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Il Castello di Bracciano in notturna

Celebre per le sue opere d’arte, gli arredi, le armi, i trabocchetti e le leggende, il magnifico Castello Orsini-Odescalchi di Bracciano domina l’omonimo lago. Di notte, reso assai suggestivo da un’ottima illuminazione, emana ancor più un fascino misterioso reso già forte dalle storie di presenze spettrali.


La Chiesa di San Tommaso a Roccasecca Vecchia

Il “borgo fantasma” di Roccasecca Vecchia spicca sin da lontano per la mole imponente del diroccato Castello dei Conti d’Aquino e sorveglia le belle valli del Melfa e del Liri. Qui tutto parla della figura di San Tommaso, teologo e filosofo di somma importanza per la dottrina cattolica, cui è dedicata una chiesa trecentesca di semplici forme romaniche. Salendo qui, dopo numerosi scalini, si ha la netta sensazione di un luogo “sacro”, che induce alla riflessione.


Tarquinia, Via degli Archi

Tarquinia è una delle cittadine d’arte dei più belle ed affascinanti del Lazio ma tutt’oggi è ancora poco conosciuta e visitata come meriterebbe. Nota anche come la “San Gimignano del Lazio” per le sue numerose torri – di cui una ventina circa perfettamente conservate – la cittadina sta comunque riscoprendo negli ultimi anni un certo lustro e finalmente pare che il turismo si stia accorgendo che c’è uno scrigno d’arte medievale oltre alla ben più nota magnificenza delle necropoli etrusche patrimonio Unesco. Una delle cause di questa timida riscoperta è anche il progressivo miglioramento di questo pregiato centro storico, con ristrutturazioni di edifici, ripavimentazioni e chiusure al traffico. Uno degli angoli recentemente recuperati è Via degli Archi – in foto – che incanta il visitatore per la sua coerenza estetica, caratterizzata dalla tipica pietra locale giallastra, il “macco”.


Le case rupestri di Luni

Cuore dell’Etruria rupestre, Luni sul Mignone riserva molte sorprese al visitatore che abbia la pazienza di esplorare in modo approfondito questo affascinante quanto misterioso sito archeologico: una di queste sono le cosiddette “case rupestri” (di origine protostorica), ubicate in un angolo appartato e difficilmente raggiungibile per chi non conosca bene la zona.


Il Tempio della Fortuna Primigenia

I resti dell’imponente e antichissimo Santuario della Fortuna Primigenia testimoniano la grandezza di Praeneste – attuale Palestrina – nel II secolo a. C., allorquando divenne un ricco crogiuolo economico, religioso e culturale fra le civiltà del Mediterraneo. Sede di un museo archeologico di straordinario valore, la cittadina è la “porta” di uno degli itinerari più suggestivi ed iconici del Lazio, che da qui – attraverso i Monti Prenestini – conduce al Santuario della Mentorella.


Tarquinia medievale

Le spettacolari architetture medievali del centro storico di Tarquinia, luogo splendido da visitare soprattutto in primavera. Qui è lo slargo in cui diverse torri si innalzano intorno alla romanica Chiesa di San Pancrazio.


Vicoli ed archetti nel borgo di Rocchette

Un vicolo del suggestivo borgo di Rocchette, nel cuore della Sabina Tiberina, luogo dal fascino antico che incanta il visitatore, in una zona ricchissima di itinerari densi di mistero e magia.


Nel borgo medievale di Blera

Attraversato dall’antica Via Clodia, Blera è un borgo assai interessante, ricco di dettagli architettonici relativi all’epoca medievale e rinascimentale. Seppur meno curato e celebrato di quello della vicina Barbarano Romano, questo bellissimo centro storico sorprende per i numerosi scorci pittoreschi e merita di essere “gustato” con calma.


Ponte della Torretta a Blera

Le valli che circondano Blera – cittadina attraversata dall’antica Via Clodia – custodiscono un patrimonio storico-archeologico inestimabile: qui nella foto vediamo il cosiddetto Ponte della Torretta, caratterizzato da una piccola ma assai pittoresca torre di avvistamento del XIII secolo. Nei pressi è la medievale Cappella di San Sensia (o San Senzio), dedicata ad un personaggio caro agli abitanti del posto quale secondo patrono (dopo San Vivenzio), in bilico fra la storia e la leggenda.


Scalone di Palazzo Doria-Pamphilj a Roma

L’elegantissimo “scalone” – opera settecentesca di Paolo Ameli – che conduce alla spettacolare Galleria Doria-Pamphilj, cuore dell’omonimo palazzo nobiliare (XV-XVII sec.) su Via del Corso a Roma. Vi si accede dallo splendido cortile colonnato cinquecentesco.


La volta di Sant’Ignazio da Loyola a Roma

La magnifica volta affrescata della Chiesa di Sant’Ignazio da Loyola (XVII sec.) a Roma, capolavoro tardo barocco del pittore gesuita di origine tridentina Andrea Pozzo, che la realizzò alla fine del Seicento. L’opera celebra l’attività apostolica della “Compagnia di Gesù” nei continenti del mondo (Europa, Asia, Africa, America), fra cui non figura l’Australia, a quel tempo ancora in buona parte sconosciuta.


