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Scalone di Palazzo Doria-Pamphilj a Roma

L’elegantissimo “scalone” – opera settecentesca di Paolo Ameli – che conduce alla spettacolare Galleria Doria-Pamphilj, cuore dell’omonimo palazzo nobiliare (XV-XVII sec.) su Via del Corso a Roma. Vi si accede dallo splendido cortile colonnato cinquecentesco.


La volta di Sant’Ignazio da Loyola a Roma

La magnifica volta affrescata della Chiesa di Sant’Ignazio da Loyola (XVII sec.) a Roma, capolavoro tardo barocco del pittore gesuita di origine tridentina Andrea Pozzo, che la realizzò alla fine del Seicento. L’opera celebra l’attività apostolica della “Compagnia di Gesù” nei continenti del mondo (Europa, Asia, Africa, America), fra cui non figura l’Australia, a quel tempo ancora in buona parte sconosciuta.


Visioni d’eternità

Il panorama sul Foro Romano dal Campidoglio è uno dei più spettacolari e romantici al mondo. Oltre alla sublime bellezza estetica – architettonica e paesaggistica – colpisce profondamente l’animo, di chi lo ammiri, l’intreccio di storie, leggende e miti racchiusi in questo spazio che ben sintetizza lo spirito della “Città Eterna”. Soprattutto al tramonto, le incomparabili luci di Roma rendono questa veduta simile ad un vero e proprio dipinto.


Laghetto nella Solforata di Pomezia

Uno dei piccoli ma suggestivi laghetti della Solforata di Pomezia, angolo quasi “surreale” nell’Agro Romano, a poca distanza da un sito leggendario come la “Grotta del Fauno” e ai margini della Riserva di Decima-Malafede. Qui la natura ha ripreso e fatto nuovamente suo un ambiente che nel corso del Novecento era stato stravolto dall’uomo a scopo minerario (estrazione di zolfo). Ne risulta – oltre che un paesaggio particolarissimo – un luogo di notevole interesse geo-naturalistico, caratterizzato da numerose emissioni gassose (acido solfidrico, H2S).


Lo Speco di San Michele Arcangelo a Nemi

Nascosto nel bosco alle pendici del borgo medievale di Nemi – e a balcone sull’omonimo lago, che si intravede tra le fronde degli alberi – l’Eremo di San Michele Arcangelo è uno dei luoghi più suggestivi e meno conosciuti dei Castelli Romani. Le prime fonti storiche sul romitorio ci giungono dal XII secolo e ci rammentano l’esistenza in situ di una chiesa paleocristiana dedicata a San Nicola (VI secolo). Dopo decenni di abbandono e quasi di oblio, la località (il romitorio in sé è chiuso da un cancello e aperto in speciali occasioni) è stata recuperata e resa nuovamente fruibile grazie al lavoro di volontari, del CAI e del parco regionale, con la realizzazione di uno splendido sentiero che scende a sinistra appena fuori dal paese oltre la porta (seguire i segnavia bianco-rossi) e che è sempre più frequentato per la straordinaria bellezza e il fascino misterioso di questi luoghi in cui il mito si fonde con la storia.


Veduta di Rocca Canterano

Abbarbicata in posizione ardita su di uno sperone dei Monti Ruffi, Rocca Canterano è una delle icone della Media Valle dell’Aniene e affascina per i suoi panorami incontaminati a 360°. Dal paese partono diverse bellissime escursioni sia nei boschi sottostanti sia verso le cime maggiori di questo poco conosciuto massiccio pre-appenninico.


Le Catacombe di Santa Teodora

Situate alle spalle dell’omonima chiesa cimiteriale di Rignano Flaminio, le Catacombe di Santa Teodora sono un complesso sepolcrale poco conosciuto ma ben conservato (notevoli le iscrizioni ancora leggibili), risalente al IV secolo d. C.. Questi luoghi sono avvolti da alcune leggende popolari ma quel che li rende forse inquietanti è il fatto che una cappella della chiesetta barocca venne utilizzata come obitorio durante uno dei più grandi disastri ferroviari della storia italiana, accaduto proprio sui binari antistanti nel 1943, cui è dedicato un malinconico monumento.


