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La Torre di Poggio Poponesco

La severa torre del Castello di Poggio Poponesco, affascinante rudere nei pressi di Fiamignano, affacciato su un epico paesaggio “medievale” nel cuore del Cicolano e della Valle del Salto: per saperne di più cfr. “I castelli perduti del Lazio… e i loro segreti”.


Nel fiordo…

Il rigoglioso ambiente naturale che caratterizza gli anfratti più selvaggi dei “fiordi” del Lago del Salto, uno dei bacini lacustri più suggestivi e insoliti del Lazio, nonostante la sua origine artificiale (cfr. “Lazio. I luoghi del mistero e dell’insolito – vol. 1”).


Tracce di antica pastorizia sull’Altopiano di Rascino

Le grandi distese sugli altopiani carsici del Cicolano sono caratterizzate dalla presenza di antichi casali (le cosiddette “casette”) che spesso presentano un recinto: esso serviva a proteggere il bestiame dai lupi, che tuttora abbondano su questo territorio selvaggio e affascinante.


Nel cuore di Rocca Vittiana

Il piccolo borgo di pietra di Rocca Vittiana si affaccia con un panorama mozzafiato sul sottostante Lago del Salto. Varcata la porta del borgo, che ha conservato la struttura di un castrum altomedievale, ci si trova immersi in un luogo senza tempo, con vicoli in pietra e scorci silenziosi.


Croci sulle porte nel Cicolano

Nel Cicolano (qui siamo a Petrella Salto) si trovano spesso delle croci inchiodate (o dipinte) sui vecchi portoni delle case, oggi in gran parte abbandonate. Questa usanza è tipica delle comunità montane più chiuse e si ritrova anche nelle valli alpine. Pare “servisse” per tenere lontani gli spiriti maligni, in epoche in cui la vita di montagna era oltre modo dura e la religiosità fortissima, mentre le superstizioni concorrevano a dare un senso di “protezione” agli abitanti. Alcuni studiosi di etnografia ritengono che tali croci venissero apposte nei periodi di pestilenze, ad indicare il capezzale di famiglie malate, in modo da invocare la pietà divina oppure, al contrario, per “scacciare” il morbo. In ogni caso, appare assai interessante il fatto che tale consuetudine si sia conservata fino a tempi piuttosto recenti. Per maggiori informazioni circa leggende, segreti e misteri della Valle del Salto: “Lazio. I luoghi del mistero e dell’insolito – vol. 1”.


I “tentacoli” di Rascino

Con i suoi surreali tentacoli d’acqua il Lago di Rascino si espande nell’omonima piana, nel cuore del Cicolano e dell’Appennino.


Paesaggio pastorale “fantasma”

Il solitario ed intatto Piano di Rascino offre uno scenario commovente, di rara poesia, soprattutto nella tarda primavera. Numerosi casali abbandonati – alcuni dei quali in via di recupero – punteggiano il vasto altopiano carsico (e quelli contigui), creando una sorta di “paesaggio pastorale fantasma” che costituisce una straordinaria testimonianza storica della vita appenninica.


Grifone sulla Duchessa

Un’immagine di magnifica wilderness sui Monti della Duchessa: un grifone in volo, scena che infonde un senso di grande libertà.


Casa dipinta a Petrella Salto

Nel Cicolano – terra appenninica sottratta amministrativamente all’Abruzzo nel 1927 – sono diffuse tipologie architettoniche altrove rare nel Lazio. Una di esse è costituita da edifici con facciata dipinta, sia chiese che abitazioni private: qui siamo a Petrella Salto ove un antico palazzetto mostra i segni consunti di questa particolarità e che andrebbe decisamente restaurato per il suo valore artistico.


