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La Cascata Braccio di Mare

La Cascata Braccio di mare è una delle più suggestive fra le numerose cascatelle che si incontrano lungo lo stupendo e frequentatissimo sentiero che parte dalla Necropoli della Banditaccia di Cerveteri e si inoltra nel cuore dei misteriosi Colli Ceriti. Questo salto d’acqua – posto praticamente a metà percorso – è impreziosito dalle memorie classiche e leggendarie che vi aleggiano: fu citata persino da Virgilio nell’VIII libro dell'”Eneide”, allorquando ad Enea – il quale si trovava a viaggiare di qui – apparve dalle fredde acque del “gelidus caeritis amnis” la dea Venere annunciandogli la gloria della sua progenie.


Le case rupestri di Luni

Cuore dell’Etruria rupestre, Luni sul Mignone riserva molte sorprese al visitatore che abbia la pazienza di esplorare in modo approfondito questo affascinante quanto misterioso sito archeologico: una di queste sono le cosiddette “case rupestri” (di origine protostorica), ubicate in un angolo appartato e difficilmente raggiungibile per chi non conosca bene la zona.


“Volando” da Monte Riccio

Sempre alla ricerca di “paesaggi segreti” del Lazio, stavolta in compagnia dell’amico Adrian Moss di Explore Tuscia, eccoci a svelavi un inedito panorama “a volo d’uccello”, quello cioè dall’iconica collina di Montericcio (o Monte Riccio, a 130 m. s.l.m.), che – con i suoi piccoli ma suggestivi calanchi – spicca nel verde primaverile della magnifica Valle del Mignone, cuore d’Etruria.


Nel borgo medievale di Blera

Attraversato dall’antica Via Clodia, Blera è un borgo assai interessante, ricco di dettagli architettonici relativi all’epoca medievale e rinascimentale. Seppur meno curato e celebrato di quello della vicina Barbarano Romano, questo bellissimo centro storico sorprende per i numerosi scorci pittoreschi e merita di essere “gustato” con calma.


Luoghi della classicità sulla Tolfa

Un rudere d’epoca romana ai piedi del Monte Tolfaccia, nei pressi della località Fontanaccia (Allumiere): su queste magnifiche colline natura selvaggia, scorci bucolici e antichi ruderi formano il quadro di una bellezza classica e senza tempo.


L’Etruria della Tradizione

Come sempre i Monti della Tolfa sorprendono ed ammaliano. Ecco qui la Valle del Mignone, in uno dei suoi tratti più scenografici e dai “grandi spazi”, che appare improvvisamente da un poggio nei pressi di Civitella Cesi, a pochi passi dalla solitaria strada che conduce a Rota. Si ha quasi l’impressione – ad un primo sguardo fugace e superficiale – di una valle incontaminata ed inesplorata ma a guardar bene è proprio l’impronta umana ad aver plasmato questo scenario. Un paesaggio che rivela l’anima più tradizionale del Lazio, quella Tradizione – con la T maiuscola – cioè che dimostra da millenni la possibile coesistenza fra Uomo e Natura, miracolo che oggi una certa propaganda “progressista” (o sarebbe meglio dire “transumanista”) vorrebbe bocciare come impossibile. Non è un caso infatti che queste agende “green” – che di verde non hanno nulla, anzi che il verde lo fanno sparire – si accaniscano oggi proprio contro questi paesaggi culturali così intatti, evidentemente per toglierci – oltre che la nostra terra e il cibo sano – anche la prova storica delle loro menzogne.


Ponte della Torretta a Blera

Le valli che circondano Blera – cittadina attraversata dall’antica Via Clodia – custodiscono un patrimonio storico-archeologico inestimabile: qui nella foto vediamo il cosiddetto Ponte della Torretta, caratterizzato da una piccola ma assai pittoresca torre di avvistamento del XIII secolo. Nei pressi è la medievale Cappella di San Sensia (o San Senzio), dedicata ad un personaggio caro agli abitanti del posto quale secondo patrono (dopo San Vivenzio), in bilico fra la storia e la leggenda.


