Lo splendore della Valle del Tevere, vista da Ponzano Romano, con il famoso “Fiasco” creato dalle anse mozzafiato del Fiume. Sullo sfondo le belle colline della Sabina.
Auguriamo ai nostri amici lettori Buon Natale con un’immagine suggestiva della Valle Santa di San Benedetto, ossia quella dei monasteri sublacensi. Qui si conserva la memoria dei nostri valori più antichi, profondi ed autentici. Un messaggio, quello dell’ora et labora, assai attuale in un momento storico in cui un tecno-scientismo frivolo e corrotto – “braccio armato” di tirannici poteri globalisti – pretende di avere la verità in mano, condizionando ogni dettaglio della nostra vita e cancellando – insieme alla democrazia e ai diritti fondamentali dell’uomo – ogni barlume di spiritualità, ogni spinta verso la trascendenza.
Una veduta crepuscolare di Carpineto Romano, borgo posto nel cuore dei Monti Lepini e ricco di testimonianze dell’antica presenza dei Cavalieri Templari.
Un magnifico paesaggio crepuscolare autunnale nell’antica Tenuta del Marchese del Grillo, sui Monti Volsini: si trova a poca distanza da Bolsena, in località Piazzano, e lascia immergere il visitatore in un’atmosfera sospesa, quasi “ottocentesca”.
Chi segue questo blog conosce la nostra passione per i “paesaggi segreti”, quei territori – spesso di straordinaria bellezza – che tuttavia sono completamente sconosciuti al turismo e non raramente agli stessi abitanti locali. Si tratta a volte di “luoghi di frontiera”, ai margini amministrativi della regione: è il caso delle colline bolsenesi al confine con i Comuni di Orvieto e Castel Giorgio, e dunque con l’Umbria. Una zona – quella dei Monti Volsini – tuttavia assolutamente omogenea e per secoli unita nel circondario di Roma, all’interno dello Stato Pontificio. Qui troviamo, tuttora intatta, l’antica Tenuta del Marchese del Grillo. Avete sentito bene! Proprio il marchese reso celebre dall’indimenticabile interpretazione dell’immenso Alberto Sordi nell’omonimo film, sebbene non sappiamo con certezza se il personaggio sia esistito davvero e se abbia mai frequentato questi luoghi. Una passeggiata sulle facili sterrate che collegano vecchie cascine e attraversano gli ampi e ondulati terreni dell’azienda (circa 140 ettari) equivale ad immergersi in un “micromondo” che sembra davvero poco mutato rispetto ai “quadri” ottocenteschi. Al termine di un viale di betulle e di querce si giunge ad un tavolino con panche in pietra che dona una vista mozzafiato sul Lago di Bolsena e sull’omonimo paese. Si può partire grosso modo dallo storico Casale Rossini, facilmente raggiungibile dalla strada che collega Orvieto a Bolsena (indicazioni poco visibili sulla destra, all’altezza del cartello che indica confine amministrativo) Ecco qui una lunga carrellata di immagini scattate fra ottobre e novembre in questa zona, che ne ritraggono la bellezza, senza dubbio arricchita dal panorama magnifico del lago e del suo verde contorno di boschi e coltivi, con lo sfondo iconico della sagoma inconfondibile di Montefiascone.
Risalendo dall’Agro Romano orientale verso le pendici dei Monti Prenestini, a poca distanza da Gallicano e in direzione di Poli, si ergono solitarie le rovine di Torre Raminga, affiancate da un vecchio casale: dominano un paesaggio collinare di rara bellezza, simile a un giardino in cui si alternano prati, boschi e frutteti, punteggiato qua e là da ruderi e monumenti di svariate epoche. Tali amene alture celano invero selvaggi valloni, ancora per certi versi “segreti” – malgrado la stretta vicinanza con Roma -, tuttavia in tempi recenti divulgati dalle ottime guide escursionistiche dell’amico Luigi Plos (nella collana “Luoghi segreti a due passi da Roma”).
La classica vista di Soriano nel Cimino dall’ostello posto sulla strada per la Faggeta monumentale, patrimonio dell’Umanità dell’Unesco. La compatta spirale del borgo, coronato dalla Rocca degli Orsini, si staglia su un paesaggio ubertoso e lavorato dall’uomo. Luoghi di straordinario fascino: per saperne di più si consiglia la nostra guida “Lazio. I luoghi del mistero e dell’insolito”.
