
Un’atmosfera drammatica per questo tramonto tipicamente etrusco: la foto è scattata dalla Rotonda di Monte Romano, cuore della Maremma Laziale e spettacolare belvedere sulla Valle del Mignone.
Un’atmosfera drammatica per questo tramonto tipicamente etrusco: la foto è scattata dalla Rotonda di Monte Romano, cuore della Maremma Laziale e spettacolare belvedere sulla Valle del Mignone.
Un’altra veduta, stavolta dall’alto, di questo borgo a cui siamo così affezionati per il suo perfetto inserimento nel magnifico paesaggio circostante: la foto è presa dal Monte Piantangeli, una delle cime più importanti e panoramiche dei Monti della Tolfa.
I centri abitati sui selvaggi Monti della Tolfa sono rarissimi. Oltre ai due paesi di Tolfa ed Allumiere, vi sono infatti soltanto alcuni villaggi, spesso nemmeno segnati sulle carte stradali: è il caso di Rota, uno dei borghi più romantici e solitari della Tuscia, purtroppo privato e non visitabile. Si innalza sopra un dolce colle nei pressi del Fiume Mignone, in una zona di importanti ritrovamenti archeologici etruschi. Colpisce chi percorre la Braccianese-Claudia con il suo perfetto inserimento in un paesaggio rimasto completamente intatto.
Il paesaggio aspro e selvaggio, solenne e silenzioso dei Monti della Tolfa. Dietro a tale selvaticità, tuttavia, l’occhio attento e l’animo sensibile sapranno scorgere un’armonia e una grazia straordinarie, nei colori, nelle forme dei rilievi, negli stessi animali che popolano queste magnifiche colline.
Un albero solitario si innalza su un arido pascolo settembrino dei Monti della Tolfa, che le piogge faranno presto rinverdire.
Un magnifico panorama verso sud dal Monte Piantangeli, una delle massime elevazioni dei Monti della Tolfa. Sembra incredibile che nel XXI secolo territori così ampiamente intatti si trovino alle porte di una metropoli, nella fattispecie Roma: eppure questo è uno dei tanti elementi che rendono il Lazio una terra straordinaria. Merito della civiltà delle “università agrarie” (istituzioni di origine tardo medievale che oggi alcuni studiosi iniziano finalmente a riscoprire), ha permesso infatti la conservazione di paesaggi rurali di rara bellezza. Sulla cima del monte, a balcone sulla Valle del Mignone, si ergono i malinconici resti di un’abbazia templare, cui sono legate fosche leggende.
Le suggestive rovine medievali di Cencelle spiccano fra i campi della Valle del Mignone, verdissimi e fioriti fra aprile e la prima metà di maggio, nella magnifica zona conosciuta come le “Terre della Farnesiana”, ai piedi dei Monti della Tolfa, in cui confluiscono i confini dei Comuni di Civitavecchia, Allumiere e Tarquinia. La struttura turrita “a corona” ricorda la toscana Monteriggioni ma in questo caso non si tratta di un borgo turistico e vivo bensì di una cosiddetta “città morta”, una delle tante che costellano l’entroterra del Lazio. Per maggiori informazioni si consiglia la lettura di “Le città perdute del Lazio” dell’amico Emanuele Zampetti.
Fra aprile e maggio i Monti della Tolfa danno spettacolo. Fioriture spontanee, spesso rare, chiazzano i campi e i pascoli mentre il verde domina su tutto: se ad aprile il fucsia dei siliquastri e il bianco degli asfodeli sono i protagonisti incontrastati del paesaggio, a maggio il “quadro” si fa più complesso, ospitando le prime trebbiature e l’esplosione dei fiori di trifoglio rosso con il loro color carminio. Nella foto siamo nel cuore della Valle del Mignone, ai piedi del Monte Piantangeli, nella zona forse più incontaminata dell’intera Etruria Laziale: mandrie di bovini maremmani e tolfetani e greggi di pecore donano allo scenario un aspetto senza tempo.
