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Lo Speco di San Michele Arcangelo a Nemi

Nascosto nel bosco alle pendici del borgo medievale di Nemi – e a balcone sull’omonimo lago, che si intravede tra le fronde degli alberi – l’Eremo di San Michele Arcangelo è uno dei luoghi più suggestivi e meno conosciuti dei Castelli Romani. Le prime fonti storiche sul romitorio ci giungono dal XII secolo e ci rammentano l’esistenza in situ di una chiesa paleocristiana dedicata a San Nicola (VI secolo). Dopo decenni di abbandono e quasi di oblio, la località (il romitorio in sé è chiuso da un cancello e aperto in speciali occasioni) è stata recuperata e resa nuovamente fruibile grazie al lavoro di volontari, del CAI e del parco regionale, con la realizzazione di uno splendido sentiero che scende a sinistra appena fuori dal paese oltre la porta (seguire i segnavia bianco-rossi) e che è sempre più frequentato per la straordinaria bellezza e il fascino misterioso di questi luoghi in cui il mito si fonde con la storia.


L’ultimo rifugio dei Templari

Una piccola “croce patente” testimonia il passaggio/soggiorno dei Cavalieri del Tempio in questo romitorio perso fra i Monti Lepini, a poca distanza dal borgo medievale di Bassiano. Il Santuario del SS. Crocifisso – risalente al XII secolo – noto per la spettacolare “Grotta dei Templari” – fu, secondo la leggenda (o meglio, la tradizione), l'”ultimo rifugio” dei celebri monaci-cavalieri, in fuga dalla feroce ed improvvisa persecuzione che venne scatenata contro di loro dal re di Francia Filippo il Bello agli inizi del XIV secolo. Rimasto per molti anni chiuso, il santuario (che peraltro custodisce uno degli impressionanti crocifissi del frate seicentesco Vincenzo Pietrosanti) è oggi regolarmente visitabile grazie all’impegno e alla devozione dell’eremita Pietro, il quale accoglie con grande gentilezza i visitatori e li guida alla scoperta di questo vero e proprio “tesoro nascosto” del Lazio.


Nell’Eremo di Poggio Conte

La suggestione dell’Eremo di Poggio Conte, nel cuore della Valle del Fiora. Alcuni testimoni raccontano di avervi persino visto dei ritrovi di “streghe”, forse attirate dalle valenze “magiche” di questo luogo straordinario…


La Grotta degli Angeli

Posta nel cuore dell’Agro Veientano, la suggestiva Grotta degli Angeli (o Eremo di San Michele Arcangelo) si apre a pochi passi dal paese di Magliano Romano anche se in un’atmosfera del tutto solitaria. Scavato interamente nella roccia – si ipotizza nel VI secolo, da monaci orientali -, il cenobio è caratterizzato da un ambiente principale che costituiva una cappella rupestre di cui restano due colonnine assai consunte dal tempo e lo spazio absidale, mentre alcune pareti appaiono crollate. Altre nicchie e piccoli antri si notano nelle vicinanze, forse afferenti ad una necropoli etrusco-falisca. E’ possibile che al di sopra di questo ipogeo sorgesse la Chiesa di Sant’Arcangelo de Malliano, citata ancora nel XVI secolo, di cui però non rimane più traccia. Dopo secoli di abbandono, il sito – ormai seminterrato – fu riscoperto nel 1902 dallo storico dell’arte Federico Hermanin: a quel tempo appariva ancora rivestito da un pregiato ciclo di affreschi di scuola romana, databili all’XI secolo, in cui appaiono alcuni angeli (da cui il nome della grotta) poi staccati per timore di furti e oggi collocati sulle pareti della Chiesa di San Giovanni, nel centro storico di Magliano.


L’Eremo di San Sebastiano presso Rocchette

Costruito nel XIV secolo forse dai Francescani, l’Eremo di San Sebastiano domina, con le sue forme romaniche, un piccolo terrazzo naturale dei Monti Sabini e conserva al suo interno resti di affreschi attribuiti al pittore locale Girolamo Troppa. Si trova nel Comune di Torri in Sabina, più precisamente nelle vicinanze del suggestivo borgo medievale di Rocchette, da cui si può raggiungere tramite un breve ma ripido sentiero. Di recente l’edificio è stato sottoposto a restauro, tuttora in corso. Auspichiamo che i lavori di risistemazione degli spazi esterni vengano svolti con estrema attenzione al rispetto della bellezza del luogo.


Dentro l’Eremo di San Leonardo

L’Eremo di San Leonardo nei pressi di Roccantica evoca un grande senso di misticismo. Un luogo da visitare in assoluto silenzio e raccoglimento, cercando di cogliere la profonda unione fra spirito e natura.


Ingresso dell’Eremo di Poggio Conte

L’ingresso del misterioso Eremo di Poggio Conte: le fonti scritte più antiche risalgono all’XI secolo ma non si può escludere che il romitorio fosse stato realizzato già da tempo. L’aspetto attuale è invece dovuto agli interventi occorsi nel XII-XIII, in cui sono ravvisabili influenze francesi.


L’Eremo di San Girolamo

Attraversando la monumentale Faggeta del Monte Fogliano, sui Cimini, ad un certo punto capita di imbattersi in un suggestivo quanto straniante cumulo di massi vulcanici, aperto da una porticina: è l’Eremo di San Girolamo, che fu abitato nel ‘500 dall’omonimo Santo, proveniente da una ricca famiglia senese.