Il “paesaggio medievale” del Cicolano

Un’immagine eloquente del “paesaggio medievale” del Cicolano, fatto di borghi arroccati sulle alture, tra fitti boschi e piccoli coltivi. Esplorare questa isolata ed estrema plaga del Lazio permette di imbattersi in innumerevoli sorprese, come castelli, pievi, eremi e minuscoli centri storici spesso nemmeno segnati sugli stradari, purtroppo quasi sempre spopolati – anche se ristrutturati – oppure del tutto abbandonati, a guisa di “villaggi fantasma”. Nell’immagine appaiono due fra i più suggestivi di questi paesini, vale a dire Mareri con i resti della sua fortezza e, più in basso, il grazioso borgo di Pagliara, entrambi frazioni di Petrella Salto. Assai interessante l’architettura della zona, che fonde elementi abruzzesi, umbri e sabini.


Le rovine di Poggio Poponesco

Poste nel cuore del misterioso e solitario Cicolano, a poca distanza da Fiamignano, le rovine del Castello di Poggio Poponesco si affacciano, con fascino epico, sul verde intenso della Valle del Salto: per saperne di più “I castelli perduti del Lazio… e i loro segreti”.


Le case di Cartore, ai piedi della Duchessa

Situato nel Comune di Borgorose al confine con l’Abruzzo, apparentemente “fuori dal mondo” ma in realtà a poca distanza dall’A24, il borgo di Cartore è un minuscolo e incantevole borgo, completamente ristrutturato, punto di partenza ormai “classico” per le escursioni sugli splendidi Monti della Duchessa.


I tentacoli del Lago di Rascino

Mti del Cicolano-Piano di Rascino, lago RCRAO

La straordinaria forma “a polipo” del Lago di Rascino, con i suoi azzurri tentacoli che si espandono nella grande piana.


Fra i prati fioriti di Rascino

Mti del Cicolano-Piano di Rascino, paesaggio 7 RCRLB

In questo periodo l’incantevole Altopiano di Rascino, sui Monti del Cicolano, è tutto in fiore. Uno spettacolo da non perdere!


Abbazia di San Salvatore Maggiore

Abbazia di S. Salvatore Maggiore (Concerviano)-Veduta 1 RCRLB

Fondata nel 735 d. C. dai monaci dell’Abbazia di Farfa, l’Abbazia di San Salvatore Maggiore si staglia con la sua mole massiccia, quasi come una fortezza, nel sereno scenario dei Monti del Cicolano. 


Piano e Laghetto di Cornino

Mti del Cicolano-Altopiano di Cornino RCRLB

Già sazi dell’incommensurabile bellezza del Piano di Rascino, proseguendo verso i monti Nuria e Nurietta ci accoglie un altro gioiello, ossia il Piano di Cornino, con il suo laghetto popolato da animali al pascolo. Giugno è il periodo migliore per visitare gli altopiani del Cicolano!


Sul Piano di Rascino

Mti del Cicolano-Piano di Rascino, paesaggio RCRAO

La strepitosa bellezza del Piano di Rascino a giugno, uno degli angoli più remoti del Lazio, sui Monti del Cicolano, al confine con l’Abruzzo.


Cartore, ai piedi della Duchessa

Cartore-Veduta 1 RCRLB.jpg

Ai confini fra il Cicolano e l’Abruzzo, il bucolico villaggio di Cartore è il punto di partenza privilegiato per escursioni sugli splendidi Monti della Duchessa, appartenenti al massiccio del Velino, e all’omonimo lago.


Castello di Poggio Poponesco

Fiamignano-Castello di Poggio Poponesco 1 RCRLB.JPG

Il Cicolano, “terra di mezzo” fra Sabina ed Abruzzo, possiede uno dei “paesaggi medievali” più suggestivi e meglio conservati del Lazio. Innumerevoli piccoli borghi arroccati come presepi punteggiano le fitte foreste di querce, faggi e castagni, donando spesso panorami superbi sul Lago del Salto. Molti anche i castelli, quasi sempre in rovina, come quello di Poggio Poponesco, dall’aspetto epico, posto a dominio della Valle del Salto e del paese di Fiamignano: per saperne di più si faccia riferimento alla nostra guida “I castelli perduti del Lazio e i loro segreti”.