Artena, il “borgo dei briganti”

Nota un tempo come “Montefortino” e – da sempre, per i romani, come il “paese dei briganti” – l’odierna Artena (dal nome dell’originario insediamento volsco) ha conservato intatto l’impianto urbanistico del borgo medievale. Intorno al XII secolo si sviluppò a guisa di castrum alle dipendenze dei Conti di Segni poi il villaggio fu a lungo feudo dei Colonna e infine dei Borghese, i quali operarono molte migliorie. Posto sul versante settentrionale dei Monti Lepini, pittorescamente bordato da due doline e affacciato sulla Valle Latina, la vista di questo paesino dalla pianura è impressionante per la compattezza delle sue case, quasi fossero tessere di un “puzzle” urbano. La passeggiata che risale il borgo fino alla parte più alta – con un percorso “vagamente a spirale” (in ciò ricorda la sabina Casperia) – risulta piacevolissima anche grazie al fatto che le auto sono completamente assenti: Artena è infatti considerata il più grande centro storico pedonale d’Europa e i servizi che vi sussistono (la popolazione è ormai scarsa) sono riforniti dai muli, ai quali è affidata anche la raccolta differenziata mattutina. Un vero spettacolo per i fotografi… ma bisogna andare presto per vederli!


Contrasti di epoche

Sottoposta ad un ottimo restauro conservativo, la medievale Torre di Presciano svetta al centro di una pregiata tenuta vinicola, sulle prime dolcissime ondulazioni dei Colli Albani, nello sconosciuto triangolo agreste fra Aprilia, Lanuvio e Velletri, colmo di testimonianze storiche e archeologiche. Impressionante, nella foto, il contrasto fra la nobiltà della torre e lo sfondo del disordine edilizio apriliano.


La Grotta degli Angeli

Posta nel cuore dell’Agro Veientano, la suggestiva Grotta degli Angeli (o Eremo di San Michele Arcangelo) si apre a pochi passi dal paese di Magliano Romano anche se in un’atmosfera del tutto solitaria. Scavato interamente nella roccia – si ipotizza nel VI secolo, da monaci orientali -, il cenobio è caratterizzato da un ambiente principale che costituiva una cappella rupestre di cui restano due colonnine assai consunte dal tempo e lo spazio absidale, mentre alcune pareti appaiono crollate. Altre nicchie e piccoli antri si notano nelle vicinanze, forse afferenti ad una necropoli etrusco-falisca. E’ possibile che al di sopra di questo ipogeo sorgesse la Chiesa di Sant’Arcangelo de Malliano, citata ancora nel XVI secolo, di cui però non rimane più traccia. Dopo secoli di abbandono, il sito – ormai seminterrato – fu riscoperto nel 1902 dallo storico dell’arte Federico Hermanin: a quel tempo appariva ancora rivestito da un pregiato ciclo di affreschi di scuola romana, databili all’XI secolo, in cui appaiono alcuni angeli (da cui il nome della grotta) poi staccati per timore di furti e oggi collocati sulle pareti della Chiesa di San Giovanni, nel centro storico di Magliano.


Le Grotte di Nerone ad Anzio

La spiaggia delle cosiddette “Grotte di Nerone” è uno degli angoli più famosi e suggestivi del litorale laziale. Oltre alle celebri rovine della villa neroniana (in parte racchiuse da un parco archeologico), colpiscono i numerosi cunicoli scavati nella tipica roccia locale – il “macco” – fin dalle epoche più remote. Particolarmente suggestiva la zona del promontorio (Capo d’Anzio), forato da due grosse gallerie.


Un affaccio da Castelnuovo di Porto

Verso il tramonto la valle di Castelnuovo di Porto appare caratterizzata da forti contrasti luci-ombre….


Il Castello di Cineto Romano

Il Castello Orsini a Cineto Romano domina imperioso questo pittoresco borgo medievale perso nella verde frescura della Valle dell’Aniene, famoso per la presenza del cosiddetto “Pozzo senza fondo”, Per saperne di più: “Lazio. I luoghi del mistero e dell’insolito – vol. 2“.