La Torre di Chia (o “di Pasolini”)

La Torre di Chia è il simbolo del Castello di Colle Casale, maniero nascosto nelle selve tra Bomarzo e Chia (frazione di Soriano nel Cimino). Connessa ad una rete di torri medievali sparse nella zona (che ricordano le epoche, longobarda-bizantina, feudale e comunale), è nota anche come “Torre di Pasolini”, per essere appartenuta al celebre regista e scrittore, quale sua ultima dimora. Luogo fino a pochi anni fa amatissimo dagli escursionisti – che oggi lo possono raggiungere dal parco delle cascatelle (a pagamento) – emana un’atmosfera di fascino e mistero: si auspica vivamente la possibilità per i camminatori di raggiungere le cascatelle e la torre, come avveniva un tempo, dal campo sportivo di Bomarzo, riaprendo il sentiero tuttora (scandalosamente) chiuso.


Torre di Vallonina

La romantica Torre Vallonina è una delle innumerevoli “torri segrete” sparse nel Lazio. In realtà sarebbe ben visibile dalla strada che risale la magnifica Vallonina da Leonessa verso il Terminillo, soprattutto nello spoglio paesaggio invernale; tuttavia, per via della sua posizione immersa nel bosco, sfugge spesso alla vista del turista. Sono i resti di un antico castrum, forse longobardo, cui fu poi affiancato un monastero agostiniano – importante punto di riferimento per la popolazione locale – di cui pure rimane qualche rudere circondato nella faggeta.


La Torre civica di Viterbo

La Torre civica di Viterbo spicca dal porticato del Palazzo dei Priori donando un “quadro” tipico delle cittadine d’arte italiane.


Tarquina: vista da Campo Cialdi

Il cosiddetto “Campo Cialdi” è un ampio prato che si apre a sinistra della splendida stradina che conduce alla chiesetta di San Giacomo a Tarquinia. Offre forse il panorama più iconico della città medievale, con le sue torri e la Chiesa di Santa Maria di Castello e con lo sfondo del Tirreno – l’antico mare degli Etruschi.


La torre segreta nel “tutto”

Laddove non raggiunta dal criminale delirio “green”, la Maremma Viterbese offre ancora paesaggi che fanno sognare. Qui nella foto, nel magico territorio al confine tra Tarquinia e Tuscania, diversi ruderi di fortilizi medievali emergono in un paesaggio di vasti orizzonti intatti. Più conosciuto il Castello di Pian Fasciano, meno quello dell’Ancarano, mentre nell’immagine, in lontananza, appare solitaria una torre che d’istinto verrebbe da dire “nel nulla”. In realtà è un’espressione stupida per quanto ormai usuale, dettata dall’ideologia progressista che ha dominato la cultura degli ultimi quattro o cinque decenni. Questo infatti non è il nulla” (che piuttosto è rappresentato dalle nostre orrende e invivibili periferie, veri “non luoghi”) bensì è il “tutto” poiché qui risiede il massimo della biodiversità, delle tradizioni più sane e antiche (quelle tanto odiate dal falso ambientalismo “metropolitano” – “green” appunto – propugnato dal WEF e da altre accolte di miliardari), del rapporto più equilibrato fra uomo e natura.


Particolare in Piazza del Gesù

Un particolare crepuscolare della fontana duecentesca di Piazza del Gesù, uno degli angoli più belli e vissuti della “Viterbo medievale”.


Ninfa al crepuscolo

Un romantico scorcio crepuscolare di Ninfa, con il diruto Castello Caetani, luogo di leggende medievali. “Città morta” avvolta in un giardino (“all’inglese”) fra i più belli al mondo è un luogo che fa sempre sognare, invitando alla riflessione.


Scorcio medievale sul Foro Traiano

L’eleganza quattrocentesca della cosiddetta “Casa dei Cavalieri di Rodi” a Roma, felice risultato di numerose stratificazioni edilizie culminate nella ristrutturazione voluta dal cardinale Marco Barbo, nipote di Papa Paolo II. L’edificio è caratterizzato da un bellissima loggia affacciata sui fori. Sullo sfondo, oltre le murature del Mercato Traiano, spicca la Torre delle Milizie a comporre un quadro di solenne e monumentale suggestione.


Lo Speco di San Michele Arcangelo a Nemi

Nascosto nel bosco alle pendici del borgo medievale di Nemi – e a balcone sull’omonimo lago, che si intravede tra le fronde degli alberi – l’Eremo di San Michele Arcangelo è uno dei luoghi più suggestivi e meno conosciuti dei Castelli Romani. Le prime fonti storiche sul romitorio ci giungono dal XII secolo e ci rammentano l’esistenza in situ di una chiesa paleocristiana dedicata a San Nicola (VI secolo). Dopo decenni di abbandono e quasi di oblio, la località (il romitorio in sé è chiuso da un cancello e aperto in speciali occasioni) è stata recuperata e resa nuovamente fruibile grazie al lavoro di volontari, del CAI e del parco regionale, con la realizzazione di uno splendido sentiero che scende a sinistra appena fuori dal paese oltre la porta (seguire i segnavia bianco-rossi) e che è sempre più frequentato per la straordinaria bellezza e il fascino misterioso di questi luoghi in cui il mito si fonde con la storia.