobardo – dominandone i tetti e il paesaggio circostante. Fu costruita ai primi del Duecento dai Conti d’Aquino, signori di queste terre, come struttura di avvistamento: vi si accedeva tramite un’apertura in alto, raggiungibile con una scala. Una leggenda medievale riporta che sotto di essa si aprisse un cunicolo sorvegliato da un drago… Per saperne di più di luoghi e leggende della Val di Comino: “Lazio. I luoghi del mistero e dell’insolito – vol. 2”.


La Torre di Stracciacappe

Solitaria ed romantica, la medievale Torre di Stracciacappe (XI sec.) è una delle più suggestive ed iconiche della Campagna Romana e della Bassa Tuscia per la particolare bellezza del contesto paesaggistico. Dal terrazzo naturale su cui essa sorge (nei pressi della località di Settevene) si ammira infatti un magnifico panorama sulla vulcanica Conca di Stracciacappe (o Stracciacappa): si tratta del bacino di un antico lago, prosciugato nell’Ottocento con la costruzione di un canale, che oggi appare con il fondo coltivato e con i fianchi lasciati al pascolo semi-brado di cavalli, mentre tutt’intorno sono le “classiche” greggi di ovini a caratterizzare lo scenario. Un “quadro d’altri tempi”, al margine del Parco Regionale dei laghi di Bracciano e Martignano.


La rocca e la cupola

Uno scenario di grande fascino storico: la Rocca Monaldeschi della Cervara a Bolsena con lo sfondo della cupola di Santa Margherita di Montefiascone. In mezzo, un paesaggio ubertoso di boschi, vigne e uliveti attraversato dalla Via Francigena.


Rocca Respampani: visione d’epoca

Situata nel Comune di Monte Romana ma raggiungibile più facilmente da Tuscania, la seicentesca Rocca Respampani domina un paesaggio solitario e solenne, apparentemente fuori dal tempo e dal mondo. Il fortilizio, che ha più l’aspetto del palazzo rurale che del castello, venne costruito in una zona di antichi insediamenti, ove passava l’etrusco-romana Via Clodia e appartenne a lungo all’Ospedale del Santo Spirito in Sassia. E’ uno dei nostri soggetti preferiti a livello fotografico e ci affascina il suo riproporre praticamente inalterata l’atmosfera poetica del Lazio papalino di un tempo, quello immortalato da innumerevoli dipinti del Grand Tour e in tempi recenti dal cinema, come nell’indimenticabile “Marchese del Grillo” con Alberto Sordi. Nei pressi della fattoria fortificata di Respampani si trova un borgo medievale abbandonato, conosciuto come la “Rocca Vecchia” che si consiglia vivamente di raggiungere. Per saperne di più su questo e sugli altri luoghi circostanti cfr. “Lazio. I luoghi del mistero e dell’insolito – vol. 1”.


Rovine de La Prugna

Sulle solitarie alture in località Prataglia, sui Monti Simbruini, si trovano i pochi resti di una rocca medievale, detta de La Prugna, circondati dalla vegetazione. Posto a controllo di antiche strade commerciali fra Lazio e Abruzzo, il fortilizio è avvolto da un alone di mistero. Nei dintorni si apre uno straordinario panorama sulla Valle dell’Aniene.


Il Castello di Rocchettine

Avvolta da una fredda luce invernale, la suggestiva Rocca Guidonesca è l’elemento di gran lunga prominente del “borgo-fantasma” di Rocchettine. Per saperne di più: “I castelli perduti del Lazio… e i loro segreti”.


Dalla Balza di Seppie: fiaba o realtà?

Il magnifico scenario che si apre dal belvedere del Monumento Naturale Balze di Seppie, nel Comune di Lubriano. Prende il nome dall’omonimo castello – oggi trasformato in un residence – visibile sulla sinistra, con una

tozza torre squadrata. Sullo sfondo di quest’ultimo – a coronare questo “quadro feudale” da fiaba, ricco di spunti romantici e “fantasy” – la cosiddetta “Torre del Sole” o Torre di Santa Caterina.


