Uno dei “paesaggi fantastici” più straordinari d’Italia culmina con l’arrivo alla cosiddetta “Cattedrale”, un colle di guglie d’argilla sottoposte ad incessante erosione, destinato inevitabilmente a scomparire. Un luogo che spinge a meditare – in tempi rapidissimi – su quanto siano transuenti non solo le opere umane ma anche quelle della natura.
Una magnifica veduta al tramonto di Civita di Bagnoregio dal Monumento Naturale Balze di Seppie, piccola area protetta nei pressi di Lubriano. Uno scorcio straordinario, che include l’intera Valle dei Calanchi e che pian piano sta diventando conosciuto fra i turisti. Un vero e proprio “terrazzo naturale”, comodo e liberamente accessibile all’interno di un’accogliente azienda agricola di prodotti latto-caseari.
Alta circa 30 metri, la bellissima Cascata Superiore (o di Castel Giuliano) è il momento culminante del lungo e spettacolare trekking che dalla Necropoli etrusca della Banditaccia conduce al cuore dei misteriosi Colli Ceriti, in un mix senza pari di natura, paesaggio, storia e archeologia. A questa cascata – cui se ne affiancano altre 4 lungo tutto il percorso – si può scendere facilmente anche da Castel Giuliano (Bracciano), in particolare dall’ottimo Agriturismo Tenuta Monte La Guardia. Curioso osservare come le raffiche di vento che si insinuano nel vallone spostino il flusso d’acqua a destra e sinistra (fenomeno ancor più visibile alla vicina Cascata dell’Ospedaletto). Al di sopra del salto, piscine naturali scavate nella colata di basalto, a sbalzo sul burrone – oltre ad un ponte ottocentesco e alle rovine di uno romano – completano il quadro di uno scenario degno di un film “fantasy”!
La primavera è in assoluto la stagione migliore per esplorare la magnifica Valle dei Calanchi di Bagnoregio, con le sue celebri “Dolomiti d’Argilla”. Purtroppo allo stato attuale molti dei sentieri possibili sono stati preclusi (in modo non sempre chiaro) dai proprietari dei fondi in cui essi transitano: una situazione ormai paradossale poiché una valle che ha potenzialità turistiche così immense, grazie alla presenza di Civita di Bagnoregio, è oggi di fatto inaccessibile nei suoi percorsi più “fattibili” e sicuri. Ebbene, per ammirare questi straordinari paesaggi – cosa che dovrebbe essere un diritto di tutti in una democrazia, visto che il territorio è un “bene comune” – occorre ormai zig-zagare su valloni e crinali impervi spesso a proprio rischio e pericolo. La situazione migliora sensibilmente sul versante di Lubriano, anche se la mancanza di manutenzione (e di segnaletica) dei sentieri rende di fatto quasi impossibile l’effettuazione degli stessi. Auspichiamo che il Comune di Bagnoregio sappia intervenire per per rendere nuovamente fruibili i sentieri sui calanchi, aprendo al contempo, nuove prospettive di sviluppo economico della vallata.
Il magnifico scenario che si apre dal belvedere del Monumento Naturale Balze di Seppie, nel Comune di Lubriano. Prende il nome dall’omonimo castello – oggi trasformato in un residence – visibile sulla sinistra, con una
tozza torre squadrata. Sullo sfondo di quest’ultimo – a coronare questo “quadro feudale” da fiaba, ricco di spunti romantici e “fantasy” – la cosiddetta “Torre del Sole” o Torre di Santa Caterina.
Uno scorcio fiabesco dal solitario borgo di San Michele in Teverina, frazione di Civitella d’Agliano. Sullo sfondo si vede la medievale Torre del Sole o Torre di Santa Caterina. Per avere itinerari emozionanti sulla Valle dei Calanchi si consiglia la nostra guida “Lazio. I luoghi del mistero e dell’insolito – vol. 1”.
Se Civita di Bagnoregio – la cui sagoma, in questa immagine, appare sfumata in controluce sulla destra – è sempre più visitata, la Valle dei Calanchi rimane tuttora per i turisti una sorta di irraggiungibile “sfondo-cartolina”. Di certo è un territorio di straordinario valore paesaggistico assolutamente non “esplorato” a livello sia fotografico sia escursionistico. Mentre per quanto riguarda le escursioni si assiste a continui fenomeni di privatizzazione dei sentieri (con relativi di divieti di accesso al limite della legalità), va molto meglio se ci si vuole limitare a fotografare “un po’ più da vicino” questo paesaggio meraviglioso. Una delle zone che offrono i panorami più interessanti è quella di Vaiano, minuscolo borgo frazione di Castiglione in Teverina. Da qui, procedendo in direzione del bivio per l’altra frazione di Case Nuove, dopo aver bordato pregiati vigneti appare uno scorcio incantevole di Civita e di alcuni aspri crinali calanchivi, che – per la sua particolare esposizione – si consiglia di immortalare o all’alba o al tramonto.
