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Rocchettine nel verde

Le rovine di Rocchettine contestualizzate in un incontaminato paesaggio sabino, formato dalla Valle dell’Aia, e dominate da una fortezza ormai perduta. In alto a sinistra invece si intravede un piccolo eremo. Sono viste, queste, che fanno davvero sognare e ci riportano indietro ad un tempo lontano.


Castel d’Ischia

Situato nel cuore dell’Agro Falisco nonché in una delle località più isolate di questo territorio, Castel d’Ischia si staglia con le sue romantiche rovine su di uno sperone tufaceo dominante uno straordinario “paesaggio delle forre”. Il maniero – che occupa il sito di un pagus falisco nei pressi di Nepi – fa parte di una fitta rete di rocche, torri e castelli sorti nell’Alto Medioevo intorno al tracciato dell’antica Via Amerina e in seguito baluardi delle diverse contee venutesi a formare nella zona. Per conoscere altri affascinanti ruderi di fortilizi nella Tuscia (e non solo) cfr. “I castelli perduti del Lazio… e i loro segreti”.


Il Castello di Rocchettine

Avvolta da una fredda luce invernale, la suggestiva Rocca Guidonesca è l’elemento di gran lunga prominente del “borgo-fantasma” di Rocchettine. Per saperne di più: “I castelli perduti del Lazio… e i loro segreti”.


Pian Fasciano: Tuscia “senza tempo né confini”

Il panorama “senza tempo” e dai “grandi spazi” che si apre nel cuore dell’ancora sconosciuta Valle del Marta, a metà strada fra Tuscania e Tarquinia, sulle rovine del Castello di Pian Fasciano. Sullo sfondo, a guardare bene, si notano i pochi resti del dirimpettaio Castello dell’Ancarano mentre sono le prossime colline di Monte Romano e i più lontani Cimini a chiudere l’orizzonte. Un “quadro” paesaggistico strepitoso e segreto, che meriterebbe di essere studiato e apprezzato da fotografi vedutisti e pittori en plein air. Per saperne di più sugli itinerari possibili nella zona: “Lazio. I luoghi del mistero e dell’insolito – vol. 1”.


Fredda atmosfera al Castello dei Conti d’Aquino

La severa atmosfera autunnale avvolge le rovine del Castello dei Conti d’Aquino a Roccasecca: per saperne di più di questo affascinante monumento si faccia riferimento alla nostra guida “I castelli perduti del Lazio… e i loro segreti”.


Tra le rovine di Piantangeli

I pochi ma romantici resti della chiesa abbaziale di Piantangeli, nel cuore dei Monti della Tolfa. Si tratta di uno dei luoghi più solitari e suggestivi del Lazio, su cui aleggia una fosca leggenda legata ai Cavalieri Templari (cfr. “Lazio. I luoghi del mistero e dell’insolito – vol. 1”). Si raccomanda la sua visita in questo periodo – oltre che ovviamente in primavera – per via della straordinaria bellezza del paesaggio in cui si trova il sito, esaltata dai colori dell’autunno inoltrato: di sicuro, il panorama “a volo d’uccello” sulla Valle del Mignone vi lascerà senza fiato.


Rovine del Monastero di San Leonardo

I suggestivi ruderi della Pieve di San Leonardo, si adagiano su un prato circondato da ulivi, tra il paese di Graffignano e il Tevere. Già citata in documenti del XIII secolo, la sua forma architettonica Come lascia trapelare il toponimo Selva Pagana, località ove la chiesa è ubicata, si tratta di una zona probabilmente di insediamenti antichi. Di certo essa si trovava lungo o nei pressi di uno dei numerosi sentieri che dai centri di collina si dirigevano verso gli approdi e i porticcioli sul Biondo Fiume (le famose “strade della barca” della Teverina). Accanto ai resti del tempio si notano anche le rovine di un edificio che si pensa fosse fortificato e dotato di un ospedale. I basamenti di tutti gli edifici appaiono assai vetusti e consunti dal tempo. L’idea che ci si può ricomporre nella mente è quella di un piccolo complesso monastico. All’interno della chiesa – assai malmesso e a serio rischio di crolli (si sconsiglia vivamente di entrarvi) – si trovano interessanti tracce di affreschi. Inutile dire che il sito, estremamente bello, meriterebbe un recupero integrale, che lo offra alla fruibilità da parte di un turismo sempre più in ascesa nella zona.