Il lago, la rocca e… lo spettro

La Rocca Monaldeschi della Cervara a Bolsena – vista dall’alto, dal belvedere della Via Orvietana – contrasta con lo sfondo azzurro del Lago Volsinio. Il fortilizio è sede di un ottimo museo archeologico e di un acquario e domina il borgo “alto”, quello più antico. Una leggenda popolare narra che vi si aggirerebbe lo “spirito” di un personaggio ucciso in modo violento durante le ribellioni e le repressioni che caratterizzarono la storia medievale di Bolsena. Sembra che diverse testimonianze riferiscano di episodi “paranormali” o di strane sensazioni provate all’interno dell’edificio. Per sapere di più delle curiosità e la storia di Bolsena: “Lazio. I luoghi del mistero e dell’insolito – vol. 1”.


Il Castello Baronale di Maenza

Di origini alto-medievali (forse IX sec.), il Castello di Maenza passò fra le mani di molte famiglie baronali, fra cui i De Ceccano e i Caetani, trovandosi più o meno al confine fra le loro sfere geografiche di influenza. Nel 1274, ospite della nipote Francesca Annibaldi, vi soggiornò Tommaso d’Aquino che, in preda a un malore, dovette interrompere il viaggio verso Lione e che di lì a breve avrebbe ripiegato a Fossanova, laddove sarebbe poi spirato. Nei secoli successivi il maniero venne trasformato in residenza signorile e anche in questo caso passò di casato in casato. Le varie epoche sono testimoniate dai diversi cicli di affreschi e dalle diverse decorazioni ravvisabili negli interni. Il severo maniero domina il suggestivo borgo di Maenza (caratterizzato fra l’altro di una ricca “iconologia magica”), ospita un museo ed è visitabile nei fine settimana.


Il Castello Savelli a Nazzano

Il suggestivo Castello Savelli a Nazzano ha origini molto antiche, databili al X secolo. Appartenne a lungo all’Abbazia di Farfa e poi quella di San Paolo di Roma. Domina con superbo panorama la Bassa Valle del Tevere fino a Roma in un contesto paesaggistico di grande valore.


La Roccaguglielma ad Esperia

Situata alle pendici del Monte Cecubo, sul versante orientale dei Monti Aurunci, a circa 500 m. slm, l’arcigna Roccaguglielma domina il borgo di Esperia e un panorama vastissimo sulla Bassa Ciociaria. Per sapere di più di questo castello e degli itinerari della zona: “I castelli perduti del Lazio… e i loro segreti”.


La Forchetta del Diavolo: una finestra sulla storia

Nota come la “Forchetta del Diavolo”, una suggestiva torre campanaria in rovina svetta fra le colline a sud-ovest del Lago di Bolsena, a poca distanza da Marta. Assieme ad altri ruderi è quel che resta del Castello di Monte Leano, insediamento medievale assai importante ma tuttora poco conosciuto. Conteso fra Tuscania e Viterbo, si pensa che il sito venne abbandonato nel 1349 in seguito a un violento terremoto. Fino a pochi anni fa tale complesso era impreziosito da una cornice paesaggistica completamente integra che colpiva lo sguardo e scaldava il cuore degli animi sensibili. Oggi purtroppo lo sfondo è squarciato da impianti energetici di ogni tipo che hanno annichilito la poesia della zona, segno di una speculazione ingorda e senza freni: un attacco senza precedenti alla nostra terra e al Creato, di cui pagheremo presto il conto sotto tutti gli aspetti.


La Rocca Respampani

Persa nella Maremma Viterbese, la solitaria Rocca Respampani, edificata nel XVII secolo, domina una storica tenuta papalina oggi proprietà della Regione e costituisce uno dei monumenti più affascinanti delle campagne del Lazio. Situata lungo l’antica Via Clodia, grosso modo fra Norchia e Tuscania, nel Comune di Monte Romano, meriterebbe di essere conosciuta visitata ed apprezzata di più. Auspichiamo diventi, in un futuro non troppo lontano, il cuore del Parco Nazionale dell’Etruria.