Archivi tag: archeologia antica

Le case rupestri di Luni

Cuore dell’Etruria rupestre, Luni sul Mignone riserva molte sorprese al visitatore che abbia la pazienza di esplorare in modo approfondito questo affascinante quanto misterioso sito archeologico: una di queste sono le cosiddette “case rupestri” (di origine protostorica), ubicate in un angolo appartato e difficilmente raggiungibile per chi non conosca bene la zona.


Luoghi della classicità sulla Tolfa

Un rudere d’epoca romana ai piedi del Monte Tolfaccia, nei pressi della località Fontanaccia (Allumiere): su queste magnifiche colline natura selvaggia, scorci bucolici e antichi ruderi formano il quadro di una bellezza classica e senza tempo.


La Via degli Inferi a Cerveteri

Restaurata e manutenuta negli ultimi anni dalla Soprintendenza e dai benemeriti volontari del Gruppo Archeologico del Territorio Cerite, la Via degli Inferi conduceva dalla città etrusca sino al complesso di necropoli che si sviluppava in direzione del mare, tutt’oggi ancora visibile. Seguirla “a ritroso”, nel settore esterno alla recinzione della Necropoli della Banditaccia (Patrimonio Unesco), equivale a godersi uno dei percorsi più incantevoli e romantici del Lazio, in un mix fra natura e archeologia che ha pochi paragoni in Italia. La stradina appare scavata interamente nella roccia tufacea e bordata da innumerevoli sepolture “a camera”. Il sentiero prosegue lungo le antiche mura di Caere per poi sfociare in magnifici pascoli rivestiti in primavera di fioriture mozzafiato, dopo di che esso si insinua nel magico mondo delle cascate dei Colli Ceriti.


Archeologia nel Bosco del Pietreto

Cuore misterioso della Valle del Vezza, il cosiddetto “Bosco del Pietreto” è caratterizzato da numerosi massi erratici di roccia ignea, prodotto eruttivo dell’antico Vulcano Cimino. Alcuni di essi mostrano i segni dell’opera dell’Uomo, che li ha modellati a scopi sepolcrali e sacrali o meramente abitativi. Aggirarsi fra codeste enormi pietre, sovente dalle forme alquanto bizzarre, permette di scoprire enigmatici resti, risalenti per lo più all’epoca etrusca e romana. Per delineare itinerari in questa zona straordinaria e oltre modo suggestiva, si consiglia la nostra guida “Lazio. I luoghi del mistero e dell’insolito – vol. 1”.


Mura megalitiche in Val di Comino

Resti di mura megalitiche nella campagna di San Donato Val di Comino. Una presenza costante in Ciociaria, questa tipologia muraria: per saperne di più e crearsi eventualmente un itinerario “a tema”, si consiglia la nostra guida “Lazio. I luoghi del mistero e dell’insolito – vol. 2”.


L’Orco di San Lorenzo Vecchio

Situato a poca di stanza dalle rive del Lago di Bolsena, in una solitaria valletta, San Lorenzo Vecchio è uno dei siti archeologici meno conosciuti eppure più affascinanti della Tuscia. Di origine etrusca e poi divenuto municipium romano, il borgo – un tempo noto come San Lorenzo alle Grotte – nell’Alto Medioevo subì le scorrerie barbariche finendo assoggettato ai Longobardi e conservando a lungo, nei documenti storici, il toponimo di Castrum San Laurentii. Venne abbandonato nel Settecento per una grave epidemia di malaria e le sue pietre furono utilizzate per la costruzione di San Lorenzo Nuovo. In questo luogo si respira un’atmosfera cupa, malinconica mentre le grotte, così diverse (tombe, colombari, cantine, ecc…) e spesso bizzarre, ricche di oscuri cunicoli, danno un tocco di “inquietudine”. Uno degli scorci più suggestivi è quello in foto dove una caverna, scavata con una teoria di archi, conduce al cospetto di una specie di “Orco”, con lo sguardo feroce quanto disperato, che sfuma la sua espressione a seconda della posizione da cui lo si guardi. A molti istintivamente ricorda l’Orco del Parco dei Mostri di Bomarzo, ma, a differenza di quest’ultimo, non sappiamo la datazione, la fattura e la funzione di questa “scultura”. Purtroppo il sito archeologico – oltre ad essere inserito in una proprietà privata – risulta attualmente nel più completo abbandono per via della vegetazione infestante che ne rende la visita assai complicata (se non pericolosa). E possibile però ammirare alcune cavità dalla recinzione, zoomando – se dotati di buona fotocamera – al suo interno. Per associare questo sito ad itinerari più ampi: “Lazio. I luoghi del mistero e dell’insolito – vol. 1 “.