Nel borgo di Castelnuovo di Porto

Posto lungo la Flaminia, Castelnuovo di Porto è il simbolo di come una cittadina possa rinascere riappropriandosi della propria identità e rendendosi consapevole delle proprie qualità. Dopo decenni di follie edilizie e di abbandono del centro storico, allorquando il suo destino di “Comune-dormitorio” di Roma sembrava segnato, come per “magia” esso negli ultimi anni ha ricevuto un’adeguata attenzione politica volta a recuperarlo e a farne un attrattore turistico. Recentemente Castelnuovo è stato persino inserito nel prestigioso club dei “Borghi più belli d’Italia”, suscitando l’attenzione di numerosi romani avveduti che hanno scelto di trasferirsi qui per godere di una maggiore qualità della vita. Passeggiare in questo dedalo di vicoli, archi e voltoni affascina per i numerosi scorci pittoreschi e stupisce per la cura che in più punti si vede nelle vie e nelle abitazioni – ornate da fiori, piante e rampicanti -, la quale esprime un amore per il luogo che è poi il sentimento senza il quale i nostri paesi rischiano di morire o di venire stravolti.


Torre di Santa Maria Nova sull’Appia Antica

Storico successo della gloriosa associazione Italia Nostra (l’ultima rimasta, fra le più grandi associazioni ambientaliste – o presunte tali -, a difendere il paesaggio e i beni culturali), il Parco dell’Appia Antica è uno dei nostri “luoghi del cuore” e custodisce monumenti di svariate epoche. L’Agro Romano, com’è noto, è una zona fortemente connotata dalla presenza di torri medievali, alcune delle quali purtroppo inglobate nelle periferie, altre invece ancora immerse nel verde. Ma se la maggior parte di queste costruzioni così iconiche versano in un stato di abbandono, non è il medesimo caso della splendida Torre di Santa Maria Nova, che svetta sull’omonimo casale, ottimo esempio di recupero e valorizzazione di un bene storico. L’edificio è posto nel cuore dell’area protetta, proprio lungo l’antica “regina viarum“, ed ospita un museo visitabile a pagamento. La torre risale al XII-XIII secolo, allorquando venne innalzata sui resti di una cisterna d’età imperiale. Forse originariamente sede di una curtis (come lascia presagire il circuito murario) o ancor più probabilmente facente parte di un complesso religioso, il casale turrito appartenne a lungo ai monaci olivetani di Santa Maria Nova, congregazione dell’ordine benedettino.


Veduta di Nazzano

Una veduta delle compatte case di Nazzano, uno dei borghi più belli dei dintorni di Roma, magnificamente affacciato sul Fiume Tevere, qui tutelato da una “storica” riserva naturale, e dominato dal suggestivo Castello Savelli.


In inverno, nelle faggete dei Simbruini

Foreste di grandiosi foliage autunnali, quelle dei Simbruini, non perdono tuttavia il proprio fascino in inverno quando vengono avvolte dalle nevi, che vi rimarranno almeno fino ad aprile, creando un’atmosfera magica quanto severa, talvolta lugubre nei momenti in cui è nuvoloso e nel bosco si insinua la nebbia… Una zona di grande suggestione, l’Alta Valle dell’Aniene, ove unire perfettamente storia, arte e natura: cfr. “Lazio. I luoghi del mistero e dell’insolito – vol. 2”.


Tramonto romantico da Nemi

Intrisi di miti e leggende, amatissimi dai viaggiatori del Grand Tour, Nemi e il suo lago vulcanico sono fra i luoghi più romantici dei Colli Albani e di tutto il Lazio. Per saperne di più: “Lazio. I luoghi del mistero e dell’insolito – vol. 2”.


Buon Natale 2022!

Buon Natale a tutti con un’immagine esemplare del cammino che in questi anni abbiamo fatto insieme! Sempre su antiche strade, le “viae ruptae” dell’Alto Medioevo, che ci hanno appunto indicato la “rotta” sicura da percorrere per “riappropriarci” a livello emotivo del territorio – noi come scrittori, voi come lettori: riscoperta avvenuta a passo lento e con spirito critico, con rispetto ed amore per i luoghi. Qui nella foto ci troviamo sui basoli ben conservati di una strada romana (forse l’antica Via Astura, che collegava i Colli Albani con il mare), che borda la stupenda Pineta della Campana, presso Nettuno: la si incontra prendendo Via Selciatella – dall’eloquente nome – dalla Statale Pontina.


Sacro Speco di Subiaco: fra “sacro” e “profano”

Un particolare degli affreschi trecenteschi del Sacro Speco di Subiaco, noti per essere uno degli episodi più significativi della pittura medievale nel Lazio. In quest’immagine notiamo una rara scena profana – ancorché perfettamente inserita in un tema religioso – che descrive attività legate all’agricoltura e al ciclo delle stagioni.