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Terre di Tolfa

Dalla cima del Monte Piantangeli – ove sorgono i romantici resti di un’abbazia templare – lo sguardo spazia su un paesaggio pressoché incontaminato, salvaguardato da valori come la ruralità e il tradizionalismo, ancora vivi sulle colline tolfetane e in netta contraddizione con le agende globaliste che tendono a distruggere, appiattire, omologare…


Le colline della Tuscia da Monte Jugo

Torniamo a Monte Jugo dopo un paio di anni e ci meravigliamo per l’ennesima volta della bellezza del panorama che si ammira dalle pendici di questa modesta elevazione vulcanica, situata fra Montefiascone e Viterbo. Siamo sul tracciato della Via Francigena che collega i due suddetti centri, in una tappa famosa per la presenza di un lungo tratto di basolato romano ben preservato dell’antica Cassia. I pellegrini compiono questo percorso con gli occhi colmi di gioia per lo splendore di queste testimonianze e per la dolcezza della campagna viterbese, rivestita a maggio di magnifiche fioriture. Nel periodo primaverile la struggente “ruralità” della Tuscia si esalta ancor più mentre lo sfondo di Montefiascone con la Rocca dei Papi e la grande cupola di Santa Margherita arricchiscono il paesaggio con importanti dettagli architettonici.


La “Capanna del carbonaro” sul Rufeno

Alle pendici del Monte Rufeno, nel fitto della foresta, una capanna colpisce l’escursionista e lo induce alla sosta. Si tratta della ricostruzione di una capanna di carbonai e nelle immediate vicinanze si vedono le carbonaie. In alcuni punti del bosco i carbonai realizzavano delle piccole “piazzole” e installavano questi insediamenti ma oramai nei boschi si riconoscono – se si ha l’occhio esperto – soltanto gli “spiazzi” mentre ovviamente queste costruzioni sono del tutto scomparse, anche perché erano stagionali e dunque non permanenti. La capanna nella foto fu realizzata a scopo didattico da Alessandro Fani, uno degli ultimi “carbonari” d’Italia, scomparso pochi anni fa e che noi abbiamo avuto la fortuna di conoscere e frequentare. Oggi rimane il suo amore per questi luoghi che aleggia nel bosco, dove sembra echeggiare il suo dolce eloquio. Poco a valle è il Casale Felceto, custode di altre memorie contadine, con una piccola scuola rurale del primi del Novecento.


Scorci di Maremma che scompare

Si chiude un altro anno e la speranza è che si chiuda anche questa lunga e drammatica stagione – che dura da troppo tempo – di aggressione e distruzione, a causa della speculazione energetica, di uno dei territori più belli e affascinanti del Lazio: la Maremma Viterbese. Qui ci troviamo non lontano da Tuscania, in direzione di Montalto, ove alcuni panoramici crinali – in primis quello del Formicone – donano panorami mozzafiato sul paesaggio dell’Etruria interna.


Profili nella campagna viterbese: un requiem?

Soltanto se ci si “perde” in queste vaste campagne si può “carpire” il fascino misterioso della terra etrusca – tutt’oggi, come millenni or sono, fertile e laboriosa – con i suoi profili sfuggenti e struggenti. Purtroppo è questo un paesaggio “in via d’estinzione” poiché – come nei pressi di dove è stata scattata la foto, fra Viterbo e Tuscania – immensi impianti energetici lo stanno incessantemente divorando, riducendone – non già anno dopo anno ma mese dopo mese – il valore e la suggestione, in poche parole uccidendone l’anima.


Nella campagna di Genazzano

Sono molti gli angoli dell’Alta Valle del Sacco che hanno conservato aspetti di autentica ruralità, che rimandano – qui più che altrove – alle suggestioni antiche della Campagna Romana, con i suoi misteri e le sue leggende. Purtroppo anche qui – come ovunque nel Lazio – la speculazione energetica sembra essersi insediata con la sua consueta prepotenza, grazie ad una gestione del territorio, da parte della Regione, attualmente abominevole, fra le peggiori di tutti i tempi. Forse è sfuggito ai nostri “bravi amministratori” (o sarebbe meglio dire “amminestratori”?) che il suolo è un bene collettivo non riproducibile e che il paesaggio è tutelato dalla Costituzione (e da una serie di altri documenti regionali, nazionali ed europei…). Ma si sa, parlare di Costituzione oggi è roba da “complottisti”… Almeno che dai vertici della Regione si smetta di parlare di tutela dell’ambiente, di valorizzazione del territorio e di turismo culturale: si manterrebbe un granello di decenza.


La chiesa di Fastello

Tra i molti “borghi segreti” della Tuscia, di sicuro Fastello è uno dei più sconosciuti. Situato grosso modo fra Montefiascone e Celleno ma rientrante nel (vastissimo) Comune di Viterbo, è un piccolo agglomerato di case moderne sparse che cela un minuscolo centro storico databile al Sei-Settecento. Spicca la Chiesa di Santa Lucia Filippini (di origini probabilmente coeve) che dalle campagne circostanti emerge improvvisamente creando graziosi quadretti. La zona è oltremodo bucolica e perfetta per essere esplorata in bicicletta.


Le terre del Tevere

La splendida e florida Valle del Tevere in uno dei suoi tratti più affascinanti, ossia vista dal belvedere di Ponzano Romano.