Salita all’Eremo di San Leonardo

La salita all’Eremo di San Leonardo, suggestiva costruzione rupestre dell’VIII-IX secolo ricavata da una grossa cengia dei Monti Sabini, nei pressi di Roccantica: fu quasi sicuramente realizzato da un seguace di Leonardo da Noblac. Un luogo di straordinaria spiritualità sempre più visitato dagli escursionisti e dai fedeli.


Paesaggio medievale in Sabina

Quest’immagine eloquente del “paesaggio medievale” dell’incastellamento sabino si apre improvvisamente lungo il sentiero per l’Eremo di San Leonardo, perso nel verde dei fitti boschi di leccio: borghi, castelli e luoghi di profonda spiritualità da un lato, natura selvaggia e colli ameni dall’altro, si intrecciano magicamente in questo territorio, uno dei più emozionanti del Lazio e non solo. Nella fotografia appare l’intatto disegno urbanistico di Roccantica – famosa per la leggenda del Revotano – mentre sullo sfondo si vede l’altrettanto splendido borgo di Casperia, nel cuore della Sabina Tiberina. Per saperne di più: “Lazio. I luoghi del mistero e dell’insolito”.


Eremo del beato Andrea Conti a Piglio

Il piccolo cenobio, accessibile da una strettoia, ove visse in eremitaggio il beato Andrea de Comitibus (1240-1302), francescano proveniente dalla nobile famiglia dei Conti di Segni (noto come Andrea Conti). Si trova all’interno del Convento di San Lorenzo, alle falde del Monte Scalambra, appena fuori Piglio, nell’Alta Ciociaria, e venne fondato, secondo la leggenda, da San Francesco diretto a Subiaco. Qui il beato Andrea compose un misterioso trattato sulla maternità della Santa Vergine (“De partu Virginis”), che tuttavia andò perduto, e pare che fu lui ad ispirare a Bonifacio VIII – suo parente – l’indizione del primo Giubileo nel 1300. Dal papa gli fu proposto di diventare cardinale ma egli si rifiutò, preferendo la vita in solitudine e preghiera.


Eremo di San Silvestro sul Soratte

Sulla vetta del Monte Soratte, l’Eremo di San Silvestro (VI sec.) è un incontro sempre emozionante per il camminatore: eccolo qui nella foto avvolto da una leggera nebbia invernale esprimere ancor più la sua potenza mistica.


Sovana-Oratorio di San Sebastiano

Sovana-Necropoli, Oratorio di S. Sebastiano 1 RCRLB

Appena fuori dal Viterbese si apre in provincia di Grosseto un’area fra le più spettacolari e affascinanti della Tuscia tosco-laziale, ovvero quella della cosiddetta triade delle “città del tufo”: si tratta di Pitigliano, Sorano e Sovana, borghi arroccati in cima ad alti speroni vulcanici e affacciati su valli splendidamente selvagge. Nell’intatto paesaggio che si estende per chilometri tutt’intorno a questi paesi, si celano innumerevoli siti archeologici etruschi, romani e medievali, spesso collegati fra loro da una fitta rete di “vie cave”, profonde strade d’epoca etrusca incise nella pietra viva. Tali luoghi solitari e misteriosi, ancor oggi pregni di spiritualità, attrassero nel Medioevo monaci ed anacoreti, come testimoniano gli eremi e i monasteri sparsi un po’ ovunque nella zona. Nella foto siamo all’interno del suggestivo Oratorio di San Sebastiano, che si apre a picco nell’omonima tagliata, nei pressi della Necropoli di Sovana, celebre per le tombe Ildebranda e della Sirena.


Eremo di San Girolamo presso Vetralla

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Il suggestivo Eremo di San Girolamo che si apre d’improvviso nel folto della foresta cimina…


Eremo di Poggio Conte

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Il suggestivo interno dell’Eremo di Poggio Conte, luogo di misteriosa bellezza nel cuore della Valle del Fiora: scavato interamente nella roccia, vi sono legate numerose leggende.


Eremo di San Salvatore ad Antuni

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Nelle immediate vicinanze del borgo abbandonato di Antuni (Castel di Tora) si trovano i resti del medievale Eremo di San Salvatore, affacciato a balcone sul “paesaggio fantastico” del Lago del Turano.


Il Santuario della Mentorella in inverno

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Il suggestivo Santuario della Mentorella, uno dei più antichi cenobi d’Italia, in uno scatto invernale del collaboratore e grande escursionista Giovanni Cortiglia. Sullo sfondo, la bella Valle del Giovenzano.


Eremo di San Cataldo presso Cottanello

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Il suggestivo Eremo di San Cataldo presso Cottanello, ricavato nel X secolo dai monaci benedettini in una parete rocciosa dei Monti Sabini. Nelle sue vicinanze si apre un magnifico panorama sulla Sabina Tiberina.


Rovine del Monastero di San Domenico da Foligno

Monastero di S. Domenico

Fondato da San Domenico da Foligno nel 996 e successivamente ristrutturato, questo monastero in rovina si erge in una valletta nel cuore dei Monti Ernici. Il luogo è di straordinaria suggestione per via del solenne paesaggio montano in cui è inserito, fatto di pareti rocciose e boschi di querce e faggio, ma anche dei numerosi misteri che avvolgono la zona, a cominciare dalla vicinissima e ben più celebre Certosa di Trisulti (per saperne di più si veda la nostra guida “Lazio. I luoghi del mistero e dell’insolito”). A poca distanza sono anche l’eremo in cui dapprima si ritirò il santo e il cosiddetto “Ponte dei Santi”, altro sito colmo di leggende.