Il Lazio è ricco di luoghi fiabeschi, troppo spesso negletti e dimenticati, quasi mai celebrati come meriterebbero. Non è il caso di Vulci, che ogni anno “abbaglia” con la sua strepitosa bellezza migliaia di visitatori: oltre alle importanti vestigia etrusco-romane, il monumento di maggiore attrazione è senza dubbio il Castello dell’Abbadia, con il suo fossato colmo d’acqua, i suoi panorami incantevoli e lo spettacolare Ponte del Diavolo. Ma per rendersi pienamente conto degli elementi “epici” e “fantastici” di questo paesaggio bisogna ammirare dal basso il complesso della singolare fortezza, ossia dal Fiume Fiora. Scesi qui con un sentiero avventuroso, si rimane letteralmente “a bocca aperta” di fronte a tanta magnificenza: un ringraziamento all’amico Luigi Plos (autore della collana di successo “Luoghi segreti a due passi da Roma”) per averci accompagnato ad ammirarla.
Fra i “paesaggi fantastici” del Lazio la Valle dei Calanchi di Bagnoregio occupa senza dubbio un posto di preminenza. Qui ne ammiriamo uno scorcio da un inedito belvedere situato nelle campagne di Lubriano, con lo sfondo dei Monti Amerini e degli Appennini coperti dalle prime nevi della stagione. Ben visibile è il profilo appuntito della cosiddetta “Cattedrale”. Piccoli borghi e castelli medievali completano il quadro di uno scenario davvero “da fiaba”.
Scenari stranianti si aprono esplorando la Solforata di Pomezia, angolo dal sapore “fantasy” a pochi passi dai capannoni di una ben più prosaica zona industriale.
Nella Valle dei Calanchi di Bagnoregio la realtà supera l’immaginazione, portandoci in dimensioni oniriche: ecco la famosa “Cattedrale”, vista dal Piano di Sant’Antonio. Tutt’intorno, come “lame”, i calanchi creano situazioni asperrime, completamente inospitali e irraggiungibili per l’uomo.
Un’immagine senza tempo e senza bisogno di commenti per augurarvi una buona Pasqua, foriera d’amore, pace e riflessioni. Qui siamo nella magnifica Valle dei Calanchi di Bagnoregio (in procinto di essere dichiarata “patrimonio dell’umanità dall’Unesco) sul crinale della “via delle creste”, aereo percorso che attraversa una parte della vallata regalando scorci mozzafiato. Per saperne di più su Bagnoregio e i suoi dintorni, riguardo agli aspetti più suggestivi si consiglia la nostra guida “Lazio. I luoghi del mistero e dell’insolito”.
Come in uno scenario fantastico, lo splendido borgo di Labro, incastonato nel verde, appare alla stregua di una “visione” dal placido Lago di Piediluco, al confine tra Umbria e Lazio.
A giugno albeggia davvero presto ma l’alzataccia è come sempre ripagata da spettacoli incredibili. Torniamo a Montebello di Tuscania , stavolta in versione estiva, per immortalare la più classica “alba etrusca”, un momento magico della giornata che forse qui meglio che in ogni altro luogo della Tuscia esprime l’anima di questo misterioso popolo antico. Il grano maturo riflette i raggi del caldo sole maremmano, creando una luce dorata magnifico che tutto avvolge di rosso e arancio, lasciandoci sbalorditi. Ecco qui di seguito una galleria che può solo lontanamente rendere l’idea della bellezza mozzafiato della Maremma Viterbese illuminata dal primo mattino: per capirla bisogna andarci di persona! Un grazie al caro amico Adrian Moss di Esplora la Tuscia per il supporto logistico ma soprattutto per la graditissima compagnia.
Il magnifico panorama che si ammira da Paganico Sabino: il sinuoso Lago del Turano si allunga con lo sfondo della penisola di Antuni; di fronte, abbarbicato su uno sperone roccioso in posizione mozzafiato, si staglia il piccolo borgo di Ascrea, a dominio della misteriosa Valle dell’Obito (cfr.“Lazio. I luoghi del mistero e dell’insolito”).
Uno sguardo inedito e romantico dall’alto sulla Necropoli di Norchia, uno dei luoghi più suggestivi del Lazio e dell’intera Etruria. Le tombe rupestri, scavate nella parete tufacea, sembrano nascere direttamente da essa, come un elemento naturale.
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