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Fantasie dell’argilla in Etruria

Laddove prevalgono le argille pure, la morfologia del paesaggio diviene spesso stupefacente. Nel Lazio si ritrova questo tipo di territorio in sole tre zone, ossia nei bassi corsi delle contigue valli del Mignone e del Marta, separate dalle colline attraversate dall’Aurelia Bis, e nella Valle del Paglia procenese. Uno scenario che ricorda quello delle vallate dalla Bassa Toscana ma a differenza di queste ultime raramente fotografato e celebrato. Qui per la precisione siamo nella magnifica Valle del Mignone, guardando dalla località di Monte Riccio (Tarquinia). La composizione argillosa è ben visibile in autunno con i campi arati mentre in primavera il tutto si ricopre di una meravigliosa coltre verde, sia essa dei pascoli o dei coltivi.


Tarquinia, Via degli Archi

Tarquinia è una delle cittadine d’arte dei più belle ed affascinanti del Lazio ma tutt’oggi è ancora poco conosciuta e visitata come meriterebbe. Nota anche come la “San Gimignano del Lazio” per le sue numerose torri – di cui una ventina circa perfettamente conservate – la cittadina sta comunque riscoprendo negli ultimi anni un certo lustro e finalmente pare che il turismo si stia accorgendo che c’è uno scrigno d’arte medievale oltre alla ben più nota magnificenza delle necropoli etrusche patrimonio Unesco. Una delle cause di questa timida riscoperta è anche il progressivo miglioramento di questo pregiato centro storico, con ristrutturazioni di edifici, ripavimentazioni e chiusure al traffico. Uno degli angoli recentemente recuperati è Via degli Archi – in foto – che incanta il visitatore per la sua coerenza estetica, caratterizzata dalla tipica pietra locale giallastra, il “macco”.


Le case rupestri di Luni

Cuore dell’Etruria rupestre, Luni sul Mignone riserva molte sorprese al visitatore che abbia la pazienza di esplorare in modo approfondito questo affascinante quanto misterioso sito archeologico: una di queste sono le cosiddette “case rupestri” (di origine protostorica), ubicate in un angolo appartato e difficilmente raggiungibile per chi non conosca bene la zona.


Tarquinia medievale

Le spettacolari architetture medievali del centro storico di Tarquinia, luogo splendido da visitare soprattutto in primavera. Qui è lo slargo in cui diverse torri si innalzano intorno alla romanica Chiesa di San Pancrazio.


“Volando” da Monte Riccio

Sempre alla ricerca di “paesaggi segreti” del Lazio, stavolta in compagnia dell’amico Adrian Moss di Explore Tuscia, eccoci a svelavi un inedito panorama “a volo d’uccello”, quello cioè dall’iconica collina di Montericcio (o Monte Riccio, a 130 m. s.l.m.), che – con i suoi piccoli ma suggestivi calanchi – spicca nel verde primaverile della magnifica Valle del Mignone, cuore d’Etruria.


Panorami d’immenso in Etruria

I grandi e solenni spazi della Valle del Marta con l’iconico e solitario Monte Canino, visti dalle spettacolari colline dell’Ara della Regina e più precisamente nei pressi della misteriosa collina “a cono” della Castellina. Qui più che altrove si respira l’anima degli Etruschi ed è la primavera ad esprimere al meglio l’aspetto gaio del complesso carattere di questo antico popolo.


La Cascata del Picchio a Nepi

La bellissima Cascata del Picchio scroscia in una delle forre che circondano Nepi ed è raggiungibile direttamente dall’abitato a piedi lungo un sentiero molto piacevole e a tratti avventuroso.


Le “Arcatelle” di Tarquinia

La primavera è senz’altro la stagione migliore per ammirare il “paesaggio etrusco” di Tarquinia, patrimonio dell’Umanità dell’Unesco. Qui è l’iconico scorcio delle “Arcatelle”, acquedotto settecentesco che spicca nella magnifica campagna nei pressi dell’Ara della Regina.


Nel borgo medievale di Blera

Attraversato dall’antica Via Clodia, Blera è un borgo assai interessante, ricco di dettagli architettonici relativi all’epoca medievale e rinascimentale. Seppur meno curato e celebrato di quello della vicina Barbarano Romano, questo bellissimo centro storico sorprende per i numerosi scorci pittoreschi e merita di essere “gustato” con calma.


