Archivi tag: leggende

Il Castello di Bracciano in notturna

Celebre per le sue opere d’arte, gli arredi, le armi, i trabocchetti e le leggende, il magnifico Castello Orsini-Odescalchi di Bracciano domina l’omonimo lago. Di notte, reso assai suggestivo da un’ottima illuminazione, emana ancor più un fascino misterioso reso già forte dalle storie di presenze spettrali.


La Cascata Braccio di Mare

La Cascata Braccio di mare è una delle più suggestive fra le numerose cascatelle che si incontrano lungo lo stupendo e frequentatissimo sentiero che parte dalla Necropoli della Banditaccia di Cerveteri e si inoltra nel cuore dei misteriosi Colli Ceriti. Questo salto d’acqua – posto praticamente a metà percorso – è impreziosito dalle memorie classiche e leggendarie che vi aleggiano: fu citata persino da Virgilio nell’VIII libro dell'”Eneide”, allorquando ad Enea – il quale si trovava a viaggiare di qui – apparve dalle fredde acque del “gelidus caeritis amnis” la dea Venere annunciandogli la gloria della sua progenie.


La “Fontana del Facchino” a Roma

Una fra le più iconiche fontanelle rionali di Roma è la cosiddetta “Fontana del Facchino”, posta su Via Lata, a pochi passi da Via del Corso, che per il suo particolare aspetto non sfugge certo allo sguardo dei turisti. Realizzata nella seconda metà del Cinquecento, prima si trovava proprio su Via del Corso ma, in seguito alle mutazioni urbanistiche che interessarono la zona dopo l’Unità d’Italia, venne spostata nel sito attuale, ossia di fianco a Palazzo De Carolis, sede della Banca di Roma. Una leggenda popolare attribuirebbe il volto della statua a Martin Lutero, il quale soggiornò a Roma nel 1511, ma in realtà essa rimanda al misero mestiere medievale dell'”acquarolo”, che, previo modesto compenso, portava a piccole botti d’acqua a domicilio, evitando così ai suoi clienti di recarsi alle grandi fontane pubbliche. L’opera – probabilmente di Jacopo del Conte – appare dunque un omaggio a questa particolare figura di facchino, proprio nel momento in cui, alla fine del XVI secolo, venne riportata l’acqua corrente in molte strade della città, compresa appunto Via del Corso.


Visioni d’eternità

Il panorama sul Foro Romano dal Campidoglio è uno dei più spettacolari e romantici al mondo. Oltre alla sublime bellezza estetica – architettonica e paesaggistica – colpisce profondamente l’animo, di chi lo ammiri, l’intreccio di storie, leggende e miti racchiusi in questo spazio che ben sintetizza lo spirito della “Città Eterna”. Soprattutto al tramonto, le incomparabili luci di Roma rendono questa veduta simile ad un vero e proprio dipinto.


L’ultimo rifugio dei Templari

Una piccola “croce patente” testimonia il passaggio/soggiorno dei Cavalieri del Tempio in questo romitorio perso fra i Monti Lepini, a poca distanza dal borgo medievale di Bassiano. Il Santuario del SS. Crocifisso – risalente al XII secolo – noto per la spettacolare “Grotta dei Templari” – fu, secondo la leggenda (o meglio, la tradizione), l'”ultimo rifugio” dei celebri monaci-cavalieri, in fuga dalla feroce ed improvvisa persecuzione che venne scatenata contro di loro dal re di Francia Filippo il Bello agli inizi del XIV secolo. Rimasto per molti anni chiuso, il santuario (che peraltro custodisce uno degli impressionanti crocifissi del frate seicentesco Vincenzo Pietrosanti) è oggi regolarmente visitabile grazie all’impegno e alla devozione dell’eremita Pietro, il quale accoglie con grande gentilezza i visitatori e li guida alla scoperta di questo vero e proprio “tesoro nascosto” del Lazio.


La prigione di Amalasunta

Secondo la storia – che si confonde con la leggenda – la regina degli Ostrogoti Amalasunta, figlia del re Teodorico, venne rinchiusa in questa lugubre rocca dal cugino Teodato (con cui era stata costretta a sposarsi) e quivi poi uccisa dai sicari dello stesso (sempre secondo la tradizione) il 30 aprile del 535. Oggi appare assai suggestivo il contrasto fra la serenità emanata dalla bellezza naturalistica dell’Isola Martana e le sue oscure memorie. Per saperne di più sui misteri del Lago di Bolsena cfr. “Lazio. I luoghi del mistero e dell’insolito – vol. 1”.


