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La Cascata del Picchio a Nepi

La bellissima Cascata del Picchio scroscia in una delle forre che circondano Nepi ed è raggiungibile direttamente dall’abitato a piedi lungo un sentiero molto piacevole e a tratti avventuroso.


Le absidi dell’Abbazia di Santa Maria di Falleri

Un aspetto quasi “british” dell’Agro Falisco nel punto in cui si erge – nel severo paesaggio invernale – la mole romanica dell’Abbazia di Santa Maria di Falleri. Fondata nel XII dai cistercensi, sorveglia l’antico tracciato della Via Amerina, sui resti della città romana di Falerii Novi.


Antico casale turrito fra Orte e Vasanello

Torri e antichi casali punteggiano le ubertose colline fra Orte e Vasanello, entrambi centri di grande rilievo nel passato: il primo nel Medioevo, il secondo soprattutto in epoca rinascimentale.


I Cavoni di Nepi

Gli antichissimi “Cavoni” di Nepi, di origine falisca, si aprono della forra ai piedi della cittadina, lungo il sentiero per le cascate.


Il tunnel di Ponte del Ponte

Fra Corchiano e Gallese si trova – seminascosto nella vegetazione – un interessante sito archeologico, ossia Ponte del Ponte, fiancheggiato da un antico tunnel.


Arco nel borgo di Corchiano

Un caratteristico arco nel pittoresco borgo medievale di Corchiano, noto per il suo frequentato “Parco delle forre”.


Corchiano dalla valle

Il suggestivo scorcio dal basso dello spicchio della rupe tufacea di Corchiano dal Parco delle Forre in una visione monocromatica che ne accentua la dimensione “atemporale”.


La Grotta delle monache

La misteriosa “Grotta delle monache” con il suo colombaio affacciato sulla forra di Palazzolo, nei pressi di Vasanello, antichissimo insediamento falisco poi riutilizzato in epoca medievale.


Le forre del mistero

Lo avrete capito: abbiamo da sempre un debole per questa valle, che esprime un misto di magia e mistero e che abbiamo fotografato più volte nel corso degli anni. Questo paesaggio quasi “primordiale” si sposa infatti con le suggestioni storiche ed archeologiche, se pensiamo che queste alture, oggi rivestite interamente di boschi, furono in tempi antichissimi occupate da insediamenti falisci, talvolta semplici villaggi (pagi) talaltra siti a carattere sacrale. Il panorama (meraviglioso a 360°) è ripreso da Calcata Vecchia, il famoso “paese delle streghe” (e dei gatti, aggiungiamo noi), nel cuore dello splendido Parco Regionale Valle del Treja.


La porta del borgo di Gallese

La principale porta d’accesso al piccolo ma suggestivo borgo medievale-rinascimentale di Gallese, noto per il suo palazzo Ducale degli Altemps e come località citata nel celebre racconto “La Duchessa di Paliano” di Stendhal.


Bellezza rurale nell’Agro Falisco

Resistono angoli di sublime bellezza nella campagna falisca, per larghe porzioni ormai stravolta dalle monocolture di nocciolo o letteralmente distrutta dal cosiddetto “Green” (quello che elimina il verde, per intenderci). Qui nella foto ecco uno scorcio da Civita Castellana, che fino a una decina di anni fa – prima dell’invasione industriale del territorio – annoverava uno dei paesaggi più splendidi di tutto il Lazio, allorquando si presentava ancora – almeno in parte – assai simile a quello decantato o dipinto dai viaggiatori del Grand Tour. Si auspica che quel poco di “paesaggio storico” che rimane nell’Agro Falisco venga tutelato e valorizzato come merita – e come accadrebbe in una nazione civile.


La Grotta degli Angeli

Posta nel cuore dell’Agro Veientano, la suggestiva Grotta degli Angeli (o Eremo di San Michele Arcangelo) si apre a pochi passi dal paese di Magliano Romano anche se in un’atmosfera del tutto solitaria. Scavato interamente nella roccia – si ipotizza nel VI secolo, da monaci orientali -, il cenobio è caratterizzato da un ambiente principale che costituiva una cappella rupestre di cui restano due colonnine assai consunte dal tempo e lo spazio absidale, mentre alcune pareti appaiono crollate. Altre nicchie e piccoli antri si notano nelle vicinanze, forse afferenti ad una necropoli etrusco-falisca. E’ possibile che al di sopra di questo ipogeo sorgesse la Chiesa di Sant’Arcangelo de Malliano, citata ancora nel XVI secolo, di cui però non rimane più traccia. Dopo secoli di abbandono, il sito – ormai seminterrato – fu riscoperto nel 1902 dallo storico dell’arte Federico Hermanin: a quel tempo appariva ancora rivestito da un pregiato ciclo di affreschi di scuola romana, databili all’XI secolo, in cui appaiono alcuni angeli (da cui il nome della grotta) poi staccati per timore di furti e oggi collocati sulle pareti della Chiesa di San Giovanni, nel centro storico di Magliano.