L’Etruria della Tradizione

Come sempre i Monti della Tolfa sorprendono ed ammaliano. Ecco qui la Valle del Mignone, in uno dei suoi tratti più scenografici e dai “grandi spazi”, che appare improvvisamente da un poggio nei pressi di Civitella Cesi, a pochi passi dalla solitaria strada che conduce a Rota. Si ha quasi l’impressione – ad un primo sguardo fugace e superficiale – di una valle incontaminata ed inesplorata ma a guardar bene è proprio l’impronta umana ad aver plasmato questo scenario. Un paesaggio che rivela l’anima più tradizionale del Lazio, quella Tradizione – con la T maiuscola – cioè che dimostra da millenni la possibile coesistenza fra Uomo e Natura, miracolo che oggi una certa propaganda “progressista” (o sarebbe meglio dire “transumanista”) vorrebbe bocciare come impossibile. Non è un caso infatti che queste agende “green” – che di verde non hanno nulla, anzi che il verde lo fanno sparire – si accaniscano oggi proprio contro questi paesaggi culturali così intatti, evidentemente per toglierci – oltre che la nostra terra e il cibo sano – anche la prova storica delle loro menzogne.


Ponte della Torretta a Blera

Le valli che circondano Blera – cittadina attraversata dall’antica Via Clodia – custodiscono un patrimonio storico-archeologico inestimabile: qui nella foto vediamo il cosiddetto Ponte della Torretta, caratterizzato da una piccola ma assai pittoresca torre di avvistamento del XIII secolo. Nei pressi è la medievale Cappella di San Sensia (o San Senzio), dedicata ad un personaggio caro agli abitanti del posto quale secondo patrono (dopo San Vivenzio), in bilico fra la storia e la leggenda.


Le Saline di Tarquinia

Le Saline di Tarquinia – inattive dagli anni Novanta e oggi Riserva Naturale Statale – costituiscono un importante ambiente umido sul Litorale Viterbese, ecosistema prezioso per una ricca avifauna, stanziale e migratoria. Situate a due passi dal mare, formano anche un suggestivo paesaggio, incorniciato dai non lontani Monti della Tolfa (sullo sfondo).


Le absidi dell’Abbazia di Santa Maria di Falleri

Un aspetto quasi “british” dell’Agro Falisco nel punto in cui si erge – nel severo paesaggio invernale – la mole romanica dell’Abbazia di Santa Maria di Falleri. Fondata nel XII dai cistercensi, sorveglia l’antico tracciato della Via Amerina, sui resti della città romana di Falerii Novi.


Palafitte a La Frasca

Uno degli angoli più integri e curiosi della costa settentrionale del Lazio è il tratto di litorale compreso nel Monumento Naturale La Frasca, che si estende subito a nord di Civitavecchia. Profumate pinete, scogli e mare limpido, i resti di una villa romana e pittoresche palafitte colorate formano il quadro di un luogo assai piacevole da vivere e da fotografare.


Tarquina: vista da Campo Cialdi

Il cosiddetto “Campo Cialdi” è un ampio prato che si apre a sinistra della splendida stradina che conduce alla chiesetta di San Giacomo a Tarquinia. Offre forse il panorama più iconico della città medievale, con le sue torri e la Chiesa di Santa Maria di Castello e con lo sfondo del Tirreno – l’antico mare degli Etruschi.


I Cavoni di Nepi

Gli antichissimi “Cavoni” di Nepi, di origine falisca, si aprono della forra ai piedi della cittadina, lungo il sentiero per le cascate.


Il tunnel di Ponte del Ponte

Fra Corchiano e Gallese si trova – seminascosto nella vegetazione – un interessante sito archeologico, ossia Ponte del Ponte, fiancheggiato da un antico tunnel.


Arco nel borgo di Corchiano

Un caratteristico arco nel pittoresco borgo medievale di Corchiano, noto per il suo frequentato “Parco delle forre”.


Casa rinascimentale a Vallerano

Il centro storico di Vallerano è uno dei più interessanti dell’area cimina e si presenta piuttosto articolato dal punto di vista sia urbanistico sia edilizio, con notevoli esempi di case ed elementi architettonici d’epoca medievale e rinascimentale. Noto per la “Notte delle candele”, che si svolge a fine agosto, questo paese merita di essere riscoperto da un turismo attento.


Scorcio antico sui Colli Ceriti

Un’immagine antica e struggente di uno dei paesaggi più suggestivi del Lazio, ossia la campagna cerite con lo sfondo di uno dei Sassoni di Furbara.