Cavalli e brume a Pian della Faggeta

I Monti Lepini sono un’isola rurale “antica” circondata da territori in rapida e sconclusionata trasformazione come la Pianura Pontina e la Valle del Sacco. Ne deriva un forte contrasto emozionale per chi dalle città giunge in poche decine di minuti sui solitari altopiani montani (nella fattispecie Pian della Faggeta presso Carpineto), trovando immagini senza tempo come questa…


“Quadretto” sabino presso Scandriglia

Fra gli innumerevoli “paesaggi segreti” del Lazio, le colline di Scandriglia in direzione di Orvinio meritano una menzione speciale. Difficile trovare oggi in Italia, soprattutto nelle regioni più ricche e popolose, territori così belli e al contempo tuttavia del tutto sconosciuti. Eppure questi colli calcarei, che si alzano man mano alle falde del Monte Serrapopolo, compongono un quadro di straordinaria armonia, tra uliveti, boschi misti, cipressi, vecchi casali in pietra. L’autunno – anzi, precisamente questi giorni in cui scriviamo – è il momento clou per visitare e fotografare la zona, lasciandosi andare a magnifiche passeggiate lungo tranquille stradine bianche, persi in una campagna sognante dagli infiniti colori.


Salendo verso San Vito Romano

Le colline dell’Alta Valle del Sacco, fra Olevano e San Vito offrono un paesaggio bucolico e pressoché intatto. La curiosità è la comparsa della pietra arenaria, rara nel Lazio, soprattutto in una zona in cui prevale il calcare dei Monti Prenestini. E’ bellissimo perdersi sulle stradine che attraversano questi aspri colli, in un mondo rurale e silenzioso che sorprenderebbe chi non conosce bene il territorio intorno a Roma.


Uva del Cesanese del Piglio

Tempo di vendemmia fra le vigne del Cesanese del Piglio docg, forse il migliore rosso del Lazio, ormai apprezzato a livello internazionale.


Cavalli in Maremma e libertà

Valle del Marta-Loc. Lascocanale (Tuscania), paesaggio con cavalli 1 RCRLB

Cavalli in libertà nelle grandi e solitarie distese collinari della Maremma Laziale (qui siamo nella località di Lascocanale, fra Tuscania e Tarquinia): è un’immagine non rara da queste parti ma che regala ogni volta pure sensazioni di libertà, in una natura indomita seppur sapientemente modellata dall’uomo e ove il “respiro etrusco” è sempre nell’aria…


La piccola Provenza Laziale

Maremma Viterbese-Loc. S. Giuliano (Tuscania), campo di lavanda 1 RCRLB

Fra giugno e luglio alcune località del Comune di Tuscania, in particolare in direzione di Arlena di Castro, si tingono delle inconfondibili fioriture della lavanda. Ormai sono diverse le aziende che hanno puntato su questa coltivazione, rara in Italia, che nella Maremma Viterbese pare aver trovato un ambiente ideale. L’immagine è ripresa dai terreni dell’Azienda agricola biologica La Lavanda della Tuscia (loc. San Giuliano), per cui ringraziamo i suoi proprietari della gentile ed amichevole accoglienza.


Montebello-Come in un dipinto…

Valle del Marta-Loc. Montebello (Tuscania), paesaggio all'alba 5 RCRLB

L’emozione unica di ammirare un’alba infuocata nel cuore dell’Etruria…


Distese maremmane con il Monte Canino

Maremma Viterbese-Paesaggio presso loc. Musignano (Canino) 1 RCRLB

Il solitario Monte Canino, elemento iconico della Maremma Viterbese, emerge sullo sfondo di grandi distese che spesso ricalcano antichi latifondi. Qui siamo nei pressi di Musignano, con il suo castello che fu dimora di Luciano Bonaparte, fratello di Napoleone e signore di queste terre.


Girasole nel fondovalle del Marta

Valle del Marta-Campagna nel fondovalle 1 RCRLB

Il mondo bucolico e appartato della Valle del Marta dona immagini senza tempo, in cui la campagna laziale si esprime ai suoi più alti livelli di ruralità.


Nel Latium Vetus

Agro Pontino-Paesaggio fra Aprilia e Cisterna 1 RCRLB

Fra Aprilia e Cisterna di Latina, all’estremo nord dell’Agro Pontino, vaste tenute storiche segnano un paesaggio rimasto indenne dall’urbanizzazione e dalle coltivazioni industriali. Questi larghi orizzonti, con lo sfondo immancabile dei Colli Albani, sono il vero e proprio “quid” del paesaggio dell’antico Latium Vetus.


Campo di Segni

Mti Lepini-Campo di Segni, paesaggio 4 RCRLB

Il bucolico Campo di Segni, vasto altopiano carsico nel cuore dei Monti Lepini: uno scenario affascinante, caratterizzato da una ruralità “antica” in netto contrasto con le valli industrializzate che circondano queste montagne. Formalmente siamo nella cosiddetta “città metropolitana di Roma” ma di fronte a queste immagini ci rendiamo una volta in più conto di quanto sia ridicolo il “burocratese”.


Monti Lepini-Piano del Lontro

Mti Lepini-Altopiano del Lontro 4 RCRLB

Gli stazzi in pietra del Piano del Lontro, sul versante ciociaro dei Monti Lepini. Quest’altopiano carsico, raggiungibile da Gorga, ospita un villaggio pastorale “spontaneo”, dove tuttora gli allevatori della zona portano i propri armenti al pascolo semi-brado. Un gioiello storico-culturale-antropologico da scoprire passeggiando nel silenzio e nella tranquillità estrema di queste montagne, così vicine alle città ma così lontane dai loro ritmi.