Croci sulle porte nel Cicolano

Nel Cicolano (qui siamo a Petrella Salto) si trovano spesso delle croci inchiodate (o dipinte) sui vecchi portoni delle case, oggi in gran parte abbandonate. Questa usanza è tipica delle comunità montane più chiuse e si ritrova anche nelle valli alpine. Pare “servisse” per tenere lontani gli spiriti maligni, in epoche in cui la vita di montagna era oltre modo dura e la religiosità fortissima, mentre le superstizioni concorrevano a dare un senso di “protezione” agli abitanti. Alcuni studiosi di etnografia ritengono che tali croci venissero apposte nei periodi di pestilenze, ad indicare il capezzale di famiglie malate, in modo da invocare la pietà divina oppure, al contrario, per “scacciare” il morbo. In ogni caso, appare assai interessante il fatto che tale consuetudine si sia conservata fino a tempi piuttosto recenti. Per maggiori informazioni circa leggende, segreti e misteri della Valle del Salto: “Lazio. I luoghi del mistero e dell’insolito – vol. 1”.


La torre di San Donato

La torre di San Donato Val di Comino si erge all’apice dell’abitato – antico castrum longobardo – dominandone i tetti e il paesaggio circostante. Fu costruita ai primi del Duecento dai Conti d’Aquino, signori di queste terre, come struttura di avvistamento: vi si accedeva tramite un’apertura in alto, raggiungibile con una scala. Una leggenda medievale riporta che sotto di essa si aprisse un cunicolo sorvegliato da un drago… Per saperne di più di luoghi e leggende della Val di Comino: “Lazio. I luoghi del mistero e dell’insolito – vol. 2”.


Il “lago di Ercole”

La classica, magnifica vista del Lago di Vico dal belvedere di Poggio Trincera, con la conca sottostante fitta di noccioleti e l’azzurro delle acque a spezzare cromaticamente d’incanto il manto della vegetazione. La leggenda vuole che questo splendido lago sia scaturito da un colpo di clava di Ercole su di un terreno. Luoghi intrisi di mito, arte e natura e per saperne di più vi consigliamo la nostra guida “Lazio. I luoghi del mistero e dell’insolito – vol. 1”.


Tramonto romantico da Nemi

Intrisi di miti e leggende, amatissimi dai viaggiatori del Grand Tour, Nemi e il suo lago vulcanico sono fra i luoghi più romantici dei Colli Albani e di tutto il Lazio. Per saperne di più: “Lazio. I luoghi del mistero e dell’insolito – vol. 2”.


Tra le rovine di Piantangeli

I pochi ma romantici resti della chiesa abbaziale di Piantangeli, nel cuore dei Monti della Tolfa. Si tratta di uno dei luoghi più solitari e suggestivi del Lazio, su cui aleggia una fosca leggenda legata ai Cavalieri Templari (cfr. “Lazio. I luoghi del mistero e dell’insolito – vol. 1”). Si raccomanda la sua visita in questo periodo – oltre che ovviamente in primavera – per via della straordinaria bellezza del paesaggio in cui si trova il sito, esaltata dai colori dell’autunno inoltrato: di sicuro, il panorama “a volo d’uccello” sulla Valle del Mignone vi lascerà senza fiato.


Il pescatore sul lago al crepuscolo

Un poetico crepuscolo sul Lago di Bolsena, con un pescatore impegnato nel suo lavoro mentre sullo sfondo si adagia sulla sua penisola il borgo di Capodimonte, illuminato dalle ultime, timide luci di una calda giornata estiva. Svetta la Rocca Farnese, depositaria di molte leggende, fra cui quella – in realtà suffragata da testimonianze storiche – che diede spunto all’ideazione alla famosissima fiaba de “La Bella e la Bestia”… Per saperne di più: “Lazio. I luoghi del mistero e dell’insolito – vol. 1”.