I castelli perduti della Sabina

Questo lungo itinerario inizia da Roma e va ad esplorare alcuni fra i territori più belli e intatti del Lazio. Si può scegliere di prendere la Via Nomentana o la Via Tiburtina e, rispettivamente, superati i centri di Mentana o Guidonia, il paesaggio inizia a rivelare i tratti peculiari della Sabina Romana: prati, boschi e soprattutto uliveti si alternano fino a raggiungere la prima tappa, proprio alle pendici dei Monti Lucretili, Palombara Sabina, cittadina che conserva un pittoresco borgo medievale.

Castiglione di Palombara

A poca distanza, in posizione panoramica, sorgono le rovine del Castiglione, uno dei “manieri perduti” più affascinanti del Lazio, notevole esempio di castrum longobardo. Si riparte in direzione nord in una verde campagna e, appena superato il moderno abitato di Stazzano, una stradina a sinistra ci conduce alle semisconosciuto “paese fantasma” di Stazzano Vecchio, su cui spicca il turrito Castello Orsini; il complesso, attualmente in fase di restauro, offre un’atmosfera sospesa nel tempo.

Stazzano Vecchia

L’itinerario prosegue sempre verso Nord, toccando Moricone e Montelibretti, sempre immersi in un paesaggio bucolico ove protagonisti sono i fitti uliveti terrazzati, con numerose piante secolari. Si valica poi la Via Salaria e si prendono le indicazioni per l’Abbazia di Farfa che merita di certo una sosta: siamo ormai nella Valle del Farfa e in Provincia di Rieti, e a poca distanza dal complesso religioso, ai piedi di Mompeo, i poco visibili ruderi di Roccabaldesca arricchiscono un quadro paesistico di grande fascino, in particolare durante la primavera per le fioriture dei frutteti. Il nostro percorso ora risale le dolci colline sabine passando prima per il piccolo villaggio medievale di Bocchignano e poi per Poggio Mirteto fino al suggestivo borgo di Catino, subito riconoscibile per l’alta torre del castello.

Castello di Catino

È una delle tappe più emozionanti dell’itinerario: si risale il paese attraverso vicoli ed archetti fino ai resti del castello longobardo dove l’orizzonte si apre immenso allo sguardo sulla Sabina Tiberina e buona parte dell’Alto Lazio. Oltrepassato un varco superstite nelle mura del castello, voltandosi si può avere un colpo d’occhio stupendo sul monumento e ci si rende conto di essere sull’orlo di un profondo burrone, il “Catino” appunto, che si apre alle spalle del paese. Tornati sulla strada pedemontana (SS 313), si attraversa un lungo tratto del sistema collinare ai piedi dei Monti Sabini in un paesaggio sempre più splendido che offre molti scorci “medievali”, avendo mantenuto quasi inalterata la tipologia di urbanizzazione risalente all’epoca dell’incastellamento (fra IX e XI secolo), con una miriade di borghi situati sulle alture (da non perdere Casperia).

Castello di Rocchettine

Addentratisi in una zona solitaria si giunge quindi a Rocchettine, altro paese “perduto” della Sabina, situato di fronte al borgo di Rocchette, quest’ultimo però ancora abitato da una manciata di abitanti. La Rocca Guidonesca di Rocchettine è una delle più imponenti del Lazio ed è circondata dai resti delle vecchie case. Lasciate Rocchette e Rocchettine, si prosegue verso Cottanello in un ambiente agreste di eccezionale serenità: viene da chiedersi allora come mai un paesaggio così splendido a due passi da Roma sia ancora così poco visitato! Giunti a Cottanello, piccolo paese in pietra completamente circondato dal verde, una stradina porta alla frazione di Castiglione di Cottanello, ove, proprio al confine con l’Umbria, sorgono le omonime rovine del fortilizio che offre un panorama meraviglioso.

