Il misterioso ed antichissimo simbolo della Ruota della Vita, di origine orientale, vistosamente inciso su una lastra della pavimentazione del Foro Romano.
Una visione bellissima del Lago di Bolsena dalla terrazza che ospita i pochi ruderi del tempio etrusco di Monte Landro (San Lorenzo Nuovo). Il luogo, ritenuto sacro dagli antichi per via, pare, di una residua attività vulcanica superficiale, ha restituito un insediamento interessante e tutto da studiare, che alcuni ritengono possa costituire il misterioso Fanum Voltumnae, la cui ubicazione è tutt’oggi discussa. Gli scavi purtroppo da alcuni anni sono fermi e versano in un malinconico degrado.
Il suggestivo panorama dal Monastero del Sacro Speco su Santa Scolastica e Subiaco. Questa, assieme alla valle di Rieti, è l’altra “valle santa” del Lazio: se a Rieti è il messaggio di San Francesco ad aver lasciato il suo segno, qui a Subiaco e dintorni è stata l’opera infaticabile di San Benedetto e dei suoi monaci ad aver tracciato una delle pagine più gloriose della storia dell’Occidente e della cristianità.
Tutti conoscono il Sacro Speco di Subiaco per la figura di San Benedetto, per la sua architettura rupestre, per il suo suggestivo paesaggio. Ma questo monastero abbarbicato su una falesia a strapiombo sulla Valle dell’Aniene è anche uno straordinario “serbatorio” della pittura medievale del Lazio e del Centro Italia. Nella foto vediamo un singolare affresco in un angolo seminascosto, nei pressi della cappella che custodisce il rarissimo ritratto di San Francesco: vi si ammirano immagini macabre e quasi surreali, che fanno pensare ad uno stile vicino a quello di Bosch piuttosto che alla scuola umbro-laziale, che invece segna principali i cicli pittorici del sito.
Appena fuori dal Viterbese si apre in provincia di Grosseto un’area fra le più spettacolari e affascinanti della Tuscia tosco-laziale, ovvero quella della cosiddetta triade delle “città del tufo”: si tratta di Pitigliano, Sorano e Sovana, borghi arroccati in cima ad alti speroni vulcanici e affacciati su valli splendidamente selvagge. Nell’intatto paesaggio che si estende per chilometri tutt’intorno a questi paesi, si celano innumerevoli siti archeologici etruschi, romani e medievali, spesso collegati fra loro da una fitta rete di “vie cave”, profonde strade d’epoca etrusca incise nella pietra viva. Tali luoghi solitari e misteriosi, ancor oggi pregni di spiritualità, attrassero nel Medioevo monaci ed anacoreti, come testimoniano gli eremi e i monasteri sparsi un po’ ovunque nella zona. Nella foto siamo all’interno del suggestivo Oratorio di San Sebastiano, che si apre a picco nell’omonima tagliata, nei pressi della Necropoli di Sovana, celebre per le tombe Ildebranda e della Sirena.
Uno dei “quadri” più spettacolari della Ciociaria e dell’intero Lazio: la Certosa di Trisulti, vista dal vicino Convento di San Nicola, spicca come una gemma preziosa fra le sacre selve dei Monti Ernici, sorvegliata dalle ardite vette della Monna e della Rotonaria. Uno scorcio di perfetta e sublime integrazione fra architettura, storia e natura, che meraviglia ed entusiasma i sempre più numerosi pellegrini del Cammino di San Benedetto.
Un suggestivo scorcio temporalesco della misteriosa Isola Bisentina, con in evidenza una delle svariate cappelle rinascimentali farnesiane che vi sorgono.
Uno degli antri delle misteriose Grotte di Palazzolo, a poca distanza da Rocca di Papa ed Albano, a balcone sul Lago di Castel Gandolfo. Vicine ad un convento medievale, queste cavità furono utilizzate come miniere di pietra nel periodo romano e medievale ma alcuni studiosi ipotizzano per esse anche la funzione di prigioni in epoche imprecisate. Da sicure fonti storiche è documentata la frequentazione della zona da parte di bande brigantesche nel Sette-Ottocento. In tempi recenti invece questi spechi hanno ospitato, a quanto pare, messe sataniche e altri riti similari: per tale motivo negli ultimi anni l’accesso in auto al piazzale del monastero è stato giustamente vietato, limitando quindi la possibilità di frequentazioni inopportune delle stesse grotte, che rimangono viceversa visitabili con una bellissima e panoramica passeggiata.
Uno dei laghi della Solforata di Pomezia (detto erroneamente “solfatara”), ai margini meridionali della Riserva Naturale di Decima-Malafede, su Via dei Castelli Romani. Si tratta di un luogo unico nel suo genere, almeno nel Lazio: in tempi antichissimi risorgenze vulcaniche diedero vita ad alcuni specchi d’acqua che da sempre affascinano l’uomo. Il sito fu infatti noto già ai Romani, ai quali ispirò miti e leggende. In tempi recenti la zona venne utilizzata anche come cava. Oggi è uno scenario inquietante e misterioso, reso ancor più straniante per la stretta vicinanza con la città e con le aree industriali di cui costituisce una sorta di improvviso mondo “altro”.
Uno sguardo inedito e romantico dall’alto sulla Necropoli di Norchia, uno dei luoghi più suggestivi del Lazio e dell’intera Etruria. Le tombe rupestri, scavate nella parete tufacea, sembrano nascere direttamente da essa, come un elemento naturale.
Ponte Sant’Angelo è uno dei siti più suggestivi e romantici della Città Eterna. Di origine romana e poi più volte restaurato, assunse le forme odierne con l’intervento del Bernini nel 1669. A lungo segnò il passaggio di supplizi ed orrori: oggi vi aleggiano leggende di fantasmi, in particolare quello di Beatrice Cenci che fu decapitata proprio di fronte a Castel Sant’Angelo l’11 settembre 1599.
Il suggestivo interno dell’Eremo di Poggio Conte, luogo di misteriosa bellezza nel cuore della Valle del Fiora: scavato interamente nella roccia, vi sono legate numerose leggende.
Una veduta romantica della torre del Castello di Chia, conosciuto anche come “Castello di Pasolini” in quanto il famoso regista lo abitò nell’ultimo periodo della propria vita. Sorge ai margini della Piana Cimina, nella Teverina, a balcone sulla splendida Valle del Fosso Castello, tra i borghi di Chia e Bomarzo ma nel Comune di Soriano nel Cimino.
Lo straordinario fenomeno naturale dei “cipressi miracolosi” del Santuario della Madonna del Colle presso Lenola, cui è legata una leggenda: per saperne di più si faccia riferimento alla nostra guida, ormai divenuta rara, “Lazio. I luoghi del Mistero e dell’Insolito”.
La suggestiva galleria scavata nel tufo – probabilmente falisca – annessa al complesso dell’acquedotto di Ponte del Ponte, presso Corchiano, in un territorio ricolmo di tesori archeologici da riscoprire.
La piccola scogliera del Faro offre uno degli angoli più romantici del Circeo, luogo pregno di magia e mistero. E’ costituita da un declivio roccioso molto accidentato, aperto da grotte e caratterizzato da curiose e talvolta sorprendenti formazioni calcaree: si notano infatti in alcuni punti delle vere e proprie “sculture naturali” create dall’erosione del mare e degli agenti atmosferici, come il cosiddetto “Orso di pietra”, nella foto, che sorveglia un minuscolo laghetto.
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