“Sali-sano”

La vista del villaggio di Salisano dall’altrettanto piccolo borgo di Mompeo, nella zona più aspra della Sabina. La tradizione popolare vuole che il toponimo “Salisano” provenga dal motto “sali-sano”, relativo al fatto che in passato salire al paese a piedi richiedeva un grande sforzo e dunque si doveva essere “sani” per compierlo oppure, parimenti, che proprio tale fatica avesse un buon risultato in termini di salute…


Il cortile del Palazzo di Giacomo Mattei a Roma

Situata nel nel Rione Sant’Angelo a Roma, la splendida Piazza Mattei è famosa per la tardo-cinquecentesca “Fontana delle Tartarughe” progettata dal Della Porta e realizzata dal Landini verso la fine del Cinquecento. Vi prospettano alcuni dei palazzi che compongono il complesso architettonico dell’Isola Mattei (nota anche come “Insula Matthaeiorum” o “Insula Mattei”): nella foto, un cortile quattrocentesco con un’elegante loggia di rado è ammirato dai turisti, che o trovano chiuso il portone o non vanno ad affacciarvisi quando esso è aperto.  Il palazzo è inoltre caratterizzato da una finestra murata che ricorda una vecchia leggenda popolare legata proprio al Casato dei Mattei: pare che nel corso del Seicento un giovane rampollo della famiglia, ritenuto uno scapestrato, non riuscisse per tal motivo ad ottenere la mano di una bellissima fanciulla da parte del severo padre. Si narra che il giovane Duca Mattei invitò allora il suocero ad un ricevimento e a pernottare nel suo palazzo e che nel corso di quella stessa notte fece costruire la sottostante fontana. Al mattino fece affacciare il suocero dalla finestra esclamando: <<Ecco cosa è capace di fare in poche ore uno squattrinato Mattei!>>. Poi, ottenuto il permesso di sposare la ragazza, fece murare la finestra a ricordo dell’evento…


Vicolo a Sacrofano

Sacrofano prende il nome da un antico sito di culto (appunto un sacrum fanum, un “tempio sacro”, noto in epoca classica come Arae Mutiae) di epoca etrusco-romana, probabilmente ubicato sul Monte Musino, il verde rilievo che domina il paese. Un’altra leggenda propone un’origine toponomastica diversa, basata cioè sul fatto che nel primitivo villaggio si allevavano le scrofe o su qualche specifico avvenimento “miracoloso” legato ad una scrofa che seppe rinvenire una sorgente d’acqua in un periodo di grave carestia. Oggi Sacrofano è uno dei centri “satelliti” che circondano il nord del Comune di Roma, compreso nel Parco Regionale di Veio. Dopo decenni di faticosa coesistenza, negli ultimi anni la complicata vicinanza con la metropoli, grazie all’area protetta, si è trasformata in un’opportunità per uno sviluppo basato sulla qualità della vita. Un po’ occultato dalla massiccia espansione moderna, il delizioso borgo medievale di Sacrofano merita di essere visitato con calma, osservando i suoi tanti elementi di pregio e la sua atmosfera rustica e nobile al contempo.


Il Santuario di Santa Maria in Celsano

L’interno della Chiesa di Santa Maria in Celsano, di forme medievali. Elevata a santuario, la leggenda popolare vuole che sia stata edificata in seguito al miracoloso ritrovamento di un’effige della Madonna sui rami di un gelso – da cui il toponimo “celsano” – conservata sull’altare e datata al XII-XIII secolo. Gli storici non escludono comunque origini etrusche o romane del sito, comprovate dalla presenza di un’antica cisterna. In ogni caso, l’esistenza della chiesa è documentata intorno all’anno Mille come proprietà del Monastero di San Saba a Roma. Passata nel Quattrocento agli Orsini, fu da essi ristrutturata. Il tempio custodisce anche un affresco della scuola di Antoniazzo Romano oltre che due lapidi provenienti dalla vicinissima “città perduta” di Galeria. Pochi sanno che qui venne girata una scena del celebre film “Non ci resta che piangere” con Troisi e Benigni. Oggi è utilizzata spesso per cerimonie matrimoniali ed è il punto culminante della visita al delizioso borgo rurale di Santa Maria di Galeria, fra i più caratteristici della Campagna Romana.


Il Ponte di Fra Cirillo

Il Ponte di Fra Cirillo, avvolto da leggende, scavalca il Torrente Traponzo nei pressi della Rocca di Respampani.


I “cipressi miracolosi” del Santuario della Madonna del Colle presso Lenola

Santuario di Maria SS. del Colle-Particolare dei cipressi RCRDC.jpg

Lo straordinario fenomeno naturale dei “cipressi miracolosi” del Santuario della Madonna del Colle presso Lenola, cui è legata una leggenda: per saperne di più si faccia riferimento alla nostra guida, ormai divenuta rara, “Lazio. I luoghi del Mistero e dell’Insolito”


Bolsena-Collegiata di Santa Cristina

Bolsena-Collegiata di S. Cristina, facciata 5 RCRLB.JPG

L’elegante facciata rinascimentale della Collegiata di Santa Cristina a Bolsena. La chiesa, situata lungo la Via Francigena, custodisce le memorie dei “miracoli” legati alla figura di Santa, da cui scaturì nel 1264 la festa del Corpus Domini. Per saperne di più: “Lazio: i luoghi del mistero e dell’insolito”.