Fra cielo e terra alla Rotonda

La “Rotonda” di Monte Romano è un luogo sconosciuto ma di mistica bellezza. Questa discreta e poco visibile altura – coronata da alberi vetusti – si può raggiungere direttamente dal paese (opzione un po’ lunga e all’inizio noiosa) oppure ci si può avvicinare con l’auto per poi lasciare il mezzo lungo la stradina d’accesso (cartello di divieto d’accesso) proseguendo dunque a piedi. Oltre ad un affaccio mozzafiato sui Monti della Tolfa (di cui la Rotonda è estrema propaggine collinare) e la Valle del Mignone, la zona offre un paesaggio bucolico ed incorrotto e per via della natura in parte impermeabile del terreno, i suoi pascoli nelle stagioni piovose si chiazzano di acquitrini che aumentano la suggestione del paesaggio nonché gli spunti fotografici.


Terre di Tolfa

Dalla cima del Monte Piantangeli – ove sorgono i romantici resti di un’abbazia templare – lo sguardo spazia su un paesaggio pressoché incontaminato, salvaguardato da valori come la ruralità e il tradizionalismo, ancora vivi sulle colline tolfetane e in netta contraddizione con le agende globaliste che tendono a distruggere, appiattire, omologare…


I tetti di Tolfa

Il fitto tessuto urbano del centro storico di Tolfa visto dalla Rocca Frangipane.


Il cuore del Lazio

La vasta area dei Monti della Tolfa (che meriterebbe un parco nazionale) è il cuore palpitante del Lazio più autentico, sia per motivi culturali (vi si custodiscono tutte le tradizioni della Campagna Romana) sia per quanto riguarda l’aspetto ambientale/paesaggistico, rimasto miracolosamente inalterato fino ad oggi. Senza dubbio queste incantevoli colline – al contempo dolci e selvagge – “rapiscono” il cuore dei visitatori più sensibili ed attenti, quelli cioè che sanno apprezzarne il carattere decisamente rurale e i grandi spazi incontaminati. Qui siamo ai piedi del versante settentrionale del massiccio, laddove immensi pascoli bordano profonde forre che racchiudono antichi insediamenti: da percorrere assolutamente (con auto alta, ma soprattutto a piedi, in bici, a cavallo) la sterrata che diparte dalla ferrovia abbandonata Capranica-Civitavecchia (sulla strada per Luni) e che porta a San Giovenale, in una zona densa di resti protostorici, etruschi e medievali.


La “Cascata Superiore” di Castel Giuliano

Alta circa 30 metri, la bellissima Cascata Superiore (o di Castel Giuliano) è il momento culminante del lungo e spettacolare trekking che dalla Necropoli etrusca della Banditaccia conduce al cuore dei misteriosi Colli Ceriti, in un mix senza pari di natura, paesaggio, storia e archeologia. A questa cascata – cui se ne affiancano altre 4 lungo tutto il percorso – si può scendere facilmente anche da Castel Giuliano (Bracciano), in particolare dall’ottimo Agriturismo Tenuta Monte La Guardia. Curioso osservare come le raffiche di vento che si insinuano nel vallone spostino il flusso d’acqua a destra e sinistra (fenomeno ancor più visibile alla vicina Cascata dell’Ospedaletto). Al di sopra del salto, piscine naturali scavate nella colata di basalto, a sbalzo sul burrone – oltre ad un ponte ottocentesco e alle rovine di uno romano – completano il quadro di uno scenario degno di un film “fantasy”!


Nel Far West del Lazio

Come un “rito”, a fine aprile è d’obbligo una gita sui Monti della Tolfa, che in questo periodo appaiono nel loro massimo splendore, grazie anche alle copiose e vistose fioriture di siliquastro. Anche se già soltanto in auto si può godere dell’atmosfera “wild” di queste incontaminate colline, è senz’altro a piedi che ci si può davvero “immergere” in essa, fra odori e scorci visivi che lasciano senza fiato, con l’incontro immancabile delle vacche maremmane e tolfetane. In ogni caso, la strada più spettacolare da percorrere “on the road” – eventualmente fermando il mezzo e camminando lungo qualche misterioso sentiero – è la “mitica” Santa Severa-Tolfa, che dal Castello di Santa Severa, affacciato sul Tirreno, conduce fino alla cittadina famosa per la sua “catana” – o viceversa – attraverso 20 km circa di verde assoluto.


