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La Torre di Chia (o “di Pasolini”)

La Torre di Chia è il simbolo del Castello di Colle Casale, maniero nascosto nelle selve tra Bomarzo e Chia (frazione di Soriano nel Cimino). Connessa ad una rete di torri medievali sparse nella zona (che ricordano le epoche, longobarda-bizantina, feudale e comunale), è nota anche come “Torre di Pasolini”, per essere appartenuta al celebre regista e scrittore, quale sua ultima dimora. Luogo fino a pochi anni fa amatissimo dagli escursionisti – che oggi lo possono raggiungere dal parco delle cascatelle (a pagamento) – emana un’atmosfera di fascino e mistero: si auspica vivamente la possibilità per i camminatori di raggiungere le cascatelle e la torre, come avveniva un tempo, dal campo sportivo di Bomarzo, riaprendo il sentiero tuttora (scandalosamente) chiuso.


Grotta nel Fosso del Mandrione

Nel Fosso del Mandrione, fra Bassano in Teverina e la frazione Sant’Eutizio di Soriano nel Cimino, si snoda uno splendido sentiero che tocca le tracce di varie epoche storiche, da quelle più remote e misteriose (Preistoria) al più “vicino” Medioevo, di cui è simbolo l’omonima svettante Torre di Santa Maria di Luco: il tutto come sempre immerso nelle magiche selve della Tuscia Cimina.


Il Moai di Vitorchiano

Il Moai è una presenza insolita che sorprende i visitatori di Vitorchiano: la leggenda dei Maori dice che porti fortuna toccare il suo ombelico!


Tra i castagneti di Soriano nel Cimino

Famosa per la sua “Faggeta monumentale”, Soriano nel Cimino sorprende pure per i suoi castagneti, con svariati esemplari secolari, che si estendono a quote più basse. In questo periodo il foliage dei castagni giunge al proprio culmine, per lasciare presto la scena alla lunga veste invernale.


Vallerano nei boschi

Il bel borgo di Vallerano, visto da Vignanello, appare immerso nei boschi di castagno dei Monti Cimini che in questo periodo si tingono delle magnifiche sfumature del foliage autunnale.


Casa rinascimentale a Vallerano

Il centro storico di Vallerano è uno dei più interessanti dell’area cimina e si presenta piuttosto articolato dal punto di vista sia urbanistico sia edilizio, con notevoli esempi di case ed elementi architettonici d’epoca medievale e rinascimentale. Noto per la “Notte delle candele”, che si svolge a fine agosto, questo paese merita di essere riscoperto da un turismo attento.


La Rocca Farnese a Carbognano

Conosciuta come il “Castello di Giulia la Bella”, la Rocca Farnese sorge in una piazzetta chiusa, e fu residenza della celebre nobildonna rinascimentale, che vi ha lasciato i segni di un buongoverno e di una forte intraprendenza femminile oltre che enigmi e misteri.


Sprazzi di foliage della Faggeta del Cimino

Sprazzi di foliage nella faggeta monumentale del Cimino, in questo periodo presa d’assalto dai fotografi, anche se il 2023 non verrà ricordato come l’anno migliore per i colori a causa del ritardo provocato dall’anomalo e persistente caldo di ottobre.


Il “Sasso menicante”

Il misterioso “Sasso menicante” (o “naticarello”), sul Monte Cimino, ai margini della Faggeta monumentale, che tende lievemente a traballare se sospinto dal basso con un grosso palo in legno in un punto specifico.


Vitorchiano medievale

Uno scorcio dallo schietto sapore medievale di Vitorchiano, dal panoramico – ma poco conosciuto – sentiero ad anello che gira attorno al paese.


I faggi del Cimino

La Faggeta monumentale del Cimino – patrimonio dell’Umanità UNESCO – è uno dei boschi più amati ed apprezzati (anche se non il migliore in assoluto) per fotografare il foliage autunnale nel Lazio. Quest’anno tuttavia, a causa del caldo di settembre-ottobre, tale ricercato fenomeno tarda ad arrivare: occorrerà attendere almeno a fine mese, se non i primi di novembre per ammirare gli splendidi colori del Cimino in autunno e probabilmente stavolta non dureranno molto. Qui nell’immagine ne ammiriamo uno scatto di qualche anno fa.


Il campanile di San Salvatore a Vasanello

Il bellissimo campanile della Chiesa di San Salvatore (XI sec.) a Vasanello, uno dei più insigni monumenti romanici della Tuscia Viterbese.