Veduta di Cottanello

Per gli appassionati di natura, si consiglia una passeggiata sui vicini Piani di Cottanello, praterie ricche di animali al pascolo e di enormi cerri secolari. Da Cottanello si riparte in direzione di Rieti per una strada tutta montana che dopo un percorso tortuoso scende a Contigliano, ennesimo borgo sabino da visitare assieme alla vicina Greccio. Siamo nella Conca Reatina, detta “Valle Santa” per le memorie di San Francesco che vi soggiornò per parecchi anni maturando il suo pensiero e lasciando una traccia indelebile della sua predicazione d’amore e pace.

Paesaggio della Valle Santa

Come per l’Abbazia di Farfa, anche in questo caso vale certamente la pena effettuare una sosta per visitare i conventi della vallata (in primis quello di Greccio) e per godere degli incantevoli panorami sulla grande piana, una delle più belle conche montane d’Italia, tutelata da una riserva naturale. Si riprende l’itinerario attraversando Rieti (l’antica Reate, odierno capoluogo di provincia della Sabina, considerata come il centro geografico d’Italia) e poi si prende la superstrada per la Valle del Salto. Ci si addentra così nella sub-regione del Cicolano, una zona di transizione fra Lazio e Abruzzo, selvaggia e quasi disabitata, che offre paesaggi magnifici: dai grandi boschi di castagno e faggio, al frastagliato bacino artificiale del Lago del Salto con i suoi fiordi e le sue penisolette, dai vasti altopiani montani coi loro laghetti alle sperdute cime dai panorami mozzafiato. Dopo qualche decina di chilometri la superstrada passa ai piedi di Petrella Salto, coi modesti ruderi della Rocca Cenci che fu teatro del celebre dramma di Beatrice, e infine sale a Fiamignano. Il toponimo forse è il ricordo dell’incendio che distrusse il primitivo nucleo abitativo, di cui oggi non rimane quasi nulla, se non le rovine della rocca di Poggio Poponesco, caratterizzata da una svettante ed austera torre.

Castello di Poggio Poponesco

E’ questa una tappa importante dell’itinerario, poiché dà la possibilità di scoprire una zona fra le più incontaminate del Lazio, che meriterebbe certamente una maggiore considerazione turistica. Il Cicolano, del resto, è ricolmo di fortilizi, spesso ridotti a ruderi, come lo sperduto Castello della Piscignola o la poderosa Rocca di Corvaro. Se quest’ultima è facilmente visitabile risalendo l’omonimo semi-abbandonato paese nel Comune di Borgorose, il primo si raggiunge meglio a piedi che in auto, viste le pessime condizioni della carrareccia che lo collega “al resto del mondo”. Ad ogni modo, dopo la visita di Piscignola, sul versante opposto dei Monti del Cicolano rispetto a Fiamignano, si può ritrovare la Via Salaria all’altezza di Antrodoco. Da qui si prosegue in direzione Nord attraverso la stupenda Valle del Velino, ricca di acque, laghetti e fenomeni carsici, e si fa tappa al borgo medievale di Castel Sant’Angelo coi ruderi del suo maniero. Più avanti, quasi arrivati alla conca di Amatrice, si svolta a sinistra per Cittareale, cittadina posta a pochi chilometri dal confine umbro-laziale, ove con la visita alla Rocca Angioina, da poco restaurata, si chiude il nostro itinerario. Per saperne di più, il lettore può far riferimento alla guida I castelli perduti del Lazio e i loro segreti (Eremon Edizioni, 2011).

APPUNTI DI VIAGGIO

Tempo stimato:

5-6 giorni.

Periodo migliore:

ottobre-novembre-dicembre e aprile-maggio-giugno-luglio per i colori della campagna.

Dove dormire:

Montopoli di Sabina – Agriturismo La Casa dell’Abbazia

Casperia – B&B La Torretta

Rieti – B&B La Terrazza Fiorita