La “Grande muraglia volsca”

La “Grande muraglia volsca”: così potremmo definire la monumentale opera di fortificazione che dal pianoro dell’antichissima città di Circeii scende arditamente lungo un declivio della mitica “Isola Eea” – così come veniva definito in tempi remoti il Promontorio del Circeo. In realtà la fondazione di Circeii – così come l’edificazione delle sue poderose mura ciclopiche – rimane avvolta nell’incertezza di fonti storiche contrastanti. Di certo fu contesa da Romani e Volsci, prima di finire stabilmente sotto l’influenza e poi il dominio dell’Urbe. Questo straordinario colpo d’occhio è visibile dalla strada che conduce alle “Batterie”, località ben nota ai bagnanti per le sue splendide calette rocciose. Un luogo, il Circeo, che non smette di stupire ed affascinare, con il suo mix irresistibile di natura, archeologia, miti e leggende (cfr. “Lazio. I luoghi del mistero e dell’insolito – vol. 2”).


Porta San Francesco ad Alatri

L’intero perimetro delle mura urbiche di Alatri – tutt’oggi in gran parte ben conservato – mostra questa eloquente successione di epoche, a partire da quella più antica, attribuita alla misteriosa civiltà italica e pre-romana degli Ernici. Per saperne di più: “Lazio. I luoghi del mistero e dell’insolito – vol. 2”.


Colombario a Monte Casoli

Non ci sono opinioni concordi da parte degli studiosi circa l’origine dei colombari di Monte Casoli di Bomarzo: alcune ipotesi propendono per una funzione funeraria d’epoca etrusca e romana, altre – forse più attendibili – ad un ben più prosaico utilizzo a scopo di allevamento di colombi e piccioni nell’Alto Medioevo, allorquando il sito – la cui origine è probabilmente da datarsi a prima degli Etruschi – venne recuperato e “ristrutturato” con la costruzione di un castello.


La Gorgone Medusa di Norchia

Il volto terrificante della Gorgone Medusa, simbolo delle Tombe Doriche (o a Tempio) nella Necropoli di Norchia: immagine giunta sino a noi intatta direttamente dalla mitologia etrusca, questa visione è il culmine emozionale di un solitario sentiero che, attraverso la macchia, porta al cospetto di questi monumentali sepolcri; stupore e meraviglia possono essere trattenuti a stento da chi raggiunge questo luogo fermo nel tempo. Gioielli architettonici inseriti in un paesaggio selvaggio e rurale per chilometri: un patrimonio inestimabile che da troppo tempo attende di essere tutelato e valorizzato con un grande Parco Nazionale dell’Etruria Laziale.


Camminando sulla storia a Tusculum

Tusculum è uno di quei luoghi magici del Lazio dove è netta la sensazione di “camminare sulla storia”: qui anzi avviene letteralmente, sui basoli cioè dell’antica Via Tuscolana.


Torre del Fiscale dal Parco degli Acquedotti

La Torre del Fiscale emerge fra i ruderi degli acquedotti romani nell’omonimo parco della Capitale, formando un “quadretto” di quelli amati dal vedutismo del Grand Tour.


La Villa dei Quintili dall’Appia Antica

Costruita nella prima metà del II secolo d. C. da due nobili consoli, la grandiosa Villa dei Quintili si affaccia con i suoi ruderi su uno degli angoli più suggestivi della Via Appia Antica, a pochi chilometri a sud di Roma. Al fascino storico e paesaggistico si sommano in questo luogo svariate leggende popolari: per saperne di più si faccia riferimento alla nostra guida “Lazio. I luoghi del mistero e dell’insolito”.


Roma-Dettaglio al Circo Massenzio

Un particolare del pittoresco Circo Massenzio (IV sec.), uno degli angoli più belli dell’Appia Antica.


La Tomba della Casetta

La suggestiva Tomba della Casetta, con la sua caratteristica scala laterale: si trova nella Necropoli di Grotta Penta (VI-IV sec. a. C.), appena fuori dall’abitato di Blera, che prende il nome da alcune sepolture in cui permangono resti di pitture.


Il Casale di Malborghetto

Posto al diciannovesimo chilometro della Via Flaminia, sulle dolci colline alla destra orografica della Valle del Tevere, lo stupendo Casale di Malborghetto è il risultato di svariate sovrapposizioni storiche e architettoniche. Edificato nel Medioevo sui ruderi di un arco quadrifronte d’epoca tardo-romana, suggella un angolo incantato della campagna a nord di Roma. Passeggiando lungo i resti dell’antico basolato e ammirando il prezioso contesto paesaggistico, ci si può immergere in un’atmosfera che rievoca con decisione la memoria del passaggio di illustri personaggi come di più modesti pellegrini e viaggiatori. Si rivive così uno di quei deliziosi “quadretti” del Grand Tour che dipingevano un Lazio bucolico e allo stesso tempo romantico.


Acropoli romana di Ferentino

Le rovine dell’Acropoli romana di Ferentino, risalente al II secolo a. C..