Scorcio nel borgo di Carbognano

Carbognano offre svariati scorci interessanti e pittoreschi, esprimendo bene quel carattere di “vecchia nobiltà decadente” e assieme di “rusticità” caratteristico dell’area cimina e falisca. Stupiscono le belle architetture religiose – nella foto si vede l’originario laterale gotico della successiva Chiesa dell’Immacolata Concezione (XVI sec.) – e i molti eleganti palazzetti che indicano la presenza nel passato di una ricca borghesia. Domina il borgo il cinquecentesco Castello Farnese, che fu ultima dimora della celebre Giulia “la Bella”, uno dei personaggi più noti del Rinascimento italiano, giovane amante di papa Alessandro VI e sorella del futuro Paolo III.


Il vecchio lavatoio a Sutri

Il vecchio lavatoio è forse l’angolo più godibile e grazioso di Sutri. Si tratta di una soleggiata terrazza-belvedere, lungo Via Giovanni Andrea dell’Anguillara, che offre una bella vista verso i boscosi crinali dei Monti Sabatini. Tipiche case in pietra tufacea e una simpatica trattoria arricchiscono questo amabile scorcio del borgo medievale.


Il “lago di Ercole”

La classica, magnifica vista del Lago di Vico dal belvedere di Poggio Trincera, con la conca sottostante fitta di noccioleti e l’azzurro delle acque a spezzare cromaticamente d’incanto il manto della vegetazione. La leggenda vuole che questo splendido lago sia scaturito da un colpo di clava di Ercole su di un terreno. Luoghi intrisi di mito, arte e natura e per saperne di più vi consigliamo la nostra guida “Lazio. I luoghi del mistero e dell’insolito – vol. 1”.


Il Dio Pan della Fontana Papacqua

Il Dio Pan: un volto rievocatore di quel mondo fiabesco e pregno di mitologia classica che ispirò l’arte manierista nella Tuscia. Siamo a Soriano nel Cimino, un luogo ricco di storia e leggende avvolto dalla magia dei Monti Cimini (cfr. “Lazio. I luoghi del mistero e dell’insolito – vol. 1”), e questo dettaglio appartiene alla famosa Fontana Papacqua del Palazzo Chigi-Albani (XVI sec.).


Tra i vicoli di Vignanello

Il centro storico di Vignanello è formato da alcuni “borghi” di diversa origine storica (medievale, rinascimentale e sei-settecentesca). La zona più suggestiva è senza dubbio quella che si dipana dalla splendida piazza principale – dominata dal Castello Ruspoli – in direzione sud. Qui, in un oscuro intrico di vicoli, archi, tunnel e voltoni, è possibile ammirare scorci di estrema rusticità, che racchiudono l’anima autentica dei paesi dell’area cimina. Nonostante un primo impatto che potrebbe richiamare (a ragione) un senso di abbandono ed incuria, i muri sbrecciati e scrostati, i vecchi portoni sbiaditi, i portali scolpiti e consunti creano un complesso di incredibile fascino. Anche se il confine fra il naif e il pittoresco è spesso molto labile, qui non è come in quei paesi perfettamente ristrutturati in cui le case sono tutte uguali come in un residence e dove in sostanza si va ad ammirare il lavoro (ben fatto, per carità) dei muratori: a Vignanello invece – come in altri borghi cimini – ogni muro è custode del tempo, e dunque di memorie preziose che emergono dalle sfumature di intonaci cadenti e che sembrano parlare al visitatore che sappia capire, ascoltare, percepire…


Soriano, come un “presepe”

Soriano nel Cimino offre una delle “vedute di borghi” più suggestive del Lazio sia di giorno sia di notte. Al calar del buio le finestre e le porte sono marcate dall’illuminazione pubblica e creano un effetto quasi rupestre che ha un qualcosa di misterioso. Ci troviamo del resto in una zona che da questo punto di vista ha moltissimo da dire e che proprio in autunno si offre in un’atmosfera particolarmente magica. Per maggiori informazioni: “Lazio. I luoghi del mistero e dell’insolito – vol. 1”.


Gli antichi mestieri a Vignanello

Nei prossimi due fine-settimana si svolge a Vignanello – borgo famoso per il suo splendido Castello Ruspoli – la Festa dell’olio e del vino novello, che, fra le tante iniziative, rievoca antichi mestieri ormai “in via di estinzione”. Questa è un’immagine da una vecchia edizione (2014) che testimonia la cura nella riproposizione delle nostre preziose tradizioni artigianali.


Salita autunnale alla “cattedrale di faggi”

Entrare nell’ultrasecolare Faggeta del Cimino è come varcare la porta di un’antica cattedrale affrescata con colori sfavillanti: da non perdere, in tutto questo periodo a cavallo fra ottobre e novembre, lo spettacolo del foliage in questo bosco “patrimonio dell’Umanità” dal 2017. Un luogo, oltretutto, non solo di grande bellezza naturalistica ma ricco anche di un fascino misterioso (cfr. “Lazio. I luoghi del mistero e dell’insolito – vol. 1”).