Il borgo di Montecalvello si nasconde in una piccola valle formata da un affluente del Tevere e compare discreto e sornione, e ancora cinto da mura, a chi percorra la strada da o verso Grotte di Santo Stefano. Quasi completamente fermo al Cinque-Seicento, questo minuscolo borgo è uno dei più suggestivi della splendida Teverina Viterbese.
Un minuscolo borgo emerge da una piccola rupe di tufo come una visione, in un paesaggio completamente intatto e fermo nel tempo. E’ il castello di Rocchette di Gallese, enclave viterbese in Sabina: uno degli angoli “segreti” più incantevoli del Lazio.
Sulla vetta del Monte Soratte, l’Eremo di San Silvestro (VI sec.) è un incontro sempre emozionante per il camminatore: eccolo qui nella foto avvolto da una leggera nebbia invernale esprimere ancor più la sua potenza mistica.
Ancora uno scorcio dalla fantastica Valle dei Calanchi di Bagnoregio, in attesa di divenire “patrimonio dell’Umanità”. Sullo sfondo il profilo sfumato di Civitella d’Agliano, borgo-gioiello assai meno noto e celebrato di Civita ma meritevole di visita per la sua suggestiva urbanistica e soprattutto per i suoi panorami.
Sulla strada che collega la Flaminia, all’altezza di Sant’Oreste, a Nazzano e quindi alla Via Tiberina, si attraversa un paesaggio sorprendentemente integro, a tratti magnifico, che già preannuncia nelle forme e nelle atmosfere quello della Sabina. Un territorio unico, a due passi da Roma, eppure tuttora non soltanto sconosciuto ma sempre a rischio di folli e criminosi progetti fotovoltaici o di nuove e sempre incombenti urbanizzazioni. Un periodo perfetto per assaporare questo scenario è senza dubbio il tardo autunno e l’inizio dell’inverno quando le querce, arrossendo, creano assieme ai campi ora verdi ora arati, una tavolozza di colori straordinaria.
Uno scorcio della “Sala dei Paesaggi”, nel Palazzo Orsini di Bomarzo: un nome che è tutto un programma in quanto basta affacciarsi da una delle finestre della stanza per ammirare, oggi come ieri, un panorama magnifico, ora reso strepitoso dai colori tardo-autunnali. Il palazzo è sede di eventi a dicembre come “Tuscia deliziosa” fra arte, cultura ed enogastronomia.
Uno scorcio del delizioso borgo medievale di Lugnola, nell’estremo angolo nord della Sabina Tiberina, al confine con la Sabina Narnense, qualificato dall’antica Chiesa di San Cassiano (X sec.).
La magia delle nebbie mattutine autunnali, in un angolo delizioso della Valle del Tevere, al confine fra Lazio ed Umbria, dove emergono i ruderi romantici di una torre medievale…
Ancora uno scorcio dalla splendida Teverina: ad ottobre le vigne si colorano di oro e rubino, dando vita ad uno degli spettacoli più belli dell’anno. Qui siamo fra Castiglione in Teverina e Lubriano, in una zona agreste di grande bellezza, curata dalla mano sapiente dell’uomo che ha trovato una convivenza armoniosa con la natura.
La magia di un sentiero nella splendida campagna della Teverina, tra vigneti, campi coltivati e boschi di querce: qui siamo una valle del borgo di Civitella d’Agliano, arroccato fra i calanchi e il Tevere.
Fra le belle colline della Sabina Tiberina, ecco una visione, nella nebbia mattutina: è il pittoresco borgo di Cantalupo in Sabina, qualificato dall’elegante cinquecentesco Palazzo Camuccini.
La dolcezza delle colline della Sabina Tiberina, dalla splendida strada fra Magliano e Collevecchio: numerosi agriturismi e fattorie permettono di soggiornare, mangiare ed acquistare prodotti tipici in un contesto di ruralità autentica.
Stimigliano è uno dei più straordinari “belvedere” della Sabina Tiberina e di tutta la Valle del Tevere laziale. Oltre alla fertile piana del “Biondo Fiume” (oggi a rischio per una mega centrale a biogas) e allo sfondo del Soratte, si ammirano le belle colline che con lunghissimi crinali scendono dolcemente dai Monti Sabini. Nella foto, una magica alba settembrina…
Le prime luci di un mattino a settembre fra le colline della Sabina Tiberina: una leggera nebbiolina si fa sempre più rada minuto dopo minuto, lasciando ammirare un paesaggio dolce e verdissimo. Qui siamo nei pressi di Cantalupo in Sabina, piccolo borgo qualificato dall’elegante Palazzo Camuccini (XVI sec.).
Uno scorcio ormai celeberrimo, quasi un’icona dell’arte nel Lazio. Visitatissimo in tutte le stagioni, il Sacro Bosco è letteralmente preso d’assalto in primavera, in effetti uno dei periodi (l’altro è l’autunno inoltrato) in cui si presenta nel suo massimo splendore. Tuttavia per godere appieno di questo luogo così poetico si sconsigliano i fine settimana e i festivi: chi può, ci vada nei giorni infrasettimanali, allorquando il silenzio e la solitudine divengono naturale corollario di questo ambiente estremamente suggestivo.
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