Noto per la battaglia del 13 febbraio del 477 a. C. fra Etruschi e Romani, combattuta proprio sulle sue sponde, l’esile Fiume Cremera solca l’amena Valle del Sorbo, cuore “turistico” del Parco Regionale di Veio. Per saperne di più sugli itinerari della zona, alla ricerca degli aspetti meno noti: “Lazio. I luoghi del mistero e dell’insolito”.
Un’immagine senza tempo di Tuscania, di cui emerge in lontananza la mole della romanica basilica di San Pietro con e sue torri. Abbiamo scelto un viraggio in seppia per rafforzare il senso di “antico” di questo “quadro”, che ci ricorda i famosi “intervalli” della Rai di qualche decennio fa, intermezzi fra una trasmissione e l’altra in cui venivano proiettate vedute del paesaggio e dei centri storici italiani, quando ancora l’amore per questo Paese era vivo fra i cittadini. Pensate viceversa che oggi i terreni da dove è stata scattata questa foto rischiano di essere distrutti da un mega impianto eolico, esteso per molti chilometri!
Un’inconsueta luce fredda, quasi fiamminga, nell’inconfondibile, misterioso paesaggio etrusco in un crepuscolo di fine settembre. Siamo nell’Alta Valle del Marta, a nord di Tuscania e a pochi passi dall’omonima riserva naturale, in una zona purtroppo sconosciuta e negletta anche agli escursionisti e ai fotografi laziali oltre che ai turisti.
Arroccato sulle pendici meridionali dei Lepini, il borgo di Maenza è una piacevole sorpresa per i visitatori, con il suo poderoso castello (fondato nel XIII secolo dai misteriosi Conti di Ceccano) e con i suoi vicoli pittoreschi. Uno dei punti più caratteristici è senz’altro la Loggia dei Mercanti, una vera e propria “piazzetta coperta” che offre un bel panorama sulla Piana dell’Amaseno. Dall’arco-belvedere, inoltre, volgendo lo sguardo in basso a sinistra sul muretto, si può notare uno degli svariati esemplari di “Triplice Cinta” presenti sulle antiche pietre del paese, simbolo dalle valenze esoteriche diffusissimo nel Lazio meridionale.
L’eleganza formale della campagna della Tuscia Orvietana a pochissimi chilometri dal confine regionale, sulla stupenda strada per Lubriano. Più o meno in questa zona transita la Via Romea-Germanica, antica strada di pellegrinaggio oggi ripresa con un interessante Cammino che costituisce una variante orientale della Via Francigena.
Come in uno scenario fantastico, lo splendido borgo di Labro, incastonato nel verde, appare alla stregua di una “visione” dal placido Lago di Piediluco, al confine tra Umbria e Lazio.
Se l’alba da Montebello ci ha entusiasmato, c’è un’altra località nel magnifico scenario della Valle del Marta fra Tuscania e Tarquinia che, al livello fotografico, merita la massima attenzione ed è la Roccaccia: si tratta di un vasto territorio appartenente al Comune di Tarquinia che offre vedute spettacolari sia sul mare sia sull’interno dell’Etruria. Luoghi misteriosi nella loro grande ampiezza, dove lo sguardo spazia sconfinato e dove la storia ha lasciato segni importanti. Il paesaggio rivela l’anima di una terra, lasciandone trapelare i segreti, celati fra le selve e i campi lavorati da secoli, anzi millenni, da mani sapienti.
Il parco non c’è ancora ma dovrebbe razionalmente esistere. E lotteremo affinché lo diventi prima possibile. Un paesaggio storico vastissimo e ottimamente preservato in cui agricoltura, archeologia, natura, paesaggio, storia ed arte si abbracciano in una simbiosi perfetta. Qui siamo sempre tra Tuscania e Tarquinia e queste sono le ondulazioni bellissime della Valle del Marta – che poco hanno da invidiare alla ben più blasonata Val d’Orcia, in Toscana – visibili dai colli alle pendici della Roccaccia, località nel Comune di Tarquinia.
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