Castel d’Ischia

Situato nel cuore dell’Agro Falisco nonché in una delle località più isolate di questo territorio, Castel d’Ischia si staglia con le sue romantiche rovine su di uno sperone tufaceo dominante uno straordinario “paesaggio delle forre”. Il maniero – che occupa il sito di un pagus falisco nei pressi di Nepi – fa parte di una fitta rete di rocche, torri e castelli sorti nell’Alto Medioevo intorno al tracciato dell’antica Via Amerina e in seguito baluardi delle diverse contee venutesi a formare nella zona. Per conoscere altri affascinanti ruderi di fortilizi nella Tuscia (e non solo) cfr. “I castelli perduti del Lazio… e i loro segreti”.


Vasanello-Gli unicorni di Castello Orsini

L’unicorno è un simbolo ricorrente nell’iconologia del casato dei Farnese, di cui si vede bene l’immancabile giglio al centro dell’immagine. Qui siamo nel suggestivo Castello Orsini a Vasanello (in cui visse Giulia Farnese, “la bella”, sposa di Orsino Orsini), che custodisce diversi esempi di unicorni, nelle varie sfaccettature stilistiche che quest’animale fantastico presenta rispetto alle sue molteplici raffigurazioni.


Scorcio nel borgo di Carbognano

Carbognano offre svariati scorci interessanti e pittoreschi, esprimendo bene quel carattere di “vecchia nobiltà decadente” e assieme di “rusticità” caratteristico dell’area cimina e falisca. Stupiscono le belle architetture religiose – nella foto si vede l’originario laterale gotico della successiva Chiesa dell’Immacolata Concezione (XVI sec.) – e i molti eleganti palazzetti che indicano la presenza nel passato di una ricca borghesia. Domina il borgo il cinquecentesco Castello Farnese, che fu ultima dimora della celebre Giulia “la Bella”, uno dei personaggi più noti del Rinascimento italiano, giovane amante di papa Alessandro VI e sorella del futuro Paolo III.


Nepi-Scorcio presso Porta Nica

Nepi è uno dei centri più pittoreschi e caratteristici della regione di Roma. Come la più celebre Tivoli, anche Nepi può essere considerata una delle “città dell’acqua” del Lazio, non soltanto per le rinomate fonti minerali ma più semplicemente perché l’acqua è ovunque, sia in basso nelle selvagge forre sia in alto, fra i bastioni e le antiche porte, un tempo unici accessi a questo ricco borgo, fortificato alla fine del Quattrocento dall’architetto Antonio Sangallo il Vecchio su commissione di papa Borgia. Nei pressi di Porta Nica questa fusione magistrale fra acqua, architettura e paesaggio giunge al culmine, con la visione della poderosa Cascata dei Cavaterra (il Lazio non è nuovo a cascate nei centri storici – oltre alla già citata Tivoli, ricordiamo Isola del Liri) e l’altrettanto possente complesso di torri e bastioni formato dalle mura e dalla Rocca Borgiana. Una zona, l’Agro Falisco (nel cui cuore si situa Nepi), ricca di fascino e mistero, che vi consigliamo di scoprire nelle pagine della nostra guida “Lazio. I luoghi del mistero e dell’insolito – vol. 1”.


Il vecchio lavatoio a Sutri

Il vecchio lavatoio è forse l’angolo più godibile e grazioso di Sutri. Si tratta di una soleggiata terrazza-belvedere, lungo Via Giovanni Andrea dell’Anguillara, che offre una bella vista verso i boscosi crinali dei Monti Sabatini. Tipiche case in pietra tufacea e una simpatica trattoria arricchiscono questo amabile scorcio del borgo medievale.


Il Soratte da Civita Castellana

Il magnifico panorama da Civita Castellana, antichissima capitale dell’Agro Falisco e località amata dai viaggiatori, artisti ed intellettuali del Grand Tour. Domina la scena l'”oraziano” Monte Soratte, con la sua sagoma iconica a dominare un vasto e fertile altopiano. Nonostante le profonde ferite inferte dalla speculazione energetica del fotovoltaico a terra, questo paesaggio – che meriterebbe ferrei vincoli – ancora riesce ad ammaliare col suo potere enigmatico.


Le Cascate di Monte Gelato

Utilizzate per numerosi set cinematografici e pubblicitari e frequentatissime dai gitanti di Roma Nord (e non solo), le Cascate di Monte Gelato sono un’icona del paesaggio fluviale della Tuscia. Formate da alcuni pittoreschi salti del Treja e di altri suoi piccoli affluenti, affascinano con la loro semplice ed immediata bellezza, arricchita dalla presenza di mulini medievali.


Il gatto nero a Calcata

Un’immagine quasi monocromatica, nel momento in cui la sera è scesa fra i vicoli di Calcata Vecchia. Qui, nel borgo cosiddetto “delle streghe”, i gatti neri sono una curiosa costante e aggiungono un tocco misterioso alle sue consunte abitazioni.