Una delle strade in assoluto più suggestive del Lazio é la SP Santa Severa-Tolfa: celebre tra gli amanti delle due ruote (sia moto che bici) ed utilizzata anche per riprese cinematografiche, essa si snoda per una ventina di km nel magnifico scenario maremmano dei Monti della Tolfa, con i suoi grandi spazi e, alle spalle, lo sfondo azzurro del Tirreno.
Siamo nel settore nord-ovest dell’ex Provincia di Roma, in quella che oggi è chiamata la “Città metropolitana di Roma”, ma giunti piú o meno a metà strada, senza una casa a 360°, tale forzata espressione burocratica (che sembra nata dai sogni dei palazzinari più estremisti o da “tecnici”, burocrati appunto, che forse non sono mai usciti dai propri uffici) si impone in tutta la sua miserabile stupidità. Altro che metropoli! Ci si sente infatti come persi in questo scenario selvaggio e bucolico allo stesso tempo, apparentemente lontanissimi da una grande e popolosa città, dove gli unici abitanti sono i bovini locali dalle lunghe corna ed i rustici cavalli della Maremma. Data la totale libertà e la mancanza di privatizzazioni (la gran parte dei terreni è demaniale o in concessione), lungo la strada ci si può fermare praticamente ovunque e magari scendere nelle vallette che si incontrano di tanto in tanto per ammirare limpidi torrenti e i profumi della macchia mediterranea. Di certo Roma è, per sua (e nostra) fortuna, una “metropoli” assai atipica e questa zona così ben preservata costituisce l’ennesima conferma di come la nostra Capitale sia un patrimonio unico non solo per i suoi monumenti ma anche per il territorio che la circonda e che abbia ben altre vocazioni rispetto a mega-impianti sportivi con annessi grattacieli, grandi opere ed altri inutili ed avvilenti progetti.
Ma torniamo a noi: aprile è un periodo particolarmente indicato per percorrere la Santa Severa-Tolfa (proseguendo verso la Farnesiana o verso Canale Monterano) e per fotografare l’incantevole paesaggio agro-pastorale che la circonda, grazie alle stupende fioriture spontanee sui pascoli e all’esplosione dei siliquastri che chiazzano di fucsia la vegetazione verdeggiante: uno spettacolo da non perdere! Si segnala inoltre la cura dell’arteria in sé, caratterizzata da un buon asfalto e da una complessiva pulizia mentre costituiscono delle vere chicche i muretti a secco e le tradizionali recinzioni in legno dei pascoli, nonché i tipici fontanili bianchi della Tolfa. Tutto ciò concorre a creare un quadro paesistico che esprime al meglio la civiltà rurale del Lazio. L’arrivo finale a Tolfa e l’affaccio mozzafiato dalla Rocca Frangipane sono la degna conclusione dell’itinerario.
Reportage del magnifico anello percorso in gruppo a fine dicembre in collaborazione fra Explore Tuscia e Itinerari Laziali, intorno alle alture che sorvegliano da ovest i resti dell’abitato preistorico, etrusco e alto-medievale di Luni sul Mignone, con pausa panoramica nei pressi del suggestivo Casalone e visita finale all’area archeologica. Una passeggiata immersi in uno dei paesaggi, quello tolfetano, più incontaminati del Lazio e d’Italia, eppure oggi a rischio per il folle progetto della nuova superstrada che dovrebbe attraversare la Valle del Mignone, con gravissimo impatto ambientale. E’ stato proposto dalle associazioni locali un tracciato alternativo, lungo l’attuale Aurelia bis, con tratti in galleria, che avrebbe un impatto assai minore ma motivazioni economiche fanno sì che l’Anas spinga, attualmente con il benestare delle istituzioni regionali, per mantenere il tracciato da essa proposto, nettamente meno costoso. Se vuoi opporti a questo scempio firma la petizione per salvare il Fiume Mignone!