Crepuscolo dalla Rotonda di Monte Romano

La Rotonda di Monte Romano è uno degli angoli più panoramici eppure meno conosciuti della Tuscia. Situata a balcone sulla Valle dei Mignone e sui contigui Monti della Tolfa, questa collina circolare, coronata da alberi secolari, offre scorci senza tempo, in particolare all’alba e al tramonto. Lo sguardo verso l’orizzonte apparentemente “infinito” della Tolfa con lo sfondo del Tirreno prende il cuore e persino inquieta: da un lato per lo “spazio”, cui non siamo più abituati, dall’altro per il timore che cotanta bellezza possa essere deturpata dalla follia delle inutili opere che la nostra decadente civiltà – basata sulle truffe e sul profitto – vuole imporre agli ultimi paesaggi rimasti incontaminati. Qui nella foto una poetica immagine crepuscolare, quasi “inglese” per le sfumature del cielo e le forme della campagna. L’ennesima perla dell’Etruria che andrebbe visitata di più e studiata dal punto di vista fotografico. E sicuramente tutelata con fermezza.


Buon 2023!

Un felice anno nuovo da uno dei “paesaggi segreti” più evocativi del Lazio, ossia i Monti della Tolfa dalla strada per Luni sul Mignone. Che sia un anno all’insegna di escursioni, esplorazioni sul territorio e… nuove scoperte!


La valle romantica…

La magnifica Valle del Mignone con i Monti della Tolfa vista dalla Rotonda di Monte Romano, straordinario punto panoramico che dovrebbe costituire una specie di “La Mecca” del vedutista laziale… Ci godiamo questo scorcio mozzafiato in un freddo tramonto di dicembre, con i tipici splendidi colori che il cielo assume in questo periodo magico dell’anno.


Tra le rovine di Piantangeli

I pochi ma romantici resti della chiesa abbaziale di Piantangeli, nel cuore dei Monti della Tolfa. Si tratta di uno dei luoghi più solitari e suggestivi del Lazio, su cui aleggia una fosca leggenda legata ai Cavalieri Templari (cfr. “Lazio. I luoghi del mistero e dell’insolito – vol. 1”). Si raccomanda la sua visita in questo periodo – oltre che ovviamente in primavera – per via della straordinaria bellezza del paesaggio in cui si trova il sito, esaltata dai colori dell’autunno inoltrato: di sicuro, il panorama “a volo d’uccello” sulla Valle del Mignone vi lascerà senza fiato.


La vacca tolfetana nella nebbia

Un’immagine che esemplifica la sensazione di wilderness che si prova nel “vagare” a piedi sui Monti della Tolfa. Nell’immacolata, quasi primigenia macchia mediterranea tolfetana sono normali questi incontri che fanno sentire il visitatore/escursionista un estraneo in un ambiente che ha conservato quasi alla perfezione i suoi equilibri.


Il ponte in ferro di Luni sul Mignone

Il caratteristico ponte in ferro che scavalca il Fiume Mignone visto dall’Altopiano di Luni, luogo di insediamenti protostorici. Faceva parte della ferrovia Capranica-Civitavecchia, dismessa molti decenni fa. Oggi la sede ferroviaria è l’unico accesso possibile (con fuoristrada) a questo magnifico sito archeologico e paesaggistico. Auspichiamo la sua trasformazione almeno parziale in una pista ciclabile, come sta accadendo per altre ex-ferrovie sparse per l’Italia, al fine di valorizzare e rendere fruibile in modo sostenibile una zona ancora incontaminata e di straordinario potenziale turistico, vanto del Lazio e dell’intera Etruria.


La Tomba delle Cariatidi presso Luni

Situata a poca distanza dal Fiume Mignone, in una località remota e selvaggia, la Tomba delle Cariatidi è una delle più belle sorprese archeologiche dei Monti della Tolfa. Appare all’improvviso in una suggestiva macchia di querce e grandi massi tufacei che sorveglia dall’alto il limpido Torrente Canino. Datata al IV secolo a. C., è caratterizzata dalla raffinatezza degli ornamenti, per quanto riguarda sia l’esterno, che riporta uno splendido esempio di “Porta dell’Aldilà”, sia l’interno, con cornici, pilastri e un consunto volto femminile (da cui deriva il nome del sepolcro). Nelle immediate vicinanze si notano altre tombe etrusche e insediamenti o manufatti di incerta origine. Per raggiungere questa autentica perla occorre seguire il sentiero CAI dalla Stazione abbandonata di Monte Romano verso Tarquinia, costeggiando il ruscello (sulla nostra sinistra), che andrà guadato un centinaio di metri prima della sua confluenza col Mignone; infine basterà seguire alcuni segnavia rossi presenti nel bosco, salendo sulla sinistra.