Il Castello Orsini-Odescalchi di Bracciano e la Stanza di Isabella

Situato a dominio del vulcanico Lago Sabatino, Bracciano spicca agli occhi del visitatore soprattutto per l’imponente castello, visibile sin da ragguardevoli distanze. Lo splendido maniero si erge maestoso nella deliziosa Piazza Mazzini con i suoi alti e poderosi torrioni circolari, quasi completamente avvolto dalle piante rampicanti, i cui colori mutano in ogni stagione, offrendo uno spettacolo assai romantico. Tutt’attorno si snodano i vicoli dell’antico borgo, uno tra i più pittoreschi della Tuscia Romana, caratterizzato com’è da abitazioni costruite con la locale pietra lavica.

bracciano-veduta-1-rcrlb

Edificato nel XV secolo dalla famiglia Orsini sopra i resti di una rocca medievale, appartenuta ai Prefetti di Vico, il Castello Odescalchi, che trae il suo nome dalla famiglia che lo possedette fin dal 1696, conserva all’interno, magnifici affreschi e mobili d’epoca, ed è considerato una tra le dimore signorili fortificate, più eleganti d’Italia. Di notte l’antico maniero assume un aspetto tetro ed oscuro che lo riporta alla mente quale scenario perfetto di quell’epoca estrosa e rivoluzionaria sì, ma anche frivola e violenta che fu il Cinquecento.

bracciano-castello-orsini-odescalchi-sc-rcrlb

Una delle stanze del castello più interessanti e misteriose è sicuramente la “Camera Rossa” detta anche Stanza di Isabella. Posta al primo piano, essa presenta, oltre alla notevole mobilia antica, un soffitto ligneo dipinto nel XV secolo da Antoniazzo Romano. Isabella de Medici era la controversa moglie di Paolo Giordano Orsini, con il quale si sposò proprio in questo castello. La tradizione vuole che in tale stanza la donna compì innumerevoli misfatti. La giovane sposa, aveva un temperamento alquanto impetuoso e focoso, tant’è si narra che in alcune frivole feste ella giungesse vestita di soli veli, proprio per sottolineare le linee del suo corpo. Ma la sua natura la spingeva ad attirare numerosi amanti con i quali s’intrattenne proprio sul baldacchino ancora presente nella stanza: da qui, dopo un’ardente notte di passione, venivano condotti in un salottino al quale si accedeva da una porta sita in un angolo della camera, con la promessa di raggiungerli non appena si fosse rivestita. In realtà dietro alla piccola porta non vi era nessuna sala, ma solo un tenebroso e angusto corridoio nel quale era un trabocchetto. I suoi ignari amanti non potendo vedere nulla per via del buio cadevano nella botola e precipitavano vorticosamente in un orribile pozzo a rasoio. I loro corpi esanimi e dilaniati precipitavano poi nella calce viva, appositamente collocata per dissolvere ciò che restava di loro.

bracciano-castello-odescalchi-rcrlb

Paolo Giordano Orsini, pur essendo a conoscenza della disdicevole condotta della moglie Isabella, un giorno si recò segretamente in chiesa ad ascoltare le confessioni della moglie, ed ottenne così la sue conferme. La sera stessa quindi vendicò le umiliazioni subite strangolando Isabella con un nastro di seta rosa, nei loro appartamenti del Castello di Cerreto Guidi a Firenze. Il trabocchetto, frutto della mente oscura e enigmatica di Isabella, è ancora visibile nella camera, mentre il pozzo è stato murato. La sensazione che si percepisce nell’osservare i luoghi dove vennero compiute tali scelleratezze è talmente forte, che pare aleggi ancora, tra le mura del castello, la presenza della viziosa nobildonna. Ed infatti, la tradizione popolare vuole che una signora in abiti del Cinquecento di tanto in tanto vaghi ancora sulle sponde del bel Lago di Bracciano…

APPUNTI DI VIAGGIO

Periodi consigliati:

Tutte le stagioni con particolare attenzione all’autunno.

Nei dintorni:

Monterano Vecchia, Caldara di Manziana, Lago di Bracciano con Anguillara e Trevignano Romano, Galeria Antica.

Links:
www.odescalchi.it
www.comunedibracciano.it
www.fantasmitalia.it