Costruita nella prima metà del II secolo d. C. da due nobili consoli, la grandiosa Villa dei Quintili si affaccia con i suoi ruderi su uno degli angoli più suggestivi della Via Appia Antica, a pochi chilometri a sud di Roma. Al fascino storico e paesaggistico si sommano in questo luogo svariate leggende popolari: per saperne di più si faccia riferimento alla nostra guida “Lazio. I luoghi del mistero e dell’insolito”.
Lo splendore della Valle del Tevere, vista da Ponzano Romano, con il famoso “Fiasco” creato dalle anse mozzafiato del Fiume. Sullo sfondo le belle colline della Sabina.
Auguriamo ai nostri amici lettori Buon Natale con un’immagine suggestiva della Valle Santa di San Benedetto, ossia quella dei monasteri sublacensi. Qui si conserva la memoria dei nostri valori più antichi, profondi ed autentici. Un messaggio, quello dell’ora et labora, assai attuale in un momento storico in cui un tecno-scientismo frivolo e corrotto – “braccio armato” di tirannici poteri globalisti – pretende di avere la verità in mano, condizionando ogni dettaglio della nostra vita e cancellando – insieme alla democrazia e ai diritti fondamentali dell’uomo – ogni barlume di spiritualità, ogni spinta verso la trascendenza.
I Lepini offrono sentieri suggestivi, a volte poco battuti, sempre avvolti da una certa atmosfera misteriosa. Qui siamo sull’altopiano carsico dell’Erdigheta, dove si trova un profondo inghiottitoio. I cavalli al pascolo nella bruma creano uno scenario affascinante, quasi “britannico”.
Pressoché sconosciuta sia a livello turistico che storico, la medievale Torre di Presciano si erge nel cuore di un’azienda vinicola, sulle dolci colline che da Velletri digradano verso la Pianura Pontina.
Com’è noto Tivoli è una “piccola Roma”, un vero e proprio “museo a cielo aperto”. Fra i luoghi più suggestivi c’è senza dubbio Via del Colle, su cui prospettano antichi edifici civili e – a metà della stradina – la romanica Chiesa di San Silvestro (XI-XII sec.), di cui nell’immagine si vede il campanile a vela e che all’interno custodisce pregevoli affreschi medievali.
Posto al diciannovesimo chilometro della Via Flaminia, sulle dolci colline alla destra orografica della Valle del Tevere, lo stupendo Casale di Malborghetto è il risultato di svariate sovrapposizioni storiche e architettoniche. Edificato nel Medioevo sui ruderi di un arco quadrifronte d’epoca tardo-romana, suggella un angolo incantato della campagna a nord di Roma. Passeggiando lungo i resti dell’antico basolato e ammirando il prezioso contesto paesaggistico, ci si può immergere in un’atmosfera che rievoca con decisione la memoria del passaggio di illustri personaggi come di più modesti pellegrini e viaggiatori. Si rivive così uno di quei deliziosi “quadretti” del Grand Tour che dipingevano un Lazio bucolico e allo stesso tempo romantico.
Risalendo dall’Agro Romano orientale verso le pendici dei Monti Prenestini, a poca distanza da Gallicano e in direzione di Poli, si ergono solitarie le rovine di Torre Raminga, affiancate da un vecchio casale: dominano un paesaggio collinare di rara bellezza, simile a un giardino in cui si alternano prati, boschi e frutteti, punteggiato qua e là da ruderi e monumenti di svariate epoche. Tali amene alture celano invero selvaggi valloni, ancora per certi versi “segreti” – malgrado la stretta vicinanza con Roma -, tuttavia in tempi recenti divulgati dalle ottime guide escursionistiche dell’amico Luigi Plos (nella collana “Luoghi segreti a due passi da Roma”).
I Monti Lepini sono un’isola rurale “antica” circondata da territori in rapida e sconclusionata trasformazione come la Pianura Pontina e la Valle del Sacco. Ne deriva un forte contrasto emozionale per chi dalle città giunge in poche decine di minuti sui solitari altopiani montani (nella fattispecie Pian della Faggeta presso Carpineto), trovando immagini senza tempo come questa…
I colori festosi dell’autunno nella Valle del Simbrivio contrastano con l’atmosfera tetra di questi giorni, in cui ombre grigie sembrano allungarsi sulle nostre vite e sulle nostre libertà fondamentali…
Le colline dell’Alta Valle del Sacco, fra Olevano e San Vito offrono un paesaggio bucolico e pressoché intatto. La curiosità è la comparsa della pietra arenaria, rara nel Lazio, soprattutto in una zona in cui prevale il calcare dei Monti Prenestini. E’ bellissimo perdersi sulle stradine che attraversano questi aspri colli, in un mondo rurale e silenzioso che sorprenderebbe chi non conosce bene il territorio intorno a Roma.
Questo è il periodo di massimo splendore nelle faggete del Centro-Italia: uno spettacolo (gratuito) da non perdere! Qui siamo sui Monti Simbruini, alle falde del Monte Autore. La speranza è di poter godere della bellezza della natura e della vita all’aria aperta, cose ESSENZIALI per un’esistenza piena e sana, in un momento drammatico in cui qualcuno, senza alcun motivo valido ed inoppugnabile, vorrebbe privarcene.
La straordinaria struttura “a spigolo” del Castello Theodoli a San Vito Romano (di origine medievale ma ristrutturato nel Seicento), vista dal basso, ai piedi del cosiddetto “scoglio”. Domina uno dei borghi più spettacolari e meno conosciuti del Lazio, che meriterebbe una seria politica di valorizzazione e promozione.
Una delle zone più affascinanti ancorché meno frequentate del Lazio è quella dei Monti Prenestini-Ruffi, soprattutto nel loro versante orientale. Qui, fra scorci che ricordano i dipinti del Grand Tour sette-ottocentesco, troviamo l’appartato borgo di Rocca Santo Stefano, che offre panorami incontaminati su un verde che abbraccia ovunque lo sguardo.
Nel cuore di Roma, a Caracalla, la piccola Chiesa dei Santi Nereo e Achilleo, di origine paleocristiana (IV sec.), custodisce uno straordinario ciclo di affreschi ad opera del Pomarancio (XVI sec.), che descrive, con un malcelato gusto orrorifico, alcune scene di martiri (nella foto vediamo il supplizio di San Simone). Fa un certo effetto oggi – in un’epoca di ipocondrie e deliri collettivi – immaginare personaggi che accettarono di morire in maniera così atroce pur di non rinnegare l’ideale della propria fede…
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