La porta di Castel d’Asso

Conosciuta per la sua monumentale necropoli etrusca, la località di Castel d’Asso – nei pressi di Viterbo – è qualificata anche dalla presenza delle pittoresche rovine di un castello medievale. Costruito su un pianoro circondato da burroni, nel più classico paesaggio etrusco, colmo di poesia, il fortilizio regala romantici panorami. Per saperne di più: “I castelli perduti del Lazio e i loro segreti”.


Salita alla Rocca Guidonesca

Al cospetto delle suggestive rovine della Rocca Guidonesca (XIII sec.), che domina il “borgo fantasma” di Rocchettine (Torri in Sabina). A poche centinaia di metri è il delizioso paese di Rocchette (già Rocca Bertalda), oggi in via di recupero e colmo di scorci pittoreschi. Sotto il diretto controllo del Vescovo, Rocchette e Rocchettine formarono un punto di controllo strategico sulla Valle dell’Aia, importante via di comunicazione della Sabina medievale, mentre oggi costituiscono un complesso paesaggistico di straordinario valore. Per saperne di più: “I castelli perduti del Lazio e i loro segreti”.


Le Casette di Cottanello: una cartolina dal passato

Come un borgo da fiaba, il minuscolo villaggio pastorale abbandonato delle Casette di Cottanello si adagia fra i pascoli dei Monti Sabini formando una vera e propria “cartolina dal passato”. Un luogo bellissimo, dichiarato recentemente “paesaggio rurale storico” dalla Regione Lazio.


Il cielo sulla Rocca dei Colonna

Il cielo sopra la poderosa fortezza dei Colonna a Castel San Pietro Romano.


Le rovine di Poggio Poponesco

Poste nel cuore del misterioso e solitario Cicolano, a poca distanza da Fiamignano, le rovine del Castello di Poggio Poponesco si affacciano, con fascino epico, sul verde intenso della Valle del Salto: per saperne di più “I castelli perduti del Lazio… e i loro segreti”.


Rocca dei Prefetti di Vico a Vetralla

Un’inedita visione della trecentesca Rocca dei Prefetti di Vico a Vetralla.


Torre del Fiscale dal Parco degli Acquedotti

La Torre del Fiscale emerge fra i ruderi degli acquedotti romani nell’omonimo parco della Capitale, formando un “quadretto” di quelli amati dal vedutismo del Grand Tour.


La Torre dell’Isola Conversina

Le rovine della Torre dell’Isola Conversina (o Torre Stroppa), costruita nell’Alto Medioevo su un antico sito falisco, lungo un diverticolo della Via Amerina. Appartenne al Monastero dei Santi Cosma e Damiano in Mica Aurea, poi San Cosimato, a Trastevere.


La Villa dei Quintili dall’Appia Antica

Costruita nella prima metà del II secolo d. C. da due nobili consoli, la grandiosa Villa dei Quintili si affaccia con i suoi ruderi su uno degli angoli più suggestivi della Via Appia Antica, a pochi chilometri a sud di Roma. Al fascino storico e paesaggistico si sommano in questo luogo svariate leggende popolari: per saperne di più si faccia riferimento alla nostra guida “Lazio. I luoghi del mistero e dell’insolito”.


Roma-Dettaglio al Circo Massenzio

Un particolare del pittoresco Circo Massenzio (IV sec.), uno degli angoli più belli dell’Appia Antica.


Fra le rovine di Chia

Fra le tenebrose rovine di Chia in una fredda serata di fine autunno. Per un itinerario completo sulla zona: “Lazio. i luoghi del mistero e dell’insolito”.


Il Castello dei Conti d’Aquino e la Luna

Il Castello dei Conti d’Aquino, a Roccasecca Vecchia, si illumina in un pomeriggio autunnale, “sorvegliato” dalla Luna. Per maggiori info: “I castelli perduti del Lazio… e i loro segreti”.


Celleno Vecchia, al calar delle tenebre…

Dopo il tramonto, al calar dell’oscurità, il fascino sinistro di Celleno Vecchia arriva al suo apice… Per saperne di più: “Lazio. I luoghi del mistero e dell’insolito” – vol. 1.