Un favoloso panorama dal sito neolitico di Luni sul Mignone, con le calde luci d’inizio-inverno. Al confine fra le province di Roma e Viterbo, ed immerso nello scenario selvaggio ed incontaminato dei Monti della Tolfa, Luni sa regalare come pochi altri luoghi sensazioni fuori dal tempo.
L’autunno inoltrato sulla Tolfa lascia senza fiato. Le infinite sfumature della vegetazione donano al paesaggio un aspetto romantico e vagamente malinconico. La strada fra Civitella Cesi e Rota permette velocemente di inoltrarsi da nord in questo scenario selvaggio ove l’impatto delle opere dell’uomo è rimasto bassissimo. Ad un certo punto la visione del borgo-castello di Rota, con ai suoi piedi il Fiume Mignone, dà l’impressione di ammirare un dipinto del XVIII secolo.
La “città morta” di Cencelle giace su un solitario altopiano nella Bassa Valle del Mignone, in una delle zone più belle ed intatte dell’intero Lazio. Sorvegliata dai selvaggi Monti della Tolfa, appare al visitatore come un luogo malinconico e desolato, con i suoi mozziconi di torri che a raggiera spuntano dal perimetro dell’abitato, facendola idealmente assomigliare alla toscana Monteriggioni. Come in quest’ultimo caso, infatti, si tratta di un esempio eloquente di “terra murata” i cui ruderi, nelle loro forme architettoniche, sono rimasti immutati dall’inizio del XV secolo, epoca del suo definitivo abbandono in favore della più comoda e fiorente Civitas Vetulas (l’odierna Civitavecchia). Qui di seguito alcune immagini che testimoniano lo splendore paesaggistico del sito, incorniciato dallo struggente scenario della Maremma Laziale che fra aprile e maggio esprime il suo meglio. Ricordiamo che Cencelle fa parte del nostro itinerario “Borghi e paesaggi segreti della Tuscia, parte 1”.
La Rocca Frangipane, già descritta nel nostro libro “I castelli perduti del Lazio”, è uno dei siti più romantici del Lazio in virtù di diversi elementi: le drammatiche vicende storiche; l’aspra posizione su un pietroso colle di trachite già abitato dagli Etruschi; gli immensi panorami, che spaziano dalla Toscana alla Ciociaria; e non ultimo il magnifico paesaggio dei Monti della Tolfa, estremo lembo meridionale della Maremma. Nei pressi sono i ruderi dell’Abbazia di Piantangeli, sulla cima dell’omonima altura.
Le mezze stagioni sono le migliori per apprezzare la straordinaria bellezza dei Monti della Tolfa ma forse é nel periodo di passaggio fra aprile e maggio che queste colline al contempo dolci e aspre raggiungono il loro massimo splendore per le innumerevoli fioriture che “accendono” i campi e le macchie: margherite e papaveri, anemoni e ranuncoli, asfodeli, erba sulla, orchidee e siliquastri esplodono esuberanti in un paesaggio completamente verde e per larghi tratti integro, formando un “quadro” che dona pace e serenitá. Il Monte Piantangeli é uno dei luoghi piú godibili e rappresentativi della zona e si raggiunge tramite un sentiero che parte nei pressi di Tolfa. Dalla cima, ove sorgono i resti di un’abbazia templare, lo sguardo spazia su uno dei panorami piú incantevoli del Lazio, con la magnifica Valle del Mignone a farla da protagonista.
Uno scorcio romantico delle spettrali rovine di Monterano Vecchia. Nel tardo autunno le calde tinte cromatiche della vegetazione mista della Tuscia creano scenari incantevoli che appaiono come veri e propri “quadri”, impreziositi come in questo caso da ruderi medievali, romani od etruschi. Per saperne di più: “Lazio. I luoghi del mistero e dell’insolito”.
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